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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Bruce Springsteen - Letter to You
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05/12/2021
( 2680 letture )
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Cinque giorni per arrivare dritti all’essenziale, cinque giorni in compagnia di una chitarra ricevuta in regalo da un fan italiano a Broadway con la quale comporre il nuovo materiale, cinque giorni per riabbracciare i compagni di una vita e assieme a loro ripercorrere con un pizzico di nostalgia una carriera leggendaria che si appresta a festeggiare i cinquant’anni di attività. Di ricordi, dopotutto, Bruce Springsteen ne ha tanti e i più felici sono quelli edificati con la E Street Band che torna a suonare in un album del Boss dopo Working on a Dream (2009). Se c’è una cosa che l’anno della pandemia mondiale di Covid-19 ha insegnato ai musicisti è l’importanza della riflessione sulla propria identità strettamente connessa ad un’analisi introspettiva del ruolo di artista ai giorni nostri, da preservare e riscoprire anche, e soprattutto, in circostanze drammatiche perché la speranza resti un concetto immacolato e oggettivo da veicolare con la musica. Bruce Springsteen non si è dunque limitato a rendere protagonista la musica nella sua ultima fatica discografica ma si è spinto oltre, aprendo le porte della propria intimità e dello studio di registrazione personale a Cold Neck, raccontando la genesi del disco in un documentario girato da Thom Zimny e infine parlando dritto agli ascoltatori con il podcast a puntate From my Home to Yours rilasciato in esclusiva su BBC Radio 2 con puntate a cadenza settimanale.
Niente demo, provini o sovraincisioni: Letter to You è registrato dal vivo e inciso nel sangue e nell’inchiostro, per parafrasare uno splendido verso racchiuso nella titletrack. Tre le canzoni non inedite scelte a completare la scaletta: Janey Needs a Shooter, brano "sfortunato" che vide la luce nel 1971 venendo registrato nel ‘73 ma poi escluso da The Wild, the Innocent & the E Street Shuffle (1973), If I Was the Priest, splendida power ballad che fu eseguita in acustico da Springsteen nel 1972 durante il provino con la Columbia Records e infine Song for Orphans, altra traccia dimenticata risalente agli anni Settanta e ripresa solo sporadicamente in sede live. Non è un caso che le tre canzoni ripescate dallo sterminato repertorio del Boss abbiano come comune denominatore l’appartenenza ad un periodo embrionale del cantautore statunitense. L’intero disco, dopotutto, si sforza nell’affondare le radici in una fiumana di sensazioni sopite riportandole a galla nel tentativo di esorcizzarle o forse carezzarle con la maturità di chi ha percorso un cammino lunghissimo e si trova ora a riprendere fiato potendo discernere con chiarezza tutto ciò che si è lasciato alle spalle. Se da una parte la vena autobiografica è forte, vedesi le consapevolezze espresse nella delicatezza acustica di Last Man Standing (‘’Somewhere deep into the heart of the crowd/I'm the last man standing now”) poi battezzata e resa springsteeniana dall’assolo di sax, dall’altra c’è tempo e spazio per affrontare tematiche di più ampia prospettiva, come la politica nella precisa e scandita solennità imperniata in Rainmaker, o la religione nell’orecchiabile e radiofonica The Power of Prayer. I momenti più esaltanti, comunque, sono quelli in cui la potenza sonora della E Street Band sale in cattedra e riportano alla mente la passione e l’amore per il rock ‘n’ roll, entità che Bruce Springsteen ha saputo corteggiare, conoscere e conquistare, posizionandola ancora oggi sull’altare delle priorità e che si celebra in Ghosts, aperta dalle percussioni decise di Max Weinberg, poi adagiata su un ritornello che predilige l’utilizzo dei cori e infine rilasciata assieme al videoclip in bianco e nero che immortala la bellezza degli strumenti in primo piano, la concitazione dello stare insieme mentre si arrangiano e rivedono i passaggi da suonare, le immagini delle platee da sold out e in Burnin Train, pezzo sanguigno e veloce che galoppa con la solita grinta e che Springsteen fa suo in maniera magistrale mettendo alla prova le corde vocali per niente affaticate o scalfite dallo scorrere del tempo. La bellezza di un timbro unico e impossibile da non riconoscere è senz’altro ben evidente nella malinconica Letter to You, traccia iper-trasmessa da praticamente qualsiasi emittente radiofonica che si rispetti, eletta come singolo in virtù di melodie favolose ed eteree distese sull’organo che si spegne a favore del piano e punta i riflettori sull’esecuzione sentita e splendida che Springsteen regala ai propri fan o più semplicemente agli appassionati di musica, perché dinanzi ad un interprete come lui i confini dei generi si assottigliano, il gusto personale si annichilisce e si è tutti concordi nell’applaudirlo all’unisono come una delle ultime leggende viventi capaci di segnare generazioni vecchie e a venire. Chiude I'll See You in My Dreams, ballad strappalacrime che riflette su una caducità che non spaventa, perché dopotutto:
I'll see you in my dreams When all the summers have come to an end I'll see you in my dreams We'll meet and live and love again
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Amatissimo Bruce fino ai due catastrofici dischi "Human Touch" e "Lucky Town" (sarà pure carino ma insomma), da allora ho apprezzato molto solo "The Rising" e "Western Stars" e i live. Che dire? L'ultimo ho solo sentito 2 o 3 pezzi e mi sono cadute le braccia. A volte va di maniera ("Devils & Dust") però ha dato prova di rialzarsi ogni tanto e spero ancora in un altro album futuro...vedremo... |
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20
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GRANDE LAMBRUSCONE ! TZè propria un arzan maledet ! che bello che sei ancora in circolazione ! w il moster a reggio emilia ! w lambruscone ! onesto e schietto come sempre ! l'unico che la canta giòsta! |
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I CCCP raga.... LINDO FERRETTI !!!! Cerreto Alpi. I fratelli CODELUPPI (Mia madre è Reggiana purosangue, di Casina... così ho scoperto i mitologici RAW POWER). V |
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Tino, ho conosciuto Solieri, l'ho visto suonare in un bar a Bologna molti anni fa, ,c'era anche Dodi Battaglia ed altri chitarristi. |
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Però dai Lambro noi almeno Maurizio solieri. Lui almeno è un grande |
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Sono una Testa Quadra, orgoglioso, però adoro Pignoletto, Lambrusco di Sorbara, Lambrusco mantovano e vini di tante altre regioni, anche vini stranieri. Non vedo il problema, Non avevo ancora detto di uno dei cantanti più insopportabili per me? Tra l'altro originario di Roncocesi, Reggio E. Zucchero, visto live, una pena unica ,ero a vederlo oltre 30 anni fa a Rimini, solo perchè ci andavano i miei amici, una pietà veramente, inascoltabile !!!!! |
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In Emilia non c'è niente di pessimo... |
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Ahaha no Tino avevo capito, ma non sono assolutamente d'accordo. Ok che lo dici perché è reggiano come il lambrusco (mica tutto però...) ma per me, per me, è una cosa che non si può dire perché è come se dicessi che è meglio del Boss. Trova qualcosa di pessimo nella gastronomia reggiana e paragonalo a quello! Il Pignoletto ce l'ho in frigo, mi berrò un bicchiere alla tua e a quella del Lambru, anche se detesta gli Stones e i Nirvana, pazienza! |
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No fun ten ne menga capí... versione al lambrusco del boss è perché Ligabue è reggiano come appunto il lambrusco. Poi non devi decantarmi le qualità del lambrusco...da emiliano bevo solo Sorbara e pignoletto |
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Seriamente io non sopporto il Boss, come non sopporto Ligabue, i Queen degli ultimi 40 anni, i Rolling Stones, band pessima da sempre.....e adesso giù di legnate a me p.s. per me i Guns and Roses sono la band più ridicola di sempre, insieme ai Nirvana  |
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No @Tino, questa non te la accetto, primo perché io adoro il Lambrusco, uno dei vini più ingiustamente sottovalutati del mondo (colpa nostra anche che l'abbiamo esportato all'estero presentandolo come fosse una bibita) e con una storia antichissima, e quindi "versione al Lambrusco" per me è una versione di alto livello. Secondo reputo Springsteen un grande, anche se non è tra i miei ascolti preferiti, e Ligabue la noia fatta canzone, magari può essere la versione alla spuma, da bar, quello che Springsteen rappresenta per una nazione-continente, il cantante per tutti, che unisce soul blues, folk e rock, Ligabue può esserlo di un qualche bar mediocre. |
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Mah forse è un odio amore verso il di Correggio Ligabue che è la versione al lambrusco del boss |
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Con tutto il rispetto Lambruscore, ma sospetto che tu abbia abusato del vino scelto per il nick... |
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Che calore in questo disco, che bellezza la scelta di immediatezza e presa diretta, Bruce mi aveva mandato via di testa già con il "californiano" Western dreams dell'anno prima questo Letter to You è da ko e mi auguro anche chiusura del capitolo con la E-Street band perchè questo lavoro è un testamento. |
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Il boss fa Rock come nelle osterie si beve aranciata.... mo per piaser, per me pop commerciale da sempre  |
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penso sia il capolavoro dello scorso anno..90 e sono stretto  |
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McCallon#2: grazie amico 🍻 |
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Trovo veramente eccezionale la maturità artistica raggiunta da BRUCE SPRINGSTEEN. Voce calda ed espressiva come non mai, canzoni immediate, semplici, dirette, cantabili, emozionanti.... Al primo ascolto mi hanno colpito subito il sound, la semplicità degli arrangiamenti, la voce sofferta, e non da ultimo l'uso rigoroso di un sapiente Hammond al posto degli orribili sintetizzatori che rovinarono tanti, troppi lavori. Quelle quattro note di Sax buttate qua e là riportano subito alla mente i possenti polmoni di CLARENCE CLEMMONS, la cui presenza sembra aleggiare spesso. Il fatto della presa diretta è x me valore aggiunto: l'insostituibile armonia che crea una band affiatata live, non può essere raggiunta mai se ognuno suona a casa sua. / Se non avesse qualche pezzo un po' ripetitivo o non all'altezza del resto (non parlerei di filler ma...), lo considererei un autentico capolavoro. |
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3
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Voto troppo basso : è un album eccellente, e la E-Street Band suona da dio come al solito. Ron Aniello riesce a non far rimpiangere Brendan O'Brien alla consolle. Voto : 85 |
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2
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Non ho ancora letto la recensione di questo album che è finito anche per me nei migliori album dello scorso anno, ma ci tenevo a complimentarmi con Testamatta qui sotto per il bel commento. |
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1
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Bravissimo Altered, hai più o meno detto tutto tu quindi non vi è molto da aggiungere. Album stupendo colmo di canzoni stupende. Molte volte un disco acquisisce un valore aggiunto perché lo ricolleghi inevitabilmente a dei ricordi: è quello che è e sarà Letter to you quando ripenso/ripenseró alla quarantena dello scorso autunno così come fu Gigaton dei Pearl Jam per quella dei primi mesi del 2020. Furono una vera salvezza per quanto mi riguarda. Nel mezzo ci fu Obsidian dei Paradise Lost. Questi saranno gli album che, riascoltandoli anche tra 10 anni, mi riporteranno alle atmosfere di quelle giornate ma con un ricordo positivo perché la musica sa dare tutto, anche speranza. E quindi tutti e tre hanno conquistato un posto nel mio cuore. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. One Minute You're Here 2. Letter to You 3. Burnin Train 4. Janey Needs a Shooter 5. Last Man Standing 6. The Power of Prayer 7. House of a Thousand Guitars 8. Rainmaker 9. If I Was the Priest 10. Ghosts 11. Song for Orphans 12. I'll See You in My Dreams
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Line Up
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Bruce Springsteen (Voce, Chitarra) Nils Lofgren (Chitarra, Cori) Steven Van Zandt (Chitarra, Cori) Roy Bittan (Pianoforte, Cori) Jake Clemons (Sassofono) Charles Giordano (Organo, Cori) Patti Scialfa (Cori) Garry Tallent (Basso, Cori) Max Weinberg (Batteria, Cori)
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RECENSIONI |
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