|
27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
|
|
Bruce Springsteen - Magic
|
( 5987 letture )
|
Uno degli assunti più noti nel mondo della musica è che "le note sono sette", una frase usata in genere per giustificarsi nel momento in cui una canzone ricorda troppo qualcosa di già sentito. Quello che però in genere si ignora (più o meno di proposito, a seconda dei casi) è che quelle sette note possono dilatarsi all'infinito in base alle capacità artistiche del musicista che le ha scritte, e così può capitare di imbattersi in un prodotto incredibilmente piacevole, pur restando derivativo. E qual'è la minestra riscaldata per eccellenza, da vent'anni a questa parte? Ma, naturalmente, il rock. E chi mai avrebbe il coraggio di farne notare il sapore noioso ad uno chef d'eccellenza come Bruce Springsteen? Beh, a dire il vero molte persone... ma non io.
Diciamocelo, nel mondo del rock ognuno ha la sua debolezza, quell'artista a cui tutto si perdona. E così, come chi passa sopra alla noiosa immutabilità dei Gotthard oppure dei Motorhead, io tengo sempre il pollice alzato per il Boss del New Jersey. Quelle noiosissime, stra-abusate sette note, nelle sue mani diventano poesia moderna infiammata d'orgoglio e madida di sudore, un'energia che, in ultima analisi, trova la sua dimensione ideale sul palco, come dovrebbe avvenire per ogni buon rocker che si rispetti.
Magic, il suo sedicesimo album in studio, è la prova di come si possa restare sulla cresta dell'onda anche dopo tanti anni di orgoglio, sudore ed energia, proponendo le solite canzoni e la stessa attitudine. Magic è un po' come un elastico che finalmente è stato rilasciato dopo anni di tensione estrema: non più sottile, sul punto di spezzarsi per sempre, ma saldo e sicuro, una presenza di spessore pronta a sferzare l'ascoltatore. Non è un caso probabilmente che Magic segua l'uscita, a distanza di un solo anno, di un disco tributo a Pete Seeger (We Shall Overcome: The Seeger Sessions, 2006), come se il Boss avesse voluto riposarsi al massimo prima dello slancio. E la tecnica, lasciatemelo dire, ha funzionato.
L'album parte subito con la "cavalcata commerciale" che ne ha decretato il successo: Radio Nowhere. Il pezzo rispolvera la grinta antica ed una precisa dichiarazione di intenti; le sette note sanno ancora mordere. In realtà qui di note ce ne sono molte meno, strofa e ritornello collimano in un unico arpeggio rabbioso che non teme rivali e che funziona alla grande. Tempo di tirare un po' il fiato con la seguente You'll Be Coming Down, un mid tempo dal sapore dolciastro, ma che si abbina piuttosto bene al feeling della seguente Livin' In The Future, un brano che, a dispetto del titolo, ci consegna un arrangiamento classico che più classico non si può, grazie all'apporto intelligente del sax di Clarence Clemons e l'ugola di Springsteen che duetta con le chitarre come ai bei tempi. Non fatevi ingannare dall'incipit all'acqua di rose di Your Own Worst Enemy, perché sotto quell'aria innocente e l'aiuto melodico degli archi e delle tastiere si nasconde potenza ed un notevole climax emotivo. Gli intenti tornano ad essere dichiarati in Gypsy Biker, che grazie ad un buon lavoro sulle sei corde, diviso tra acustiche schitarrate frenetiche, assoli sia in clean che distorto, un ritornello armonizzato di grande spessore, ed un bpm decisamente più gagliardo, ci consegna una delle prove più ispirate del disco. L'accoppiata Girls In Their Summer Clothes e I'll Work For Your Love tira il freno a mano, ma non quello delle emozioni: sarà merito dei dannati accordi diminuiti in coda ai refrain, sarà della classe di un musicista che compila spartiti da un bel po' di tempo, il caso vuole che anche su queste prove estremamente melodiche e rilassanti mi senta in dovere di applicare il timbro di approvazione. E arriviamo così all'immensa canzone che ha dato il nome all'album (non a caso): Magic profuma davvero di magia, un po' per l'accoppiata vincente folk-classica, un po' per il timbro di voce particolarmente caldo. Un'encomio agli arrangiatori di questa stupenda ballata non glielo leva nessuno. Dopo questo picco di grazia, purtroppo, Bruce Springsteen sfiora pericolosamente la mediocrità, con 4 brani conclusivi sì sufficienti, ma certamente non memorabili: restano le buone incursioni nel folk americano, resta la sua ugola matura, ma il tempo di fischiettare i ritornelli sembra svanire improvvisamente.
Nonostante questa caduta di stile finale, e nonostante un mood generale lungi dall'apparire scatenato come ai vecchi tempi, possiamo affermare dunque di aver perso un grande artista? Questo è lo Springsteen del 2000, prendere o lasciare. Ed il sottoscritto prende, senza indugio: in Magic non troverete freschezza, ma tante (non troppe) buone idee stagionate e gustose, tenute nascoste per molto tempo ed ora pronte per essere gustate con calma e serenità. Niente salti sotto al palco, ma qualche commovente accendino le sue sette note ancora se lo meritano.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
22
|
@Ozzyc Instinct se Springsteen è la versione americana di Al Bano tu sei un clown da circo mal riuscito.
Ritornando al disco per me è uno tra i migliori degli ultimi anni, sicuramente troppo sottovalutato. Ha un bel sound ed è molto più rock di altri che sono venuti dopo (Working On A Dream ed High Hopes ad esempio sono tra gli album più dimenticabili del Boss....comunque oh, gli anni passano per tutti |
|
|
|
|
|
|
21
|
Ma Springsteen è praticamente la versione americana di Al Bano |
|
|
|
|
|
|
20
|
Springsteen sopravvalutato? Quando usci Born to Run fu una botta assurda, forse voi non eravate ancora nati |
|
|
|
|
|
|
19
|
da non Spingstiniano, dovete andare a cagare, Lui e rock voi quasi nulla |
|
|
|
|
|
|
18
|
Gli album di Springsteen, artista strasopravvalutato se mai ce ne è stato uno, vanno dal vagamente sufficiente alla banalità assoluta, a parte quel pugno di hit che tutti conosciamo.
Dal momento che il vero giudizio si da solo dal vivo, provai ad andare ad un suo concerto negli anni '80... Dopo mezz'ora sono uscito rimpiangendo i soldi spesi. |
|
|
|
|
|
|
17
|
Tra i dischi piu' brutti del boss, come tutti i seguenti (escludendo Western Stars) anche se non arriva ai livelli del pessimo Human Touch |
|
|
|
|
|
|
16
|
....ma anche dopo 100 anni!!!!!!!! Bravo fofo!!!! |
|
|
|
|
|
|
15
|
Ma sì, insultiamoci a due anni di distanza.... |
|
|
|
|
|
|
14
|
fabio II una cazzata così era difficile da immaginare ed impossibile da scrivere, eppure tu ci sei riuscito. Non esaltarti, non solo per merito tuo, ringrazia la tua evidente ignoranza sull'oggetto della rece. |
|
|
|
|
|
|
13
|
Questo era uno degli albums preferiti di quella malata di mente della mia ex... purtroppo ho dovuto ascoltarlo fino allo sfinimento e devo ammetter che lo odio dal profondo del cuore. Non sono mai riuscito a farmene piacere una che fosse una delle canzoni di questo disco. Gli esempi di bravura di Bruce penso siano altrove! Non voto perché sono parecchio parziale! |
|
|
|
|
|
|
12
|
@ MikePatton: Ci sono già, guarda la colonnina a destra  |
|
|
|
|
|
|
11
|
Arriveranno anche le recensioni di born to run,the river e darkness on the edge of town? |
|
|
|
|
|
|
10
|
@therox68: ah ok, no prob!  |
|
|
|
|
|
|
9
|
Renaz: con nessuno, l'ultimo post era solo una battuta. Nessuna polemica. |
|
|
|
|
|
|
8
|
Bravissimo performer on stage, devo dire che stilisticamente il Boss per me rappresenta davvero la mediocrazia americana. Come le patatine del McDonalds con il retrogusto dell'olio rancido. Il boss è uno di quegli artisti per cui vale la pena, ancora, essere orgogliosamente metallari. |
|
|
|
|
|
|
7
|
@therox68: non capisco se stai polemizzando con me o con il mondo intero... |
|
|
|
|
|
|
6
|
Perchè non si finisce più? Basta continuare a dire che sono sette... |
|
|
|
|
|
|
5
|
Eh vabbè, con la microtonale non si finisce piú  |
|
|
|
|
|
|
4
|
Di più, se pensiamo alla musica microtonale, ma Renaz conosce bene tutto ciò. |
|
|
|
|
|
|
3
|
Uno degli assunti più noti. Ed anche il più sbagliato visto che le note sono dodici e non sette. |
|
|
|
|
|
|
2
|
Non sarà tra i capolavori del Boss,ma è un album godibilissimo che si dipana tra orecchiabilissime tracce e qualche perla come Magic. Arrivare a quota 16 e non svendersi è già molto! |
|
|
|
|
|
|
1
|
Gran bell'album, sono in accordo anche con la valutazione di Renaz |
|
|
|
|
|
INFORMAZIONI |
 |
 |
|
|
|
Tracklist
|
1. Radio Nowhere – 3:19 2. You'll Be Comin' Down – 3:46 3. Livin' in the Future – 3:56 4. Your Own Worst Enemy – 3:19 5. Gypsy Biker – 4:32 6. Girls in Their Summer Clothes – 4:20 7. I'll Work for Your Love – 3:35 8. Magic – 2:46 9. Last to Die – 4:17 10. Long Walk Home – 4:35 11. Devil's Arcade – 5:06 12. Terry's Song – 4:11 (traccia aggiuntiva)
|
|
Line Up
|
Bruce Springsteen - Voce, chitarra e armonica Roy Bittan - Tastiere Clarence Clemons - Sassofono Danny Federici - Tastiere Nils Lofgren - Chitarra Patti Scialfa - Cori Garry Tallent - Basso Soozie Tyrell - Violino Steven Van Zandt - Chitarra Max Weinberg - Batteria
|
|
|
|
RECENSIONI |
 |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
ARTICOLI |
 |
|
|
|
|
|
|