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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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02/08/2022
( 2722 letture )
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Quinto album per i Wind Rose, band pisana di indubbio valore che con il passaggio alla Napalm nel 2019 ha saputo conquistare una fetta di pubblico sempre più ampia, grazie soprattutto alla hit Diggy Diggy Hole, cover di un pezzo tratto dal videogame Minecraft il cui videoclip ha superato i trenta milioni di visualizzazioni su YouTube. Sin dall’inizio della loro carriera, i nostri hanno prevalentemente basato il loro operato a livello di testi, look ed immagini sul Signore degli Anelli, ed in particolare sul regno dei nani. Nel corso degli anni il loro caratteristico power metal si è evoluto da una matrice smaccatamente progressive ad una più sinfonica e folkloristica. Ad ogni modo sono sempre sfruttate con maestria le influenze di Sabaton, Ensiferum, Powerwolf, a testimonianza della notevole perizia dei musicisti e della loro esperienza nel settore. Alla base ritmica ad esempio troviamo, a fungere da granitico e a tratti esplosivo substrato alle epiche melodie, Federico Gatti, batterista degli Ancient Bards, e Cristiano Bertocchi, primo produttore proprio dei Wind Rose nonché ex bassista di Labyrinth e Vision Divine, in sostanza la storia del power italiano. Completa, si fa per dire, la formazione il terzetto compositivo della band, formato dal potente vocalist Francesco Cavalieri, dal chitarrista Claudio Falconcini e dal tastierista Federico Meranda, questi ultimi due iniziatori del progetto nel lontano 2004.
Giusto il tempo di un paio di minuti introduttivi ed ecco arrivare la dirompente Army of Stone con i suoi riff epici, le azzeccate orchestrazioni sinfoniche e con la voce di Cavalieri energica e dominante. L’ugola pisana è senza dubbio uno dei punti di forza del gruppo, la caratteristica che rende pienamente riconoscibili i nostri e che dona quel grado di peculiarità fondamentale per elevarsi dalla media. Occorre tuttavia considerare come questo tipo di predominanza vocale potrebbe talvolta relegare in secondo piano da un lato l’ottimo lavoro dei musicisti, dall’altro le stesse melodie, arrivando così ad un risultato eccessivamente monolitico. Ciò si avverte soprattutto per i brani al centro della tracklist, i quali pur essendo di buonissimo valore, rischiano di apparire troppo simili fra loro, specie se non intervallati da episodi che smorzino i ritmi. Detto questo, appare obbiettivamente difficili non restare coinvolti dai taglienti riff di Tales of War, dagli elementi folk in One Last Day o nella splendida Fellow of the Hammer, dalle orecchiabili e coinvolgenti hit Together We Rise e Gates of Ekrund (ispirata quest’ultima all’universo fantasy del gioco Warhammer). Se fino alla settima traccia ci si può senz’altro ritenersi piuttosto soddisfatti dall’ascolto di Warfront, quello che avviene da qui in poi cambia ulteriormente le carte in tavola. Gli ultimi brani fanno infatti spiccare il volo all’album, innalzando considerevolmente il giudizio e portando questa uscita discografica ad essere una delle più significative del genere nel 2022. The Battle of the Five Armies e soprattutto I Am the Mountain rappresentano un quarto d’ora di epicità grandiosa, pomposa ma per nulla banale. Il difettuccio di forma, più che di sostanza, prima descritto sparisce del tutto in questi brani, lasciando spazio ad un invidiabile equilibrio musicale, nel quale gli strumenti e la voce si esaltano a vicenda su delle melodie di primissimo livello. In particolar modo non è esagerato considerare I Am the Mountain come il capolavoro della band e di conseguenza una delle migliori canzoni power dell’anno. Il classico pezzo, insomma, che da solo vale l’acquisto. In coda al disco troviamo infine, ed era ora, una gradevole e delicata ballad, Tomorrow Has Come, nella quale Cavalieri dimostra di saperci fare anche quando i toni rallentano. Un giusto epilogo per un album davvero notevole.
I Wind Rose sono ormai una certezza. I cinque toscani sanno bene come suonare dell’ottimo power metal e lo hanno sempre dimostrato in ogni loro uscita. Nonostante questo però, Warfront sorprende ugualmente per come i nostri abbiano saputo evolversi dalla loro comfort zone, osando quel qualcosa in più che li ha portati a compiere un salto di qualità non del tutto atteso. La sapiente aggiunta di elementi folk, la cancellazione quasi totale di stilemi prog e il costante miglioramento in fase compositiva sono i segreti di questo disco. Se poi aggiungiamo a tutto ciò la presenza di almeno un paio di canzoni di superlativo valore, allora ci si può rendere benissimo conto di essere davanti ad un’opera che gli appassionati di power metal non dovrebbero lasciarsi sfuggire.
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10
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Ho ascoltato per curiosità. Boh! Sono bravi a suonare senza dubbio, come tutti i gruppi oggi. Però non capisco, sembrano canti da osteria ben confezionati, patinati e con la chitarra metal. Non capisco cosa ci troviate di così esaltante. A volte li ho trovati anche un poco imbarazzanti. La voce è caricaturale, tipo da cartoni animati. Non mi sembra roba seria, ma forse sono io che non capisco la grandezza della musica di questa band... |
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9
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....ecco un gran bel disco....di una band che merita....bravi...🤟 |
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8
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Da quando è uscito l\'album l\'ho ascoltato anche più volte tutte le settimane. Grande band Italiana che con questo album ha fatto centro.
Voto 90 |
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7
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Al 06.01.23 Voto Lettori: 48.82
E niente haters are gonna hate...
Se non vi piace il genere, posso capire, ma non è obbligatorio stroncare...
Questo voto è una vergogna, ma proprio per il Metal!
Che Sauron vi colga nel sonno!
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6
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Senza esagerazioni, è uno degli album power epic metal più belli degl'ultimi anni. Veramente coinvolgente ed emozionante. Voto 90. |
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5
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Album che ho ascoltato con curiosità, visto Recensione e Commenti positivi.. Come scritto al numero 1, i Brani sono tutti molto sostenuti e non cedono a Melodie di "facile presa" che possono alla lunga, risultare effimere.. Pollice in su senza riserve... |
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4
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Ottima analisi, è evidente che il recensore ha ascoltato attentamente l'album... comunque secondo me 85/100 era il voto giusto... |
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3
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Lo adoro, un album che mi è piaciuto davvero tanto (il vinile dorato aiuta). Se il precedente, per me, è un 80, questo almeno almeno 85, niente di meno. |
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1
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Davvero niente male! Rocciosi oltre ogni dire, temevo la solita pacchianata power sinfonica allegrotta. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Of War and Sorrow 2. Army of Stone 3. Tales of War 4. Fellows of the Hammer 5. Together We Rise 6. Gates of Ekrund 7. One Last Day 8. The Battle of the Five Armies 9. I Am the Mountain 10. Tomorrow Has Come
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Line Up
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Francesco Cavalieri (Voce) Claudio Falconcini (Chitarra) Federico Meranda (Tastiera) Cristiano Bertocchi (Basso) Federico Gatti (Batteria)
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RECENSIONI |
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