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Dare - Blood From Stone
08/10/2022
( 1073 letture )
L’esordio discografico dei Dare per il sottoscritto rimarrà un’opera da tramandare nel tempo. Out of the Silence, del 89, è un agglomerato spaziale di scrittura, qualità, raffinatezza, perizia e resa scintillante. Un capolavoro? Per quanto mi riguarda sicuramente sì. Due anni dopo viene dato alle stampe il secondo step, intitolato Blood From Stone, che non rinnova la ricetta del debutto, anzi, ad ampi tratti mostra un suono parecchio diverso rispetto a quello del suo predecessore. Quasi 42 minuti di musica aggressiva, prodotta a Los Angeles, negli studi Goodnight LA, da un grande nome come il compianto Keith Olsen ma, in quel momento, il CD lascia spiazzati numerosi fan. Il motivo è tutto da ricercarsi nelle ammissioni del grande band-mate Darren Wharton che, candidamente ha confermato, negli anni, che questo nuovo CD era stato scritto per compiacere la stampa rock del mondo, saltando sul carro dei vincitori che spopolavano nelle chart americane. Uno snaturamento che la band pagherà caro, in termini di mancato successo economico, di popolarità e di classifiche, sconcertando i propri seguaci.

Forti dell’ondata lunga dell’esordio dorato e della relativa tournée come supporto agli Europe, concerti molto belli a cui ebbi la fortuna di assistere, il quintetto pubblica dieci song nitidamente hard rock e con un uso di tastiere risibile rispetto al solito, virando verso un sound smaccatamente potente a stelle e strisce, rincorrendo il sogno delle classifiche di vendita. Vengono estratti i singoli We Don't Need a Reason e Wings of Fire, ma tutto l’impegno non fornisce frutti visto che l’ellepì raggiungerà solamente la posizione numero 48 nel Regno Unito, insomma una tremenda delusione per tutti. Adattarsi al mercato americano servirà ben poco alla band, anche se va detto che questo secondo capitolo è tutt’altro che brutto, anzi ad averne di release del genere, con al suo interno ottime melodie sostenute da un mixaggio tipico dell’epoca, dove i suoni cromati e limpidi spariscono, per calcare la mano su chitarre pungenti e torride, insaporite da sonorità grezze tipiche della L.A. di fine periodo aureo, pronta per essere fagocitata da Seattle e dal grunge. Copertina poco iconica, mentre l’opener ricorda gli immensi Giant. Le atmosfere, seppur prive di key, trasmettono il DNA della band e l’immensa classe propria dei britannici. Ottima song con un ritornello deluxe, e con Vinny Burns, alla chitarra che fa la parte del leone, come in tutto il timing del resto, sia in sede di riffing che solista, mentre la voce assume contorni più gridati e rochi adatti al genere hard. Il singolo We Don't Need A Reason sfoggia un riff carico al tritolo e un chorus da urlare nelle arene, rigorosamente americane, con cori vigorosi e ottimi fraseggi dell’ascia; Surrender parte dal ritornello sempre efficace, diretto e ipermelodioso, mentre i cori rifiniscono il tessuto pregiato. Chains accarezza l’American Dream con quel mix tra acustico ed elettrico e un singing notevolissimo, Lies si dimostra una ballad pregna di significati e godereccia per i padiglioni auricolari, Wharton riscopre la vena dell’esordio con la sua voce sfuggente, ma tremendamente evocativa, riportandoci ai due anni precedenti con un segmento lodevole e bellissimo. Live to Fight Another Day si nutre di un grande riff ed esplosione iniziale di tutti gli strumenti, up tempo e rivoli di puro Dare-sentiment nei cori e nell’inciso, mischiato a molto yankee flavour così come per la possente Cry Wolf- Breakout è più statunitense di hamburger e patatine con un ritornello fantastico, Wild Heart è innervata da cori e controcori di matrice superiore e una struttura agile e penetrante, chiude lo slow Real Love che pone accenti forti su cuore e situazioni legate alle emozioni, con una struttura di grande bellezza esecutiva.

Blood From Stone rappresenta un disco lontano da ciò che si attendevano i fans dopo il fantastico esordio, elegante, sofisticato e celtico, ma mantiene intatti i canoni di attrattiva ed efficacia spostando l’ago della bilancia verso il nuovo mondo. Pezzi brillanti, diretti ma non abbastanza per sfondare al di là dell’Oceano Atlantico, un disco che personalmente non ritengo un’occasione persa, ma semplicemente diverso dal fatato debutto. Ad averne oggi di dischi come questo Blood From Stone. God blessDare e il loro indiscusso signore Darren Wharton.



VOTO RECENSORE
84
VOTO LETTORI
86.16 su 6 voti [ VOTA]
Vincenzo laguardia
Domenica 22 Gennaio 2023, 16.31.19
7
OTTIMO CD DA AVERE GRANDE BAND STARS VOX GUITARS FANTASTICO CD DA 90 IL DEBUTTO UN CLASSICO A.O.R ROCK
ShotInTheDark
Mercoledì 19 Ottobre 2022, 13.19.15
6
Se ci fosse stata "Run To Me" presente in qualche demotape apparsa online sarebbe stato un disco da 95. Ballad veramente imprescindibile, quella!
Vittorio
Mercoledì 12 Ottobre 2022, 10.17.03
5
Comprato in cassetta assolutamente a caso all'uscita (era l'unico album vagamente hard in vetrina dal negoziante) e adorato fin da subito. Quanti ricordi!
Rob Fleming
Lunedì 10 Ottobre 2022, 19.19.21
4
Concordo con @Andrew Lloyd e la disamina della recensione. Si "vendettero" al panorama americano, senza sfondare, ma i venti dell'Ovest oramai erano inarrestabili. Ritengo però che 84 sia sin troppo generoso. Trovo Real Love una canzone di rara bellezza con Darren al massimo della forma. E nel loro genere We Don't Need a Reason e Wings of Fire sono brani eccellenti, ma non riesco a trovare la magia dell'esordio e soprattutto della magnificenza che verrà con Calm Before the Storm e Belief. 75
Diego75
Lunedì 10 Ottobre 2022, 7.28.50
3
Il loro disco piu' duro...piu' hard e meno aor...bello.
Andrew Lloyd
Domenica 9 Ottobre 2022, 11.03.30
2
L'album è senz'altro ottimo ( We Don't Need a Reason e Wings of Fire sono da urlo ) ma nulla a che vedere col magico esordio di "Out of the Silence". Le atmosfere rock-celtiche lasciano spazio a uno sfacciato "americanismo" che tenta di rincorrere i primi Bon Jovi ( anche nei titoli... ) tra l'altro fuori tempo massimo. Darren sbagliò modi e tempi ingolosito dalla possibilità di sfondare negli USA e infatti la band sparì ripresentandosi solo 7 anni dopo con l'intimista "Calm Before the Storm". Rimane, come detto, un ottimo album che uscisse oggi farebbe gridare la miracolo.
duke
Sabato 8 Ottobre 2022, 21.25.20
1
...discone.....band eccezionale....
INFORMAZIONI
1991
A&M Records
Hard Rock
Tracklist
1. Wings of Fire
2. We Don't Need A Reason
3. Surrender
4. Chains
5. Lies
6. Live to Fight Another Day
7. Cry Wolf
8. Breakout
9. Wild Heart
10. Real Love
Line Up
Darren Wharton (Voce, Tastiera)
Vinny Burns (Chitarra)
Brian Cox (Tastiera)
Nigel Clutterbuck (Basso)
Greg Morgan (Batteria)
 
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