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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Dare - Beneath the Shining Water
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( 6725 letture )
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I Dare, creatura magica e sconosciuta ai più, ma con un passato di tutto rispetto. I Dare, la band che per rapporto qualità/popolarità è finita nel novero dei gruppi più sottovalutati di sempre. I Dare, ricordati da molti per il solo fatto che il mainman Darren Wharton fu tastierista e uno dei perni su cui si appoggiarono gli ultimi Thin Lizzy prima della scomparsa di Lynott.
Tutto ciò (e molto altro) per una band che, pur ripercorrendo strade ampiamente battute come quelle del melodic rock, ha saputo innovarsi e conservare una fortissima personalità lungo gli anni, dai primi dischi più hard-oriented, sino al penultimo Belief (2001), disco sorprendente, che abbandonò per buona parte l'hard rock degli esordi in favore di atmosfere più rarefatte e oniriche, contaminato com'era dalla musica celtica del Nord Europa.
Questo nuovo Beneath the Shining Water non fa altro che portare ancora più in là queste atmosfere da sogno, che riecheggiano la purezza delle montagne, dei fiumi e dei laghi, delle foreste e delle immense distese di acqua, perfetto come una sfera e dannatamente coinvolgente e immediato.
La semplicità delle composizioni è il vero punto di forza di uno degli album meglio arrangiati degli ultimi anni, nel quale ogni cosa sembra incastrarsi alla perfezione, dall'inizio sognante dell'opener Sea of Roses, alle melodie senza tempo di Last Train passando per il refrain della title-track, indimenticabile anche dopo un solo ascolto.
Esaltante la prova al microfono di Wharton, con il suo tipico tono quasi smorzato e tenue, che mette alla prova le sue doti emotive piuttosto che quelle vocali, caratterizzandosi in questo modo come uno dei singer più originali di tutto il panorama melodic-rock. Per un disco come questo non si può certo parlare di tecnica o di complessi intrecci strumentali, pur trattandosi in ogni caso di un album ottimamente suonato e curato fin nei minimi dettagli, con una produzione decisamente azzeccata, piena e corposa, ma anche dolce e tenue nei momenti opportuni. Come non apprezzare inoltre l'uso di strumenti e stacchi anticonvenzionali, fortemente debitori nei confronti delle tradizioni centenarie del folk britannico? Tutto sembra fatto apposta per riportare in musica la meraviglia delle bianche scogliere di Dover, uno dei posti più incantevoli del mondo, dove si possono osservare alcuni tra i migliori tramonti del pianeta e ritrovare l'armonia con il paesaggio.
Sia chiaro comunque che di metal o hard rock non vi è nulla in Beneath the Shining Water. Se proprio vogliamo etichettarlo, potrebbe essere un album di pop colto, il perfetto esempio di un radio-album anni '80, pieno di potenziali hit d'annata e di ballad senza tempo, di quelle considerate ormai "vintage", ma sempre incommensurabilmente superiori a ciò che ci viene propinato dai mass-media oggigiorno. Ma si sa bene come funziona il mondo della musica in questi anni, ed è chiaro che un disco come questo non potrà mai trovare spazio in un mondo dominato da suoni finti, melodie idiote e tette a profusione.
Qua si respira solamente l'immensa classe di quattro musicisti (su tutti Darren e Andrew Moore, giovane e talentuoso chitarrista dal cognome scomodo) che fanno della passione e delle emozioni l'unica ragione per la quale valga la pena di proseguire su questa difficile strada. E, se i risultati sono questi, come si può non mostrare loro tutta la nostra stima?
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6
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Gran bel disco anche questo. A tratti si risente lo stile degli esordi e quel mix unico col folk britannico vero trade mark della band. Sea Of Roses, Silent Hills e Where Darkness Ends emozionano. Unico appunto la deriva troppo acustica a discapito dell'anima hard rock che contraddistingueva la band nel panorama hard rock. |
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5
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Silent Hills è una delle canzoni più emozionanti che abbia mai ascoltato, il picco di un album fantastico. Stendiamo un velo pietoso sul voto dei lettori. |
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4
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Band inimitabile, per me sono tutti validi ed un discorso a parte per blood from Stone perche' seppur valido e' un disco che sposta il tiro sull hard usa che non e' il loro genere. Il primo comunque rimane inarrivabile, Darren era grande gia' nei thin lizzy, si sente la sua mano, ed è in renegade che getta le basi, avete mai sentito la title track? Fa a pezzi molti singoli dei Dire |
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3
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quando ascolto i dare mi faccio molte domande sul mondo della musica: ad esempio: come mai non si sente mai un loro pezzo alla radio? eppure tali pezzi (eccezionali) spiazzerebbero molte mediocri pezzi pseudo melodici di oggi. non capisco proprio. |
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2
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Confermo. Hanno scritto solo album bellissimi (Belief, poi, è pura magia). Una sola domanda. Quand'è che il mondo scoprirà la voce di Wharton? Anzi due: ma 40 persone che bocciano senza pietà l'album conoscono almeno il gruppo? Ne dubito |
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1
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grandissimo gruppo, ritengo i primi 3 album dei capolavori assoluti...la voce di darren poi è una cosa di un intensità emotiva pazzesca...grandi |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Sea Of Roses
2. Days Gone By
3. Silent Hills
4. Beneath The Shining Water
5. The Battles That You've Won
6. Allowed To Fall
7. I'll Be With You
8. Where Darkness Ends
9. Storm Wind
10. Last Train
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Line Up
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Darren Wharton (vocals)
Andrew Moore (guitar)
Gavin Mart (drums)
Richard Dews (guitar)
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RECENSIONI |
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