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Royal Hunt - Land of Broken Hearts
10/12/2022
( 1723 letture )
I Royal Hunt esordirono nel 1992 con Land of Broken Hearts, dando inizio a una carriera ancora oggi longeva, ricca di moltissimi alti e qualche basso. La band fu fondata a Copenhagen dal polistrumentista e songwriter di origini russe André Andersen, talentuoso specialmente nelle vesti di virtuoso tastierista e indiscusso leader in quanto a songwriting e scelte stilistiche. I musicisti coinvolti nelle registrazioni dell'album d'esordio costituirono una solida ossatura per quella che fu probabilmente la migliore line-up dei Royal Hunt di pochi anni dopo, con la pulsante sezione ritmica scandita dall’ottimo Steen Mogensen al basso (in futuro anche fondatore dei Cornerstone assieme a Doogie White) e Kenneth Olsen alla batteria, il contributo in vari brani alla sei corde di Jacob Kjaer, e infine la pulita e sempre melodica voce di Henrick Brockmann, che diede inizio alla saga di grandi cantanti poi avvicendatisi in seno alla band e in ordine DC Cooper, John West, Mark Boals e ancora DC Cooper dal 2011 fino ad oggi.

Il disco è interamente composto da Andersen e quanto presente nei dodici brani colpisce per il mix efficace tra la lezione di grandi maestri del pomp e hard rock del passato come Magnum e Styx, assieme a forti iniezioni di derivazione classica proprie del background di studi dello stesso tastierista danese, nonchè virate più vicine al sound corposo dei Rainbow e al neoclassicismo pochi anni prima portato in auge da Malmsteen, con spruzzate progressive a rendere il tutto unico ed originale. Da segnalare un livello qualitativo generalmente molto alto e una maturità decisamente lodevole considerando l'esordio, con brani che divennero vere e proprie perle dell'intera discografia della band nonché grandi classici anche in sede live negli anni a venire (vero punto di forza dei Royal Hunt, si pensi al fantastico Live 1996 uscito come doppio album). Ne sono un chiaro esempio Flight, brano lanciato da tastiere prorompenti, neoclassiche e pompose, ottimamente sostenute da una veloce sezione ritmica e da linee vocali cristalline capaci di esplodere in un refrain da cantare a squarciagola.

>You better sit upright or you fall down,
No one's gonna help you miles around.
There's no place for tears or fear of heights,
Nothing - just the thunder of flights.
Fly forever and try cross over the sky -
Feelin' the wind blow.
Cry for losers who died,
They watchin' you fly - over the rainbow.


Non sono da meno anche altri grandi brani come le piu' hard rock e ottantiane Easy Rider, Age Gone Wild e One by One, quest'ultima introdotta dalla neoclassica ed elettrizzante strumentale Martial Arts, tre mid tempos carichi di raffinata melodia e capaci di mescolare Savatage e Magnum con aperture progressive graziate dai tasti d’avorio di un ispiratissimo Andersen. La titletrack rappresenta forse il climax dell'album, perfetto mix tra riffs decisi e aperture ariose e delicate, con un refrain AOR e pompatissimo ancora una volta da incorniciare e presenza fissa nelle migliori scalette in sede live della band, anche grazie ai cori e contro cori superbi e sempre presentissimi di Maria McTurk, Maria Norfelt e Carsten Olsen a supportare il bravo Brockmann e ad aggiungere teatralità allo svolgimento dei vari brani, vero trademark del sound della band assieme alle tastiere strabordanti di Andersen.

>And here we go again, back to back,
Round and round,
And here we go again, back to back,
One shot, buddy, and you're hitting the ground
Land of broken hearts.
One more shot and another friend's gone.
Land of broken hearts,
Pray to your god, 'cause the killing's begun.


Finale perfetto affidato a Kindgom Dark, pomp e neoclassica nelle parti strumentali, ancora con echi di teatralità propria di Magnum, Savatage, Rainbow e Styx con tastiere alla Europe, oltre che alla strepitosa Stranded (originariamente solo bonus track per il mercato giapponese), dal refrain coinvolgente a cavallo tra hard rock melodico e AOR e la ritmata e la frizzante Day in Day Out, degno finale di un disco ai tempi sorprendente e davvero di nicchia.

Se pensiamo infatti al periodo in considerazione, in cui il movimento grunge raggiunse probabilmente le vette di popolarità e sonorità alternative e nu metal stavano spingendo AOR, hard rock e heavy metal classico alla deriva, il lavoro in questione va decisamente rispettato e a maggior ragione stimato ed avvalorato. Andrè Andersen ha avuto il coraggio e la caparbietà di affacciarsi con la propria nuova creatura Royal Hunt, proponendo un cocktail raffinato e di nicchia composto da tanta melodia, classe e ricercatezza. Land of Broken Hearts ebbe un buon successo in Giappone e passò al tempo relativamente ignorato in Europa, avendo tuttavia il notevole merito -al pari del successivo Clown in a Mirror- di aver gettato solidissime basi per la partenza di una carriera ricca di momenti sfavillanti che toccò senza dubbio l'apice con gli straordinari Moving Target e The Mission (a parere di chi scrive forse i due migliori dischi di power prog neoclassico di sempre), mantenendosi tutt'ora longeva e, sia pure non ai livelli di inizio e metà carriera, ancora capace di far trovare un porto sicuro per gli amanti un po' nostalgici di sonorità pomp, neoclassiche e melodiche.



VOTO RECENSORE
88
VOTO LETTORI
87.41 su 17 voti [ VOTA]
LAGUARDIA VINCENZO
Mercoledì 10 Aprile 2024, 1.36.09
7
Grande debuttò
Henk88
Lunedì 12 Dicembre 2022, 20.55.30
6
Fly forever and try cross over the sky - Feelin' the wind blow. Cry for losers who died, They watchin' you fly - over the rainbow. Grande classico…
JC
Lunedì 12 Dicembre 2022, 10.34.21
5
Che bello! Esordio col botto per i RH, solo la produzione si poteva migliorare, visto che qui sono già presenti alcuni grandi classici della band. 90.
Aceshigh
Lunedì 12 Dicembre 2022, 10.29.33
4
Ottimo esordio, un punto di partenza già eminente per una band che poi, da lì a pochi anni a venire, pubblicherà più di un capolavoro. Anchr qui però snocciolano diversi pezzi di prim’ordine a dir poco. Le mie preferite: Flight, Age Gone Wild, Stranded e Day In Day Out (anche quest’ultima originariamente solo per il Giappone). Voto 82
Adrian Smith
Domenica 11 Dicembre 2022, 18.04.34
3
Grande esordio da 90 di una band strepitosa, un po’ sopita ultimamente. Aspettiamo recensione dell’ultimo.
fasanez
Sabato 10 Dicembre 2022, 23.50.57
2
Quotone per @progster78, disco bellissimo. oltre ai pezzi citati, anche Running Wild, Age Gone Wild e Stranded vanno di filata in ogni best of della band.
progster78
Sabato 10 Dicembre 2022, 20.38.12
1
Disco fantastico.Flight,Martial Arts e Kingdom Dark i miei pezzi preferiti ma sia chiaro gli altri non sono da meno. Ottima prova di Brockmann. Voto85.
INFORMAZIONI
1992
Teichiku Records / Rondel Records
Power/Prog
Tracklist
1. Running Wild
2. Easy Rider
3. Flight
4. Age Gone Wild
5. Martial Arts
6. One by One
7. Heart of the City
8. Land of Broken Hearts
9. Freeway Jam
10. Kingdom Dark
11. Stranded
12. Day In Day Out
Line Up
Henrik Brockmann (Voce)
Jacob Kjaer (Chitarra)
Mac Guanaa (Chitarra)
André Andersen (Tastiere, Chitarra)
Steen Mogensen (Basso)
Kenneth Olsen (Batteria)
Maria McTurk (Cori)
Maria Norfelt (Cori)
Carsten Olsen (Cori)
 
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