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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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( 4082 letture )
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Ho sempre adorato i Royal Hunt, anche se ammetto di essere stato stregato principalmente dalla voce meravigliosa di D.C.Cooper, ormai da tempo sostituito col bravo John West. Questo nuovo corso per la band danese (iniziato nel 1998) ha di certo creato non pochi guai al processo compositivo ed agli equilibri interni dei Royal Hunt: prova ne sia che, col passare del tempo, tutti gli elementi fondatori hanno abbandonato, per motivi vari e a volte fin troppo facili da decifrare (i.e. la totale dominanza in fase creativa del tastierista e mastermind Andrè Andersen e non meglio precisati “disaccordi contrattuali”, come nel caso di D.C.). Morale della favola: dopo lo strepitoso doppio live ‘1996’, e dopo l’immenso ‘Paradox’, D.C. Cooper lascia la band e i Royal Hunt intraprendono un secondo capitolo della loro storia fatto di (pochi) alti e (moltissimi) bassi, con lavori spesso “scarichi” o poco ispirati. Questa lunga e tortuosa strada ci conduce fino ad oggi, in cui il nuovo “Paper Blood” fa la sua uscita. Tornato dietro le pelli il bravissimo Kenneth Olsen, recuperate le coriste originali e trovato un funambolico Marcus Jidell alla chitarra, Andrè cerca e (in parte) riesce a riportare le composizioni sulla fortunata linea Moving Target – Land of Broken Hearts. Le songs, tra alti e bassi, vanno direttamente a pescare nel fortunatissimo passato della band danese. Il signor John West di certo non è l’ultimo cantante arrivato: la prestazione su questo disco è decisamente sopra la media, anche se noto una certa discontinuità di rendimento nelle canzoni. Il problema, a mio avviso, risiede proprio nella struttura compositiva: semplicemente le idee non sembrano essere tantissime: quelle due o tre buone diventano canzoni d’altri tempi: sentire per credere “Never Give Up”, la meravigliosa strumentale “SK 983” , la title track, pompose ed energetiche come non si sentiva da tempi: il marchio di fabbrica è sempre quello, strutture heavy, belle chitarre, ed arrangiamenti di tastiere neoclassici, con frequenti ‘fughe’ musicali, il tutto eseguito in maniera come sempre ineccepibile e spesso esaltante. Passiamo alle note negative? Due su tutte: 1 – i suoni delle suddette tastiere: Andrè, ma bravo come sei, per quale arcano motivo non fai un minimo di ricerca sonora ed aggiorni certi pads che sono vecchi di decenni? I violini e i cembali del crinito tastierista sono troppo, troppo old-dated; 2 – TRE strumentali su dieci pezzi? MMh…. In sostanza: “Paper Blood” è un buon disco, heavy e pomposo come i vecchi Royal Hunt sapevano fare, migliore di molto di “Eyewitness” e di “The Mission” (di cui sentirete qualche eco). Rimane una band che, a mio avviso, tenta di acciuffare un passato fastoso e carico di soddisfazioni. Andrè Andersen, leader indiscusso della band, ce la mette di certo tutta per sfornare un prodotto di qualità, ma le idee non sembrano essere quelle di una volta. Un disco comunque più che godibile, consigliato non solo ai fans, musica di qualità. Il resto, come sempre, de gustibus.
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3
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Non il migliore dell'epoca John West (The Mission è un altro pianeta), soprattutto a causa delle 3 strumentali piuttosto anonime, messe lì giusto per allungare il brodo. Peccato perché la doppietta iniziale Break Your Chains / Not my Kind e la melodica Season's Change sono 3 grandissime canzoni. La caratura tecnica della band e la splendida voce di John West ad ogni modo salvano anche qualche passaggio a vuoto. Voto 78 |
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2
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Voto 75 ,suonato molto bene ,piaciuto parecchio. |
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1
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Canzoni nelle quali l'unico dato che percepisco è che i musicisti sono eccezionali (un pò come gli Artension) ma qui lo sfoggio delle doti mi pare un pò troppo fine a sè stesso. Sarei più per un 50-55 |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Break Your Chains 2. Not My Kind 3. Memory Lane 4. Never Give Up 5. Seven Days 6. SK 983 7. Kiss Of Faith 8. Paper Blood 9. Season's Change 10. Twice Around The World
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Line Up
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André Andersen – Keyboards John West – Vocals Marcus Jidell – Guitars Kenneth Olsen - Drums
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