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27/04/25
THE LUMINEERS
UNIPOL FORUM, VIA GIUSEPPE DI VITTORIO 6 - ASSAGO (MI)
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Scar Symmetry - The Singularity (Phase II - Xenotaph)
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30/08/2023
( 1272 letture )
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Nove lunghi anni ci separano dall’acclamato The Singularity Phase I: musicisti impegnati in svariati progetti paralleli, Per Nilsson che fa da turnista per i Meshuggah, insomma pareva quasi certo che la trilogia fantascientifica pensata dagli svedesi rimanesse un incompiuto fermo al primo capitolo.
Ma ecco che di punto in bianco è piovuto dal cielo il rilascio di Xenotaph, secondo capitolo, anzi seconda fase, del progetto The Singularity. Come si presenta questa nuova fatica degli Scar Symmetry? Per rubare un’immagine fantascientifica conosciuta, come il monolito di 2001 Odissea nello Spazio: un unico, levigato, solido blocco di pietra nera, sicuramente elegante nella sua perfezione, ma anche privo di qualsiasi particolare che possa salire agli occhi (o alle orecchie, nel nostro caso).
Purtroppo si fa fatica a definire questi 11 brani progressive, come invece gradisce autodefinirsi il gruppo stesso. Non basta qualche solo di chitarra particolarmente tecnico o qualche ritornello in salsa Dream Theater, il progressive è ben altro. In definitiva gli Scar Symmetry suonano un death metal di classica ispirazione melodic svedese, “solo” più tecnico. Come detto nel disco, non c’è soluzione di continuità ma ogni brano è molto simile agli altri, con tappeti di doppia cassa martellanti, ritmiche serrate quasi sempre ad altissimi bpm, strofe in growl e ritornelli in clean. Stop. Non ci sono brani lenti, non ci sono brani simili a suite, non ci sono cambi di tempo, fughe strumentali o qualsiasi cosa possa essere di reminiscenza progressive.
Il tutto è ulteriormente penalizzato da un missaggio francamente criminale nel 2023 (a meno che ovviamente la cosa non sia voluta, ma si fa fatica a crederlo), che impasta e comprime tutti i suoni rendendo l’ascolto un magma sonoro in cui emergono solo chitarre, la batteria eccessivamente rumorosa e la voce in growl, tanto che quando entra in scena la controparte clean pare registrata nella stanza accanto. Basso e tastiere, strumenti dei quali si è occupato lo stesso Per Nilsson in fase di registrazione, non pervenuti per la stragrande parte del platter. Probabilmente avrebbe giovato risparmiare qualche soldo lasciando perdere i video musicali alla The Expanse, che tanto oggi lasciano il tempo che trovano, e assumere una squadra in cabina di registrazione più competente.
Eccezion fatta per la chiusura affidata alla titletrack che faceva ben sperare come singolo, la quale ha un ottimo chorus dal sapore cinematografico, diventa quasi inutile una recensione track by track del disco. Online si leggono recensioni più o meno entusiaste di questo album: tecnica a palate, assalti frontali di sicuro impatto miscelati a melodie tutto sommato gradevoli per un lavoro melodic death. Il problema risiede nel fatto che sia il gruppo stesso a tirare in ballo il progressive nel definire il loro stile, e il progressive in questo album è praticamente non pervenuto.
Con la consapevolezza che la presente non raccoglierà il favore della maggioranza dei lettori, si è cercato di fornire una recensione il più obiettiva possibile nella definizione di queste undici tracce: non si tratta di un fallimento totale, assolutamente. Questo anche solo in virtù della perizia tecnica del quintetto, i fan del melodic death potrebbero trovarlo anche interessante. Occorre però sottolineare che per un album di un gruppo che si autodefinisce progressive metal come gli Scar Symmetry, e quindi in grado di attirare ascoltatori di questo stile musicale, il voto non può essere maggiore di una mera sufficienza in quanto di fatto non mantiene le aspettative create.
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2
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Non è progressive ...e allora? Qual è il problema? Il disco rimane piacevole, in qualche punto anche più di piacevole. |
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1
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@Davide Orlandi. Concordo pienamente con la tua recensione. Mi sembra come l\'avessi scritta io... Ho notato anche io la piattezza del disco, che a mio parere è di molto inferiore al precedente capitolo. E ovviamente la produzione non aiuta perché appiattisce ogni strumento è nasconde le parti vocali. Per me un disco senza anima, dimenticabilissimo. Spero si rifacciano in chiusura di trilogia. Di nuovo complimenti per la obiettiva disamina. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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Lars Palmqvist (Voce) Robert Karlsson (Voce) Per Nilsson (Chitarra, Basso, Tastiere) Benjamin Ellis (Chitarra) Henrik Olsson (Batteria)
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Line Up
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1. Chrononautilus 2. Scorched Quadrant 3. Overworld 4. Altergeist 5. Reichsfall 6. Digiphrenia Dawn 7. Hyperborean Plains 8. Gridworm 9. A Voyage with Tailed Meteors 10. Soulscanner 11. Xenotaph
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