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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Scar Symmetry - Pitch Black Progress
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( 5507 letture )
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Questi Scar Symmetry non sono un fuoco di paglia, nessuna cenere verra’ sparsa lungo l’ormai saturissimo terreno estremo. Questi 5 svedesotti fanno decisamente sul serio, forti anche di una line-up ben attiva sul mercato metal con band di prim’ordine (Carnal Forge, Centinex, Theory In Practice, Mutant tanto per fare alcuni nomi…). Pitch Black Progress e’ un concentrato di death tecnico che rifa il verso a band (citate fin troppo, oramai) come Meshuggah, Opeth e Soilwork. Ovviamente non vengono lasciate nel dimenticatoio le band d’origine, e qui troviamo linee progressive\death di The Armageddon Theories, Colonizing The Sun e la rabbia di Please...Die e Firedemon. Se Symmetric in Design, album d’esordio, non aveva convinto appieno le masse sempre piu’ assetate di novita’, questo Pitch Black Progress e’ pronto a dare il colpo (almeno si spera) definitivo alla loro carriera futura. Clean vocals e growling si alternano in un misto fra heavy classico e death metal. Älvestam (singer degli Unmoored) e’ un animale estremo, un po mr. Warrel Dane (Nevermore) un po mister (e scusate se il paragone puo’ sembrare blasfemo) Mikael Åkerfeldt (Opeth). Strati fortemente melodici si aprono sulle oscure soglie di pezzi come The Illusionist e Slaves To The Subliminal, due potentissime traccie che trasudano e risaltano classe e ricerca tecnica. L’influenza dei Meshuggah e’ palese nelle parti iniziali, dove la band macina una serie terrificante di riffing e suoni estremi d’ottimo livello: gli assoli di Per Nilsson ricordano molto le strette misure adottate dal combo svedese in piu’ occasioni, senza pero’ strizzare eccessivamente l’occhiolino (e per fortuna, aggiungo!). La sezione ritmica affidata al bassista Kenneth Sail e al polipo di turno Henrik Ohlsson (Theory In Practice e Mutant), rassicura la buonauscita dell’impresa con una prestazione potente, precisa e a tratti scomposta con sottile raziocinio. Le astratte Dreaming 24/7, Slave To the Subliminal e bellissime Oscillation Point e The Kaleidoscopie Gods, i alternano a episodi prettamente death oriented come la title track Pitch Black Progress e Calculate the Apocalypse autentici episodi death “sintetizzati”. L’unica pecca che posso rilevare e’ forse l’eccessiva pulizia del suono, in un genere, il death, che necessiterebbe di lievi strati di “sporcizia” sonora. Ma qui si andrebbe a ricercare davvero il classico pelucco…Insomma, un lavoro decisamente sopra le righe per una band che, se non si perde fra le oscure nubi svedesi, potra’ far parlare molto di se…nient’altro da aggiungere, promossi a pieni voti!
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6
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Älvestam fantastico nell'alternanza clean/growl ma l'album all'epoca non mi convinse moltissimo. The Illusionist grande pezzo sempre in playlist invece |
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5
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Unfercover che stai dicendo?? Lo hai ascoltato l'ultimo?? È una bomba altro che morti |
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4
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Carino e ben suonato ma per me nulla di epocale, non so se vale un 80. In Retaliator avverto fortemente lo spettro dei Trivium. |
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3
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Sarò fra i pochi che trova questo lavoro splendido, è stata una gran boccata in un periodo di nulla assoluto del death melodico come del resto è tutt'ora o quasi. Riff pesanti, melodie che affettano l'aria, una malsana aura industrialoide che percorre il platter sia musicalmente che per concept e un Alvestam superlativo nella sua prova sia nel growl che nel canto pulito lo rendono per me un'acquisto di quelli immancabili. Peccato la band sia già morta e sepolta da tempo. |
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2
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discreto ma stanca alla svelta ... |
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1
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buon disco, sinceramente preferivo il loro primo |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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The Illusionist Slaves To The Subliminal Mind Machine Pitch Black Progress Calculate The Apocalypse Dreaming 24/7 Abstracted The Kaleidoscopic God Retaliator Oscillation Point The Path of Least Resistance
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Line Up
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Christian Älvestam: vocals Jonas Kjellgren: guitars Per Nilsson: guitars Kenneth Seil: bass Henrik Ohlsson: drums
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