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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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28/10/2023
( 1148 letture )
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Gli anni ’60 e ’70 sono stati per il rock due decenni assolutamente irripetibili. Non solo per gli immortali capolavori che i maestri del genere hanno saputo regalarci a piene mani, ma anche, o forse soprattutto, per l’incredibile stato di grazia di cui tutto il genere ha goduto. È soprattutto nelle cosiddette “opere minori” che si vede lo stato di salute di un genere o di un movimento e, in questi favolosi venti anni, si perde veramente il conto del numero di uscite apparentemente minori, ma che danno la misura di uno straordinario momento di creatività e di spontaneità.
Il disco e la band qui presenti possono essere presi come validi esempi di quanto sopra affermato: si tratta infatti dell’esempio pressoché perfetto di “cult band” (il grande pubblico li ha del tutto scordati, ma i fan del genere si ricordano eccome di loro), e di “album dimenticato” (in tutti i sensi, visto che oggi è difficilissimo riuscire a reperirne una copia). Eppure, basta ascoltarlo anche di sfuggita per scoprirvi all’interno tutte le stigmate di un’ottima classe compositiva, che oggi avrebbe molti meno rivali rispetto all’epoca della sua uscita. Non si tratta certo di un capolavoro assoluto, né tantomeno di un disco perfetto; tuttavia i momenti di brillantezza assoluta non mancano affatto.
Ma andiamo per ordine e ripartiamo dall’inizio: gli Angel sono una band statunitense formatasi nella seconda metà degli anni Settanta e cresciuti all’ombra dei compagni di etichetta, i ben più famosi Kiss. Gene Simmons, dopo averli ascoltati dal vivo, fece di tutto per prenderli sotto la propria ala manageriale e il gruppo ha finito probabilmente per pagare, negli anni, la forzata contrapposizione alla sua band, soprattutto a livello di immagine. I cinque componenti infatti, come suggerisce il nome e in evidente contrapposizione con l’immagine “demoniaca” e caricaturale dei Kiss, sono proposti con un look androgino e completamente vestiti di bianco, e i loro show includono, fin dagli inizi, trucchi scenici paragonabili a quelli che avrebbero usato gli Earth, Wind & Fire qualche anno dopo, e che, con tutta probabilità, sono costati agli Angel l’offuscamento della parte più propriamente musicale della loro proposta.
Nel 1975 pubblicano l’omonimo disco d’esordio che, a parere di molti fan, è il miglior lavoro della band. La musica proposta è fondamentalmente un hard rock potente e melodico, anche se molti accostano i primi dischi degli Angel al progressive. Probabilmente queste considerazioni derivano dal virtuosismo del leader e tastierista Greg Giuffria, abile a saper dosare e variare i propri inserimenti tastieristici utilizzando tutto l’arsenale tecnico disponibile all’epoca, tra synth, piano, hammond e mellotron. Un altro aspetto accostabile al progressive è dato dalla lunghezza dei brani: le sette composizioni principali (l’ultima è un breve outro) non scendono mai sotto i quattro minuti, cosa che a metà anni ’70 era tutt’altro che comune. In realtà però le composizioni del quintetto non presentano le fughe strumentali o le molteplici variazioni ritmiche del genere sopraccitato, puntando principalmente su melodie accattivanti e di facile ascolto, e su potenti riff di chitarre e tastiere. È infatti difficile non notare l’attitudine e lo stile un po’ alla Bryan May delle chitarre di Punky Meadows o la versatilità vocale del singer Frank DiMino; ma l’attenzione non può che focalizzarsi sulle tastiere di Gregg Giuffria, autentico mattatore del disco, sia in fase compositiva sia in fase esecutiva, dove si erge spesso a padrone assoluto della scena con i suoi synth, organi e pianoforti.
A partire dall’opener Tower, che inizia con un tappeto di suoni spaziali per poi evolversi in una cavalcata rock veramente trascinante, la strada è tracciata. Se la successiva Long Time, che è aperta da un tappeto di mellotron accompagnato dal clavicembalo e alterna momenti delicati a passaggi più duri, rappresenta una parziale battuta d’arresto, e pare oggettivamente un episodio un po’ debole, i due brani successivi, Rock & Rollers e Broken Dreams, riportano in auge il rock n’ roll futuristico della band. Il primo è un pezzo rock di classico stampo americano, mentre il secondo, dopo un pregevole intro del batterista Barry Brandt, è condotto da un potente riff quasi sabbathiano sul quale si innesta la voce aggressiva del cantante. Melodia di nuovo protagonista nel pezzo successivo, Mariner, sentita ballata pianistica che si sviluppa in un emozionante crescendo. Si va verso la conclusione con le più ritmate Sunday Morning e On & On, la prima incentrata sulle evoluzioni di synth di Giuffria mentre la seconda dominata da ruvidi riff di chitarra quasi di stampo Zeppelin, perfetti per scatenare l’esuberanza del singer e dei suoi compari. A chiudere l’opera, un magniloquente strumentale tastieristico che porta il titolo del disco e della band. Un disco quindi complessivamente valido: non perfetto, non sempre su livelli di eccellenza, ma potente e trascinante in molte parti, come riconosciuto già dagli ascoltatori dell’epoca che, malgrado la concorrenza di livello assoluto – fate un attimo mente locale a quali e quanti capolavori sono usciti attorno alla metà del decennio – lo hanno premiato con buoni risultati commerciali.
Il gruppo, trainato dal successo dell’esordio, ripete la formula nel successivo e valido Helluva Band, pubblicato a distanza di un anno, per poi perdere originalità e freschezza nei seguenti dischi, usciti con teutonica puntualità uno all’anno sino al 1979. Gli Angel si sciolgono nel 1981 e il leader Greg Giuffria si ripropone negli anni ottanta, con la formazione omonima (capace di produrre due dischi di livello assoluto) e successivamente con gli House of Lords che ne costituiscono il seguito diretto, con un hard rock più radiofonico ed orientato all’AOR.
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...riascoltato oggi.....disco davvero interessante....dopo tanti anni....ancora un ottimo ascolto......grande giuffria.... |
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Alex al 17, se il tuo preferito è On Earth As It Is In Heaven, che è l\'album più hard rock degli Angel, ti consiglio di ascoltare, se non li conosci, i Bux di We Come To Play ( \'76 ) dove c\'è anche una prima versione di White Lightning ( poi apparsa appunto in On Earth....) e dove suona Punky Meadows ( chitarrista straordinario). Live Without A Net doppio bellissimo hai ragione, ma degli Angel non butto via niente della discografia sino a Sinful. Mancano all\'appello di Metallized Starz e Legs Diamond per completare la triade |
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Li ho ascoltati, sono una ottima band, poco conosciuta purtroppo |
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Li ho conosciuti tantissimi anni fa, e non erano moltissimi quelli che ne sapevano della loro esistenza. Un concentrato di liricità, Prog, ariosità radiofoniche ma anche ottimi virtuosismi chitarristici. Un sound che trovo molto settantiano, e che proprio per quello adoro. Molto bello questo esordio, sebbene io preferisca su tutti On Earth as It Is in Heaven, e ovviamente il live Live Without a Net. |
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Come già detto nei commenti sotto, si tratta di un disco di grande importanza storica perché le tastiere sono in primo piano nella struttura di ogni pezzo, cosa che fino ad allora si era vista raramente in un gruppo hard rock e sicuramente non per tutta la durata di un album. Voto: 90
Per quanto riguarda gli altri gruppi citati:
- i Reo Speedwagon, dei quali ho recuperato l\'intera discografia negli ultimi anni (sarò l\'unico in Italia) per me sono nei Big 4 AOR di tutti i tempi con Journey, Foreigner, Toto
- Kansas e Styx sono i sovrani assoluti del pomp rock
- I Kharma non li conosco ma viste le referenze li recupero di sicuro |
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Grande album di esordio di una band di culto che negli anni ha acquisito un fascino quasi mistico, almeno per me.
Li ho scoperti grazie all\'uscita di una loro antologia credo nel 92 e negli anni a poco a poco ho recuperato l\'intera discografia tutta di ottimo livello.
Vedere citati nei commenti i meravigliosi Kharma di Wonderland è assolutamente attinente al genere proposto dagli Angel!
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Commento solo perché vedo un 77 a questo disco, e dai, non può essere. Se a qualcuno interessa sapere chi sono gli Angel e cosa hanno prodotto può andare sul Blog dei mitici Riva/Trombetti per essere adeguatamente edulcorato in materia, visto che recentemente, complice anche una loro reunion, il maestro Riva ha dedicato a loro più di qualche articolo.
\"Tower\" è una canzone strepitosa e particolare, il resto dell\'album un po\' meno, ma sempre di gran livello, e ha una connotazione tutta sua. A dispetto del grande Beppe io non li ho mai amati completamente, perché non sono mai riuscito, e magari è un problema mio, a capirne bene la loro linea musicale. Gli Angel, tutti ottimi musicisti, sono stati autori di un rock difficile da catalogare, radiofonico ma al contempo pretenzioso, ricco di venature prog e sinfoniche e partiture ritmiche complesse in contesti a volte semplici, e con un cantato, quello di Di Mino, particolare e non sempre digeribile. Ciò non toglie che siano stati una grande band, alla fine sia per la musica prodotta che per la particolare immagine proposta, band purtroppo rimasta di culto ( fino a qualche tempo fa fatica boia a trovarne i dischi), a dispetto delle aspettative della Casablanca, che voleva farne l\'alter ego dei Kiss, e di conseguenza destinata ad una fine precoce. Va però riscoperta e rivalutata, perché la conoscenza del bellissimo hard rock dei \'70 passa inevitabilmente anche da loro, specialmente per i primi due dischi. Da ascoltare. |
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@Rob, sì esattamente come hai detto tu a riguardo del periodo seventies, cioè antecedente al boom commerciale di hi-infidelity. Del periodo rockblues ho letto (sulla solita rivista 😂 una review dettagliata proprio dei tuoi titoli.... e ne parla in modo entusiasta, devo approfondire... 🤟🎸 |
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@Rik, io i Reo li ho recuperati da qualche anno (merito della solita rivista, la sorella maggiore senza la specifica Metal). Hi infidelity è un classico dell\'AOR. Ma negli anni 70 erano pura lava rock blues. E come puoi immaginare è la versione che prediligo. E hanno almeno 2-3 capolavori assurdi come You can tune a piano, il Live del 77 e Nine lIves. |
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@Fabio, piacere mio, ma immagino anche di @Rob. I reo speedwagon li conobbi, credo nell 80 con hi-infidelity.... ero appena un ragazzino e stavo imparando a conoscere questa materia ... 🤟🎸 |
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Grazie a Rob e Rik, troppo buoni. È un piacere conoscervi, magari sperando un giorno anche di persona....a proposito di dischi di cui mi occupai, e rimanendo a tema, vi consiglio i Kharma di Wonderland di Goran Edman, un album incredibile per il 2000, il miglior pomp alla Styx...e come direbbero i Reo Speedwagon: Keep The Fire Burnin\'! |
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@Rob, sì, è il @Fabio che tu hai imparato a conoscere sulle riviste da te citate. Lo ha confermato il @Fabio Z. di recente sotto una recensione, che purtroppo non ricordo quale. Il suo nome è riportato anche su un numero di CM in un articolo sul melodic metal. È un grande esperto, lo si può notare da come imposta i suoi commenti 🤟🎸 |
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Parole sante @RIk. Ad esempio, se il Fabio qua sotto, è quel Fabio Z. che sicuramente conosci da Metal Shock e Psycho! è uno di quelli di cui ci si può fidare. E il fatto di trovarlo qua a scrivere con noi per me ha dell\'incredibile visto che avevo 22 anni quando compravo i dischi grazie alle sue dritte. E tornando agli Angel, vado a memoria perché non ho le riviste sotto mano in questo momento, se è lui, è uno di quelli che, con Della Cioppa, sponsorizzava su quelle riviste gli Angel con articoli semi-monografici e recensioni. |
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Personalmente il pomp rock americano seventies sino ai primi anni \'80 mi vede come grande sostenitore, ha rilasciato diversi capolavori perché il fenomeno era vasto, ben oltre i più famosi Kansas e Styx, e gli Angel ne fanno parte a pieno titolo, ovviamente come già detto nei commenti, riferito ai primi due album. The Tower vertice assoluto e per me faranno anche meglio con The Fortune da Helluva Band. Voto 90 anche per me, conosciuti grazie ad hard & Heavy di Rockerilla, dove un entusiasta Beppe Riva li descriveva come un incrocio tra l Heavy metal ( siamo nel \'75 ) e la grandeur estetizzante del prog. Comunque per quel periodo unici e innovativi |
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@Rob, quando scrivi: di chi fidarsi, hai toccato un tasto importantissimo quando l editoria musicale era solo cartacea e internet non si sapeva neanche dell esistenza (eighties-era). Non facile all epoca avere dei riferimenti obiettivi e che fossero attinenti al proprio gusto musicale. Ora c\'è internet ed è tutto più semplice, anche se \'leggere\' le retrospettive di tante bands che hanno segnato un era è sempre bello e come vedi torna utile 🤟🎸 |
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Caro @Rik, io presi, a molto, questo esordio perché citato da Gianni della Cioppa come imprescindibile. Poi ho comprato i successivi quando sono stati ristampati. E sono assolutamente d\'accordo con te. Leggere è fondamentale. Poi si forgiano i propri gusti. E si decide di chi \"fidarsi\" e si comincia a spendere nel propri generi preferiti. |
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Ciao @Rob, come tu ben sai, è importante \'leggere\' la storia musicale del nostro genere preferito. Si imparano tante cose, e soprattutto non si scrivono cavolate nei commenti. Considerato che questi vengono letti da tantissime persone. Cmq gli angel non fanno parte dei miei ascolti, anche se è innegabile la loro importanza nello sviluppo di certo prog metal che verrà negli eighties. Alla prox 🤟🎸 |
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Senza gridare all\'iconoclastia (che, poi, visto il nome del gruppo ci starebbe pure), ma il voto (pur medio alto) non rende affatto giustizia ad un autentico masterpiece. Tower e Mariner sono capolavori assoluti sotto ogni profilo. Con Long time e Rock and rollers lo spettro dei migliori Zeppelin è tangibile; Browen wings e On and On se la giocano con i Queen. Soprattutto all\'esordio il gruppo era di un altro pianeta. Toh, non arriviamo al 100 perché Sunday Morning non mi ha mai colpito troppo. Come spesso accade condivido la disamina di Rik (e secondo me c\'è anche lo zampino di una certa \"nostra\" rivista). 90 |
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Gli angel degli esordi furono erroneamente presentati all audience mondiali come una glitter band, per via del loro look total white, e per essere della stessa casa discografica (la casablanca) dei kiss. In realtà a livello musicale con i mascherati non avevano assolutamente nulla in comune. Qui ci sono le tastiere che la fanno da padrone, anche se il lavoro chitarristico è ben presente. Le song sono molto strutturate. Molta melodia ma con un songwriting di qualità non certo easy. Quando alla casablanca capirono l errore commesso, gli angel si spostarono su un versante molto più commerciale (sinful può essere l album) ma ormai era troppo tardi. Da riscoprire un pregevole album dei seventies 🤟🎸 |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Tower 2. Long Time 3. Rock & Rollers 4. Broken Dreams 5. Mariner 6. Sunday Morning 7. On & On 8. Angel (Theme)
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Line Up
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Frank DiMino (Voce) Punky Meadows (Chitarra) Gregg Giuffria (Organo, Piano, Clavinet, Clavicembalo, Mellotron, Sintetizzatori) Mickey Jones (Basso) Barry Brandt (Batteria, Percussioni)
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