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Angel - On Earth As It Is in Heaven
12/04/2025
( 411 letture )
Come già riportato in passato in sede di altre recensioni, nella vita “professionale” di uno scribacchino musicale, capita, saltuariamente, di imbattersi in gruppi, sia vecchi che nuovi dei quali per motivazioni di vario tipo, non si conosce niente se non a grandi linee, oppure a volte propriamente sconosciuti ai propri ascolti. In molti casi si tratta di una conoscenza che non andrà oltre al semplice “rapporto professionale” del momento, in altri, come nel caso degli Angel, è molto plausibile che la relazione musicale possa diventare di natura continuativa, grazie alla bontà del prodotto offerto, e grazie alla curiosità instillata nella mente dell’ascoltatore.
Nati intorno alla metà degli anni 70 a Washington, gli Angel incominciarono la loro carriera musicale dedicandosi a sonorità che stavano a metà strada tra il progressive ed il glam rock di natura settantiana, per poi avvicinarsi con il terzo disco, il qui presente On Earth As It Is In Heaven, a sonorità più tendenti all’hard rock. Certamente ci troviamo all’interno di una naturale evoluzione, la quale ebbe però sicuramente forti spinte dalla label del tempo, quella Casablanca Record che aveva in scuderia in quel momento i KISS di Stanley e Simmons e che intendeva, con il quintetto di bianca vestito, crearne un alter ego da poter lanciare nell’Olimpo dei grandi (la label infatti investì molto nella promozione di On Earth As It Is In Heaven, rinnovando l’immagine visiva del gruppo, creando il celebre logo simmetrico, leggibile allo stesso modo sia dritto che capovolto, ed una copertina che rispecchiava questa estetica con una foto specchiata della band, che andava ad enfatizzare il loro look angelico in completo bianco).
Dal punto di vista musicale e strumentale ci troviamo infatti di fronte ad una band che non ha niente da invidiare ai quattro newyorkesi, anzi, dal punto di vista prettamente tecnico presenta musicisti sicuramente più preparati e dal gusto negli arrangiamenti decisamente più ricercato (o meno immediato) della band di Stanley; ovviamente questa affermazione niente toglie alla enorme e indubbia caratura dei KISS, ed al valore aggiunto da loro apportato alla musica di un certo genere.

Come anticipato, in questo terzo disco gli Angel sterzano decisamente verso lidi più hard rock ed intendono dimostrarlo subito, mettendo in apertura l’energica Can You Feel It, che introdotta da un incalzante drumming di Barry Brandt, si dimostra essere una vera e propria dichiarazione di intenti bilanciando perfettamente il lato più heavy della band con il loro gusto melodico, che emerge chiaramente nell’accattivante ritornello. Di diversa fattura risulta essere la successiva She’s A Mover, altro ottimo brano che mescola sapientemente il glam rock a stelle e strisce con quello più raffinato della terra d’Albione, creando un mix sonoro irresistibile, ben cesellato strumentalmente dalla chitarra di Punky Meadows e dalle tastiere di Gregg Giuffria; ottima risulta essere anche la prova di Frank DiMino dietro al microfono, il quale dimostra per tutta la lunghezza del disco di non aver niente da invidiare a nome ben più conosciuti.
Seguono a ruota Big Boy (Let’s Do It Again) e Telephone Exchange, pezzo dalla natura groovy e danzereccia il primo, semi ballad dal tipico sapore seventies la seconda, che ancora una volta riescono a mettere in luce le grandi capacità ed il grande gusto musicale degli americani.
A differenza dei pezzi finora ascoltati, che portavano la firma trasversale di quasi tutti i membri dalla band, la successiva White Lightning è opera del solo Punky Meadows, in quanto si tratta di una cover della precedente band dello stesso, i BUX, nel quale militava anche il bassista Mickey Jones. Dal punto di vista strettamente musicale, ci troviamo di fronte ad un brano dal ritmo incalzante, ma dalla fattura decisamente più ordinaria rispetto a quanto precedentemente ascoltato, di fatto manchevole dell’apporto creativo del resto della band.
Ottimo pezzo hard rock risulta essere invece la successiva On the Rocks, baciata da strofe e ritornelli ispirati e cesellata da un Giuffria in stato di grazia.
Nonostante la buona qualità riscontrata fin qui, con You’re Not Fooling Me gli Angel alzano decisamente il tiro, confezionando un brano dalla natura melodica e accattivante che riesce ad esaltare in maniera ottima le doti vocali del succitato DiMino, protagonista di una prestazione veramente di livello.
Torniamo dalle parti del progressive (a tratti pomp) rock con la successiva The Magic Touch, la quale per scelte cromatiche ed arrangiamenti vocali ricorda molto da vicino i conterranei Styx, band che in quel momento storico dominava le classifiche radiofoniche.
Chiudono un lavoro decisamente ottimo Cast the First Stone e Just a Dream, brano epicheggiante il primo, che ricorda da vicino Deep Purple e Rainbow soprattutto grazie alle fughe tastieristiche di Giuffria, ballad struggente e malinconica la seconda, finale perfetto che riesce a lasciare l’ascoltatore con un senso di compimento, ma anche con la voglia di riascoltare il viaggio musicale appena concluso.

Nonostante non risultino tra le band più conosciute della scena rock americana (e qui vediamo già gente che si traccia le vesti), non ci sono dubbi che gli Angel siano uno di quei gruppi che ha creato musica di valore e che ha comunque contribuito a creare quell’architettura musicale che ha poi permesso l’evoluzione di un genere come l’hard rock dalle venature progressive e dischi come On Earth As It Is In Heaven sono qui fortunatamente a ricordarcelo. Da scoprire e (ri)scoprire.



VOTO RECENSORE
77
VOTO LETTORI
94.4 su 5 voti [ VOTA]
Fabio
Lunedì 21 Aprile 2025, 21.11.23
5
Rob: that magic touch così elegantemente pop, infatti per me è una delle cose migliori del disco e anticipa alcune cose di White Hot che per me è molto meglio
Duke
Sabato 19 Aprile 2025, 8.22.41
4
...un buon disco...band purtroppo dimenticata....meritava di più...
Diego75
Sabato 19 Aprile 2025, 6.34.05
3
Sinceramente non vedo perché tanto interesse al giorno d\'oggi dietro a questa band....non erano nulla di speciale negli anni70...non erano mica i kiss oppure i van hallen....li ascoltavano in quattro persone....comunque band molto soft al limite del moscio.
Rob Fleming
Venerdì 18 Aprile 2025, 7.53.51
2
Le mie preferite sono le ultime tre: That Magic Touch così elegantemente pop, la ma-gni-fi-ca ed epica Cast the First Stone e Just A Dream, bella da mozzare il fiato. Per me Telephone Exchange ha qualcosa dei Journey e quando ascolto White Lightning mi piace pensare agli Zeppelin del periodo che coverizzano \"Superstition\". 77
Fabio
Sabato 12 Aprile 2025, 20.20.15
1
Giusto rimarcare che si tratta del lavoro più hard rock degli Angel, personalmente ho sempre considerato questo album come di transizione. Del periodo classico, quello che va da Angel a Live Without A Net, è quello che trovo un po\' sottotono rispetto la magnificenza degli altri
INFORMAZIONI
1977
Casablanca Records
Hard Rock
Tracklist
1. Can You Feel It
2. She’s A Mover
3. Big Boy (Let’s Do It Again)
4. Telephone Exchange
5. White Lightning
6. On The Rocks
7. You’re Not Fooling Me
8. That Magic Touch
9. Cast the First Stone
10. Just A Dream
Line Up
Frank DiMino (Voce)
Punky Meadows (Chitarra)
Gregg Giuffria (Tastiera)
Mickie Jones (Basso)
Barry Brandt (Batteria)

Musicisti Ospiti:
Dan Wyman (Sintetizzatore, programmazione)
 
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