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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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12/11/2023
( 2273 letture )
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9 giugno 2023 Gli Iron Savior e la AFM comunicano ufficialmente che i lavori di registrazione e produzione del nuovo disco sono in dirittura d’arrivo e che l’uscita del quattordicesimo lavoro in studio è prevista per ottobre.
18 luglio 2023 Il leader e fondatore Piet Sielck, che dal 1996 tiene le redini della band, annuncia dal proprio headquarter di Amburgo di essere affetto da un tumore e con spirito da combattente anticipa le imminenti cure chemioterapiche che andranno con ogni probabilità seguite da un intervento chirurgico.
9 agosto 2023 Piet informa i fans con un breve comunicato di procedere con le cure e di essere a metà del ciclo terapico, scherzando sul fatto che la sua capigliatura storicamente calva non sta subendo modifiche e pubblicando una foto di fronte a un muro di chitarre e confermando l’uscita del disco come da piani originari, dando come anticipazione il terremotante video di In the Realm of Heavy Metal, per scaldare gli entusiasmi e alzare le aspettative sulla qualità del nuovo album.
4 ottobre 2023 Sielck annuncia attraverso un breve video dal proprio studio che sta per entrare in ospedale per il delicato intervento annunciato e di aspettarsi un caloroso feedback da fans e addetti ai lavori per l’imminente uscita che per uno scherzo del destino è proprio nello stesso giorno dell’operazione. L’annuncio è breve e allo stesso tempo carico di spontaneità e di un invidiabile pragmatismo.
6 ottobre 2023 Piet posta una foto in cui tutto intubato e bendato saluta i fans comunicando di aver ultimato l’intervento e che sarebbe tornato presto a casa con energia da leone. Diverse le reazioni a caldo e i messaggi di incoraggiamento da colleghi e amici tra cui Kai Hansen e Tobias Sammet che lo spronano a non mollare.
15 ottobre 2023 Piet fortunatamente annuncia le dimissioni dall’ospedale e che l’operazione risulta perfettamente riuscita, debellando il brutto male.
Il disco Firestart senza mezzi termini è un gran disco che riporta gli Iron Savior ai fasti dei primi tre-quattro lavori che incendiarono l’entusiasmo degli amanti del power metal teutonico e fecero riunire dopo decenni Kai Hansen e Piet Sielck (entrambi membri ai tempi del liceo di band embrionali nella scena metal di Amburgo che poi sfociarono negli Helloween). La formazione di oggi è quella proposta negli ultimi dischi con Piet Sielck frontman, cantante, chitarrista e principale compositore, accompagnati dal fido ed energico Jan Eckert al basso, dall’esperto Piesel Kuestner all’altra chitarra e dal più giovane Patrick Klose alla batteria. Il quartetto è compatto, la produzione potente e i brani una mazzata in termini di carica e allo stesso tempo di angoli melodici, come gli Iron Savior non proponevano da tempo. Non ci sono cadute di toni e i cinquanta minuti di musica proposti sono fluidi e si prestano ad ascolti ripetuti senza stancare. Grande qualità considerando che la miscela tra heavy metal in stile Judas Priest e power metal tedesco in degna continuazione a quanto lanciato negli anni d’oro da Helloween, Gamma Ray, Rage, Blind Guardian e Grave Digger ai tempi d’oro, non innova ma rinfresca e consolida. L’inizio dopo il breve intro The Titan è micidiale e l’accoppiata Course of the Machinery e In the Realm of Heavy Metal ci porta dritti a fine anni Novanta e ai primi due dischi della band. Ritmiche sferzanti in doppia cassa sparata, riff al fulmicotone, assoli incrociati e refrain di facilissima presa pur non cadendo nella banalità, ingredienti essenziali dell’Iron Savior sound e del power metal melodico di eccellenza. È vero che i testi possono suonare scontati e a tratti banali, ma un po’ di celebrazione dell’heavy metal anche smaccata non fa male, se accompagnata a un sound di tale impatto.
In the kingdom of thunder and steel Where monsters and dragons are real Where heroes and kings Ride into battle Where we all unite In the realm of heavy mеtal
Demise of the Tyrant rallenta solo temporaneamente il ritmo, un mid-tempo sostenuto forgiato dalla graffiante e avvolgente voce di Piet Sielck, prima di far spazio alla lanciatissima titletrack sostenuta dal drumming indiavolato di Klose e dal refrain irresistibile in pieno stile Edguy e Gamma Ray dei tempi d’oro. Crismi perfettamente presenti anche in Rising from the Ashes e Together As One che paiono uscite da Condition Red. Convincenti anche i mid-up tempos Through the Fire of Hell e Nothing Is Forever (dai testi in qualche modo anticipatori alla condizione precaria di Sielck), con inserti tastieristici e momenti maggiormente ariosi che strizzano l’occhio all’hard rock e ben si sposano con riff comunque graffianti e refrain melodici e gradevolissimi.
A whole universe of miracles is waiting for you Take your chances, make it real and don't let go I'll be watching you They say that nothing is forever In a universe of change Live your dreams and make it happen In the open range Nothing is forever And nothing stays the same But the memories But the memories remain Forevermore
Oggi Gli Iron Savior si rilanciano alla grande con un disco di spessore, dal songwriting frizzante, con esecuzione e produzione solidissime, tanto da regalarci un gradito tuffo nel passato migliore della band e allo stesso tempo candidarsi come tra i migliori episodi nella loro discografia, se non la più spessa uscita di power metal nell’anno in corso. Il tutto a braccetto con le tormentate vicende di salute, pare positivamente risolte, di un Piet Sielck vero condottiero, leader e combattente, da prendere come esempio di costanza e caparbietà non solo in ambito strettamente musicale. Ora li aspettiamo dal vivo a scatenarsi con le rispettive Flying V e a far partire una scarica di headbanging sui nuovi pezzi. Grandi.
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E\' sempre la stessa roba, ma qui è riuscita loro molto bene. 75/100 |
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Pur avendolo ascoltato solo una volta sono d\'accordo con chi lo apprezza,gran power di alta classe...grande qualità.voto 85. |
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I Gamma Ray fino a Powerplant sensazionali. I primi tre defli Iron Savior grandi dischi, wuesto Firestar li riporta ai fasti di un tempo. 85. |
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@Simone. Ho grande stima per Hansen, che ritengo uno dei musicisti più rappresentativi della scena power metal, se non il più alto esponente, tuttavia ha dato il meglio fino a metà anni 90. Successivamente, ha \"timbrato il cartellino\". Mai dischi brutti, ma il meglio l\'aveva già dato. Gli Iron Savior, pur senza picchi, sono stati più continui. |
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@Ivan. Concordo per i Gamma Ray, l\'ultimo Empire in toto, ma un pò anche To the metal (e in minima parte anche Land of the free 2) sono lavori deboli e dei chiari segnali che Hansen aveva perso la grinta verso quella strada.
Mi fa piacere sentir dire che invece gli Iron Savior hanno saputo mantenere la qualità perché erano anni che vagavo senza avere un nuovo grande gruppo da spolpare e con loro so di andare bene sul sicuro. |
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@Simone. Sono un grande estimatore di Hansen ma allo stesso tempo va detto che, mentre i Gamma Ray negli ultimi anni hanno lasciato un pò a desiderare, gli Iron Savior hanno continuato a sfornare dischi di valore. |
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Sto iniziando ad ascoltarli adesso, e come mio solito, sono partito dal primo album e me li sto recuperando. Al momento mi piacciono, sono arrivato a Dark Assault, quindi ho ancora tanto da ascoltare (per fortuna) visto che discografia è bella lunga.
Devo essere sincero, nonostante siano un buon ascolto, li sento un po\' come dei Gamma Ray che \"non ce l\'hanno fatta\". La produzione è molto buona, le chitarre sono eccezionali. Continuerò l\'ascolto.
Premetto che adoro i gamma ray sopratutto la parabola fra i due Land of the Free, quindi ascoltare adesso gli iron savior mi sa un po\' di già sentito o comunque non noto i picchi di songwriting a cui Kai Hansen ci ha abituati nei gamma ray. |
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10
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Sempre bravi. Album convincente che scorre piacevolmente. Forza Piet! Voto 85. |
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Ennesimo bell’album per gli Iron Savior, che con le ultime release si sono confermati una sicurezza in campo power. Cioè… in realtà lo sono sempre stati, ma gli ultimi 3 album credo abbiano qualcosa in più rispetto a quelli che li precedevano. Il debut e Unification per me rimangono inarrivabili, ma se - a distanza di 25 anni - si riescono a tirare fuori pezzi come In The Realm of Heavy Metal, Mask Cloak and Sword o Together As One, significa che di benzina ce n’è ancora. Voto 79 |
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8
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Superiore al penultimo, e sullo stesso livello del terzultimo. Disco da 75, non oltre che, tuttavia, risulta un ottimo voto vista una carriera di oltre 25 anni senza mai eccessivi cali d\'ispirazione.
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7
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Tra il bello ed il bellissimo, la media degli Iron Savior è sempre alta, ma i brani in questo caso sono molto ispirati, speriamo che Piet guarisca e si riprenda al meglio! |
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6
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Grandissimi, insingoli sono potentissimi, ascolterò tutto il disco vista la recensione stra-positiva. |
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5
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Da ciò che ho ascoltato direi che ci siamo proprio! Bel disco! |
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4
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Li ho sempre amati; questo è un ottimo disco. 85 ci sta tutto. |
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3
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Una bomba, ai livelli dei primi due e di Condition Red. Forza Piet combattente. Voto giusto, forse disco dell’anno. |
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2
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Produzione sempre impeccabile, voce iconica e alcune scelte a livello di scrittura che elevano il tutto. Mi sembra di poter dire che è nettamente la miglior uscita power recente, guardando ai gruppi storici quali bling guardian, Primal Fear, Running Wild, Angra, Kamelot etc…Ben fatto. |
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1
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Ritorno alla grande degli Iron Savior. Il disco si mantiene sempre su alti livelli, e un paio di pezzi sono tra i migliori del genere usciti negli ultimi anni. Segno che il power metal non è morto e non guarda solo al passato. Insieme al disco dei Sacred Outcry, una delle migliori uscite del genere di quest\'anno. Per me da 85. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. The Titan 2. Curse of the Machinery 3. In the Realm of Heavy Metal 4. Demise of the Tyrant 5. Firestar 6. Though the Fires of Hell 7. Mask, Cloak and Sword 8. Across the Wastelands 9. Rising from Ashes 10. Nothing Is Forever 11. Together As One
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Line Up
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Piet Sielck (Voce, Chitarra) Piesel Kuestner (Chitarra) Jan Soeren Eckert (Basso, Voce) Patrick Klose (Batteria)
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