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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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Iron Savior - Iron Savior
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31/07/2021
( 2727 letture )
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Power metal. Tedesco. Vero. Autentico. Potente. Genuino. Senza fronzoli. Composto, suonato e prodotto con passione e magistrale professionalità. Questo in essenza quanto contenuto nell’esordio discografico degli Iron Savior, band nata nel 1996 dall’amicizia salda e di lunga data tra Piet Sielck e Kai Hansen e completata da Thomen Stauch dei Blind Guardian. Kai e Piet hanno infatti condiviso momenti della loro adolescenza ad Amburgo che si riveleranno essenziali per la storia del power metal, essendo stati infatti co-fondatori dei Gentry a fine anni Settanta come primissima incarnazione e songwriting di quelli che poi sarebbero diventati niente meno che gli Helloween. Dopo aver composto una buona quantità di materiale insieme ed essersi esibiti su palchi di piccoli club tedeschi alternandosi tanto alle chitarre tanto alle vocals, Piet Sielck lasciò i Gentry nel 1982 senza riuscire a pubblicare niente di ufficiale per andare invece a studiare da tecnico del suono e trasferendosi per un periodo a Los Angeles, carriera che lo portò poi progressivamente ad affermarsi nel settore come tecnico del suono e produttore di Gamma Ray, Saxon, Uriah Heep, Blind Guardian, nonché fondatore dei Powerhouse Studios di Amburgo.
Kai e Piet hanno mantenuto negli anni una solida amicizia, tanto che Hansen propose a Sielck di entrare nella prima incarnazione dei Gamma Ray dopo la sua tumultuosa uscita dagli Helloween di fine anni Ottanta, quest’ultimo limitandosi tuttavia a un ruolo in consolle ai tempi del grandissimo esordio Heading for Tomorrow. Il tempo non ha scalfito il solido rapporto tra i due, tanto che i tempi furono buoni per una vero e proprio ritorno di fiamma nel 1996, anno in cui – sfruttando la contemporanea voglia di Sielck di formare una vera e prioria band e una breve pausa di Hansen dagli impegni con i Gamma Ray – si rinchiusero tra l’inverno del 1996 e la primavera del 1997 rispettivamente nei Powerhouse Studios e negli Hansen Studios di Amburgo per dare alla luce l’omonimo esordio degli Iron Savior. Un concept fantascientifico in cui una navicella spaziale proprio a nome Iron Savior si cimenta in viaggi ed avventure attraversando migliaia di anni ed epoche, una storia partorita dalla fantasia di Sielck che fa da padrone in qualità di vocalist, chitarrista, bassista, tastierista e principale produttore, coadiuvato da un ispirato Hansen che presta il suo talento tanto in fase di chitarrista quanto in fase di vocalist aggiuntivo e co-produttore. A completare il terzetto l’amico comune Thomen Stauch, colonna portante e portentoso drummer dei Blind Guardian che da lì a breve abbandonerà i ritmi vorticosi tanto in studio quanto in sede live dei bardi di Krefeld per motivi di salute. E a completare il cerchio vale la pena menzionare che logo e copertina sono ad opera di Kai e Uwe Karczewski, per i fans di lunga memoria niente meno che gli artisti delle stupende copertine dei primi lavori degli Helloween fino a Keeper of the Seven Keys pt II.
Iron Savior è un manifesto di power metal teutonico capace di alternare potenza, carica, refrains melodici e chitarre incrociate, portando all’estrema potenza le radici dei protagonisti che dai tempi dei Gentry hanno evoluto ed affinato capacità compositive e di produzione passando per Helloween, Gamma Ray e Blind Guardian. Le attese per questo progetto non potevano che essere elevate, e non sono state certo deluse. I dodici brani dell’esordio su Noise Records sono un perfetto cocktail di energia e di sonorità accomunabili alle sopraccitate bands, senza dimenticare spruzzate più classiche dalle radici Judas Priest e Accept. Dopo una breve intro si parte sparati con Atlantis Falling, un manuale di power metal teutonico che esplode in un refrain trascinante e di immediata presa, condotto dalle vocals grezze ma allo stesso tempo rotonde di Piet Sielck che ci guida direttamente nel concept > Fires in the sky, defenceless we stand tonight we will die, Shadows of the end, the kingdom will fall life i tt will finally descent. Le chitarre sono solidissime in sede ritmica e giocano in perfetta sintonia nei solos, mentre il drumming di Thomen è incessante e rutilante. Stesso registro per la successiva Brave New World, perfetta continuazione e un vero inno di power metal, doppia cassa sparata e tellurica, vocals dirette, grandi melodie nei refrains ed assoli micidiali, con tanto di apertura esaltante dopo gli assoli Break the chains and free your spirit, Start to be alive, be an individual and rise, and rise! Uno dei pezzi più esaltanti non solo della carriera degli Iron Savior ma anche dell’intera scena power dell’epoca. Si prosegue con la title-track sempre molto energica anche se questa volta giocata su ritmi meno esasperati, altro gran pezzo che lascia presto spazio a un altro inno sparato a intensità di metronomo molto alte e dal nome di Riding on Fire, classico e trascinante specialmente in sede live. Il disco evolve poi con una power ballad dedicata alla recente scomparsa dell’amico comune Ingo Switchenberg, quella Break it Up carica di significati e davvero emozionante nelle lyrics con alternanza al microfono di Kai e Piet, specialmente pensando a ciò che il povero Ingo ha passato prima del suicidio dotto un treno in una stazione di Amburgo nel 1995. La seconda metà del disco di apre con Assaliant, pezzo di maniera e non indimenticabile, mentre i livelli qualitativi tornano ad alzarsi significativamente con la doppietta Children of the Wasteland e Protect the Law , due pezzi power metal senza se e senza ma che vedono questa volta protagonista indiscusso un Thomen Stauch a briglia sciolta, velocissimo e davvero potente nel primo brano, più variegato e a stacchi precisi nel secondo, lavoro valorizzato anche dalla produzione di Piet Sielck e Kai Hansen molto diretta ma allo stesso tempo compatta, con un sound veramente potente ma lontano da sonorità plastificate che hanno poi preso gradualmente il sopravvento negli anni successivi a marchiare produzioni più o meno celebri nel genere. Il disco procede spedito con Watcher in the Sky, altro brano in cui si alternano Kai e Piet alle vocals e perfetto anello di congiunzione con i Gamma Ray di Somewhere Out in Space, tanto come songwriting, sonorità e lyrics, tanto che lo stesso pezzo viene proposto regolarmente in sede live anche dal Raggio Gamma ed è divenuto un classico live di entrambe le bands. C’è ancora spazio di spigionare potenza a fiumi con la successiva For the World, altro inno questa volta con Hansi Kursch ruvido guest molto a suo agio come interprete e alter-ego di Piet Sielck al microfono. Altro gran pezzo, davvero una mazzata capace di restare in mente dal primo ascolto visto il refrain che si stampa come un vero inno metal. Chiusura un po’ a sorpresa lasciata a This Flight Tonight, cover dei Nazareth posta in scaletta come per dire: ragazzi, dopo tanta potenza e velocità ora è il momento di rallentare e chiudere in modo più soffuso quello che resta una delle pietre miliari del power metal.
Un esordio indimenticabile per gli Iron Savior, fortunatamente non rimasti come un side project isolato ma capaci di dare un seguito a questo clamoroso esordio e di regalarci un'altra manciata di grandi album come Unification (1999), Dark Assault (2001) e Condition Red (2002), prima di iniziare un percorso regolare e più livellato a livello di songwriting, complice l’uscita di Kai Hansen che si dedicò a pieno regime ai Gamma Ray lasciando l’onere di songwriting e mastermind al solo Sielck, con ripercussioni a livello di qualità e freschezza del songwriting. Il meglio è stato dato con l’esordio dunque e con i successivi immediati lavori. Ma che band e che tempi…basti pensare allo show magistrale che i nostri ci regalarono nel 1998 a Biella con una band in stato di grazia e niente meno che gli allora sbarbati Edguy di Vain Glory Opera a fare da spalla a quello che fu un tour davvero indimenticabile. For All, and for the World!!!
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17
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Nelle intenzioni il nome Iron Savior riprende quello dei pre-Helloween ovvero gli Iron Fist e due terzi della line up raccontano proprio quella storia.
Poi nononstante si parli di Power Metal questa roba é soprattutto Heavy Metal di scuola Priestiana e Maideniana ed é associato alla famiglia Helloween quindi niente paladini, elfi e dragoni.
Qui tuttavia c\'é un concept Sci Fi su un vescello spaziale che come buona parte delle saghe Sci Fi e Cyberpunk hanno un anima di tipo ecologista e mettono in guardia da dittature.
Watcher in the sky (ma non solo) su Somewhere out in Space dei Gamma Ray fece da preludio a questo disco e io lo consiglio soprattutto a chi ha amato quell\'album.
Per me é da 80. |
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16
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un classico per quel periodo. La voce non mi piace ma alcuni pezzi non sono niente male. |
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Un classico. Io c'ero. |
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Band mediocre, questo è un album di culto in ambito power, però di livello discreto al massimo. Voto 70 |
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A me piacque perchè non è propriamente power o almeno per il mio concetto di power e lo comprai per la curiosità di sentire Hansen. |
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12
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Un vero classico del power della seconda ondata, potente e melodico, senza mai stancare. Voto corretto per me. |
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11
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Un grande classico del power metal tedesco. Ascolto regolarmente questo album da venti anni con immutato entusiasmo. Per tutta la sua durata ha un tiro che purtroppo non sono mai più riusciti a riprodurre, se non in parte nel successivo e a sprazzi in Dark Assault. Un 80 ci sta tutto |
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10
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Disco fenomenale! Assolutamente imperdibile, insieme al successivo Unification. Una delle tante dimostrazioni che, assieme alle nuove tendenze del decennio, poteva essere scritta grandissima musica anche su binari più tradizionali. In quest’ambito poi in particolare il triennio ‘96-‘98 è stato incredibile. Comunque… debut che ascolto sempre con piacere enorme. Ad avercene sempre di pezzi come Riding On Fire, Watcher in the Sky, Brave New World… 88 ci sta tutto. |
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9
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Tino@hai ragione…. Ma io mi riferivo hai meravigliosi anni 80 che fino al 1989 ha visto sfornare perle mai piu' proposte…. Vedi maiden, helloween., sepultura, slayer , megadeth, annhilator e metallica…ecc… mi riferivo ai capolavori |
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8
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mazzata. ma preferisco il successivo |
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7
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Scrivo queste righe mentre lo sto ascoltando...questo album assieme ai suoi due direttissimi successori (direi quindi fino a Dark assault del 2001) sia il top assoluto della band. Line up da sballo con Hansen, Stauch, Schlachter e Sielck, praticamente tra i creatori del power teutonico. Ritmiche serrate, drumming potente e preciso, assoli fatti come devono essere fatti veloci ma melodici e voce graffiante al punto giusto senza scadere in urlati inutili. Un disco da 90 bello e buono così come i suoi due successori. Poi la band si va ad assestare su ottimi livelli senza più toccare queste vette ma senza neanche mai sbagliare un album. |
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6
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Tantissima roba. Applausi per l’accoppiata Hamsen-Sielck. La storia del genere. Disco molto rappresentativo. |
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5
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Il metal in calo nel 97? Tutto il contrario era un periodo d'oro dopo il black out dei primi anni 90 |
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4
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Il voto è sempre molto soggettivo... in ogni caso un progetto positivo.
Formazione stellare, uscito in un periodo in cui il metal era molto in calo...Band in ogni modo sottovalutata che avrebbe meritato palcoscenici più di spessore....silck artista anche lui sottovalutato e forse sfortunato, anche lui è stato uno dei promotori assoluto del genere a meta’ degli anni 80.....
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3
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Per me un bel disco, era la musica del momento assieme al black metal e si sente, la formazione poi è una specie di Dream team del Power. È comunque un lavoro da 70 |
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2
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Disco significativo per l’epoca e i personaggi coinvolti. Bel rispolvero. Voto 85 |
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1
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Raga...88 a sto disco, a un master of puppets qualunque che gli diamo? 2400?
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. The Arrival 2. Atlantis Falling 3. Brave New World 4. Iron Savior 5. Riding on Fire 6. Break it Up 7. Assailant 8. Children of the Wasteland 9. Protect the Law 10. Watcher in the Sky 11. For the World 12. This Flight Tonight
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Line Up
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Piet Sielck (voce, chitarra, basso, tastiere) Kai Hansen (chitarra, voce) Thomen Stauch (batteria)
Musicisti ospiti Dirk Schlaechter (basso addizionale) Hansi Kursch (voce addizionale su “For the World”)
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