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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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Iron Savior - Unification
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13/08/2022
( 1693 letture )
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Progetto inizialmente nato dall’amicizia adolescenziale poi traslata in collaborazione professionale tra Piet Sielck e Kai Hansen, entrambi giovanissimi membri alla voce e alle chitarre di varie bands di Amburgo tra cui i Gentry che sfociarono nientemeno che negli Helloween dopo aver preso strade diverse, gli Iron Savior dopo un convincente esordio del 1997 che vide tra l’altro la collaborazione estesa a un’altra icona del power metal teutonico come Thomen Stauch giungono nel 1999 al secondo disco in studio, anticipato dal succoso EP Coming Home del 1998. La formazione presenta in pianta stabile tre esperti musicisti della scena di Amburgo come Dan Zimmerman alla batteria (già interprete e songwriter di grandi album con i Gamma Ray a partire da Somewhere Out in Space e in seguito anche membro fondatore dei Freedom Call), Jan Eckert al basso (che poi fece fortuna con i Masterplan) e il meno conosciuto Andreas Kück alle tastiere, già visti all’opera con Sielck e Hansen dal vivo nel tour di promozione al sopracitato esordio e che vide di spalla gli allora imberbi ma già carichissimi e più che mai determinati Edguy di Vain Glory Opera.
Questo secondo lavoro degli Iron Savior è un ulteriore passo avanti a livello di songwriting rispetto al già ottimo omonimo disco, continuando le tematiche futuristiche e spaziali a livello di songwriting ma soprattutto proseguendo su standard ancor più elevati a livello di power metal diventando vero e proprio punto di riferimento proprio nel momento migliore almeno in quanto a prolificità di uscite dell’intera scena teutonica. Le chitarre di Hansen e Sielck si intrecciano ed integrano alla perfezione tanto in sede di ritmiche quanto di soli, in un’intesa mai finita dai tempi delle prime band scolastiche, mentre la sezione ritmica per tutto il lavoro si rivela devastante per potenza, velocità e precisione, peraltro aspetti più volte confermati in sede live. Nello scorrere dei dodici brani e per quasi un’ora di musica, Unification è un lavoro maturo, potente, a tratti esaltante in episodi come la tripletta Coming Home, Starborn e Forces of Rage, in cui Piet Sielck ci conduce come principale songwriter attraverso linee vocali potenti e catchy, sorrette da cori micidiali ad opera di Hansen e Eckert che non lasciano scampo e diventano immediatamente inni da headbanging mixando in modo vitaminico la lezione di Judas Priest, Helloween e Blind Guardian.
Ancient calls from anywhere in time We have to follow the sign Distant voices - sources unknown Where to they lead us Where will we go On the scent for the lost Coming home
Deadly Sleep vede invece Kai Hansen protagonista non solo in sede di songwriting ma anche al microfono in un brano tirato ma al tempo stesso dal refrain iper melodico che si lascia riascoltare non tralasciando nessun cliché del genere, ma allo stesso tempo evidenziando la consapevolezza con cui Hansen e Sielck si stiano genuinamente divertendo in studio, cosa che continuerà ancora per qualche anno prima di entrare in una fase di rispettiva stanca e ripetitività. L’album scorre a livelli molto alti e Eye to Eye cosí come Mind Over Matter si confermano pezzi ispirati, ben suonati e interpretati con energia e trasporto, senza necessarie iperproduzioni o eccessi di prolissità. Il finale prima delle bonus track è dedicato a due altri grandi brani di puro teuto power come l’inno Unchained, con Sielck a duettare questa volta con Eckert al microfono con un refrain pazzesco, e la più epica e cadenzata Forevermore a firma Hansen e sulla scia manco a dirlo dei Gamma Ray dell’epoca.
Ottimo album, dunque, forse il migliore per una grande band capace di proseguire la propria carriera con un due altri buoni dischi in studio come Dark Assault (2001, l’ultimo con Hansen in pianta stabile) e soprattutto il devastante Condition Red (2002), prima di entrare -come ad onor del merito successo a molte band del genere in questione- in un vortice di ridimensionamento tanto a livello qualitativo quanto di ripetitività innescata. Tutt’ora attivi, gli Iron Savior continuano grazie alla grande passione e professionalità di Piet Sielck, fedeli a un power metal con massicce iniezioni NWOBHM solido ma purtroppo prevedibile e lontano dai picchi toccati in questo album, che invitiamo anche voi dunque a rispolverare in questa torrida estate.
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Power Metal ok ma un Power assolutamente Heavy di scuola Judas Priest / Iron Maiden!
Fino a quando é stato presente Hansen li ho considerati dei Gamma Ray più estremi. Io che di solito non amo il Power Metal che parla di fantasy devo dire che la storia/concept narrata nei dischi di questo gruppo la trovo interessante.
Ho trovato curiose le cover degli Helloween del periodo Walls of Jericho che comunque sono tutti pezzi scritti dai Hansen diversi anni prima e proprio insieme a Piet Sielck. |
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Il primo è di una freschezza superiore, questo un po'pienetto di filler ma resta un ottimo prodotto! |
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Buono a sapersi la mia compagna ha la nipote a Sorbolo quindi ripasserò sicuramente. Grazie per la dritta! |
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TINO per mangiare ti consiglio la bottega del paese, di fianco al bar lu, oppure se avete la macchina l'osteria a Ghiarole, fuori Brescello, |
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Ah ok sarà per la prossima comunque il paese mi è piaciuto e anche il pranzo... |
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No Tino, non ero io, no ho la coda, poi di solito verso le 10 sono già a casa, il bar è quello dei cinesi , credo, potevi chiedere comunque del Gallo  |
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Lambruscore la settimana scorsa ero in tour a Brescello, andando dalla piazza verso il carro armato c'è un bar sulla sinistra e ho visto tra i pochi astanti un personaggio che potresti essere tu anche se non ti ho mai visto, coda di cavallo, tatuaggio, sulla 50 ina. Sono poi andato a pranzo alla botte golosa, scusate la divagazione ma era una curiosità |
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10
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Ho comprato questo disco all'epoca. Suonato molto bene ma certi pezzi mi fanno venire i maroni quadri come la mia testa. Visti live sempre all'epoca, molto bravi. Per me al massimo un 70. |
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9
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In quegli anni ero in fissa per il Power...rage, strato, gamma, hammerfall, elegy, che tempi, questo disco l'ho adorato, un gran bel gruppo e un ottimo disco, peccato perché è un genere che non ascolto più da un secolo ma sarebbe da rispolverare, avevo anche la maglietta |
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8
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Questo e il debut sono i miei preferiti, il primo forse l’ho ascoltato di più, ma farei fatica a propendere per l’uno o per l’altro. Tutti e due da avere per chi ama il power. Anche a distanza di anni è sempre un piacere riascoltare pezzi come l’opener Coming Home, Brothers, Unchained e la magnifica power ballad Forevermore. Voto 89 |
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7
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Altro capolavoro....i primi dischi sono essenza del power teutonico! Voto 89 |
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Grazie Transcendence. Quindine’ fuori dalla scena da 10 anni… |
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@ Adrian Smith: Ha suonato con i Freedom Call fino al 2010 e con i Gamma Ray fino al 2012, attualmente è con i Justice, che però non tirano un album dal 2004. |
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A proposito, qualcuno sa che fine ha fato Dan Zimmerman? |
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Recensione perfetta per un gran disco che mi sto riascoltando. Questo, il primo e Condition Red tantissima roba. Voto 90. |
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Bel disco sotto ogni aspetto: solo la produzione, un po'impastata e meno cristallina del primo, a mio avviso lo penalizza un po'.
Tra i migliori della band (a me piacciono molto anche il primo e Titancraft), resta un caposaldo del power che fu. |
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Grandissimo disco, potente con ritornelli perfetti. Per me meglio del primo e molto meglio del successivo, troppo uniforme. Poi li ho abbandonati. Nel mio CD ci sono delle bonus tracks tra cui la riproposizione di Gorgar. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Coming Home 2. Starborn 3. Deadly Sleep 4. Forces of Rage 5. Captain's Log 6. Brothers (Of the Past) 7. Eye to Eye 8. Mind Over Matter 9. Prisoner of the Void 10. The Battle 11. Unchained 12. Forevermore
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Line Up
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Piet Sielck (Voce, Chitarra) Kai Hansen (Chitarra, Voce) Andreas Kück (Tastiera) Jan Eckert (Basso, Voce) Dan Zimmerman (Batteria)
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