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HUGH CORNWELL
LEGEND CLUB, VIALE ENRICO FERMI 98 - MILANO

28/04/25
ANNA B SAVAGE
ARCI BELLEZZA, VIA G. BELLEZZA 16/A - MILANO

Soil - Redefine
( 4343 letture )
Prima di inserire nel lettore questo cd ho pensato: ecco, adesso mi troverò tra le mani la classica band alla Nickelback… che noia.
E invece mi sono dovuto ricredere… i Soil sono la classica band alla Nickelback, ma con qualcosa in più. Questo non è di certo un fattore che ne fa un capolavoro: il nuovo lavoro della band qui proposto non mi ha lasciato a bocca aperta dallo stupore, ne' ha destato in me interessi nuovi per il genere, eppure… E’ accattivante, bisogna ammetterlo.

Redefine si posiziona a metà tra il rock americano moderno (non chiamiamolo grunge, per carità) e il metal che fa sempre strage tra sedicenni e ragazzine: Sentenced, Metallica (parlo ovviamente dell'era St. Anger), In Flames (da Clayman in avanti), e via discorrendo.
Le canzoni sono quadrate, lineari, senza fronzoli. In questo senso, la fantasia è davvero poca, ma credo che non fosse il primo obbiettivo che i Soil prospettavano. Io penso invece che la band volesse creare un album “che fila liscio” dall’inizio alla fine, cattivo ma con un occhio di riguardo alle Hit Chart di mezzo mondo.

A tal proposito non va tralasciato un elemento fondamentale per gruppi come questo: il produttore. Questo fantomatico individuo si piazza sempre tra ciò che il gruppo musicale vuole ottenere e ciò che è più adatto al mercato discografico del momento. Sarebbe impossibile chiedere una violenza maggiore, o anche solo un approccio più metal, ad un complesso che ha espressamente in mente di sfondare. Tutti prima o poi cadono nelle trame del produttore (vero, Bleed In Vain?), e così dunque bisogna adattarsi, pena pulire i piatti in un ristorante per tutta la vita.

Presa coscienza di questo presupposto, bisogna dire che i Soil sono riusciti a spingersi al limite estremo di questi vincoli, non solo a livello di forma canzone, ma anche a livello di registrazione. Le chitarre sono davvero registrate in maniera ottimale, ricordando quasi quelle dei Nevermore (in pochissimi frangenti, permettetemi l’eresia), la batteria –pur “americana” al 1000 per cento (il rullante fa un gran bel baccano)- risulta adattissima alle sei e cinque corde, così come la voce è grezza e potente. Condite tutto questo con dei refrain piuttosto azzeccati, e otterrete un album di sicuro successo.

Ma per quanto tempo? Beh, temo che Redefine non rimarrà in classifica a vita. Diciamo pure che non rimarrà in classifica neanche per un mese. Questo è un album da prendere non troppo seriamente, come tanti altri in circolazione, da gustare finché non disgusta, e magari da rispolverare una volta all’anno. Niente di più, niente di meno.
Provate magari ad ascoltarlo al negozio prima di acquistarlo, e se il mix di elementi rock e metal vi ispira, fateci un pensierino.



VOTO RECENSORE
67
VOTO LETTORI
23.83 su 42 voti [ VOTA]
GTX33
Sabato 11 Giugno 2011, 14.22.10
3
molto meglio di picture perfect
Electric Warrior
Mercoledì 9 Dicembre 2009, 15.57.55
2
ma anche no
www.mst.de.be | B!G B0sS
Lunedì 21 Febbraio 2005, 17.34.12
1
n1 rock group
INFORMAZIONI
2004
J-Records
Rock
Tracklist
01. Pride
02. Redefine
03. Can you heal me?
04. Cross my heart
05. Suffering
06. Remember
07. Deny me
08. Something real
09. Say you will
10. Love hate game
11. Obsession
Line Up
AJ Cavalier - Vocals and Guitar
Adam Zadel - Lead G
uitar Tim King - Bass
Tom Schofield – Drums
 
RECENSIONI
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