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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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( 4033 letture )
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I Soil sono un quartetto proveniente dall'Illinois emerso dalla schiera delle band post-grunge/alternative metal di fine anni '90 per mezzo di un'album sufficientemente ispirato, alias Scars, ma soprattutto grazie al super singolo Halo, in esso contenuto, che li ha catapultati nelle classifiche di mezzo mondo e fatti cantare, ma anche odiare, da molti rock/metal-kids. Un successo così improvviso ed inaspettato, soprattutto in un ambiente commerciale e magari non sempre esigente da un punto di vista squisitamente qualitativo, non è facile da preservare. Difatti, gli anni successivi sono stati abbastanza controversi per l'ensemble statunitense, con album che non riuscivano a decollare o replicare il successo precedente: alti e bassi all'interno del gruppo che hanno portato il cantante Ryan Mc Combs, elemento sicuramente fondamentale, ad abbandonarli per unirsi ai Drowing Pool. Con il nuovo cantante AJ Cavalier ritornano sul mercato discografico, ormai saturo di gruppi del genere, forse per rivendicare ancora una volta un posto che gli spetta: sarà Picture Perfect l'album che li riporterà in vetta?
L'opener Tear fa ben sperare con un grintoso ed intenso riff di chitarra ed il ruvido growl di Cavalier che veste in maniera perfetta le liriche della song; anche Lesser Man e Like It Is, scelta come primo singolo, non sono da meno, con dei chorus accattivanti, testi feroci, chitarre granitiche ed un andamento che se da una parte non brilla per originalità, dall'altro canto centra l'obiettivo e rende trascinanti i brani, che sicuramente renderanno ancora di più riproposti in sede live. Purtroppo dopo le gioie iniziali arrivano i dolori, perché dopo una prima parte piacevole arriva una seconda decisamente spenta e priva di determinazione, come testimoniano le zuccherose Picture Perfetc e Surrounded, ma soprattutto Anymore, episodio privo di intensità, decisamente troppo soft e mieloso per un gruppo come i Soil. Si continua stancamente sullo stesso sentiero, in buona sostanza trito e ritrito, fatto di riffoni pomposi, ritornelli banali e scontati fino alla parte terminale, dove si intravede un po' di luce grazie alla "mefistofelica" Temptation, dove il drumming di Tom Schofield, che caratterizza il mood del brano, ed il testo, che narra di tentazioni, accompagna lentamente la nostra anima verso lidi oscuri. Si chiude con Last Wish, mid tempo non particolarmente affascinante ma dotato nel finale di uno splendido solo di chitarra che sigilla quantomeno degnamente un lavoro parco di acuti.
In definitiva Picture Perfect è caratterizzato da poche luci e molte ombre che non possono elevarlo ad album della riscossa, e, se una delle cose migliori è la ragazza in copertina (!), in parole povere credo di aver detto tutto!
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4
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con la voce che ha questo cantante si potrebbe tentare qualcosa di diverso....più rabbioso più intenso più incazzato..in questo album si sono troppo ammorbiditi..non che i pezzi siano brutti da ascoltare..ma mi aspettavo molto di più..meglio l'album precedente dove c'era una chicca come give it up..ma anche quello non è esente da difetti |
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3
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Credo che la recensione sia un pò ingenerosa, sia rispetto al passato dei Soil, sia rispetto al presente, e cioè a questo album. A mio giudizio il loro miglior album non è Scars, bensì sono da un lato Redefine (nel complesso) e dall'altro True Self (perché contiene dei capolavori secondo ineguagliabili: una su tutto One last song, la loro miglior canzone, una delle migliori che io conosca). Questa album è un mix tra i due che ho appena citato (a parte Calling out che un pò riprende la bella Black 7 di Scars). Per sbaglio ho votato 50, ma in realtà questo album secondo me merita un 75. Vero, non brilla per originalità, e questo è un punto debiole. Un altro difetto è la poverta di assoli, punti forti di True Self. Ma nella recensione si fa passare per "troppo soft" canzoni come Sorrounded che invece secondo me rappresentano un passo in avanti: finalmente anche i Soil sperimentano ballate. Inoltre non si citano, tra le canzoni più belle, Calling out e Too far away. Decisamente deludente la title track, e non eccezionali Wasted e Falter. Per il resto, secondo me i Soil si confermano un ottimo gruppoi, molto sottovalutato nello scenario metal. |
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2
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Non a livello di "Scars",ma il migliore dopo quest'ultimo...naturalmente non va oltre il 65... |
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1
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Disco di un piattume allucinante!Non c'e' uno spunto,UNO,degno di nota.Al confronto,quello degli Atreyu,e' un capolavoro,il che e' tutto dire.Calati spaventosamente rispetto a "True self" che,secondo me,era un ottimo disco. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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01. Tear It Down 02. The Lesser Man 03. Like It Is 04. Picture Perfect 05. Surrounded 06. Wasted 07. Every Moment 08. Anymore 09. Falter 10. Too Far Away 11. Calling Out 12. Temptation 13. Last Wish
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