Sembra passata un’infinità da quando per la prima volta ascoltai i Lacrimas Profundere: all’epoca, quella dello splendido Memorandum, facevano un ibrido di lentissimo doom con death e forti venature gothic. Poi, con Burning: A Wish, la svolta, basta con le tristezze adolescenziale che si diventa ometti: si fa Rock’n’Sad, a sentir loro. E lo fanno anche piuttosto bene, con un disco che del passato ha ancora qualche linea vocale in growl. Che scompariranno nel disco successivo. Una svolta alla Paradise Lost, gridano in molti. Eravate più originali, gridano in molti, ora siete più commerciali. Definizione che per definizione fa inorridire i metallari. Loro, come i Paradise Lost, dicono che si sono evoluti. Sono cresciuti, come dimostrano le foto, e pubblicano un album maturo, con belle canzoni. Rientrano nel filone del gothic, da non confondersi però con Tristania o Theatre Of Tragedy tanto per intenderci, ma quello con un cantante bello e dannato con una voce maschia, da far impazzire le ragazzine. Certo, strizzano l’occhio al mainstream, ma mai cadono nella scontatezza, è questo il loro miglior pregio. Usando tutti i cliché classici del genere riescono comunque a sfornare un lavoro fresco e sufficientemente competitivo da conquistare chi lo ascolta, con delle canzoni che grazie al romanticismo e a ritornelli catchy entrano direttamente in testa, come Sarah Lou, o ballate strappalacrime (con tale monicker, chi se non loro?) come Come, Solitude. Il disco è accattivante in ogni particolare, grazie alla bella confezione digipack e l’artwork curato da niente-popò-di-meno che Niklas Sundin, dalla Limited Edition che regala una canzone in più, dal video della tile-track e dalla possibilità grazie ad un link, di scaricare dal loro sito una canzone aggiuntiva. In più, il disco suona in maniera ottima. Cosa non va? Perché il voto non è il massimo? Perché la loro musica, per quanto bella sia, non è nulla di trascendentale, e un disco che si ascolta certamente con piacere, ma manca il lampo di genio, alla fine mi sembra di aver ascoltato un ottimo album, ma senza aver avuto alcun sussulto al cuore che mi faccia gridare al miracolo. La bilancia comunque sembra pendere dalla loro parte, è arrivato finalmente il loro meritato momento di gloria?
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