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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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Lynyrd Skynyrd - Street Survivors
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( 7010 letture )
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Certe volte capita che il destino sembri accanirisi contro qualcuno o qualcosa -in questo caso una band- senza un motivo preciso e con sconcertante pervicacia. La storia dei Lynyrd Skynyrd, infatti, non è solo una storia di rock, concerti e dischi, ma rappresenta anche una lunghissima lista di incidenti, lutti, malattie e disgrazie in serie che penso abbia pochi paragoni. Non voglio ridurre questo scritto ad una lista sterile di eventi negativi (anche recenti) che renderebbero secondario il contenuto musicale, ma certamente non è possibile ignorare cosa accadde a cavallo dell'uscita del presente disco, ed anche il fatto che il tutto contribuì molto, come sempre accade, a spingere verso l'alto le vendite di Street Survivors. Nel 1977, quando l'album fu edito, i Lynyrd Skynyrd erano già un gruppo molto noto, con un lungo passato alle spalle e con un radioso futuro davanti, che però sarà poi pesantemente condizionato dal terrificante incidente aereo occorso alla band solo tre giorni dopo la sua uscita, nel quale persero la vita Ronnie Van Zant, Steve Gaines e la sorella di quest'ultimo, la corista Cassie Gaines, mentre tutti gli altri subirono gravi ferite. La copertina originale, che vedeva la band avvolta dalle fiamme, fu rapidamente sostituita, per ragioni di opportunità, da una con un semplice sfondo nero.
Street Survivors mostra i Lynyrd Skynyrd nel momento di maggior equilibrio compositivo tra southern, blues, rock, country e folk; meno forte degli album editi in precedenza, ma forse nel loro momento di maggior fulgore espressivo, forti di un amalagama irripetibile tra i membri storici -Ronnie Van Zant in testa- e uno arrivato da poco come Steve Gaines, che si avviava ad essere forse il punto focale della band negli anni a venire. Aperto dall'arcinota (ma a mio parere non più che buona) What's Your Name, l'album trova già alla seconda canzone il suo baricentro con That Smell, un pezzo accattivante e che può contare su un solo eccellente già in apertura, poi su un chorus che non si dimentica, su voci femminili dal grande impatto emotivo, ed infine su un finale giocato su due chitarre, anch'esso degno di essere ricordato tra le cose migliori e più dense di pathos di un certo settore musicale, anche a causa del testo rivolto ad una situazione comprendente alcol e droghe e riguardante Gary Rossington, quest'ultimo autore proprio della seguente One More Time, dal sapore malinconico di America sonnacchiosa ed introversa. L'altro snodo fondamentale di quest'album è rappresentato da I Know a Little, retta da un solo di piano da urlo su un tappeto blues di gran classe, dal forte retrogusto rock'n'roll, e dalla prova vocale di Van Zant, deciso come in poche altre occasioni. Un pezzo forse da intenditori, demodè da ascoltare al giorno d'oggi ma da conoscere senza dubbio. You Got That Right scivola via fluidissima sulle note rese in slide, poi il rock profondamente sudista di I Never Dreamed dimostra ancora cosa significa otenere un punto di equilibrio tra decisione del rock e raffinatezza esecutiva, a dispetto della ruvidezza della proposta. Honky Tonk Night Time Man (frmata Haggard) mostra radici saldamente piantate nel terreno della tradizione, sulla scia di I Know A little, prima di chiudere con Ain't No Good Life, sinuoso pezzo da club, firmato e cantato da Gaines.
L'album ottenne un successo strepitoso, quasi (quasi) al di là dei suoi meriti, ovviamente a causa di ciò che accadde alla band, ottenendo anche il disco di platino. La band dopo quanto accaduto si sciolse, lasciando tutti nella più profonda costernazione per ciò che non sarebbe più potuto essere; anche considerando quanto di buono fatto dalla nuova formazione costituitasi molti anni più tardi, questa line-up fu effettivamente quella che più incarnò lo spirito del sud, la voglia di fare un certo tipo di musica e più ancora la capacità di comunicare il tutto al pubblico di tutto il mondo, tanto che, forse, solo un'altra leggenda come quella dei The Allman Brothers Band può competere con loro su un certo terreno. Disco imprescindibile per conoscere un certo "taglio" rock degli anni '70, anche diametralmente opposto a quanto si andava imponendo in quello stesso periodo (l'album è del 77, l'anno dell'esplosione mondiale del punk) e per omaggiare un'icona sfortunata del panorama musicale mondiale.
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13
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Altro capolavoro di una band davvero sfortunata ma che ha inciso in modo indelebile nella storia del Rock statunitense e non solo... |
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12
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La sola That Smell vale l'acquisto. Il voto lettori mi auguro sia uno scherzo |
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10
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Il "voto lettori" fa ridere (59,65)... ma la gente cosa ascolta? |
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9
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Il ringraziamento va a chi mi ha dato la possibilità di rendere pubblicamente il mio modesto omaggio a questa grandiosa Band, che mi regala a tutt'oggi grandi emozioni, mi ha elargito ispirazione e insegnamenti di vita, e mi ha arricchito enormemente come musicista. Quindi a tutti voi di METALLIZED! |
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8
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Grazie per il bel messaggio Fabio Rasta  |
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7
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Oggi, 20 Ottobre 2017, sono quarant'anni esatti dall'incidente che colpì quella che è senza dubbio la Band + sfortunata del pianeta. Da ammirare la dedizione, la costanza e l'Amore con i quali i sopravvissuti hanno proseguito il discorso musicale, tra progetti + o - riusciti, ma sempre con coerenza e professionalità, senza mai tradire le aspettative di chi ama ed ha amato questo genere genuino come i "bifolchi" che lo rappresentano (tra i grebani ci metto ovviamente anche il soprascritto). Questo LP, come tutta la loro discografia, ha accompagnato la mia vita dalla prima adolescenza fino ad oggi. Le loro canzoni non potrebbero stufarmi neanche fra mille anni, impregnate di ricordi di scorribande alla Bo e Luke, prati, boschi, montagne e avventure, amici scomparsi e ricordi indelebili belli e meno belli, ma che volenti o nolenti ci portiamo appresso e ci forgiano così come loro hanno forgiato la mia esistenza da STREET SURVIVOR! Grazie SKYNYRDS!!! |
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5
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Quella cover sembra un macabro scherzo del destino...assurdo. Grande album, come tutti i loro dischi del resto. 92. |
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4
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"That smell" vale tutto il disco, uno dei pezzi più belli degli skynyrd |
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3
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Conosco solo alcuni pezzi dell'album tramite un corposo best of, ma da quel poco intuisco che si tratta proprio di un gran bel disco! |
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2
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Questo doveva essere il disco del grande rilancio della band dopo un periodo difficile.... Per me gli Skynyrds finiscono qua, anche se ho continuato ad ascoltare la band che ne porta oggi il nome. Un grande disco con un Gaines ispiratissimo e Van Zant al suo meglio. |
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1
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sono un loro fan accanito e questo è sicuramente un disco di livello alto...roba da fonderlo per i troppi ascolti |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. What's Your Name 2. That Smell 3. One More Time 4. I Know A Little 5. You Got That Right 6. I Never Dreamed 7. Honky Tonk Night Time Man 8. Ain't No Good Life
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Line Up
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Ronnie Van Zant (Voce) Steve Gaines (Chitarra, backing vocals, voce su 'Ain't No Good Life', co-lead vocals su 'You Got That Right') Allen Collins (Chitarra) Gary Rossington (Chitarra) Billy Powell (Tastiere) Leon Wilkeson (Basso, backing vocals) Artimus Pyle (Batteria)
Musicisti ospiti The Honkettes (Backing vocals su 'That Smell')
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