|
27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
|
|
|
( 14967 letture )
|
1994: l'anno del suicidio di Kurt Cobain, quel tragico gesto quasi catartico a cui la volgata ha per sempre associato la scena dei camicioni a righe uscita dalle mura di Seattle (raccontata dal nostro Saverio Comellini "Lizard" in questa serie di articoli), spartiacque vero e proprio all'interno della musica degli ultimi anni. E' anche l'anno di Superunknown del quartetto d'assalto di Chris Cornell, i Soundgarden, di Purple degli Stone Temple Pilots e del celebre MTV Unplugged in New York dei Nirvana; ma è anche un anno fondamentale per i Pearl Jam, in subbuglio artistico e non (Dave Abbruzzese verrà licenziato finite le registrazioni), dopo la pubblicazione del secondo album Vs. , il cui tour aveva scatenato problematiche con una società di distribuzione biglietti, per boicottare la quale il gruppo aveva annullato le date estive. Nelle pause del tour, i Pearl Jam si ritrovano ad incidere il terzo lavoro, spezzettandolo in varie sessioni tra gli studi di New Orleans, Seattle e Atlanta, sotto la rinnovata egida del produttore Brendan O'Brien. Il coronamento degli sforzi è Vitalogy, intenso condensato in quattordici brani di mistero, malinconia, furore, sarcasmo e beffardia.
Già l'opener Last Exit, uno degli highlights del disco, aperta da un fanfare strumentale che ricorda le live jam dei Grateful Dead, si nota per la grande forza d'impatto del ritornello e dei testi, incentrati sulla morte e sul suicidio, con un verso che, nella sua cripticità, sembra richiamare l'antica tradizione ellena di porre dentro la bocca del defunto una moneta, con la quale il morto avrebbe potuto ricompensare Caronte "che 'ntorno a li occhi avea di fiamme rote":
Under your tongue, I'm like a tab, I will give you what you're not supposed to have
L'irruenta e sempliciotta Spin of the Black Circle è un’appassionata dichiarazione d'amore per il vinile: non a caso la band decide di pubblicare l'album prima in vinile, poi in CD; nell'autobiografica Not For You la straordinaria ugola di Eddie Vedder esprime il profondo disagio provato ad essere inglobati tra le celebrità idolatrate, primo ma non ultimo episodio di rabbia all'interno del platter. Il finale ipnotico non attenua i fuzz della chitarra di McCready nella successiva Tremor Christ, costante pennata d'accompagnamento agli articolati grooves del basso di Jeff Ament, mentre Nothingman, ballata passionale e commovente quanto triste, mostra l'immensa espressività di Vedder, accompagnata da distesi accordi e dall'andamento lento, che enfatizzano la forza emotiva di uno dei migliori brani di Vitalogy. Ennesimo round di "temi impegnati" è la discreta Whipping, dove un ragazzo tanto ganzo da non voler "proteggersi" ("Don't need a raincoat, I'm already wet"), mette incinta la sua ragazza e poi si dispera non sapendo cosa fare, ma per fortuna a sbrogliare il nodo c'è l'idiozia della successiva Pry, To, in cui Vedder si diletta a fare lo spelling di "P-R-I-V-A-C-Y is priceless to me", che riprodotto al contrario (ci risiamo!) reciterebbe: "Oh Pete Townshend how you saved my life!". Il minuto cretino di Pry, To (emblematico, comunque, della necessità di una boccata d'ossigeno per la band) ci consegna la più bella e famosa canzone del lotto, l'immensa Corduroy, circolare e perfetta in quei power chords discendenti; la canzone è una critica alle mode artificiose, rappresentata dalla rabbia provata da Vedder nel vedere in vetrina la stessa "corduroy jacket", che indossava nel video di Jeremy, acquistata a poco prezzo tempo prima, ora ad un costo esagerato. Altri due episodi divertenti, Bugs e Satan's Bed, la prima un breve e cacofonico nonsense, la seconda una piacevole e ripetitiva canzonetta, portano alla seconda down tempo, Better Man, malinconica ballata dedicata al "bastard who married my mom", intermezzata dalla successiva Immortality, con una negata ma evidentissima dedica a Cobain, da un break psichedelico, Aye Danavita, che fa copietta con la conclusiva Stupid Mop (oppure Hey Foxymophandlemama, That's Me), montaggio alienato di effetti larsen e di parole di una internata in un ospedale psichiatrico. Degna chiusura di un album epocale.
|
|
|
|
|
VOTO LETTORI
|
76.54 su 123 voti [
VOTA]
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
46
|
94 a questo album secondo me è esagerato. Capisco che possa avere molti affezzionati, è più un voto di sentimento, non è certo un album da 94.
Se dai 94 a questo allora album che hanno fatto la storia e cambiato la storia della musica cosa dovrebbero prendere? un po di coerenza tra i recensori non sarebbe male. |
|
|
|
|
|
|
45
|
Capolavoro Rock. Monumentale . E , opinione personale, anche se \"No Code\" è un\' altra Gemma ed è con Jack Irons alla batteria , quindi è relativo ed opinabile il mio discorso , io lo faccio . Per me da quando hanno mandato via Dave Abruzzese , i Pearl Jam hanno perso qualcosa in maniera indissolubile....
Voto?
100, naturalmente! |
|
|
|
|
|
|
|
|
43
|
Bellissimo, antidivistico, triste e sommesso lavoro di una delle band rock piu` coraggiose e coerenti di sempre. Intriso di dolore, rabbia e rimpianto, un disco di straordinaria profondita`. Altro che fenomeno di moda..e brani come corduroy o immortality fanno parte ormai del GRANDE CANZONIERE AMERICANO, che va da Dylan alla Band, dal Boss a Neil Young, da Steve Earle a Wilco agli Eels..l`america che amiamo |
|
|
|
|
|
|
|
|
41
|
Musica gia' vecchia e strasentita all'epoca. La musica ha bisogno di guardare avanti per non ripetersi.Loro lo avevano capito, da qui il tentativo coraggioso di cambiare le carte in tavola con No Code.Purtroppo mancano le capacita' artistiche dei gruppi che hanno cambiato la storia della musica |
|
|
|
|
|
|
40
|
Se nei Pearl Jam c'è mai stato un atomo di grunge, ammesso che il grunge sia mai esistito, svanisce qui. Per la precisione svanisce nell'assolo della stupenda Immortality... quell'accento di stridente tristezza svanisce quando le note depresse e sussurrate della canzone sublimano in quel meraviglioso assolo finale. Secondo me una certa urgenza era gia stata scaricata con Ten e Versus, qui ci si guarda dentro e spesso quel che vediamo è un boccone indigesto. Inserite il disco, schiacciate play, alzate il volume e godetevi l'attacco di last exit... inizio col botto e finale col botto. Nel mezzo "solo" rock, grande rock, con un Vedder che il destino proprio non poteva sciupare ad una pompa di benzina. |
|
|
|
|
|
|
39
|
@klostridiumtetani: this is not for you, fuck you!!! No ma si scherza dai, secondo me, in effetti, è inferiore a VS e Ten. E cmq ho sempre pensato che se nei PJ non ci fosse stato Eddie Vedder sarebbe stato un gruppo ordinario. E' la sua voce che da quel quid in più. |
|
|
|
|
|
|
38
|
Anche a distanza di tutti questi anni questo disco non ha perso un oncia di freschezza ed originalita', un altro grande gruppo che restera' nell' olimpo della nostra-vostra musica preferita. EPOCALI. |
|
|
|
|
|
|
37
|
Il mio primo disco dei Pearl Jam. Mi fu passato da un amico a pochi giorni dall'uscita. Poi presi i due precedenti. Dischi ascoltati fino allo sfinimento; dei veri capolavori. Non capisco le recensioni così basse dei lettori. |
|
|
|
|
|
|
36
|
il mio preferito assieme a ten |
|
|
|
|
|
|
35
|
Album buono sì, ma molto sopravvalutato secondo me. Dopo un capolavoro come Vs. questo lascia un certo senso di insoddisfazione. Alcuni pezzi eccellenti (Corduroy e Immortality), il resto sottotono per una band di questo calibro. Comunque un buon album. 75. |
|
|
|
|
|
|
34
|
Tiratissimo. Quando uscì ricordo fu una mezza delusione. Ma mi ero abituato bene, in realtà oggigiorno ce ne fossero di "Vitalogy". |
|
|
|
|
|
|
33
|
Difficile ripetersi una terza volta con un altro capolavoro. "Solo" un ottimo album con dei picchi da 90 come Corduroy, Better Man, ed altre. 80. |
|
|
|
|
|
|
32
|
Klostri@ belin non ti piace proprio pensa che io per certi versi lo considero superiore ai predecessori, non tanto musicalmente quanto a livello di significato intrinseco e contenuti artistici... |
|
|
|
|
|
|
31
|
@Macca, guarda non per essere generico, ma praticamente tutto! Niente di nuovo, niente di esaltante, niente di interessante. Solo cliché triti e ritriti che pretendono di essere la "new sensation" sull'onda della moda del momento.Sempre opinione personale.  |
|
|
|
|
|
|
30
|
Ma certo ci mancherebbe! Anzi è molto piu interessante discutere con chi la pensa diversamente: cos'è che non ti va giù di Vitalogy? |
|
|
|
|
|
|
29
|
@Macca, si, si infatti questione di gusti. Io ho solo espresso i miei, nel totale rispetto di quelli altrui  |
|
|
|
|
|
|
28
|
klostridiumtetani@ de gustibus, io ci ho sentito davvero tutto tranne quello che dici tu... |
|
|
|
|
|
|
27
|
Quanto mi sono pentito di aver comprato questo album!!! (Raramente mi pento degli acquisti, anche quelli che non mi piacciono). Piattume e scialberia all'ennesima potenza, per quanto mi riguarda! |
|
|
|
|
|
|
26
|
Altra gemma... con un Eddie che supera se stesso. Pelle d'oca dal primo all'ultimo solco. |
|
|
|
|
|
|
25
|
Concordo in tutto con Daniele. Voto 100! |
|
|
|
|
|
|
24
|
per chi ha vissuto quegli anni, semplicemente inarrivabile... ogni angolo della costruzione è fondamentale. il disco della mia vita. |
|
|
|
|
|
|
23
|
Hi hi hi hi hi hi hi hi hi hi hi hi hi |
|
|
|
|
|
|
22
|
In assoluto il loro capolavoro. 95 |
|
|
|
|
|
|
21
|
Un capolavoro del Rock. Il disco che segna la fine della prima fase dei pearl jam. Da avere, se vi piace il rock. |
|
|
|
|
|
|
|
|
19
|
DON ZUKER@ ....e Yield non ce lo metti?? Stupendo secondo me |
|
|
|
|
|
|
18
|
Vitalogy e No Code sono i loro migliori album. |
|
|
|
|
|
|
17
|
perché quelli che danno voti bassi a certi capolavori non scrivono commenti? |
|
|
|
|
|
|
16
|
Bellissimo, ma secondo me inferiore a No Code. Voto 85. |
|
|
|
|
|
|
15
|
Per me è l'album migliore dei Pearl Jam,semplicemente un capolavoro. Un bel 95 di voto. |
|
|
|
|
|
|
14
|
Redazione, vi prego di togliere la possibilità agli utenti di votare...nun se pò vedè questo voto dei lettori. |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
11
|
Grazie a te, JImi, del commento! |
|
|
|
|
|
|
10
|
Il primo disco ostico dei Pearl Jam, strano e inusuale, ma che ho avuto la pazienza di riascoltare più volte e alla fine è cresciuto. L'ultimo loro gran disco (a mio avviso), dopo di che ho trovato la loro produzione successiva affossarsi... Giusto Yield un ninnino meglio di No Code, ma nulla di che... I primi tre dischi dei Pearl Jam sono ECCEZIONALI!!! |
|
|
|
|
|
|
9
|
Grandissimo album. Punto. |
|
|
|
|
|
|
8
|
Un disco importante. -Nel 1994 riesco anche a finire tutti gli esami della tabella del II°anno di università.- La cover di questo disco ricorda un 'libretto sanitario' come se si ricercasse una cura, ma senza riuscirvi. I solchi sul vinile con il fruscio ampliano notevolmente il significato inciso: disperazione, depressione, ma senza salvezza, senza nessuna possibile cura. Vedder qui diviene un grandissimo compositore musicale, i testi sulla tossicodipendenza, sull'amore perduto, e poi il dolore per la morte di di Kurt Kobain narrata probabilmente nella straziante e bellissima 'Immortality'. In questo vinile i toni e gli effetti sono diversi, la voce è anche diversa di Vedder, come i riff che appaiono ripetitivi con l'unico obiettivo di far focalizzare l'attenzione sul significato del disco, proprio sui contenuti veri e importanti delle canzoni. Ricordo bene quei periodi, quel 1994, la mia chitarra acustica, le mie camicie a quadroni di flanella che ancora i oggi con fierezza indosso. Adesso, grazie a te Alberto, in questo sabato gelido, ho ripreso il mio vinile un po' rovinato e mi rimetto a riascoltare tutti i brani di questo straordinario album.... Jimi TG |
|
|
|
|
|
|
|
|
6
|
gran disco, sarà che mi ricorda i primi anni di liceo, ma è sempre stato il mio preferito dei pear jam! |
|
|
|
|
|
|
5
|
vabbè ho capito devo partire alla riscoperta dei pearl jam...spin the black circle l'unica che conosco era bella potente... |
|
|
|
|
|
|
4
|
E' un sogno quest'album, un viaggio fatto d'amori e contrasti, di passioni sciamaniche e voglia d'andar oltre, un incrocio fra il passato e il futuro che i Pearl Jam avrebbero poi interpretato nel miglior dei modi, è una pietra miliare del rock, incontestabile a meno che uno proprio non capisca una mazza di ciò che è rock e non sto parlando di gusto ma di contenuti. |
|
|
|
|
|
|
3
|
Ognuno ha i suoi gusti ci mancherebbe ma questo è un album da avere. Se qualcuno ha voglia di ascoltare musica di un certo livello Vitalogy è la cosa che per lui. Masterpiece e basta. I voti degli utenti fanno capire quanta poca cultura musicale ci sia in giro....... |
|
|
|
|
|
|
2
|
Lo zero assegnato fa scopa col valore del quoziente intelletivo di chi lo ha espresso. Il disco più bello,intenso e sofisticato dei Pearl Jam; da avere. Interessantissim anche la storia del booklet che lo accompagna; sul web troverete facilmente la storia del reperimento dello stesso da parte di Vedder. |
|
|
|
|
|
|
1
|
C'è già un bello zero nei voti quale monumento alla stupidità. Comunque... Album urgente, urgentissimo. Incazzoso ed al tempo stesso riflessivo ed appassionato, con un booklet che farà storia. Ultimo atto dei "primi" Pearl Jam in attesa della rivoluzione rappresentata da "No Code". |
|
|
|
|
|
INFORMAZIONI |
 |
 |
|
|
|
Tracklist
|
1. Last Exit 2. Spin The Black Circle 3. Not For You 4. Tremor Christ 5. Nothingman 6. Whipping 7. Pry, To 8. Corduroy 9. Bugs 10. Satan's Bed 11. Better Man 12. Aye Davanita 13. Immortality 14. Hey Foxymophandlemama, That's Me
|
|
Line Up
|
Eddie Vedder (Voce) Mike McCready (Chitarra) Stone Gossard (Chitarra) Jeff Ament (Basso) Dave Abbruzzese (Batteria)
|
|
|
|
RECENSIONI |
 |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
ARTICOLI |
 |
|
|
|
|
|