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27/04/25
THE LUMINEERS
UNIPOL FORUM, VIA GIUSEPPE DI VITTORIO 6 - ASSAGO (MI)
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Warrant - Dirty Rotten Filthy Stinking Rich
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( 5426 letture )
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Quando Erik Turner chiese a Jerry Dixon di unirsi ai Warrant era il 1984 ed avevano 19 anni l'uno, 16 anni l'altro, ed 11 anni io. Fu solo dopo due anni di prove e di show che cantante e batterista originali si allontanarono dal gruppo, lasciando due posti vacanti per i membri di una band con la quale entrambi avevano in più occasioni condiviso il palco: Jani Lane e Steven Sweet dei Plain Jane. Il debutto per Columbia Records della rinnovata formazione avvenne tre anni più tardi con Dirty Rotten Filthy Stinking Rich, prodotto da Beau Hill, e scalò rapidamente la Top Ten con i singoli Down Boys, Sometimes She Cries e Heaven. "Whoa", "Ooohh baby", "Uh Uh Aaah" ed "Oh oh oh" sono la punteggiatura necessaria di un disco che, a distanza di oltre vent'anni, tratteggia con la stessa divertita levità risse di strada e conflitti del cuore, il rombo delle macchine italiane (Dirty Rotten Filthy Stinking Rich) e tatuaggi forieri di nuove libertà: eppure, nella scoperta di piccole profondità, di belle frasi e stacchi spiazzanti, questo debutto sembra contenere la sensibilità fragile e superiore del suo frontman e compositore, un'ambizione di realizzazione umana che contrasta con l'immagine di copertina e lambisce con lo stesso tatto il grigio del ricordo come il rosso vivo di un tramonto sulla Sunset Boulevard.
A differenza di album simili, che privilegiando l'immagine rispetto al contenuto si ponevano con maggiore artificiosità, questo disco riesce nell'intento di manifestarsi con energia ed inaspettato spessore (ispiratissima quanto incalzante tutta la chitarra di So Damn Pretty), facendo capire che sotto il sole della California, terra di prugne secche e party selvaggi (Cold Sweat), era possibile coltivare un'idea di qualità fatta di talento compositivo e buoni arrangiamenti: ogni elemento risulta quindi (ben) impiegato per tradurre in musica emozioni minime e storie di strada (Big Talk), che sembrano evocare i colori disneyani del videogioco Street Fighter (Capcom, 1987). Il disco non contiene filler, i cori più trascinanti (Big Talk) non sconfinano in una ripetuta banalità, e la band arriva dritto al cuore con una ballad come Sometimes She Cries, foriera -con la piovosa solitudine dei suoi fallimenti- di una commozione universale e fuori dal tempo. I 32 Pennies della prima traccia rappresentano l'importo più democratico per svelare, poco alla volta, le carte di Dirty Rotten Filthy Stinking Rich: un andamento sinuoso e blueseggiante, la voce comunicativa di Jani Lane ed il senso della melodia che traspare da ogni contrappunto raccontano un disco gentile, ammiccante e popolare, perfetto per celebrare quel California Dreaming, più candido, cantato dai The Mamas & The Papas nel 1965. Cori ed inserti di tastiera, abbinati con discrezione, non compromettono il suono rock della band: batteria riverberata, frequenze alte vellutate e voce sono infatti tra gli strumenti maggiormente in evidenza, a conferma del fatto che questo è soprattutto un disco di ritmo ben scandito e viscerale melodia, così bene equilibrati da avvicinarsi a qualcosa di nuovo e perfettamente a cavallo tra gli stili. Quasi possedesse la consistenza di una spugna, l'album sembra infatti assorbire influenze hard-rock del passato per restituirle in una forma rielaborata, pronte per generare frutti diversi: il debutto dei Warrant sembra dunque rendersi riconoscibile per la forma embrionale di hard-rock, pop metal, rimandi agli Hinder di Homecoming Queen e gracidare di rane (In The Sticks) che porta in grembo senza affaticamento, traendo continuamente nuova linfa dalla brillante coesistenza delle sue anime. E' proprio la padronanza con la quale una band al debutto gestisce tanto materiale, senza sbandamenti nè ripieghi facili, che dona al disco quella vitalità sincera e nazionalpopolare capace di farlo apprezzare ancora oggi: tradita solo in parte da suoni troppo rotondi, l'energia comunicativa prodotta da queste dieci tracce, e con essa la capacità di evocare un tempo mitico per le irresistibili cromature del suo Vuoto, possiede una naturalità umana che la rende contemporanea nonostante l'avanzare degli anni, l'alternarsi delle mode e le difficoltà che ci inaridiscono. Non ci sono note fuori posto in Dirty Rotten Filthy Stinking Rich, ma piuttosto un fluire placido funzionale al brivido dell'assolo di chitarra, segretamente somministrato dal talento inglese di Mike Slamer (Streets, Hardline, House Of Lords tra gli altri). E così questi trentasette minuti scorrono che è un piacere vero, senza perdere di intensità (sorprendente l'incisività del basso di Dixon in Ridin' High) e dando vita con la loro divertita successione ad una sorta di happening su vinile che invita ad una visione consapevole ma luminosa della vita (come quella descritta nella leppardiana Heaven, che nelle prime stampe dell'album circola in una versione più scarna poi ri-registrata), ad uno sguardo che sappia vedere oltre senza dimenticare l'ingenuità indispensabile delle piccole cose ("I don't need to be the king of the world as long as i'm the hero of this little girl").
La musica che i Warrant propongono al loro debutto incarna una caratteristica, quella di una certa immediata amabilità, che veniva riconosciuta al loro frontman: affamato di musica e del consenso del suo pubblico, Jani Lane ha intrapreso una carriera solista sfociata con la pubblicazione del primo album, Back Down To One, nel 2003. Il cantante ha inoltre partecipato a diversi progetti che lo hanno visto collaborare con supergruppi (Shameless), partecipare ad iniziative televisive (VH1) ed esibirsi regolarmente negli Stati Uniti: la dipendenza da alcol e droghe, mai lasciata completamente alle spalle, ha però continuato a sottolineare negli anni la fragilità del personaggio, talvolta autore di performance sofferte quanto commoventi. Trovato privo di vita in una stanza d'albergo di Woodland Hills, in California (avvelenamento acuto da etanolo la probabile causa), Jani Lane aveva 47 anni: eppure sembra che ci abbia lasciato un ragazzo del rock, e con lui il sogno californiano che ci illudevamo di condividere a vent'anni, fissando improbabili pettinature sui poster delle nostre camerette italiane.
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20
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Io continuo a pensare sia il migliore del lotto. Tra l\'altro per essere un debutto è miracoloso. Band compattissima. |
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19
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Riascoltato oggi, leggermente sotto ai successivi due ma comunque gran disco. 85 o poco più ci sta tutto |
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18
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Voto:90
Album strepitoserrimo!! Godibilissmo dall\'inizo alla fine, dura poco ma vale tanto, ben suonato-cantato e prodotto, le ballad da sole valgono l\'acquisto del cd o del vinile se siete nostalgici |
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17
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Come cazzo si fa a dare un voto così basso... |
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16
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Grande gruppo e ottimo album, voto lettori assurdo |
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15
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...bel disco....ottimo esempio di hard rock Usa .... |
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14
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voto lettori 51 ??
Ma cosa avete fumato?
Stavolta sono d'accordo con il recensore, questo album assieme a Dog eat dog sono i migliori della band californiana. Canzoni come Big Talk fanno sprizzare vitalità e spensieratezza da tutti i pori, Heaven e Sometime she cries sono delle ballad stupende come poche. Questo album è una macchina del tempo! |
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13
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Disco bellissimo,melodico,potente e cantato in maniera superba da Jani Lane (che x inciso ha una voce fantastica,sembra un incrocio tra Tempest e Michaels).Questo e Dog eat dog sono capollavori....Cherry Pie lo reputo inferiore (e di molto). |
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12
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perchè avete scritto "hair metal" come genere musicale?? |
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11
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Sono d'accordo con Andy '71, hair metal è un termine che non significa nulla, il termine esatto per descrivere i Warrant e altre band dello stesso genere è glam metal. |
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10
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Davvero un bell'album, pezzi tutti belli dal primo all'ultimo. Voto 90 |
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8
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Band fantastica,e live bella tosta li ricordo con estremo piacere al Monster nel 1992!Disco fantastico,a me piace leggermente di più di "Cherry Pie"ma è questione di lana caprina......Jani,R.I.P.voce inconfondibile,melodica e sapeva anche salire molto bene,front man di razza pura,e poi questo era un periodo eccezionale,con le migliori band in tutti i generi,thrash,hard rock,Glam,HC,in questi anni sono usciti dei capolavori assoluti!P.S.Vi prego lo recensite come Hair Metal.....ORRORE!Hair metal NON esiste e NON è mai esistito!termine orrrribile per descrivere l'hard melodico con band coi capelli lunghi e vaporosi!All'epoca e sempre qquesto è Hard Rock melodico!Poi un americano,dei soliti si è inventato stà cazzata.....Scusate lo0 sfogo,ma da appassionatissimo del genere questo appellativo mi fà schifo!Cmq ottima rece e ottimo voto! |
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7
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CD che possiedo solo da una decina di giorni, ma che dopo pochi ascoltati mi è già entrato completamente in testa, e lo preferisco al successivo Cherry Pie che già possedevo. Big talk è la mia canzone preferita tra il lotto, e devo dire che in generale ascoltando l'intero cd mi è parso subito di sentire qualcosa di molto simile ai primi Poison, sia per il cantato che per i ritrmi delle canzoni. Non che sia una cosa negativo. Congiliato agli amanti del glam rock. E non capisco come sia solo 32 il voto dei lettori! |
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6
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Non sono tra i miei preferiti dell'epoca, ma comunque vale la pena ricordarli, se oggi come oggi i Crazy Lixx sono in un certo ambito tra i migliori, credo appunto che certe proporzioni devono essere rispettate, e sostanzialmente concordo su diversi punti con la recensione di Marco. Produce Beau Hill, il quale suona, per modo di dire, anche le tastiere; se volete sentirlo in splendida forma ( à là Mark Mangold ), a parer mio, puntate dritti su 'No Exception To The Rule' degli Airborne, brano cult a dir poco frastornante per gli adepti di Kansas, Styx... e perchè no? anche Queen |
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5
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Ho sempre avuto il dubbio che fosse un gruppo "invitato caldamente" a creare pezzi per un target più teen rispetto ai vari Motley Crue, Poison ecc.ecc...comunque piacevole. |
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4
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Non è che li ho mai amato alla follia. A loro ho sempre preferito altre band quali Motley Crue, Steel Heart, Cinderella, Bon Jovi (era glam, ovviamente) e soprattutto Skid row però come non poter fare un plauso a questo albuim. In linea col recensore. |
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3
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Rece doverosa per una grande band di glam metal/hard rock delle più genuine. Da questo passando per Cherry Pie fino a Dog eat Dog, tre piacevoli capolavori che riascolto con malinconia pensando sopratutto alla tragica scomparsa di Lane! Grandi nella loro esibizione al Monster del 1992 R.I.P. Jani |
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2
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Grazie Saverio! Considero le tue recensioni un punto di riferimento, ed un tuo complimento mi fa doppiamente piacere. Quanto ai Warrant, non erano tra i miei ascolti preferiti dell'epoca (ricordo con più affetto Almighty, Johnny Crash, D-A-D, Love/Hate, Poison e Roxy Blue), ma recensirli per Metallized me li ha fatti conoscere sotto una luce diversa (quel po' di "buio" di cui parli), aiutandomi a ri/scoprirli. |
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1
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Bravissimo Marco. Hai tirato fuori il meglio di questo bel debutto. California dreamin' e' senz'altro la colonna sonora dell'intera carriera di questo gruppo. C'e' sempre un po' di buio nelle luci piu' scintillanti e Jani Lane ne e' stato purtroppo una delle vittime. R.i.p. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. 32 Pennies 2. Down Boys 3. Big Talk 4. Sometimes She Cries 5. So Damn Pretty (Should Be Against the Law) 6. D.R.F.S.R. 7. In The Sticks 8. Heaven 9. Ridin' High 10. Cold Sweat
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Line Up
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Jani Lane (Voce) Joey Allen (Chitarra) Erik Turner (Chitarra) Jerry Dixon (Basso) Steven Sweet (Batteria)
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RECENSIONI |
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