|
27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
|
|
|
( 5982 letture )
|
Leggende viventi come i Black Sabbath li hanno sempre indicati tra le loro influenze primarie, dichiarando addirittura di essere nati col sogno di diventarne gli eredi; ci saranno dunque parecchi motivi per i quali gli inglesi Cream, sorti attorno al 1966, vengono considerati tra i maggiori innovatori del rock, capaci di rivisitare diversi stilemi del jazz e del blues e indirizzando la propria musica verso una direzione chiara e significativa. Con questo disco siamo veramente all’alba del rock moderno: il suono e l’approccio sono arcaici e classicissimi, e non sarà difficile imbattersi in quegli elementi capaci poi di influenzare parecchie band di valore: il focus sul guitarism di Eric Clapton è d’obbligo, con le melodie nitide, capaci di trasportare in una dimensione fatata e quasi visionaria, e gli assoli caldi sempre in primo piano; il tocco del grande musicista di Ripley, poco più che ventenne, garantiva alla sua band un aplomb elegantissimo e fine, scandito da ritmi lenti e ovattati, forse non sempre trascinanti come potremmo interpretarli oggi, né tantomeno radiofonici o semplici da orecchiare. Generalmente le composizioni sono molto brevi e filiformi nella struttura, semplici nel canovaccio ma basate sul ruolo edulcorato e sopraffino delle sei corde, tese ad accompagnare le discrete linee vocali portanti, le quali alternano momenti più convincenti ad altri dal profilo più basso: il tono utilizzato da Jack Bruce è compassato, la matrice, ancora una volta, jazz-blues; ordinato ma a tratti fantasioso è il lavoro di Ginger Baker dietro alle pelli: il drummer si produce in qualche sfumatura particolarmente articolata per l’epoca, suonando come un precursore.
Tuttavia è sempre la chitarra lo strumento che resta centrale: l’influenza hendrixiana aveva da poco varcato l’Atlantico, e nuovi profeti della distorsione stavano ponendo le pietre miliari del rock, attraverso suoni e canzoni primigeni e seminali; lampi di sperimentalismo s’odono in alcune canzoni dotate di ampi frammenti strumentali, tesi ad approfondire il discorso musicale senza limitare il raggio d’azione dei musicisti. La prima canzone composta dalla band, I Feel Free, apre il platter con la sua atmosfera inizialmente pacata ed onirica, facendosi poi più aggressiva nel vocalism, supportato da cori soavi; N.S.U. poggia su una sezione ritmica più tosta e su un solo morbido e trepidante di Clapton: le esili e pregevoli carezze del chitarrista creano un flavour rilassato e da piano bar, molto raffinato, in Sleepy Time Time, mentre una linea vocale quasi beatlesiana, dai toni soffusi ma celebre nel suo andazzo, rende piacevolissima la successiva Dreaming. Decisamente più pimpante è il mood di Sweet Wine, che col suo lungo guitar solos sembra rammentarci quelle origini dalle quali in tanti hanno preso spunto, compreso un certo Tony Iommi, per le proprie tentazioni metalliche. L’ondeggiante Spoonful è una cover di Willie Dixon (1960), a sua volta basata su una composizione risalente addirittura al 1929: il pezzo è accompagnato dall’armonica e dalle consuete stilettate chitarristiche, ancora primarie nella strumentale Cat’s Squirrel. Qui le sei corde si incrociano a più riprese con la stessa armonica, mentre si coglie una certa ricerca progressiva nel drumworking. Superata un’altra cover come la saltellante Four Until Late (dell’artista blues Robert Johnson, 1937) -al tempo era prassi infarcire i dischi di ri-arrangiamenti e riproposizioni di brani parecchio datati- si giunge a Rollin’ and Tumblin, un classico del blues, composta per la prima volta nel 1929 e ripresa da svariati artisti; i Cream la eseguono con grande dinamicità, una ritmica veloce ed incalzante, assolutamente inedita per l’epoca.
I’m So Glad, la cui versione più celebre resta forse quella dei Deep Purple, risale al 1930 e presenta un chorus piacevole e conosciuto, in corrispondenza del quale le trame strumentali si fanno più robuste; un’altra strumentale, Toad, spicca per il prolungatissimo assolo di batteria, tipico di un’epoca che non c’è più e forse noioso, se ascoltato ai giorni nostri, ma sicuramente capace di dimostrare la ricerca tecnica perpetuata dalla band britannica, la quale inserisce in scaletta anche The Coffee Song, sostenuta da linee vocali tradizionali e positive. Va detto che esistono diverse versioni del disco, così che la tracklist potrebbe subire degli smottamenti nell’ordine delle canzoni a seconda dell’edizione posseduta. Come debutto, Fresh Cream è parecchio significativo, anche se la band toccherà in seguito vertici ancor più elevati: esso annette a sé tutte le peculiarità attraverso le quali i Cream fungeranno da pionieri di qualcosa di nuovo, di innovativo, radicato nel blues ma sospinto, attraverso l’energia della chitarra, verso lidi sempre più rocciosi e spinti.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
9
|
Ho messo 99 per far salire la ridicola media voto lettori. |
|
|
|
|
|
|
8
|
Clapton is god... Ma cosa fa in spoonful... Mamma mia... Da brividi!!! |
|
|
|
|
|
|
7
|
Per me Fresh Cream è assai più bello del tanto celebrato Disraeli gears e inferiore solamente al capolavoro assoluto Wheels of fire. Con questo album si capisce perché all'epoca sui muri di Londra si scriveva "Clapton is God". Le rielaborazioni di Spoonful, NSU, Sleepy time time, i classici I feel free e I'm so glad sprizzano classe, perizia tecnica e vocale da ogni nota. In Sweet wine il solismo dei tre emerge in tutta la sua prepotenza. Four until late e Rollin & tumblin sono omaggi ai classici da cui tutti (Black Sabbath compresi per stessa ammissione di Iommi) nascono. Un paio di appunti: non mi pare che sia un disco particolarmente ostico da ascoltare, anzi. E non concordo con il fatto che Clapton sia inferiore a Page. In quanto a tecnica, precisione e pulizia del suono Clapton quando suona il blues non è secondo a nessuno. Per quanto concerne l'inventiva direi che allora è vero, ma se poi analizziamo certe soluzioni dei primi quattro album del Dirigibile (tutti inenarrabili capolavori) si aprirebbe un discorso troppo lungo e complesso. 85 |
|
|
|
|
|
|
6
|
Album stupendo e molto vario:Rock,Blues,Pop e un po' di psichedelia,il tutto condito da grandissimi riff e assoli di Clapton! non è un caso se nelle strade Inglesi,si poteva leggere la scritta:"Clapton is God". |
|
|
|
|
|
|
5
|
Chiaramente,se cercare qualcosa 'esplosivo' non ascoltatelo proprio questo disco,ma da una chiara idea di cosa fosse l' Hard Rock gia all' epoca,anche se c'è da dire che parecchi cenni di questo genere sia li si erano visti in precedenza,in tantissime bands ma anche nei Beatles...Ma un insieme di Rock piu definito,che si puo iniziare a definire appunto 'HARD' lo si vede da qui...Parlando dei singoli,trovo tutti e 3 molto preparati,ma la personalità di Eric Clapton spicca fortemente,e c'è un motivo se oggi lo definiamo uno dei piu virtuosi delle storia...Un po altalenante come disco,è vero,forse troppo radicato al blues,ma con quel pizzico di psichedelia da rendere unici i Cream |
|
|
|
|
|
|
4
|
Non ho un debole per loro ma questo Fresh Cream è veramente un ottimo disco |
|
|
|
|
|
|
3
|
A me questa band piace tantissimo e questo disco (come tutti gli altri del resto) e' meraviglioso. Basato sulla chitarra magica di Clapton. E' un passaggio fondamentale tra rock psichedelico ed hard rock/heavy blues. Questo album e' sicuramente tra i primi dischi hard rock. La recensione e' molto chiara e ben scritta, l'unica cosa e' il voto, secondo me proprio per l'importanza storica il disco merita un po' di piu', il mio voto e' 90. |
|
|
|
|
|
|
2
|
I Cream sono paragonabili al big bang, a mio avviso. Non vorrei esagerare, perché comunque c'erano altre band all'epoca e prima di loro il vero botto lo avevano fatto Elvis e Beatles ma... Credo che qualunque cosa sia l'Hard Rock, in realtà, nasca da loro e l'ammirazione che lo stesso Hendrix nutriva per Clapton dice già tutto. |
|
|
|
|
|
|
1
|
Disco seminale, sebbene non sia il migliore dei Cream. |
|
|
|
|
|
INFORMAZIONI |
 |
 |
|
|
|
Tracklist
|
1. I Feel Free 2. N.S.U. 3. Sleepy Time Time 4. Dreaming 5. Sweet Wine 6. Spoonful 7. Cat’s Squirrel 8. Four Until Late 9. Rollin’ and Tumblin’ 10. I’m So Glad 11. Toad 12. The Coffee Song
|
|
Line Up
|
Jack Bruce (Voce, Cori, Armonica, Basso) Eric Clapton (Chitarra solista, Chitarra acustica, Seconda voce) Ginger Baker (Batteria, Percussioni, Seconda voce)
|
|
|
|
RECENSIONI |
 |
|
|
|
|
|
|
|
ARTICOLI |
 |
|
|
|
|
|
|