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27/04/25
THE LUMINEERS
UNIPOL FORUM, VIA GIUSEPPE DI VITTORIO 6 - ASSAGO (MI)
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Down - Down IV Part I - The Purple EP
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( 6306 letture )
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“Dico ai fan di aspettarsi un prodotto vero e senza fronzoli, dritto al punto. Se vi è piaciuto il nostro primo album questo EP non vi deluderà: il nostro approccio è stato particolarmente rude, in particolare le canzoni hanno l’atmosfera della sala prove. Ancora una volta, lo sentirete da voi e sarete – a questo punto – giudici migliori di quanto non lo sia io.”
Le parole di Phil Anselmo ci hanno introdotto, qualche mese fa, all'uscita di IV - The Purple EP: certo è che la scelta dei Down di pubblicare ben quattro mini album a distanza di un anno l'uno dall'altro al fine di scandagliare tutti gli aspetti del loro background artistico, - devo essere sincero - mi ha sconfortato. Dopo cinque anni di silenzio tutti ci saremmo aspettati una nuova release su lunga distanza da parte dei nostri; la loro mancanza si è fatta sentire e ha portato a un profondo senso di vuoto nel ventre di un genere avaro di grandi nomi, come appunto lo sludge.
La prima cosa che salta agli occhi è che questo è di sicuro un lavoro ordinario, considerato il moniker sotto il quale è uscito: sei canzoni per poco più di mezz'ora di musica che, come dice il buon Anselmo, suona nuda e cruda come mamma l'ha fatta, contaminata però da un senso di incompletezza che, si spera, verrà colmato con l'uscita dei prossimi lavori. Ci sono poche sfaccettature in seno a quest'album, come se il voler dividere le molteplici sfumature del loro sound abbia lasciato i Down con delle architetture troppo scarne per poter lasciare davvero il segno. Per carità, le canzoni non sono affatto male, stiamo parlando pur sempre di una band formidabile, ma i fasti degli esordi invocati a gran voce dai protagonisti sono ben distanti da qui, e anche se le influenze preventivamente citate dalla band ci sono tutte (Witchfind General, Saint Vitus e Black Sabbath), c'è solo da dire che ci si aspettava - o meglio, mi aspettavo - molto, ma molto di più.
Le strutture compositive presentano a volte troppe poche variazioni, e alcuni passaggi sono meno fluidi del solito: il singolo Witchtripper, a tal proposito, ci regala una buonissima prova di Anselmo, ma anche una monotonia di base che alla lunga stanca. Buona invece l'opener Levitation, 100% Down e impreziosita da ottimi assoli. Open Coffin è invece uno dei pezzi migliori: diluita in dosi di ruvidità e sapienza compositiva, dove le influenze doom messe in bella mostra si scontrano con il tipico sound della band. La successiva The Curse is a Lie è la traccia più introspettiva del lotto; discreta si, ma anch'essa senza accenti capaci di far sobbalzare l'ascoltatore sulla sedia. Chiudono il lavoro This Work is Timeless, ottimo esempio di southern metal sporcatato nel blues che molto ricorda la bellissima Stained Glass Cross, e la più lunga e finalmente davvero molto bella Misfortune Teller, dove l'anima sabbathiana viene fuori prepotentemente e in maniera ben calibrata tra i vagiti metallici dei nostri.
Si può dire di tutto meno che i Down abbiano perso la loro rabbia, ma tra le mani rimane un po’ troppo poco per poter gridare al miracolo. Ci si aspetterà molto di più dai prossimi lavori, e forse, solo dopo averli ascoltati nella loro completezza, riusciremo a comprenderne la reale natura e portata; per il momento date una chance a questo mini album, in attesa che i tempi maturino e che il fiore Down germogli ancora in tutta la sua nera superiorità.
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13
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@No Fun anche a me questo piace, anzi ero convinta di aver già commentato! Ricordavo di aver scritto da qualche parte che questo disco mi fa sentire come in un locale fumoso di New Orleans, sensazione molto bella. Certo non è come Nola anche secondo me ma al tempo stesso non lascia quell'inquietudine che io sento sempre dopo l'ascolto del debutto. |
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12
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A riprova che non ci capisco na mazza, a me questi ep piacciono parecchio, li riascoltavo ieri in macchina uno dopo l'altro, e sicuramente preferisco questi al III (oddio l'ho scritto) con cui non riesco ad entrare in sintonia, salto le canzoni e non ne ricordo mezza pur dopo tanti ascolti. Ma comunque anche al recensore piacciono, tanto che su sei brani quattro sono descritti come ottime canzoni (e lo sono) e anche nel successivo ce ne sono altrettante (Steeple su tutte) da scapocciamento. Certo se lo paragoniamo a Nola un solo minuto di Bury Me in Smoke li spazza via come polvere nel deserto. |
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11
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Capolavoro, non capite una sega. Gente che ripete a pappagallo il giudizio di altri credendo così di passare per intenditori. Buoni solo a fare le pecore. |
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10
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che aquisto della ceppa che ho fatto. Nola e il successivo sono bombe, il terzo non mi è piaciuto tanto, ma questo cd è veramente una pigna. |
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9
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Ascoltato. Mezza delusione. Torno a riascoltarmi disconi come "Down III - Over The Under" e soprattutto "Nola".. |
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8
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non è brutto...è solo noioso |
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7
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A me invece piace molto. |
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6
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decisamente moscio questo ep... |
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5
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posso farvi una doomanda semplice, ma alla fine dei 4 ep qualcuno sa di una eventuale pubblicazione in toto oppure bisogna a forza prenderseli sepratamente?... |
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4
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Delusione, appena ma proprio appena sufficiente. |
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3
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piuttosto spompetto, e registrato un po' troppo alla cazzum |
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A me è piaciuto molto anche il terzo disco oltre a NOLA, ma questo invece pochissimo! |
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1
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il singolo witchtripper è carino...non mi aspetto molto, anche xchè sui dischi del dopo "Nola" non ho mai avuto tutta quella devozione mistica che ho per il debut...tra i prox ascolti in lista cmq... |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Levitation 2. Witchtripper 3. Open Coffins 4. The Curse Is A Lie 5. This Work Is Timeless 6. Misfortune Teller
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Line Up
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Phil Anselmo (vocals, studio guitar) Kirk Windstein (guitar) Pepper Keenan (guitar) Patrick Bruders (bass) Jimmy Bower (drums)
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