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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Grand Supreme Blood Court - Bow Down Before the Blood Court
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( 3191 letture )
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Back to the future… Grand Judge Daniels.
Era il 2000 quando gli Asphyx appesero gli strumenti al chiodo con le note di On the Wings of Inferno, un anno che sancì la fine del gruppo olandese, il quale iniziò la sua tormentata carriera nel lontano 1987 pubblicando pietre miliari quali The Rack e Last One on Earth. Ci furono negli anni precedenti alcune parentesi parallele agli Asphyx, tant’è che i membri predominanti del gruppo fondarono i Soulburn, altra band di culto dell’epoca che diede alle stampe un unico disco, e in merito potremmo citare anche i Pentacle, con quel Wennes Gubbels che troviamo sia sul già citato On the Wings of Inferno e sia sul disco di reunion, Death… The Brutal Way. Quella parentesi non è quindi imputabile ad un discorso economico; i ragazzi ora hanno un affiatamento reciproco, quello che è mancato nei primi anni ’90 e che a suo tempo portò all’uscita dalla band di uno dei cantanti migliori in circolazione, se non attualmente il migliore, ovvero Martin Van Drunen. Detto ciò, i discorsi potrebbero anche ampliarsi, aprendo alcune parentesi sugli anni dei problemi e dei litigi interni, sul suicidio di Theo Loomans, membro che evitò il tracollo della band ai tempi di God Cries del 1996, il quale si unì al solo Bob Bagchus. Tuttavia, il passato è passato, i membri hanno voltato le spalle a quelle vicende e sono tornati a macinare riff assassini come all’epoca, senza vendersi o altro, ricominciando uniti con gli Asphyx e dando alle stampe un altro grande disco: Deathhammer, il 27 febbraio 2012. Cosa manca a questo punto? Ah sì, Eric Daniels. Terminata la carriera degli Asphyx nel 2000, il chitarrista si allontanò dal mondo della musica e anche durante la ripresa del gruppo olandese rimase in disparte, senza partecipare a questa importante reunion. Tuttavia, evidentemente, la voglia di rifar musica diventò forte in questi anni e per sancire il suo ritorno era impensabile cacciar via l’attuale chitarrista degli Asphyx per far tornare Eric; tant’è che, proprio come fecero ai tempi dei Soulburn, decisero di tirar su un nuovo gruppo fatto da amici e conoscenti, ricominciando così a far musica, la stessa musica che fanno da venticinque anni, unendo Asphyx e Hail of Bullets insieme a Dan Swano alla produzione, alimentando sin da subito grande curiosità, pur proiettando l’ascoltatore, senza troppa fatica, ad un risultato facilmente intuibile: le possibilità di fare qualcosa di totalmente diverso non c’erano minimamente, non coi nomi in questione. Nacque, con questi presupposti, un nuovo progetto concentrato sulla tortura sia testuale che musicale, che iniziò nel 2009 e che solo il 9 novembre 2012 ci ha regalato il debut album Bow Down Before the Blood Court, sotto la Century Media. Si tratta di un album caotico e con una produzione assolutamente pesante, frastornante e per nulla pulita, volutamente marcia, ancor più marcia di Deathhammer, dove l’uso di questo aggettivo non deve far pensare ad una cattiva registrazione, ma ad un suono confusionario, guasto, "plettratissimo" e soffocante. La produzione è stata criticata da alcuni e ci può stare assolutamente questo discorso, visto che, vivendo in un’epoca tecnologicamente avanzata, si potrebbero avere suoni nitidi, migliori e più alla portata; ma secondo il gusto personale va benissimo così, sazia ampiamente la voglia di un death metal crudo e aspro.
ALZATEVI, ENTRA LA CORTE… È inutile parlare singolarmente delle canzoni, se conoscete gli Asphyx e gli Hail of Bullets sapete bene cosa aspettarvi da questo progetto. I riff sono sostanzialmente gli stessi e le canzoni hanno la stessa impronta dei gruppi citati, l’unica difficoltà che magari potreste incontrare sta nella produzione che, ripeto, è assolutamente pesante e quindi non per tutti. All Rise! in apertura è catacombale e destabilizzante: le campane a morto iniziali, con il plettro che imperversa dal sottofondo fino ad esplodere in un grande vortice di perdizione, hanno un impatto emotivo importante, personalmente mi soddisfano ampiamente; questo tipo di suono lo troverete per tutto il disco, ragion per cui un track by track è assolutamente inutile.
All rise! Raise your worthless lives All rise! Honour the Five
Il lavoro svolto dai cinque giudici è ottimale. Non che le partiture richiedessero una tecnica straordinaria, ma non c’è un minimo di sbavatura, tutto è a tempo, il lavoro al basso di Theo van Eekelen è eccezionale, corposo e lo strumento suona come se fosse una terza chitarra, irrobustendo quelle di Eric e Alwin. A ciò si unisce il timbro di Martin, come sempre impeccabile, con lo stop strumentale di Grand Justice, Grand Pain, per poi ripartire in sordina con Fed to the Boars –con un Martin che si cimenta in un strano pig squeal-, Circus of Mass Torment, Public Castration, Piled Up for the Scavengers e la conclusiva, ...And Thus the Billions Shall Burn. Quest’ultima, in particolare, è una canzone che, come detto nel report sul loro primo live in Germania, basterebbe da sola a rendere appetibile l’intero album. Con il suo andamento evocativo, desolante e struggente, regala dieci minuti scarsi di abbandono emotivo; ogni volta che la ascolto ho sempre le stesse sensazioni, come quelle suscitate da Berlin degli Hail of Bullets, per portarvi un esempio.
Absolute victory However, some survived Endured the holocausts Our wrath called genocide
Colpisce lo sgomento prodotto dai testi, i quali sono abietti e "malati", orientati proprio sulla tortura (come dicevo prima), mettendo in risalto il potere dei cinque giudici e della loro fatale sentenza, architettata impeccabilmente per tutto il disco; ogni dettaglio è al suo posto. Il digibook è altresì ghiotto ed, oltre a proporre il putrido artwork, è unito ad un booklet ricco e composto sia dai testi e sia da immagini, con ringraziamenti particolari aventi un tono giudiziario, a dimostrazione che ogni dettaglio è curato con dedizione. La traccia conclusiva è perfetta come gran finale, trascinando e catapultando l’ascoltatore in un contesto che si distacca dal resto dell’album; con il suo andamento più lento e visionario, è particolarmente coinvolgente, dando al disco un tocco di assoluto spessore e portando la vittima sacrificale che ascolta ad uno scenario devastato e sanguinario.
Il death metal è filone particolare e prolifico ma, nonostante tutto, alla fine si riconosce sempre chi riesce davvero a spiccare sul marasma dei gruppi in circolazione, tutti assolutamente validi, ci mancherebbe, ma i veterani sono sempre lì a dettar legge.
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9
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Ho l'impressione che questo disco sia stato abbastanza snobbato, oscurato com'è dall'ombra dei recenti disconi di Asphyx e Hail Of Bullets. Peccato, perché BDBTBC contiene autentiche perle quali la le tracce n° 2,3,9, 10 e soprattutto l'ultima, apocalittica ...And Thus The Billions Shall Burn, spettacolare manifesto Death-Doom di scuola europea. Riscopritelo! |
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8
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Ok, dopo averlo ascoltato qualche volta di più, mi sento di esprimere un giudizio più ragionato. Senza ombra di dubbio un buon disco, tuttavia regge il confronto con le ultime fatiche di Asphyx e Hail of Bullets con i quali entra in competizione per fattori più che ovvi. Pur avendo un suono più marcio e crudo dei progetti precedentemente citati, qualitativamente trovo i Grand Supreme Blood Court inferiori. Prendiamo come esempio le opener di tre album come ...of frost and war, Death, the brutal way (cito questi due perché sono un debut e una ripresa dopo anni di inattività) e Bow Down Before The Blood Court. Ascoltate Ordered Eastward, Scorbutics e All Rise e ditemi se fra le prime due e la terza non c'è una differenza notevole in termini di qualità compositiva. Passando alla produzione, vorrei fare notare una cosa: se parliamo di produzioni eccellenti con suoni crudi e volutamente old school, alcune produzioni della Ibex Moon avrebbero molto da insegnare a quella di Bow down before the blood court che risulta cacofonica e forzata. Per quanto ci tenga a Daniels, per quanto questo sia un prodotto che gli amanti degli altri progetti sono quasi obbligati a prendere, diciamoci la verità e togliamoci il prosciutto dagli occhi: questo disco non vale le ultime fatiche di Asphyx e Hail of Bullets. E' un buon disco, ma fra qualche anno nessuno ne parlerà più (a differenza dell'ultimo Incantation, tanto per fare un nome a caso...). For fans only. |
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7
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Ho ascoltato solo qualche traccia. Già, alla faccia del side-project. Comunque questi signori sono dei grandi, 100% attitudine e passione. |
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5
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Concordo sia sulla rece che sul voto. |
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4
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La vecchia scuola è la migliore, non mi stancherò mai di ripeterlo. Il death non è fare i segoni agli strumenti, non è la produzione perfetta e iperpompata, non è il fare 30 cambi di tempo a canzone. Il death è atmosfera, efferatezza. La sentenza è che 'sto disco è da comprare. 85/100 |
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3
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Disco crudo ed efferato con una produzione appunto volutamente pesante ed opprimente. Uno dei migliori dell'anno passato (alla faccia del side-project) ed ora aspettiamo gli Hail Of Bullets |
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2
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questa è una recensione death metal scritta da chi vive il death metal. Cazzo. \m/ |
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1
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Questa è una recensione death metal. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. All Rise! 2. Bow Down Before the Blood Court 3. There Shall Be No Acquittance 4. Veredictum Sanguis 5. Behead the Defence 6. Grand Justice, Grand Pain 7. Fed to the Boars 8. Circus of Mass Torment 9. Public Castration 10. Piled Up for the Scavengers 11. ...And Thus the Billions Shall Burn
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Line Up
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Grand Prosecutor van Drunen (Voce) Grand Judge Daniels (Chitarra) Grand Registrar Zuur (Chitarra) Grand Executioner van Eekelen (Basso) Grand Magistrate Bagchus (Batteria)
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