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27/04/25
THE LUMINEERS
UNIPOL FORUM, VIA GIUSEPPE DI VITTORIO 6 - ASSAGO (MI)
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( 2851 letture )
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Come musicista e/o band, a volte è difficile separare se stessi dal lavoro e visualizzare come gli altri stanno per interpretare il tutto. In altre parole, a volte è difficile sapere se le idee che hai sono rilevanti solamente per te stesso mentre altri le ignorano. Con Unwelcome, abbiamo sicuramente messo tutti noi stessi nella scrittura e nella registrazione, fermandoci nel prestare attenzione a ciò che è alla moda o cosa possa fare appello a un pubblico più vasto. Facendo questo, sento che abbiamo creato uno degli album Arsis più sinceri, probabilmente uno dei più rilevanti. James Malone in merito all’album.
Malone, insieme alla sua gang, è riuscito nell’ardua impresa proclamata nel precedente intervento? Lo scoprirete dopo un piccolo break pubblicitario!
La polimerizzazione a stadi è una delle due grandi classi distinte di reazioni di polimerizzazione; l'altra è la polimerizzazione a catena. La polimerizzazione a stadi è spesso una polimerizzazione per condensazione (cioè con espulsione di una molecola a basso peso molecolare, detta "condensato"), ma esistono delle eccezioni; ad esempio il poliuretano è un polimero di addizione, ma la sua produzione avviene tramite polimerizzazione a stadio.
Eccoci ritornati, si parlava di impresa giusto? Uno scoglio da abbattere per poter infrangere verso la banchina, rompere gli scetticismi e fornire una botta di immane violenza per dimenticare quell’errore chiamato Starve For The Devil. Ebbene, si può confermare senza ombra di dubbio che sono tornati! Hanno effettuato il "come back", quel ritorno alle origini che dopo un paio di sperimentazioni e sonorità discutibili lascia respirare nuovamente l’aria di We Are The Nightmare. Dopo la preventivata ed ennesima variazione di line-up, Malone aveva l’arduo compito di dimostrare una volta per tutte che non bastavano solo il carisma e la presenza scenica per essere definito frontman, servivano risultati e questi sono arrivati finalmente. La tecnica, combinata con melodia e applicata ad un marchio di fabbrica noto, è di casa in quest’album; i riff a spirale discendente ormai arcinoti compaiono sin dai primi secondi fornendo un non so che di commovente. Sin dalle prime battute è possibile percepire la dedizione chirurgica posta nel concepimento di tracce come Chocking On Sand, Martyred On Mourning oppure No One Lies To The Dead (quest’ultima è tra le migliori canzoni mai composte dalla band). La componente thrash è molto forte, la radicata attitudine svedese rende però le composizioni più armoniose, più vicine al tipico death melodico di casa svedese, appunto. Soprattutto gli assoli sono di una durata ottimale, offrono lo stacco giusto al momento giusto, un respiro per riprendere il cammino, mai barocchi e fini a se stessi: una delle rare uscite discografiche dove questi ultimi hanno motivo d’esistere. Tra i punti di forza di quest’album c’è anche il ritorno in pianta stabile di Martin, che decide di fare marcia indietro dopo aver abbandonato temporaneamente la band; le motivazioni poco importano ma la sua presenza è fondamentale al risultato finale.
Una particolarità di Unwelcome è la produzione: se confrontata con il precedente Lepers Caress EP, pur essendo entrambi registrati in un’unica sessione, risulta meno plastificata e più corposa. La sensazione è quella di aver messo nell’EP gratuito i rimasugli, gli scarti, in alcuni casi anche le versioni demo. Carve My Cross infatti è stata riregistrata e remixata per l’occasione; probabilmente l’amarezza era troppa e si voleva dare un degno seguito a quest’ultima. Un’altra traccia che merita di essere citata è Sunglassess At Night, cover di Corey Hart, che mantiene lo stesso feeling dell’originale, magari con qualche tastiera e cotonatura in meno, ma sempre incisiva. Il perché di questa scelta è tutto un mistero ma il testo merita un plauso:
I wear my sunglasses at night So I can, so I can See the light that’s right before my eyes
Ancora mi chiedo cosa avessero bevuto certi musicisti in quegli anni. Silenzio, meglio rimanere in silenzio. La voce di Malone è sempre tagliente ed arcigna, non cambia mai ed in alcuni casi risulta essere quasi monocorde. Qualche piccola sperimentazione c’è, questo è indubbio, ma tanta linearità fa scemare il dinamismo dei brani, molto spesso posti su un piano parallelo ma in totale contrasto con le parti vocali. Unwelcome è arrivato dopo: a parti invertite si parlerebbe di un ottimo trampolino di lancio verso il grande pubblico, purtroppo però la storia non è dalla sua parte e lo relega come eterno secondo.
Se non siete stati fan della band sino ad oggi non lo diventerete con questo Unwelcome. Il passo falso è già stato compiuto anni fa, fortunatamente ci si è rimessi in carreggiata e ora gli Arsis hanno tutte le potenzialità per riprendersi quella fetta di panorama che spetta loro. Il 2013 è ancora lungo, ma probabilmente questo potrebbe essere uno di quei dischi che rimarrà nel lettore degli amanti del genere per diversi mesi. Da segnalare in ultimo che la versione limitata contiene più di un’ora di materiale; al suo interno infatti sono presenti tutte le tracce di Lepers Caress EP più la ri-registrazione di The Face Of My Innocence (dal sempre amato Celebration Of Guilt). Come dire due al prezzo di uno, ma non sarò certo io a consigliarvi l’acquisto; se però vi capitasse di ascoltare No One Lies To The Dead, con molta probabilità lo deciderete da soli.
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2
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Sono curiosissimo di ascoltare il loro nuovo lavoro, A Celebration Of Guilt rimarrà sempre insieme a We Are The Nightmare, il loro capolavoro. Sicuramente si sono ripresi da quella mezza cagata che era Starve for the Devil Recensione ben scritta e che mi ha parecchio incuriosito, il voto lo lascierò dopo un attento ascolto!i |
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1
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Concordo sia con l'analisi che con la valutazione. Ottima recensione. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Unwelcome 2. Carve My Cross 3. Handbook For The Recently Deceased 4. Choking On Sand 5. Let Me Be The One 6. Sunglasses At Night 7. Martyred Or Mourning 8. No One Lies To The Dead 9. I Share In Shame 10. Scornstar
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Line Up
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James Malone (Voce, Chitarra) Brandon Ellis (Chitarra) Noah Martin (Basso) Shawn Priest (Batteria)
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