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27/04/25
THE LUMINEERS
UNIPOL FORUM, VIA GIUSEPPE DI VITTORIO 6 - ASSAGO (MI)
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After Forever - Prison of Desire
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( 4154 letture )
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Ci si potrebbe chiedere come mai andare a recuperare un disco pubblicato più di dieci anni fa, o ancora perché continuare ad ascoltare il primo tentativo di una band che con il tempo ha maturato il proprio stile personale, andando a distaccarsi da quel panorama olandese già così affollato da proposte musicali che iniziavano a distanziarsi dal gothic, assumendo una venatura sinfonica più o meno marcata. Forse perché ogni tanto guardare al passato e “togliere la polvere” può essere essenziale per comprendere appieno gli After Forever, una delle formazioni Orange più celebri, però ora non dilunghiamoci troppo e vediamo da più vicino cosa è rinchiuso in questa prigione del desiderio.
Un coro apre solennemente l’album con Mea Culpa, quasi un canto gregoriano che annuncia fin dal principio l’impronta generale dell’album (tematiche dei testi comprese), un prologo in latino che porta la nostra immaginazione in un’ambientazione mistica, che per altro già la copertina richiama, visto l'artwork che infatti ricorda un frammento di un rosone gotico. Subito dopo però irrompe sulla scena la voce di Floor Jansen che si avvicenda con gli harsh vocals dei due chitarristi, dimostrando fin da subito la sua notevole estensione: dalle note più basse si sposta fino a quelle più acute quasi senza il minimo sforzo e a gorgheggi cristallini che si trasformano nel cantato potente ed esplosivo che la contraddistingue; Semblance of Confusion è solo una delle tante canzoni che possono essere prese ad esempio di questo suo grande talento. Mentre l’aggressiva controparte maschile è assegnata ai due chitarristi, tra cui un giovane Mark Jansen che si lancia in un growl non troppo profondo spesso sovrapposto a parti in screaming, il quale però risulta ancora acerbo e non troppo acuto come si sente in Leaden Legacy; questa canzone è infatti il primo episodio di un concept in cui Jansen attacca i vari aspetti controversi delle maggiori religioni, che terminerà con gli Epica una volta abbandonati gli After Forever per divergenze artistiche. Ma torniamo ai nostri: i passaggi delle sei corde sono decisamente impetuosi, numerose sono infatti le parti in palm muting e i riff intensi e scattanti, come possiamo ascoltare in Inimical Chimera, dove i veloci fraseggi armonizzati della chitarra solista aumentano ulteriormente la tensione del pezzo, tuttavia veri e propri momenti di solismo sono quasi assenti, anche se Sander Gommans rimane comunque sulla scena con fraseggi incastonati fra le parti ritmiche e seguendo la voce. Per bilanciare la ferocia delle sei corde sono stati sapientemente inseriti arpeggi in pulito, mi riferisco in particolare a Tortuous Threnody, dove appunto queste parti più calme mitigano la rudezza delle distorsioni. Alla tastiera Jack Driessen si sbizzarrisce con suoni di ogni tipo, non manca brano che sia accompagnato da archi, mentre in molti altri troviamo un organo che trasmette una sensazione di cupezza, ma il musicista non si limita a questo, in Leaden Legacy - The Embrace that Smothers Part I viene rispolverato il clavicembalo dando un sapore vagamente barocco alla canzone, mentre in Follow The Cry siamo catapultati in Medio Oriente con un’iniziale atmosfera arabeggiante creata dalla voce e dalla presenza di una musica che evoca il flauto degli incantatori di serpenti, azzeccatissimo con il testo che tratta della totale sottomissione dei più fedeli seguaci di Maometto. Per quanto riguarda la sezione ritmica troviamo una batteria che sa spostarsi improvvisamente da tempi più tranquilli a quelli più veloci, con brevi tirate di doppio pedale come in Black Tomb, fino ad arrivare anche a quelli estremi con il blast beat in Yield to Temptation. Procediamo con Luuk Van Gerven al basso, che con un suono caldo ed avvolgente riesce a non rimanere coperto dalle potenti chitarre e ad essere indipendente dai loro pattern con passaggi creativi ed energici, esemplare a questo proposito è la già citata Black Tomb. Siamo giunti quasi al termine di questa carrellata, tuttavia è necessario ricordare un’ospite di rilievo in Prison Of Desire, più precisamente nell’ultima traccia, Beyond Me, dove insieme all’energica voce di Floor compare anche quella angelica di Sharon Den Adel in un duetto tra due delle cantanti più influenti della scena olandese.
In definitiva il primo lavoro degli After Forever risulta più crudo e sobrio rispetto a quelli successivi, ma nonostante ciò possiamo già riscontrare tutte quelle caratteristiche salienti che matureranno -tra un cambiamento e l’altro- negli album successivi: voce carismatica, ritmi incalzanti e tastiere protagoniste, che fanno degli After Forever un gruppo di spicco; insomma Prison Of Desire si rivela un ottimo apripista per la band per una band che in futuro ha saputo darci molte soddisfazioni.
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6
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Ho seguito senza troppo entusiasmo il genere proprio nel periodo di questo debut e devo dire che è un disco che mi piace, uno dei rarissimi che ascolto ancora adesso ogni tanto. Poi, per quanto mi riguarda, potevano anche chiudere dopo il secondo album Decipher (buono ma inferiore a questo). |
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5
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stupendo, esattamente come il successivo però per come la vedo io dopo la dipartita di Mark avrebbero potuto anche sciogliersi e non mi avrebbe fatto alcuna differenza. Indubbiamente i primi due album sono acerbi, ma erano ispirati e sublimi, quelli dopo tecnicamente evoluti, migliorati e quasi perfetti, ma poca sostanza. a volte less is more. peccato T.T |
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4
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Bellissimo album , lo ascolto ancora adesso e mi piace sempre come la prima volta , la voce di Floor è favolosa (una delle migliori del panorama metal ). |
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3
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Gli After Forever penso che siano state una delle band migliori del manorama sinfonico. Quest'Album è acerbo ma nel suo essere acerbo è magnifico. E' come parlare di un "Enter" dei Within Temptation o di un "The Phantom Agony" degli Epica. Dischi entrambi molto immaturi, produzione un poco scadente ma in tutto ciò meravigliosi. Peccato veramente che si siano sciolti, avrebbero potuto fare ancora miracoli e Floor magari si sarebbe regolata anche di più vocalmente...! |
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2
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album spettacolare, l'inizio di una grande band purtroppo relegata ad essere secondina nel genere, una Floor ancora acerba ma con la stessa grinta di adesso e alle chitarre un certo Mark jansen, peccato si siano sciolti. Voto 80 |
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1
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Questo primo album mi piaue molto all'epoca. Onestamente riascolatandolo più recentemente, ne ho riscontatrato tutt i limiti. Il vero problema di questa band, per me èla voce di floor, che trovo noiosa e piatta. IL punto è che di tutte queste band ispirate dai the gathering nessuna ne hai mai avuto laatività ne la la voce di anneke. Concordo cmq con il voto, sono gli album dopo che proprio non ho sopportato. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Mea Culpa (The Embrace that Smothers-Prologue) 2. Leaden Legacy (The Embrace that Smothers-Part I) 3. Semblance of Confusion 4. Black Tomb 5. Follow in the Cry (The Embrace That Smothers-Part II) 6. Silence from Afar 7. Inimical Chimera 8. Tortuous Threnody 9. Yield to Temptation (The Embrace that Smothers-Part III) 10. Ephemeral 11. Beyond Me
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Line Up
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Floor Jansen (Voce) Sander Gommans (Chitarre, Harsh Vocals) Mark Jansen (Chitarre, Harsh Vocals) Jack Driessen (Tastiera) Luuk Van Gerven (Basso) Joep Beckers (Batteria)
Musicisti Ospiti: Sharon Den Adel (Voce su traccia 11)
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