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SECRETS OF STEEL - # 3 - N.W.O.B.H.M. - Il declino
18/09/2011 (6534 letture)
DARWINISMO SOCIALE
Estendendo il concetto antropologico del darwinismo sociale all'ambito musicale e, in questo caso, dell'hard 'n' heavy, non si è tanto lontani dalla verità nell'accostare questa "struttura sociale" al grande mondo della musica rock. La sopravvivenza del "più forte", nel music business, è un aspetto importantissimo all'interno dell'evoluzione delle scene musicali, e la NWOBHM non è certo stata risparmiata da questa inequivocabile "selezione naturale". Se pensiamo, infatti, alle innumerevoli band nate nella terra d'Albione tra il 1979 e il 1984 e all'enorme mole di materiale (specialmente singoli, demo ed EP) pubblicato in quegli anni, notiamo che il vero grande successo è stato garantito a gruppi calcolabili sulle dita di una mano. Ciò non è certamente imputabile unicamente al soramanego delle band, come si dice dalle mie parti, ovvero alle capacità insite, al know-how, ma anche (a volte soprattutto) a tutto ciò che avviene "dietro le quinte": management, label, produzione, pubblicità, critica. Come sottolineato nei due precedenti articoli, nel primo periodo della NWOBHM grazie alla grande coesione del nuovo "popolo metallaro" inglese e ad alcune accorte figure (editoriali e non), si è contribuito non solo all'affermazione di questa scena, ma anche dell'underground, supportato da eventi, scambi di materiale, compliation e dalle charts che uscivano sul magazine Sounds. In questo modo lo spietato darwinismo discografico viene attenuato da questa realtà, figlia del grande boom della NWOBHM, che non durò, ovviamente, in eterno, portando la scena in declino (esclusi i premiati dalle "leggi di natura") e circoscrivendone l'interesse ai soli appassionati e collezionisti.

ANNI SPRECATI?
Wasted Years. Esattamente, mentre gli Iron Maiden "sprecano tempo" vendendo milioni di copie e girando per il globo all'insegna del World Slavery Tour (a cui dedicheranno questa canzone), la "vera" NWOBHM, cioè quella fuori dai grandi palchi, piano piano giunge al suo capolinea, perdendo la sua identità originale, ormai confusa e soppiantata da nuove scene. Infatti, tolti i nomi blasonati (Judas Priest ed Iron Maiden su tutti), l'heavy metal inglese progressivamente perde di spessore, rimpiazzato dalle nuove scene americane di thrash e glam metal. A ciò segue un rapidissimo cambio di rotta della stampa e della critica, che prontamente fiuta l'odore di successo dei nuovi personaggi a stelle e strisce della Bay Area e della Sunset Boulevard, band come Metallica, Slayer, Megadeth, Twisted Sister, Motley Crue, Poison, Anthrax ecc. La risposta albionica non è uniforme, difatti le nuove tendenze d'oltreoceano provocano un'ulteriore frammentazione, nel piano stilistico, che porterà diversi gruppi a cercare di emulare i nuovi stilemi americani, ammorbidendo o indurendo il sound, altri a perseverare nella "tradizione", ma l'identità della NWOBHM si perde in una scena ormai non più propulsiva ed unitaria. Ma, se dal punto di vista storico e sociale la NWOBHM non si possa, dal 1984 in poi, più definire un fenomeno centrale del panorama hard 'n' heavy e non ci sia più molto da dire, dal punto di vista prettamente musicale non si può assolutamente ignorare questo periodo, che, anche se non più infarciti da quella ventata di novità che caratterizza i primi momenti del movimento, ha sfornato prodotti eccellenti, da riscoprire e che dimostrano inconfutabilmente che i tre anni '84-'85-'86 non sono certo wasted years.

LEBEL REBEL
Leather Rebel. Con la canzone dei Judas Priest, Lebel Rebel ha in comune solo l'assonanza, ma questa storpiatura può servire per inquadrare meglio il fenomeno delle case discografiche specializzate, prime protagoniste, insieme agli artisti, dell'ultimo periodo della NWOBHM. Si deve infatti a loro la fiducia, (o fiuto per i futuri collezionisti?) riposta sulle band, alle quali è permesso il budget (a volte sufficiente, a volte meno) per poter produrre un album. Come detto in precedenza, al cambio di rotta della stampa di settore, coincide un cambio di rotta netto delle major e delle grandi case discografiche, che non rischiano più su nomi inglesi che non siano già affermati, lasciando un vuoto che viene nuovamente colmato (se prima faceva parte della dimensione del do it yourself, ora è mera necessità) dalle etichette indie, dalle piccole label specializzate. Queste realtà ci faranno da cornice per potersi finalmente addentrare nella musica, dopo queste premesse storiche, riportando alla luce prodotti spesso caduti nell'oblio.

NON TEMERE ALCUN MALE
Fear no Evil. L'Ebony Records, nata nello Yorkshire grazie a Daryl Johnston, è una delle colonne portanti della tarda NWOBHM, infatti presenta nel suo catalogo alcuni dei migliori titoli del movimento. Fondata nel 1982, e chiusa nel 1987, inizialmente si dedica alla produzione di compilation – dentro una delle quali compare un nome allettante come Mercyful Fate – e di singoli, per poi iniziare a pubblicare album, la gran parte dei quali prodotti in casa dallo stesso Johnston, con un budget a volte decisamente limitato, ragion per cui alcuni prodotti risultano un po' grezzi e sporchi. Alla corte di Johnston passano gruppi come i Grim Reaper, con il potentissimo Fear no Evil; gli energici Samurai di Sacred Blade; i priestiani Preyer, con l'ottimo Terminator, riconoscibile subito per l'orribile copertina; i Blade Runner, che pubblicano il discreto Hunted; i Tyga Myra, con l'impetuoso ma melodico Deliverance; i buoni Dealer con First Strike e gli Chateux con il robusto Fire Power.

IN GUERRA CON SATANA
At war with Satan. L'avventura della Neat Records inizia nel 1979 a Newcastle, e diventa ben presto una delle realtà più importanti della NWOBHM, prima nella contea, poi in tutto il Regno Unito. Fondata da David Wood, la label annovera tra le sue fila band come Venom, Tygers of Pan Tang, Raven e moltissime altre. Fondamentale, allo stesso modo, per gli ultimi anni della NWOBHM, ovvero il triennio 1984-1986, durante il quale l'etichetta pubblica molte gemme del metal classico inglese, ma il problema che sorge è lo stesso della Ebony: la produzione. Come rivelerà Cronos dei Venom, band sotto la Neat:

"David Wood aveva un buon fiuto per il denaro e così ha iniziato a fiutare la crescita dell'interesse verso la musica heavy, approfittandone"

Buon naso per i soldi o passione che fosse, dobbiamo quasi unicamente a lui album come l'omonimo dei Cloven Hoof, mistico e aggressivo; Time of Changes dei Blitzkrieg, che diventerà famoso per la cover che faranno i Metallica di Blitzkrieg; At war with Satan degli iconoclasti Venom; l'irruento Blood Sports degli Avenger, così come l'esordio e Crimes of Insanity dei Tysondog; Pure Filth e Metal Anarchy degli Warfare; Future Warriors degli Atomkraft, vicino agli americani Exciter, per attitudine e violenza.

MARE DI PAZZIA
Sea of Madness. Come prevedibile, non esistono esclusivamente le etichette indipendenti "specializzate", come le prima citate Neat ed Ebony, e le major: l'inclinazione all'autoproduzione, nonostante sia stata fiaccata nel corso degli anni, persiste anche nell'ultima NWOBHM, basta infatti pensare agli Elixir, una delle ultime band di "successo" dell'ondata, che pubblica l'esordio, The son of Odin, autoproducendolo, così come i Desolation Angels, con l'omonimo album, uno dei migliori prodotti della tarda NWOBHM. L'alternativa all'autoproduzione è affidarsi a delle piccolissime label indie, come nel caso degli ottimi Omega, con il piacevolissimo album The Prophet, che richiama alle sonorità dei seventies; del dimenticato esordio (e unico album) dei buoni Tredgar; dello sfortunato full-length del supergruppo NWOBHM Tytan, Rough Justice, che vede la luce due anni dopo lo scioglimento della band, sotto la Metal Masters, che produce anche i Persian Risk di Rise Up; dei raffinati Demon, con il piacevole Heart of our Time. Il "mare di pazzia" del mercato discografico NWOBHM è qui descritto, fortunatamente per chi legge, in minima parte, ma manca all'appello un altro contributo, seppur non fondamentale come quello delle label indie: le major.

ASSALTO FRONTALE
Frontal Assault. L'assalto frontale (citazione degli Angel Witch) nel mercato musicale è quello operato dalle major, dalle grandi etichette, che formano la punta dell'iceberg delle intere scene discografiche. Come si diceva prima, la vera struttura della NWOBHM non è quella del grande mercato, ma non è neanche corretto escludere l'apporto delle grandi label alla diffusione del movimento. Estromettendo a priori da qualunque lista i nomi blasonati, c'è comunque da tener presente quanto influisse l'esperienza delle grandi etichette, anche per band che non fecero mai, in verità, "il botto". Esempi eclatanti sono i Tank e i Battleaxe, che firmano con la Music For Nations, etichetta che pubblica nel Regno Unito lavori di Metallica, Manowar, WASP, Mercyful Fate, Rods, Ratt, e che pubblica anche Honour and Blood dei londinesi Tank e Power from the Universe dei potentissimi Battle Axe. La stessa etichetta pubblica anche la virata glam dei Tygers of Pan Tang, The Wreck-Age, spudorato e non troppo ben riuscito tentativo di americanizzazione. Un'altra etichetta importante per la NWOBHM è la grande Roadrunner, che pubblica il buon secondo album degli Spartan Warrior, un miscuglio di sonorità heavy seventies attualizzate alla NWOBHM. Allo stesso modo i Tröjan pubblicano per la Roadrunner, sfornando Chasing the Storm, un ottimo album speed metal molto ruvido e potente, che dimostra come il metal possa essere ancora a british stuff. Peccato però che è il 1985 e a pensarla così non è più nessuno, o solo una cerchia ristretta di cultori e collezionisti.

DUE MINUTI A MEZZANOTTE
2 Minutes to Midnight. La grande avventura della NWOBHM, iniziata dalle playlist di giovani band proposte al Prince of Wales di Neal Kay e arrivata a portare gli Iron Maiden e i Def Leppard alla consacrazione mondiale, è giunta ai "due minuti alla mezzanotte" di cui parlano i Maiden (alludendo però a tutt'altro). E' giunta al capolinea, al tramonto, alla conclusione. Forzare la sua esistenza per mantenerla in vita ancora – chi di più, chi di meno – sarebbe puro e semplice accanimento terapeutico, oltre che inesattezza storica. Verso la metà degli anni ottanta, ormai, lo sguardo è rivolto verso altre realtà, cosa che porta al disperato tentativo, operato da alcune band, di snaturare il proprio sound per cercare di assomigliare ai gruppi d'oltreoceano: di esempi se ne potrebbero fare svariati. Questo cambio di direzione, però, non sminuisce in alcun modo l'incontrovertibile importanza storica di questo grande movimento di rinascita, come conferma uno dei suoi più grandi sostenitori, Neal Kay:

"E' giusto dire che la NWOBHM ha cambiato la faccia della musica rock. Pensando a quei giorni, è stato un periodo unico, un'affascinante fase di evoluzione musicale e un punto di partenza per molte star di oggi, anche se, sinceramente, al momento non me ne rendevo conto."

La grande fiamma della NWOBHM, che questi articoli hanno cercato di "riaccendere" con la ricerca, la scelta e la riscoperta di alcuni degli innumerabili lavori che ha sfornato, ha segnato il canto del cigno della fertile scena heavy rock inglese, che non partorirà mai più una scena così importante e così coesa, unitaria, che partiva dal basso, paradigmatica di un intero "popolo" del metal.

NWOBHM: DISCOGRAFIA ESSENZIALE 1984-1986
1984

Venom – At War with Satan
Cloven Hoof – Cloven Hoof
Battleaxe – Power from the Universe
Tokyo Blade – Night of the Blade
Avenger – Blood Sports
Tank – Honour and Blood
Chariot – The Warrior
Jaguar – This Time
Samurai – Sacred Blade
Tysondog – Beware of the Dog
Wolf – Edge of the World
Blade Runner – Hunted
Warfare – Pure Filth
Spartan Warrior – Spartan Warrior


1985
Blitzkrieg – A Time of Changes
Grim Reaper – Fear no Evil
Atomkraft – Future Warriors
Savage – Hyperactive
Trojan – Chasing the Storm
Demon – Heart of our Time
Chateux – Fire Power
Tytan – Rough Justice
Blind Fury – Out of Reach
Warfare – Metal Anarchy
Omega – The Prophet
Hammer – Contract with Hell


1986
Desolation Angels – Desolation Angels
Elixir – The Son of Odin
Persian Risk – Rise Up
Chariot – Burning Ambition
Tredgar – Tredgar
Dealer – First Strike
Tysondog – Crimes of Insanity
Fastaway – Waiting for the Roar
Tyga Myra – Deliverance
Prayer – Terminator



rik bay area thrash
Mercoledì 17 Febbraio 2016, 18.28.34
12
Ineccepibile e bellissimo articolo. Si, in questo arco di anni, si comincia a percepire, purtroppo, che qualcosa comincia a non girare nel giusto verso, come invece era avvenuto negli anni precedenti. Avendo vissuto quegli anni in ' diretta ' notai nel mio piccolo, che le uscite discografiche di qualità avvenivano quasi con il conta gocce. Già nel 1983, sulla rivista rockerilla, preconizzavano il passaggio di consegne agli usa, in fatto di dominio metallico, .... e così è stato. Certo il Riva aveva il polso della situazione più di tutti. Qualche buon album ancora lo acquistai, tipo tank, grim reaper, e certi velenosi in cerca di fare la guerra a satana... eh eh
The Nightcomer
Martedì 22 Novembre 2011, 17.54.47
11
Ho vissuto quel periodo di tarda N.W.O.B.H.M., ma senza assolutamente comprenderne la portata storica (ben esternata da questo articolo il quale, ammetto, mi era sfuggito). Ero adolescente, avevo appena iniziato ad ascoltare rock e metal e di soldi ne avevo pochi, così finivo per pescare alla cieca dagli scaffali dei negozi alcuni vinili, spesso senza alcuna correlazione tra loro. Solo più tardi avrei trovato altri appassionati con i quali condividere conoscenze e scambiare materiale (con orientamenti però già influenzati dalle correnti successive alla N.W.O.B.H.M.), ma la vera "caccia grossa" sarebbe avvenuta ancora più in là, cioè a partire dagli anni 90... Ora possiedo i vinili di quasi tutti i dischi qui raffigurati (più altri mancanti), ma non posso dire di aver abbracciato pienamente quel periodo.
Raven
Lunedì 19 Settembre 2011, 12.35.50
10
Ho il vinile
Flag Of Hate
Lunedì 19 Settembre 2011, 12.21.45
9
Come erano squisitamente ingenui gli artwork di quei tempi.... menzione d'onore per "Fear No Evil" dei Grim Reaper: il Tristo Mietitore, vestito da Fratello Metallo, che sfonda la vetrata di una chiesa a bordo di una Harley Davidson (presumo).... la sua genialità è direttamente proporzionale alla tamarraggine
Metal4ever90
Lunedì 19 Settembre 2011, 1.24.26
8
ehehehe! a forza di leggere questi articoli più il lbro "i 100 migliori dischi della NWOBHM" mi sta venendo una grande voglia di conoscere questa epoca il meglio possibile
Jimi The Ghost
Domenica 18 Settembre 2011, 20.13.07
7
@Jek anch'io ho detto la stessa cosa "ormai.." però che follia vero? Body e manico in acero acquistati da Eddie separatamente spendendo circa 130 dollari, prima ha utilizzato un tremolo by Fender 2 viti ('57) poi decise di passare al Floyd Rose. Pick-Up single coil al manico e humbucker al ponte con un solo potenziometro, il volume. Lui ha portato la chitarra elettrica in un altre dimensione combinando caratteristiche Gibson e Fender...oggi se ne vedono una quantità strabiliante di setup del genere...Ciao Jek! Jimi TG
jek
Domenica 18 Settembre 2011, 19.53.47
6
@J.T.G. la frankenstein di Van Halen è sempre stato un innarivabile sogno, ora so che fanno una replica ma ormai....
Subhuman
Domenica 18 Settembre 2011, 15.58.18
5
Grazie a voi dei commenti!
Jimi The Ghost
Domenica 18 Settembre 2011, 15.34.45
4
@Jek...e si. In quel periodo abbiamo un pò tutti "smontato" le nostre chitarre, non certo come la "frankenstrat" di EVH, però le mie prime saldature all'età di 16 anni rimangono nel cuore! Ancora oggi la mia Fender Strat ha sul ponte un pick-up humbucker a 4 conduttori...adesso sostituito con l'aggiunta di un tone zone e Seymour Duncan a 4 conduttori Alnico 2 .....va bè...Mi fa piacere aver trovato un "punto di incontro" col "passato" grazie a questo articolo e con te Jek !. Ti saluto Jimi TG
jek
Domenica 18 Settembre 2011, 15.18.35
3
Grazie Alberto per aver riordinato un periodo fertile e innovativo della storia del r'n'r. Per chi ha vissuto quegli anni come me, penso che si possano sottoscrivere le parole di Neal Kay "E' giusto dire che la NWOBHM ha cambiato la faccia della musica rock. Pensando a quei giorni, è stato un periodo unico, un'affascinante fase di evoluzione musicale e un punto di partenza per molte star di oggi, anche se, sinceramente, al momento non me ne rendevo conto." @J.T.G.: la tua puntualizzazione sull'evoluzione della chitarra è giustissima visto che anch'io ero passato ai Dimarzio e comprato una Kramer proprio per il Floyd Rose.
Jimi The Ghost
Domenica 18 Settembre 2011, 12.25.21
2
Si Alberto. La New Wave Of British Heavy Metal (UK) ha comunque perso sostanza lasciando spazio e libertà ad un forte impronta nuova nello stile musicale. Dal punto di vista puramente musicale (ciò che adoro ed insegno..)cambiamo non solo le identità ma i sistemi con cui produrre musica e suoni. La batteria vuole diventare più "pesante" generalmente suonata con un tempo binario, cassa più carica, ad eccetto dello speed metal e il trash i quali abbiano optato per uno standard inverso e raddoppiato, (come per esempio i Motorhead o gli Slayer), con un rafforzamento della sezione ritmica. Molti storici della musica offrono idee che le origini della rottura provengano dai lontanissimi Beatles con "helter Skelter", riff rock, m ritmica metal...ma l'dentità vera emergerà solo con i Judas Priest...e poi con BS.Cosa non era più sufficiente? Lo stile chitarristico non si accontenterà più dei bicordi, ma tenderà a privilegiare verso gli accordi di quarta e quinta aumentata, privilegiando le modalità tonali minori, passando per scale esatonali,accordi diminuiti e aumentati, con continui cromatistimi...iniziano a intravedersi i primi cambi di tonalità all'interno di un brano musicale...Cambiano le chitarra, le strutture costruttive, previlegiando pick-up humbucker e quasi sempre i Dimarzio, a doppia bobina e dal suono "caldo" e "pieno" per raggiungere una rapida saturazione sull'amplificatore. Entra in commercio il vibrato Floyd Rose a doppio blocco che permetteva l'esecuzione di note senza che lo strumento si potesse scordare...Insomma dalla grande fiamma della NWOBHM si mosse tante cose, tantissime cose...che si potrebbe parlarne per ore...basterebbe osservare una chitarra ed un amplificatore e la storia avrebbe il suo racconto...Grazie Alberto che mi permetti di rinfrescarmi i mie passati dei mie passati studi didattici. Scusate lo spazio preso...Jimi TG
Alessio
Domenica 18 Settembre 2011, 10.08.42
1
Un altro eccellente articolo! Bravo Alberto!
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