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04/05/24
BROWBEAT + INFECTION CODE + DARKHOLD + EVILIZERS
OFFICINA CONCERTI, LARGO CATANIA 17 - ALESSANDRIA
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House of Lords - New World - New Eyes
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29/06/2020
( 1646 letture )
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Out of the ashes A new sun will rise We'll raise our glasses To a new world with new eyes A new world with new eyes
Risulta difficile in un momento storico non proprio felicissimo come il nostro restare indifferenti dinanzi la possibilità di incrociare i calici col sempiterno James Christian e brindare a un nuovo inizio, ringraziandolo per il cortese invito a risorgere dalle ceneri e a guardare il mondo con occhi diversi e rinnovato vigore. Dopotutto il tintissimo vocalist incarna la quintessenza della resilienza e dell'eterna rinascita, essendo rimasto l'unico membro della formazione originale di una band nata trent'anni orsono col beneplacito di un mostro sacro quale Gene Simmons e riassemblata con perizia dalla nostrana Frontiers Records che ne ha giustamente intuito le potenzialità permettendole di sfornare dischi di buona fattura dopo la reunion avvenuta nel 2002. Parliamo degli House of Lords e del nuovo New World – New Eyes
A dispetto delle incoraggianti premesse della title track, ci pare di comprendere sin dalle battute immediatamente successive che il presupposto di cambiamento sia in realtà soltanto insito nella scelta lessicale e nella suggestione evocataci legata all'inconscio collettivo, come direbbe Jung, e che l'opener in realtà non presenti novità sostanziali nella proposta del quartetto californiano. Sia chiaro che tanto il brano quanto le restanti tracce, come vedremo, non sono affatto scadenti, ma anzi figlie di un sound ragionato che fa della genuinità degli arrangiamenti e del mixaggio cristallino le sue armi vincenti, eppure si ha come l'impressione che manchi quasi sempre quella scintilla finale capace di ipnotizzare l'ascoltatore affinché si ammali della cosiddetta ''sindrome da ascolto compulsivo'' e faccia ripartire il disco daccapo. L'opener, infatti, scelta come singolo, estremamente melodica e di facile ricezione, è costruita da tre sezioni strumentali ben definite ed eleganti, con arpeggio in acustico tanto in intro quanto in chiusura, intermezzo condito da tastiere a mo' di orchestra e riff di chitarra aggraziati, capaci di valorizzare il timbro ancora straordinario di James Christian. Più scorrono i secondi e più ci si aspetta un graffio, che però non arriva e il brano, pur non risultando stucchevole, lascia una sensazione di amaro in bocca anche per l'assenza di un assolo memorabile. La successiva Change (What's It Gonna Take) lascia ben sperare in apertura, con un bellissimo intreccio di tastiere che fanno ripensare ai vecchi fasti e all'apporto mirabile che Gregg Giuffria seppe dare agli HOL a fine anni Ottanta ma di fatto non decolla mai, restando prigioniera di una buona idea e di poco altro, con Jimi Bell alle sei corde ancora non pervenuto alla causa. È solo con One More, dopo i primi due episodi sbilenchi, che si tira un sospiro di sollievo, trattandosi di un pezzo energico, finalmente consapevole dei propri mezzi, dal ritornello irresistibile in pieno stile AOR col classico coro in botta e risposta e l'esibizione del talento di Bell che preme sull'acceleratore e gioca a fare il virtuoso, offrendoci un assolo caldo e d'indubbia bellezza. Perfectly (You And I) è una semi-ballad non troppo originale semiacustica che a livello testuale riporta in auge la narrazione di amori smielati e strappalacrime mentre dal punto di vista musicale si limita a svolgere il compitino e scorre senza regalare sussulti, proprio come The Both of Us che, a parte possedere un tempo più incisivo e ad essere suonata tutta in elettrico, risulta persino troppo simile per la scelta delle soluzioni compositive. È proprio questo il vero limite del disco, ossia di risultare ineccepibile ma statico, brillante solo a sprazzi in quanto non vi è mai un pezzo che differisca troppo dall'altro e soprattutto si fa davvero fatica a provare emozioni, malgrado la band ci metta tanto mestiere per sopperire all'evidente carenza del giusto mordente per incidere davvero. Sembrerebbe smentire quanto appena enunciato Chemical Rush, momento dell'album davvero felice, dal momento che si tratta di un pezzo con personalità in grado di spezzare l'eccessiva ricorsività dei precedenti. Si riesce finalmente ad apprezzare la superba ugola del buon James il quale, per certi tratti, grazie anche alla buona versatilità del suo cantato, non fa rimpiangere il miglior Axl Rose, giocando con la propria voce su un arrangiamento magistrale, sorretto dalle tastiere nel ritornello. Non basta la buona apparenza ma la poca sostanza a salvare le successive We’re All That We Got e Better Off Broken, così come non è esente dall'anonimato $5 Buck Of Gasoline che almeno nel ritornello regala un pizzico di nostalgia per lo spirito on the road da vivere col rock 'n' roll sparato a palla dagli altoparlanti di una Chevrolet decappottabile lungo le assolate highways californiane. Chiudono la vivace The Chase, brano spensierato e scritto senza troppi fronzoli col suo riff circolare, e The Summit, un ultimo tentativo di ravvivare con del sano hard rock, almeno alla fine, un album che purtroppo registra momenti tutt'altro che esaltanti.
Se nel precedente Saint of the Lost Souls la compagine guidata da James Christian era riuscita a ricucire un dialogo interrotto con il passato, modernizzandosi, per risultare al passo coi tempi ma senza snaturarsi sulla scia di altri discreti lavori dalla reunion a questa parte, in New World- New Eyes i nostri falliscono nell'obiettivo di ripetersi e si limitano a confezionare buone tracce, stilisticamente impeccabili, eleganti e ben suonate ma prive di guizzi, di colore, salvo in rari e sporadici casi isolati che però non bastano, visto lo spessore della band, a giustificare l'esteriorità a discapito dell'essenza.
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6
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Non sarà un capolavoro, questo mi sembra abbastanza sicuro, ma comunque mi sta piacendo. Cala nella seconda metà, con 3/4 pezzi certamente non memorabili. Ma fino a Chemical Rush non riesco a muovere critiche. Un buon ritorno per me. Voto 78 |
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5
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Onestamente album decisamente Sottotono rispetto agli standard qualitativi a cui la band ci aveva abituato |
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4
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Non un capolavoro, siamo tutti d'accordo che JC abbia fatto di meglio (è un autorità in materia AOR), ma sicuramente non può essere meno di 75. E in caso di fan alzerei almeno ad 80. Molto pop ma la qualità non manca. |
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3
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Anche se non hai loro livelli migliori questo è comunque un disco più che discreto, diciamo da 7,5. La voce di James è sempre un piacere ascoltarla, ed il gruppo riesce a tirare fuori un buon numero di canzoni sempre accattivanti. Il top Chemical Rush, brano riuscitissimo e con un coro da favola (cosa c'entra Axl Rose non lo so, a me qui la voce mi ricorda più che altro Coverdale). Prodotto nel complesso riuscito. |
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2
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Grazie di cuore, Simone! \m/ |
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1
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Con la suddetta recensione diamo il benvenuto sulle nostre pagine ad Alessandro "Altered"! Good work! |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. New World New Eyes 2. Change (What's It Gonna Take) 3. One More 4. Perfectly (You And I) 5. The Both Of Us 6. Chemical Rush 7. We're All That We Got 8. Better Off Broken 9. $5 Buck Of Gasoline 10. The Chase 11. The Summit
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Line Up
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James Christian (Voce) Jimi Bell (Chitarre) Chris Tristram (Basso) BJ Zampa (Batteria)
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RECENSIONI |
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