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Bruce Dickinson - Tattooed Millionaire
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( 7366 letture )
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Tattooed Millionaire, primo disco come solista di sua maestà Bruce Dickinson, è un disco che ha ragion d’essere -oggi come 21 anni fa- non tanto per la sua caratura, nemmeno troppo elevata se paragonata a quella dei suoi più blasonati album successivi, bensì per il tipo di musica proposta in questo album, ben lontana da quella che “la sirena” proponeva con la sua band madre; è per questo motivo che bisogna salutare positivamente questo tentativo di Bruce di provare a registrare qualcosa di diverso. Non sopporto chi sforna album come spin off della sua band pur non avendo nulla di diverso da dire dal progetto originale. L’album in questione viaggia su coordinate chiaramente hard rock, con qualche spruzzata di glam, che in quegli anni andava per la maggiore, il tutto però condito dalla voce rauca di Bruce, che ha consegnato alla storia questo platter, di certo non naturale prosecuzione del suo impegno con gli Iron Maiden, che lo stesso anno immettevano sul mercato No Prayer For the Dying, per molti l’inizio del declino della Vergine. Cosa rimane dall’ascolto di Tattooed Millionaire? Sicuramente la consapevolezza di aver ascoltato un album non trascendentale, ma nemmeno da buttare, anzi, e molto probabilmente nemmeno inferiore al disco dei Maiden citato in precedenza, il primo senza Adrian Smith ed il primo con l’ingresso in line up proprio di Janick Gers, chitarrista sull’album solista di Dickinson.
Il disco parte con la buonissima Son of a Gun, che ha inizio con un arpeggio di chitarra dove Dickinson può subito mettere in bella mostra le sue capacità: la canzone è probabilmente la più vicina stilisticamente alla sua band madre. Dal tono e dal piglio ben diverso la title track, che a partire dal riff di chitarra, passando per il campanaccio della batteria e per giungere al ritornello illuminato dall’ugola di Bruce, si può ascrivere tranquillamente nella colonna intitolata “Hard Rock”; insomma, una canzone diretta e orecchiabile ma nulla di esaltante. Meglio la successiva Born in ‘58, dal sapore nostalgico e soprattutto con un Dickinson autore di una prova maiuscola nella sequenza bridge/chorus. Hell On Wheels è smaccatamente ispirata agli AC/DC (con un po’ di fantasia non sarà difficile sentirci dentro il riff di Highway to Hell); si tratta di una canzone discreta dove, oltre al solito Dickinson, si mette in evidenza anche Janick Gers autore di una buona serie di assoli. Lo spirito nomadesco di Gypsy Road lascia un’ottima impressione sull’ascoltatore, facendogli respirare aria di libertà, magari nella vastità della wilderness del continente americano, alla stregua di libri come On the Road di Jack Kerouac. Dive! Dive! Dive!, con la sua partenza con coretto “oh oh oh ohhhh” e il giro di basso, si può catalogare senza dubbio nel “già sentito”, se non fosse per la voce di Dickinson, che ancora una volta tiene su la baracca e si barcamena per portare a compimento un pezzo tutto sommato sufficiente. È la volta della cover dei Mott the Hoople, scritta dal “duca bianco” aka David Bowie, sto parlando di All The Young Dudes, pezzo carino e nulla più, da canticchiare sotto la doccia. Lickin’ the Gun strizza l’occhio al funky metal degli Extreme del capolavoro Pornograffitti, risultando indubbiamente un episodio piacevole della tracklist. Ancora AC/DC misti a Motley Crue per la successiva Zulu Lulu, altra traccia godibile, che viaggia sulle stesse coordinate delle precedenti. Chiude il disco No Lies, canzone palesemente calcata da Bring Your Daughter... To The Slaughter, quasi una versione hard rock del classico maideniano.
Tirando le somme, questo debutto solista di Dickinson raggiunge e supera la sufficienza; certo, non si può parlare di un grande album, né lo si può mettere sullo stesso piano dei suoi lavori migliori, ma resta comunque un disco di una certa importanza storica. Di sicuro non può mancare negli scaffali degli appassionati.
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VOTO LETTORI
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81.58 su 141 voti [
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Ho amato questo disco tantissimo.
Avevo scoperto da poco i maiden , e da diciottenne mi si stava aprendo un mondo.
Ricordo che la titie track, son of a gun, gypsy road, all the young dudes, born in 58 rimasero a lungo sulle musicassette da sparare in auto (oggi si dice in playlist) .
Per me almeno 75.
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32
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Album che ho rivalutato,a parte qualche episodio rovinato dal cantato gracchiante,il resto sono ottimi brani..gradevoli e freschi.Bellissima la cover"All the young dudes",la tonante "no lies","gipsy road","born in 58". |
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31
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Un disco più soft rispetto agli album registrati con i Maiden. Privato di Bring your daughter..., poi inserito nell'album dei Maiden avrebbe sicuramente preso un voto più alto ma è comunque tutto sommato un album da 7. |
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30
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Concordo con cowboy big 80...Voto troppo basso..il disco è bellissimo..Nessun calo..Ce l'ho originale in CD e a distanza di anni lo riascolto sempre volentieri |
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va bene il primo commento, troppo Hard Rock per questo per me e' ottimo, come scrisse Metal Shock disco del mese, meritato, eccome |
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voto troppo basso per me nella recensione, il disco 'glam' di Bruce Bruce, in realta' la linfa vitale per il proseguimento dei Maiden, chi suona la six string? |
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Eh mi sa che non c’è più Lisa, non voglio dire cavolate perché sono tanti anni che non ci passo lì... Era in quegli anni un gran bel negozio, distribuiva anche la Roadrunner, ci comprai diversi vinili e cassette death metal, cosa abbastanza inusuale per una grande catena come quella; di solito per le cose più estreme dovevi andare in negozi più specializzati... |
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Hai ragione, meglio non pensare a quegli anni😭..sai che conosco quel negozio? Ci comprai South of Heaven e Arise, anni fa' frequentavo Roma, negozio molto assortito..spero ci sia sempre, scusate ot |
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Anch’io Lisa ho rimesso oggi sul piatto il vinile comperato, lo ricordo come fosse ieri, da Ricordi in via del Corso, all’epoca... Pare ieri, ma sono quasi trent’anni... Meglio non pensarci... 😌 |
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A me piace un casino questo disco..ho ancora la cassetta comprata nell' estate 90.. che ricordi😪 |
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Erano anni che non l’ascoltavo. Un disco che va preso per quello che è: Bruce si è tolto lo sfizio (divertendosi e divertendo) di fare qualcosa che non c’entrava nulla o quasi (No Lies) con quello che la band madre proponeva. Visto in quest’ottica è un bel disco, difficile muovergli chissà quali critiche. Peccato per un paio di pezzi evitabili che abbassano un po’ la media, ma il resto è veramente ok (e in particolare i primi tre ottimi pezzi). Voto 83 |
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Il mio preferito in quanto gran bel disco e per la propoista diversa dallka band madre. Fu il mio primo concerto,al Rolling Stone a Milano, che giornata, passata con grandi amici a vedere il mio idolo dal vivo.Grande Bruce. |
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luci e ombre nel songwriting grandi pezzi come son of a gun born in 58 si alternano ad altri mediocri o sufficienti ma bruce con la sua immensa voce rimette quasi tutto a posto da apprezzare il non voler rifare il verso ai maiden primo passo di un ottima carriera solista ahime bloccata da nove anni ormai speriamo in un nuovo studio album |
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20
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cè da apprezzare il fatto che questo disco sia diverso dai soliti con i maiden..però Dickinson non mi sembra adatto a cantare hard rock,la sua voce è troppo gracchiante e forzata,e Janick Jers,pur essendo un buon riff maker,non è angus Young,e infatti i pezzi pur essendo gradevoli e facendo il verso agli acdc,sono abbastanza anonimi |
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Ottimo disco, ho votato 85. A mio avviso questo è il miglior disco di Bruce da solo, il più "sincero", ottimo rock. Chemical e Accident saranno molto più elaborati, ma questo è molto più spontaneo e mostra un lato di Bruce che voleva emergere in quel periodo. Consigliato a tutti gli amanti dell'hard rock. |
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Maurilio: non ho ascoltato Accident of birth e The chemical wedding, conosco solo quest'album di Bruce Dickinson e mi è piaciuto molto. Ascolterò anche gli altri lavori |
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@therox68 no per carita´, appunto dicevo che a volte un´artista decide di pubblicare delle opere a prescindere dalle aspettative comuni dei fans. A prescindere dalla proposta musicale che puo´ piacere o no, ripeto, cmq mi sento di appoggiare questo album che di sicuro non fu scritto a scopo di lucro o per guadagnare nuova audience. Discorso a parte lo faccio x un altro album di dickinson (skunkworks) che reputo una caduta da ogni punto di vista, ma ancora, si tratta di gusti... |
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Sambalzalzal: io non discuto il diritto di Dickinson di fare le scelte che ritiene più opportune ma quest'ultime possono non piacere comunque. All'epoca dell'uscita del disco non leggevo metal skock europa ma questo non cambia la differenza abissale di informazioni disponibili "allora" ed adesso come tu stesso hai sottolineato. Rimane il fatto che questo secondo me è un album da dimenticatoio e io non sono un purista che non si sblocca mai dalle proprie coordinate e pretende che anche gli altri facciano così, artisti compresi; mi ricordo che in quello stesso anno comprai "Still got the blues" di Gary Moore, un disco nè metal nè hard rock. Sono passati 21 anni e il disco dell'irlandese lo ascolto ancora mentre l'altro non so nemmeno più dove cercarlo. |
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Per quanto non possa piacere ecc., senz'altro questo disco è più interessante di "No Prayer for the Dying" uscito lo stesso anno. |
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un buon album.all epoca ebbe molto successo,dive dive e no lies sono le mie preferite ottimo il lavoro di janik e come sempre dickinson stellare.molti rimangono sbalorditi perche lpo vedono troppo diverso dalle cose che siamo abituati a sentire da bruce,ma si tratta dawero di un ottimo album rock. |
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@therox68 il fatto della mancanza di informazione dell´epoca e´ verita´ anche se io prima di comperarlo lessi la recensione su metal Shock Europa cmq... io faccio una lode, invece, a bruce dickinson che ebbe il coraggio di osare pubblicando qualcosa di non scontato (se avesse pubblicato un album alla maiden allora che senso avrebbe avuto!?) e che cmq riscosse buone critiche a livello mondiale. Devo aggiungere che un musicista, solo a volte ahime´, fa anche scelte non dovute solo al guadagno o alle aspettative dei fans ma anche mosse dalla propria passione e gusti (la cover di All The Young Dudes presente su questo album dovrebbe far scattare qualche molla nella testa) Il dickinson di accident of birth/chemical wedding doveva ancora venire! Vabe´ che e´ pilota ma viaggi spazio/temporali nel 90 non credo fosse in grado di farli! |
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Beh, che dire, secondo me è comprensibile quanto scritto da TUTTI. Se giudico questo album OGGI, quindi sapendo che è nato come album hard/hair rock, dico che so cosa aspettarmi e che è un buon album, con un dickinson in forma. @Maurilio: vero quel che scrivi(8) ma quando ascoltai accident of birth pensai: "ma questo è il miglior album dei Maiden da anni!". Molto bello, ma molto Maiden, Tattoed Millionaire ha molti difetti, ma almeno non è la versione Dickinsoniana dei Maiden |
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xutij lo sai che la mamma dei cretini è sempre incinta, sì? |
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non sarà un capolavoro ma il voto dei lettori è scandaloso |
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non sarà un capolavoro ma il voto dei lettori è scandaloso |
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@Francesco. Mai ascoltato Chemichal Wedding o Accident of birth? Brani di un altro spessore e di un altro pianeta rispetto a questi, carini ma modesti. |
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Perchè denigrate tutti questo album? Per me è un gran bel disco, con un ottimo hair metal di qualità... La title-track è il miglior brano di Dickinson solista |
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Disco tributo alle radici rock di un dio del Metal...Inoltre ci sono brani davvero molto belli come Son of a Gun e Born in '58... |
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Io sono del ´69 e feci esattamente lo stesso errore di therox68. Album scialbo, troppo morbido per i miei gusti e per come ero abituato dal buon Bruce. All´epoca inoltre dovevi comprare quasi sempre a scatola chiusa senza aver ascoltato una nota di un disco, a meno che qualche tuo amico non lo avesse giá comprato o potevi ascoltare raramente qualcosa metal su radio o tv in ora tardissima. Comunque gli ultimi 3 di Bruce solista sono un´altra cosa, quasi dei capolavori, ben al di sopra delle ultime produzioni dei Maiden. |
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Sambalzalzal: considera che all'epoca il reperimento di informazioni sulla "nostra" musica era leggermente più difficile di adesso. E quando dico "leggermente" mi sto trattenendo. E poi con errore e sbagliare non facevo riferimento al genere che mi aspettavo di trovare sul disco in questione ma solo al fatto che la proposta musicale- un hard rock poco hard e molto mainstream- l'ho sempre trovata molto poco interessante. Ancor meno se proposta da Dickinson. |
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@ therox68 xche´ scusa usi termini come "grosso errore" o "sbagliare"!? Quando l´album usci´ Dickinson fece la premessa che quell´album era un tributo alle sue radici e che non aveva nulla a che fare con i maiden o con l´heavy metal! |
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Mi ricordo che comprai questo disco solo per la presenza di Dickinson: grosso errore. Mai comprare un disco solo per l'enorme carisma dell'artista o degli artisti presenti ma nel 1990 avevo solo 22 anni e si può anche sbagliare. |
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questo di Bruce non mi ha mai preso tanto, troppo Hard Rock, troppo simile ai lavori dei Maiden suoi contemporanei. il seguente Balls Of Picasso è di gran lunga il mio preferito di Dickinson solista |
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