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27/04/24
CRASHDÏET
VHS - RETRÒ CLUB, VIA IV NOVEMBRE 13 - SCANDICCI (FI)
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The Foreshadowing - Days of Nothing
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( 3172 letture )
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Cold rain, rush me into my hell, All alone when light's off. We are born to procreate And subjugate.
Una fredda pioggia batte sulle nostre teste, senza tregua e senza pietà alcuna. Non accenna a placarsi, non vuole smettere, e nemmeno urlare con tutto il fiato che abbiamo in corpo potrà salvarci. Certo, andiamo salvati, ma da noi stessi, dalla nostra stessa indole, dalla nostra violenza, dalla nostra naturale propensione per la crudeltà e per la distruzione, dalla nostra "umanità" insomma. Come automi nasciamo pronti a contribuire alla devastazione globale, partecipiamo inconsapevoli e non alla creazione di un autentico Inferno in Terra, senza curarci del fatto che questo entrerà strisciando anche dentro di noi. Ci renderà schiavi, ci farà diventare larve senza alcuno scopo o pensiero positivo, che vagheranno perdute per un mondo che avremo ridotto in rovina.
Death is our freedom makes us equal men, regardless of our place and birth regardless of our plans and deals she'll never break her promises
Già, forse solo lei può liberarci da questa condizione miserevole, la "Livella" di cui parlava De Curtis, la signora vestita di stracci con la falce tra le mani che ci aspetta al termine del cammino. Una prospettiva squallida, ma forse non poi così sbagliata; nichilista certo, ma in definitiva sostanzialmente veritiera.
Una maniera pesante di cominciare la trilogia dell'Apocalisse, una visione sconfortante e che mette i brividi, eppure così ben dipinta che personalmente mi riesce difficile staccarmi da essa. Non ho mai fatto mistero di adorare i Foreshadowing e per quanto stia cercando di impormi un certo tipo di distacco, l'ascolto di certe canzoni mentre scrivo queste righe non riesce a non trasportarmi emotivamente lontano dall'obbiettività. In un mondo ostile, che ci si palesa tale in molte cose quotidiane, certe volte questo tipo di emozioni sono l'ultimo rifugio che ci resta, un baluardo in cui rifugiarsi per purificarci catarticamente dalle amarezze e dalle paure che ci portiamo dentro.
Era molto tempo che non incontravo un esordio in grado di fare tutto questo; ho scoperto i The Foreshadowing con Oionos, ho continuato ad amarli con Second World, eppure quel primo capitolo continua a rimanere lì come un pilastro intoccabile. Una gemma del panorama italiano ancora troppo poco in luce, come del resto tutta una band (che il mondo ci invidia) costantemente ignorata dai promoter nostrani e da molti metallari di casa nostra troppo impegnati a rincorrere i soliti nomi per aprire le orecchie ed ascoltare qualcosa di valido. Sfoghi a parte, Days of Nothing è veramente uno di quei dischi da mozzare il fiato e che permette di comprendere tutte le potenzialità di una band che è andata poi costantemente migliorandosi nonostante il punto di partenza già elevatissimo.
Un sincero gothic doom che trasuda malinconia e nichilismo da ogni singola nota. Cadenzato, mai estremo, rigido e costante nel suo incedere apparentemente placido e quadrato. Si parte da un lavoro superbo di Alessandro Pace ed Andrea Chiodetti che con le loro sei/sette corde tirano fuori dal cilindro un riffing lento e monolitico, farcito da meravigliosi arpeggi sia in distorto che in clean effettato che contribuiscono a dettare le linee melodiche delle canzoni nei momenti più emotivamente carichi. Dietro di loro la sezione ritmica viene sorretta da un grandissimo lavoro di Jonah Padella, drummer solido, preciso e molto fantasioso sia quando si tratta di spingere – relativamente sia chiaro – sull'acceleratore, sia quando deve creare dei filler in cui usa a meraviglia i timpani ricreando ritmi quasi tribali. Al basso svolge egregiamente il suo compito Davide Pesola (Klimt 1918), che con un suono denso di basse, rotondo e gradevole accompagna adeguatamente le chitarre prendendosi anche i suoi spazi con piccoli intermezzi non troppo articolati ma estremamente azzeccati. Il tastierista Francesco Sosto è deputato a rendere l'atmosfera ancora più apocalittica, riempiendo i pezzi con lunghi accordi di string ensemble con uno sviluppo molto lento; oltre a ciò tira fuori dal cilindro anche delle parti di pianoforte non indifferenti, per quanto non ancora al livello di alcune veramente stupende che troveremo sui dischi successivi. Mi resta solo da parlare del singer Marco Benevento (che potete apprezzare anche con gli How Like a Winter) e – detto tra noi - potrei cavarmela semplicemente dicendo che è il cantante che ogni band gothic doom sogna affatto segretamente di avere. Raramente ho udito voci più intriganti della sua: un timbro caldo e suadente abbinato ad una grandissima efficacia a tonalità basse e medie, il tutto ulteriormente impreziosito da una notevole capacità di calarsi nei testi e di interpretarli in maniera sentita e partecipata.
Non chiedetemi poi di segnalarvi un pezzo meno riuscito perché sinceramente non ce la farei, non essendoci di fatto filler o cali di ispirazione percepibili. Per il sottoscritto i vertici sono canzoni come: The Wandering, Cold Waste, Eschaton, Departure o Death Is Our Freedom, ma come vi dicevo, considerando la qualità generale tutto si riduce ad una mera questione di gusti.
Punti negativi? Faccio veramente fatica a trovarne, a meno che il fatto che siano riusciti a fare ancora di meglio negli anni successivi sia considerabile come un punto a sfavore. Certo la produzione è quella di un esordio e si sente, per quanto buona non è certamente paragonabile a quella curatissima di Second World (o anche solo del successore Oionos): in particolare la batteria risulta un po' spenta sia sui fusti che sui piatti e il basso un po' troppo mangiato dalle chitarre ribassate. Non credo sia necessario aggiungere altro, nel caso in cui non l'abbiate già fatto correte a scoprire i The Foreshadowing, credo che difficilmente potreste pentirvene.
Sediamoci un attimo, confrontiamoci con noi stessi, guardiamoci dentro e cerchiamo di capire a fondo il nostro essere realizzando chi siamo e in che razza di posto viviamo. Appurato ciò ci sarà difficile non riconoscere che la nostra anima sta vagando inconsapevole verso qualcosa che non comprendiamo ma di cui abbiamo certamente timore.
Our fragile conscience lies waiting for a war where liars and honest fight to get some more. Inside I'm wandering, wandering "what you're doing, what you do has no meaning consider the fight all around."
Inside I am wandering, Inside I am wandering...
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13
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Meglio non avere lamette a portata di mano durante l'ascolto di questo bellissimo album |
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12
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Suonano live il 5 maggio al Traffic insieme ad altre band interessanti . Sicuro non me li perdo ! |
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11
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Che bellezza questo album ç___ç |
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10
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Il loro miglior prodotto. Nulla a che vedere con i successivi nella quale i The Foreshadowing cercano inadeguatamente di evolversi a sfavore di uno stile vincente e soprattutto coinvolgente. Days of Nothing è certamente un disco da avere...Appena possibile andate a vederli live. E' un ottimo modo per supportare la buona musica italiana. Jimi TG |
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9
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Sicuramente, grazie a te |
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8
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@Fabio II: Grazie! fammi sapere come li trovi che son curioso! |
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7
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Davvero bella la recensione, grandi temi, non li conosco, rimediero' |
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6
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Aggiungo, complimenti per l'ottima recensione. I The Foreshadowing meritano di essere messi in luce il più possibile, sono una risorsa del nostro metal. E il tour USA in compagnia di Moonspell e Marduk non è una casualità. |
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5
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Disco capolavoro, bissato dal successivo. Second World conferma, anche se privo dell'effetto sorpresa. |
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4
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Album fantastico, The Wandering CAPOLVAORO ! come album Second World e quello che mi è piaciuto meno, ma i primi 2 li ho consumati ! |
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3
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Magnifici e decadenti fin dai loro primi oscuri vagiti, la recensione fa trasparire appieno il calore di questa produzione. |
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2
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Non ne hanno toppato uno, band fantastica che dovremmo vantare all'infinito. |
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1
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Da ascoltare e custodire gelosamente. Sottoscrivo l'ottima disamina di Room 101. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Cold Waste 2. The Wandering 3. Death Is Our Freedom 4. Departure 5. Eschaton 6. Last Minute Train 7. Ladykiller 8. The Fall 9. Days of Nothing 10. Into the Lips of the Earth
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Line Up
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Marco Benevento (Voce) Alessandro Pace (Chitarra) Andrea Chiodetti (Chitarra) Francesco Sosto (Tastiere) Davide Pesola (Basso) Jonah Padella (Batteria)
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