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SEPULTURA - La passione di una vita
13/11/2013 (3602 letture)
Sì è vero, non sono i Sepultura questi, per molti. Per altri sono un ottimo gruppo ancora oggi, per noi oggi sono un gruppo che, piaccia o meno, dimostrano ancora di saper suonare, al di sopra di molti altri pivellini della prima ora. Questo perché la passione è tutto, soprattutto se dura da decadi. Ecco cosa emerge dalle parole di Andreas Kisser. Un loquace e gentile signore che trova ispirazione nella famiglia, nei viaggi e ricorda di essere ancora in una posizione di livello senza dimenticare l'umiltà

Ad Astra: Ciao Andreas e benvenuto su Metallized. Spero tu stia bene, sei in giro per il mondo adesso oppure a casa tua in Brasile?
Andreas: Grazie, sto molto bene e sì sono a casa a rilassarmi un pochino (ride, ndr)

Ad Astra: Vorrei iniziare a parlare dell'album dalla superficie, titolo e cover sono molto forti. Cosa ci puoi raccontare in merito?
Andreas: Certo, il titolo viene dal classico chiamato Metropolis, un film tedesco degli anni venti. La frase è molto potente perché Il Mediatore, il cuore, ricorda che non dobbiamo perdere le nostre capacità di comunicare, argomentare e protestare perché siamo sempre esseri umani. Se continui a compiere azioni con cervello e mani -quindi la forza-, perdendo la tua componente umana non sei molto lontano da un robot. Questo ci ha dato la possibilità di scrivere tutti i testi a riguardo. Non è un concept album nel senso stretto del termine perché gli argomenti sono più liberi e vari. L'artwork invece è stato fatto qui in Brasile.

Ad Astra: Se non sbaglio il nome dell'artista è Wagner, giusto?
Andreas: Hai detto bene e pensa che era pronto da due o tre anni.

Ad Astra: Vi stava aspettando allora
Andreas: Penso proprio di sì, sai. Si presta bene al titolo e ai testi con il carboncino e questo alone cupo. Penso siamo stati proprio fortunati perché non ce ne sono in giro di simili.

Ad Astra: Soprattutto oggigiorno dove avere un artwork potente e degno di nota è fondamentale. Mi ricordo che appena presi in mano il vostro ultimo disco Kairos me ne innamorai a prima vista.
Andreas: Ti ringrazio, davvero (ride imbarazzato, ndr). Per i Sepultura è sempre stato fondamentale trovare un artwork vincente, unico nel suo stile.

Ad Astra: Mi hai appena accennato a questa libertà espressiva sui testi. Li hai scritti tu oppure sono merito di Derrick?
Andreas: Insieme, perché non appena abbiamo iniziato la composizione sono saltati fuori nomi di diversi libri e documentari. Si è parlato molto dei temi da trattare ma avevamo un pensiero comune alla fine. Ad ogni modo abbiamo prima deciso il titolo e solo in un secondo momento ci abbiamo costruito intorno il resto.

Ad Astra: Capisco, ascoltando il disco ho avuto l'impressione che proprio i testi siano stati l'appiglio per Derrick di testare nuovi stili vocali; si percepiscono emozioni contrastanti al'interno delle canzoni, forse mai vi era capitato di avere così tante varianti.
Andreas: Penso che il punto sia stato lavorare con Ross Robinson. Lui è quel tipo di produttore che ti spinge al limite senza guardarti in faccia. Ha un grande utilizzo di effetti in base alla situazione e ha spinto Derrick al limite. Non parlo solo di scream ma del parlato e delle clean vocals andando oltre nel vero senso della parola. E'stato molto bello lavorare nuovamente con lui e non mi sbilancio nel dire che è la migliore prestazione vocale da parte nostra.

Ad Astra: Hai detto bene, penso infatti che senza Ross questo disco sarebbe suonato totalmente diverso. E' stato lui a darvi un obbietto differente dalle vostre passate avventure?
Andreas: Ogni volta che lavoriamo con un produttore diverso questo cerca di portare le due idee e le sue esperienze a favore del gruppo. Noi ci conoscevamo già bene per via dei tempi di Roots e sapevamo che era molto legato al "momento" e meno alla sola tecnologia fatta di click perfetti a tempo. E' una persona più aperta, direi organica e questo fa lavorare meglio sia noi che la musica. Avevamo sempre desiderato poter portare le sensazioni che trasmettiamo sul palco in un disco in studio ma è molto difficile perché ogni volta che ci entri cerchi di puntare alla perfezione. Quando capisci che la perfezione non esiste perché ognuno di noi ha un suo ideale di perfezione ti lasci trasportare, compiendo magari qualche errore che non doveva esserci. Ross riesce proprio in questo essendo lui in primis a promuovere l'effetto live.

Ad Astra: Infatti la produzione è completamente diversa dal passato, senti le sfumature in questo caso.
Andreas: Giusto, perché volevamo vera musica e ci serviva una atmosfera particolare in studio.

Ad Astra: Ma se non ricordo male proprio gli studi erano particolari già di per sé. Sembrava foste in un giardino all'aperto. Questo è ciò che ho visto sui trailer postati su Youtube almeno.
Andreas: Eravamo a casa di Ross a Venice Beach, in questo appartamento molto rilassante. Cercavo il giusto bilanciamento tra stress da studio e pace in modo da poter ricaricare le energie.

Ad Astra: Come è stato registrar nuovamente negli Stati Uniti?
Andreas: Benissimo, perché anche se qui in Brasile abbiamo i nostri studios personali con gli amici e tutto il resto, questa volta Ross ci ha letteralmente aperto le porte di casa sua. Una volta che ti trovi a Los Angeles con dietro tutto il tuo equipaggiamento, tutto succede spontaneamente e allontanarci dal nostro paese per 5-6 settimane è stato ottimale alla riuscita del tutto.

Ad Astra: Allora oso dicendoti che mentre ascoltavo l'album la sensazione che avevo era quella di trovarmi in diversi casi attraverso un jam session, come se aveste improvvisato in studio molto materiale, cercando di essere il più spontanei possibile?
Andreas: No guarda, abbiamo lavorato al disco da Febbraio di quest'anno presentandoci in studio con tredici canzoni pronte. Le cover più la tracklist del disco. Avevamo pronto tra l'80 e il 90% del materiale e il resto l'abbiamo deciso insieme a Ross, ovviamente avevamo la stanza per provare e jammare insieme ma sapevamo già quella che era la strada da intraprendere.

Ad Astra: Oltre che al produttore c'è di nuovo, se così possiamo dire, anche il batterista Eloy. Se devo essere sincero, senza nulla togliere al vostro precedente batterista, credo abbiate fatto un passo in avanti anche grazie a lui.
Andreas: Sicuramente! Sia Igor che Dolabella sono due batteristi fantastici con le loro caratteristiche. Eloy ha un altro modo di suonare perché pur avendo solo 22 anni, ha molta esperienza alle spalle dentro e fuori dal Brasile. Se devo essere sincero penso sia il miglior batterista con cui abbia mai lavorato. Dà nuove frontiere alla musica dei Sepultura e penso di essere stato fortunato a trovare questo mostro (ride, ndr)

Ad Astra: Questa sua bravura la si può anche percepire nella canzone dove duetta con Dave Lombardo. Avete deciso già da prima che sarebbe stato ospite oppure è capitata l'occasione e non ve la siete lasciati sfuggire?
Andreas: E' stato inaspettato perché Dave si trovava al mare proprio a Venice Beach con la sua famiglia e ci siamo sentiti per telefono: "come stai, come non stai, magari ci vediamo per far due chiacchiere" e Ross ha suggerito di farlo passare dagli studi e trascorrere insieme qualche ora. Abbiamo preso le due batterie, le abbiamo messe una fronte all'altra e quello che usciva usciva. Penso sia un grande onore averlo come ospite anche perché sarà sempre una ispirazione per noi.

Ad Astra: Lo credo anch'io, non è cosa che capita sempre questa. Mi hai fatto venire in mente parlando di ispirazioni la cover che avete fatto, Zombie Ritual. Come mai questa scelta?
Andreas: I Death sono stati una ispirazione per noi sin dagli inizi, in particolare il nostro primo demo e primi due dischi ne risentono molto come attitudine e modalità di approccio a livello musicale. Inoltre Chuck fu uno dei primi, se non il primo, ad usare una maglietta con sopra il nome Sepultura. Parlo dell'85-86 e fu proprio uno dei primi sostenitori del gruppo mentre noi eravamo praticamente nulla all'epoca. Abbiamo deciso di omaggiarlo per differenti ragioni in fin dei conti.

Ad Astra: Quindi mi stai dicendo che eravate amici tu e Chuck
Andreas: No, sfortunatamente non l'ho mai incontrato, ma so di per certo che si scriveva spesso con Max all'inizio della carriera. Erano gli stessi contatti che avevamo con i ragazzi dei Morbid Agel e con Mille Petrozza, né più né meno.

Ad Astra: Non pensi che oggigiorno ci sia meno amicizia, meno rispetto che in passato tra i gruppi nel circuito musicale?
Andreas: Non credo perché ancora ci rispettiamo e jammiamo con tanti gruppi. Qualche giorno fa eravamo al Monsters Of Rock in San Paolo e abbiamo prima suonato con gli Hatebreed e poi con i Korn suonando Roots Bloody Roots. Mi piace ancora questo modo di vedere le cose perché dà il senso di essere dentro una grande famiglia.

Ad Astra: Ancora oggi senti la pressione, la paura, l'ansia o qualsivoglia emozione ogni volta che ti trovi sul palco oppure ormai sei rilassato e sciolto?
Andreas: Non lo perdi mai, nelle budella hai ancora aspettative, ansie che credo siano molto salutari. Prepara il tuo corpo ad affrontare ciò che sta per accaderti. Penso che una volta che perdi questo fattore, perdi tutto. Non so se suonerò sino a 80 anni ma sicuramente sino a quando ne avrò le forze, perché la musica ha il privilegio di unire le forze e farti star meglio. Guarda gruppi come i Black Sabbath, i Rolling Stones: sono li e suonano come sempre han fatto. Ci sarà sempre da imparare, qualche aspetto che prima era sconosciuto. Le motivazioni cambiano ma la passione no.

Ad Astra: Questo mi porta alla prossima domanda. Ogni volta che si compone un disco nuovo, si cerca sempre di raggiungere il livello successivo, migliorarsi per sé e per gli altri. Come riesci ad ogni nuovo inizio a cercare la concentrazione giusta per parlare a te stesso e trovare le giuste motivazioni?
Andreas: Tutti i giorni sono una sfida, non solo nella musica, la vita stessa è una sfida verso te stesso per mantenerti vivo. Musica e arte sono due fonti di ispirazione senza fine, il viaggiare spesso, incontrare molta gente e sentire nuove esperienze è la prima delle ispirazioni; mi reputo fortunato in questo. Incontrare nuova gente ti da anche la possibilità di suonare differentemente come abbiamo fatto a Rock In Rio con un gruppo di percussionisti francesi. Cultura, religione, sport, musica, cibo e ogni cosa che incontro durante i viaggi mi dà modo di trovare nuove ispirazioni.

Ad Astra: Capisco benissimo, sono pochi i fortunati e penso che direi le stesse cose. Ma hai un luogo che ricordi con più entusiasmo di altri? Viceversa c'è un luogo in cui non vorresti mai tornare?
Andreas: No, sinceramente no, perché nelle arti devi sempre avere rispetto del momento, dell'effetto sorpresa. Non puoi controllare tutto ogni volta, devi lasciarti trasportare e farti coinvolgere dalle situazioni e sapere ciò che fai. Fortunatamente ancora ogni sappiamo ciò che facciamo.

Ad Astra: Hai detto poco fa che le ispirazioni vengono da tanti fattori. Ti faccio un esempio, quando vedi un quadro di Picasso giovane e uno dipinto sempre da lui in anzianità sembrano diversi ma guardando i dettagli capisci che c'è un filo conduttore e lo stile lo si percepisce come unico. Se tu ora guardi indietro, come percepisci la tua gioventù rispetto al modo di suonare che hai oggi?
Andreas: Si cambia, è difficile come risposta perché quando iniziammo non avevo famiglia, non avevo i figli e facevo parte di un gruppo che suonava per divertirsi. Ora, soprattutto da quando ho mio figlio, tutto è cambiato, penso che la famiglia ti renda una persona migliore. Da giovane suonavo per la maggior parte in Brasile e non riuscivo a vedere come andava veramente il mondo, viaggiare mi ha fatto imparare moltissimo. Penso inoltre che sin quando riuscirò a mantenere lo spirito, la passione su ciò che faccio, tutto il resto verrà di conseguenza; proprio lo spirito non è cambiato in questi anni e per questo sento che non sia cambiato molto il mio modo di vivere e suonare.

Ad Astra: Quindi hai diverse fonti d'ispirazione. Ma hai così tanta ispirazione da riportare alla luce un tuo progetto solista, mi riferisco ad un eventuale secondo capitolo di Hubris?
Andreas: Penso proprio di sì, perche ho tantissimi demo e tracce registrate anche se ora mi è impossibile portarli avanti. Nei prossimi due anni sicuramente qualcosa verrà creato perché è stata una esperienza fantastica, molto diverso da ciò che suono nei Sepultura e spero nel prossimo futuro di registrarne un altro.

Ad Astra: Ora ho una domanda un po' spinosa però. Pensi che i Sepultura abbiano raggiunto ciò che dovevano raggiungere oppure che negli ultimi tempi siano stati messi un po' da parte?
Andreas: Non credo, almeno non penso perché la nostra è una storia unica. Un gruppo che arriva dal Brasile e ancora oggi nel 2013 ha la possibilità di suonare in grandi festival nel mondo, ha un contratto con una grande casa discografica… I tour negli Stati uniti, Canada ed Europa che dovremo fare ci terranno molto impegnati, per cui non credo. Penso che siamo ancora vivi, pieni di voglia e anche dopo tutti i cambi di line-up stiamo crescendo divertendoci. Alla fine tutto torna sempre al medesimo concetto: ci piace il nostro lavoro. Credo che i Sepultura oggi siano ancora grandi.

Ad Astra: Hai parlato della casa discografica e mi viene in mente un concetto che qui in Italia si tende spesso ad estremizzare e cioè che essere sotto una grande casa discografica porti i gruppi a suonare tutti uguali perdendo la originalità del suono. Penso sia una stupidità ma sono curioso di ascoltare il tuo parere.
Andreas: Credo che ogni band abbia i suoi ideali e le sue priorità. Obbiettivi da raggiungere. Noi come Sepultura cerchiamo di fare album ogni volta differenti con nuove idee e meccanismi differenti, questo è una priorità per la band. Esistono però altri gruppi che sono riusciti a sopravvivere suonando sempre nello stesso stile, pensa agli AC/DC o agli Iron Maiden. Hanno una loro formula e funziona bene, queste sono scelte personali credo che per noi invece non potrebbero mai funzionare.

Ad Astra: Infatti quando ascolti un album dei Sepultura lo riconosci subito, che ti piacciano o meno
Andreas: Great! Questo è il punto! Vedi che ci capiamo? (ride, ndr)

Ad Astra: Stiamo arrivando in fondo e adesso ho un domanda un po' particolare che riguarda la tua esperienza negli Anthrax. Quale ricordo hai di quella avventura e cosa ti ha lasciato di particolare?
Andreas: Penso che sia stata la più grande esperienza che io abbia mai avuto a livello musicale. Essere parte degli Anthrax per due settimane e suonare al Big 4 jammando con Slayer, Metallica e Megadeth è stato speciale. Mi sono dovuto preparare molto per quegli appuntamenti e alla fine mi sentivo a casa, mi hanno supportato e dato una mano come pochi avrebbero fatto. Gli Anthrax mi hanno insegnato molto da giovane, li ho sempre seguiti e fare parte della line-up è stato un onore.

Ad Astra: Suonare al Big 4, esserne parte è un desiderio per ogni musicista credo. Ma arrivo all'ultima domanda che riguarda i tour. Come tu hai detto suonerete in giro tra Stati uniti, Europa e così via. L'Italia è rimasta fuori come altri paesi e sta succedendo spesso ultimamente, non credi che ormai ci sia una volontà da parte dei promoter di andare solamente dove c'è un riscontro sicuro con molta gente ai concerti?
Andreas: Sai l'Europa è grande e veniamo spesso per i nostri tour, anche tre, quattro volte in supporto ad un album. Posso già dirti che finito il tour torneremo in estate nei festival e sono sicuro che l'Italia entrerà nei nostri piani.

Ad Astra: Sfortunatamente il mio tempo è finito e devo salutarti Andreas. Posso solo ringraziarti per la chiacchierata sperando di rivederci in concerto nel prossimo futuro.
Andreas: E' stato un piacere anche per me davvero. Ciao ciao, grazie (saluta in italiano, ndr)



herr julius
Venerdì 22 Novembre 2013, 22.15.31
8
beh i dischi recenti non sono certo il massimo, ma dal vivo spaccano di brutto. A bologna con gli Exodus sono stati perfetti. Il nuovo batterista Casagrande, un ragazzino, è un mostro e non fa certo rimpiangere Igor Cavalera. Il cantante dal vivo ha una certa presenza e sicuramente non è peggio del cantante nuovo degli Exodus. Comunque è un peccato che una grande band non riesca a più riprendersi il posto che si meriterebbe.
lux chaos
Giovedì 14 Novembre 2013, 18.26.53
7
@ad astra: ho letto ora la tua rece, ora ho chiaro come la pensi! @Arrraya: azz, 25 bombe??? Sei un eroe
Arrraya
Mercoledì 13 Novembre 2013, 21.06.11
6
Ridammi i miei 25 euro caro Kisser bidonaro.
Ad Astra
Mercoledì 13 Novembre 2013, 18.55.18
5
premesso che l'album lo trovo ( come scritto nella recensione) nella media..non un capolavoro ma nemmeno da buttare... io ho cercato di fargli capire che almeno questa volta green ha usato diversi regimi vocali, a differenza del passato, lui è uscito con queste risposte ( ambasciator non porta pena come si suol dire. per la jam session beh.... spesso mi son imbattuto in questo pensiero durante l'ascolto...
Radamanthis
Mercoledì 13 Novembre 2013, 18.42.29
4
Io gli avrei chiesto, senza troppi fronzoli o giri di parole: ma perchè non cacciate Green? Non vi rendete conto che è incapace e rende brutta ogni canzone che tu ti sbatti a scrivere, comporre, suonare e registrare? Quando poi salta fuori con "non mi sbilancio nel dire che è la migliore prestazione vocale da parte nostra" avrei riso come un matto e mi sarebbe partito un: "Andreas, ma vaff..." ...ecco perchè probabilmente non sarei mai un membro dello staff di metallized... A parte questa mia esternazione personale devo dire che Ad Astra ha fatto una bella intervista, complimenti!
lux chaos
Mercoledì 13 Novembre 2013, 18.34.09
3
Bella intervista Ad Astra, complimenti...mi ha fatto spaccare la parte dove gli hai detto della jam session e lui ti ha risposto "No guarda, abbiamo lavorato al disco da Febbraio di quest’anno presentandoci in studio con tredici canzoni pronte"....anch'io ho avuto la tua stessa impressione, ma (non so se il disco ti sia piaciuto) in negativo...l'ascolto di questo album mi da l'impressione di una jam session, ma di quelle brutte, con parti a caso incollate alla cazzo...probabilmente la colpa è anche della registrazione, che per i miei gusti è penosa, in particolare per la voce, inascoltabile....un album raffazzonato, ecco. Niente non mi calano dal dopo roots
FABRYZ
Mercoledì 13 Novembre 2013, 17.37.38
2
Miglior prestazione vocale di sempre...certo come no, sogna Kisser..poi dopo queste uscite come si fa a non fare paragoni con i sepultura di max ? Anche il migliore batterista...ma dai,prima c'erano delle pippe vero ? La tristezza + grossa comunque e' che nel 2013 siamo ancora qui a parlare di questi sepultura....
Almetallo
Mercoledì 13 Novembre 2013, 17.31.21
1
Non sembra poi così umile " non mi sbilancio nel dire che è la migliore prestazione vocale da parte nostra." "Se devo essere sincero penso sia il miglior batterista con cui abbia mai lavorato" è un grandissimo chitarrista e sembra anche una brava persona però non può uscirsene con queste frasi come quando ha detto "Sarà il più bell' album della band" , capisco fare un po ' di pubblicità ma un 'po di rispetto per il passato dovrebbe averlo in particolare quando parla del batterista che ha fatto appena ora il primo disco con la band e non è certo un capolavoro e lo definisce il migliore con cui ha suonato , vorrei ricordargli che Igor è uno dei due fondatori e c'è stato fino al 2006
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