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BLOODBATH - Istinto Primitivo
28/10/2014 (2168 letture)
Il ritorno sulle scene dei Bloodbath mi ha concesso la splendida occasione di intervistare uno dei musicisti più conosciuti all'interno del panorama musicale, Anders Nystrom, che ha uno humour molto velato che si intravede qui e là mentre parla orgoglioso di questo nuovo nato. Sono sicuro che, se letta e analizzata, questa intervista sorprenderà molti di voi, buona lettura.

Ad Astra: Pronto? C'è nessuno?
Anders: Sono qui, eccomi, sei Andrea per caso?

Ad Astra: In persona, e scommetto che tu sei Anders.
Anders: Dici giusto, eccomi qui, come stai?

Ad Astra: Molto bene, son contento di poterti sentire, cosa mi racconti di bello?
Anders: Sto benissimo, anzi, mi sento alla perfezione!

Ad Astra: Ottimo, direi che ci siamo, siamo pronti per parlare del nuovo album. Vorrei iniziare dalla copertina che ha un tocco old school, credo che ci sia molto di più rispetto a quello che avete voluto far vedere.
Anders: Sì certo che è così, se pensi ai tempi antichi, il quotidiano era pervaso dall'insanità, la chiesa e le oscurità di ogni giorno attorniavano le persone. Se poi pensi al disco e guardi la copertina, ti fa già intuire che una volta premuto il tasto play qualcosa di poco rassicurante accadrà.

Ad Astra: Certo, lo penso anch'io, guarda che figura che c'è! Mi sembra anche di intuire una specie di dicotomia al suo interno, una vergine che è circondata da un triangolo invertito, simbolo esoterico di grandi potenzialità.
Anders: Sì credo anch' io, se ci pensi questo è anche abbastanza classico. La battaglia tra bene e male c'è da sempre, per cui puoi vederla anche così.

Ad Astra: Allora qualcosa di giusto l'ho intuito anch'io (risata N.d.R.). Sai che mentre ti aspettavo ascoltavo The Fathomeless Mastery e lo comparavo con la traccia che avete presentato qualche giorno addietro? Ho notato una differenza sostanziale nella produzione, più alta e aggressiva, anche più grezza se non sbaglio.
Anders: Sì infatti era proprio questo il piano sin dall'inizio: un album più altisonante e potente. Ovviamente essendo i Bloodbath una band che suona old-school-death metal non potevamo rivoluzionare moltissimo e non suoniamo certo prog, ma desideravamo risultare più pesanti. Sono convinto poi che una volta ascoltato l'album per intero si noterà che ci sono territori che non sono stati esplorati molto dalle band death metal, nemmeno noi in passato abbiamo suonato come in questa occasione e questo credo sia il fulcro di tutto. Guardo The Fathomeless Mastery e ne sono ancora soddisfatto, suona solo troppo moderno alle mie orecchie: avendo usato trigger ed editandolo molto in fase di mixaggio ha preso quell'aurea tecnica, non è nemmeno così veloce come speravo. Questo nuovo album è nella direzione opposta: primitivo, grezzo e soprattutto il suono è più organico, ricorda quasi un live.

Ad Astra: Hai detto perfettamente, per quel poco che ho ascoltato, sembra quasi essere un misto tra un live album e uno da studio registrato in analogico.
Anders: Esattamente così, non l'avevamo mai fatto questo con i Bloodbath e sono contentissimo di aver esplorato questo territorio che non era mai stato provato in precedenza. Questo è il death metal che apprezzo.

Ad Astra: Condivido, ora però sai che devo chiedertelo, mi stai imboccando e non puoi scappare: cosa puoi dirmi riguardo a quello che è ufficialmente il nuovo frontman del gruppo? Come siete entrati in contatto e deciso di fare questa esperienza?
Anders: Ehm… che dire, già ai tempi in cui i Katatonia erano in tour insieme ai Paradise Lost se ne chiacchierava, siamo diventati amici passando molto tempo insieme. Quando abbiamo dovuto scegliere chi contattare, non so come dire… è come uno di quei momenti in cui il nome non conta perché dietro c'è un'amicizia sopra ogni cosa. Non cercavamo una leggenda o un cantante che facesse alzare ancora di più i riflettori sul gruppo, siamo andati più sul fattore personale. Doveva poi essere una persona con cui trovarsi d'accordo anche nel quotidiano e Nick rispondeva alla perfezione a ciò di cui avevamo bisogno. Se ci fai caso poi anche il suo grande amico Greg Makintosh, che è uscito con il progetto Vallenfyre, ha ripreso in mano il death metal, forse anche questo l'ha spinto ulteriormente a tornare alle origini.

Ad Astra: Ora capisco ancora più cose, adoro i Vallenfyre e forse è stata la molla di tutto. Tu cosa ne pensi? Li hai ascoltati? Ti piacciono?
Anders: Oh certo, li adoro e se devo dirla tutta credo non siano così lontani da quello che oggi sono i Bloodbath.

Ad Astra: Credo anche io che le due band non siano così lontane le une dalle altre. Ora però mi fai venire in mente una domanda un po' particolare. In questi ultimi anni c'è una voglia matta di tornare alle origini, fanculo alle iperproduzioni, fanculo agli editing chilometrici e torna in vita la voglia di suonare come quando si era ragazzini. Questa operazione però la vedo ancora più forte in quelle persone che sono sulla scena da molti anni, come se volessero riappropriarsi del passato.
Anders: Se guardo al mio trascorso come musicista, credo che in quegli anni c'era una magia che non è più stata recuperata. Le band di quel periodo non furono in grado di raggiungere i risultati che desideravano a livello sonoro, se ci pensi. Se ascolti le band death metal moderne al loro interno ci sono musicisti preparati e con ottime basi alle spalle, ma mancano di magia. La magia dell'epoca è proprio quella che non andava a sovraincidere ogni cosa, non si usava Pro-Tool e quello che usciva era quello che il tuo cuore ti diceva di suonare. Molti di quegli album sono tra i miei preferiti.

Ad Astra: Certo, infatti se penso a band come i tuoi Katatonia dei primi album, agli Entombed e tutta la scuola svedese dell'epoca, mi viene da pensare che a conti fatti forse non eravate così soddisfatti del suono del prodotto finito.
Anders: Certamente, stai sicuro che se chiedi a qualsiasi band di poter tornare indietro nel tempo e fargli ascoltare le produzioni di oggi, non crederebbero nemmeno sia possibile raggiungere suoni così. Chissà magari vorrebbero comprarla proprio quella produzione (ride N.d.R.). Sono tutti fattori che negli anni perdi man mano diventando troppo preciso e sezionando tutto al microscopio; probabilmente bisognerebbe insegnare a molte band che l'attitudine che paga maggiormente è quella dell'imperfezione, come i dischi a cui facevo riferimento.

Ad Astra: Questo però va in disaccordo con quanto fai di solito con i Katatonia dove ci sono dettagli curatissimi e una produzione stellare, oppure capisco male il ragionamento io?
Anders: No no, certo che sono due stili di concepire la musica completamente differenti, nei Bloodbath devo comportarmi come un fan qualsiasi del death metal, per cui necessito di avere una percezione differente della musica da comporre. Se penso ai Katatonia immagino una produzione maggiore e un livello di dettaglio quasi maniacale nella composizione, mi sento molto più pignolo in quei momenti.

Ad Astra: Tu quindi hai queste due realtà che si contrastano tra loro, i Katatonia che sono una band profonda, rituale e oscura, mentre i Bloodbath sono uno schiaffo in faccia della serie "stai lì e muori bastardo". Come riesci a rapportarti a livello compositivo quando devi approcciarti ad una o all'altra dimensione?
Anders: Sì hai detto bene, se penso ai Katatonia penso ad un costante miglioramento, alziamo l'asticella di volta in volta perché facendolo da così tanto tempo abbiamo bisogno di andare oltre le nostre necessità, quelle che risiedevano nell'album precedente. Ovviamente ogni volta mi trovo davanti ad una sfida durissima, sempre più difficile ed è anche il motivo per cui ci mettiamo sempre di più a comporre un album, alzare il tasso di difficoltà risulta estremamente arduo al punto che ogni volta penso sia l'ultimo disco che comporremo. Prendiamo il tutto molto seriamente e, quando comparo il mondo che sta dietro ai Katatonia al mondo dei Bloodbath, lo vedo lontanissimo perché qui non abbiamo necessità di così tanti dettagli, esce diretto dal cuore, suoniamo senza che ci sia nessuna aspettativa e senza i consigli di qualcun altro. Scrivere un album per i Bloodbath è come prendermi una vacanza dal mondo e ricevo un appagamento maggiore rispetto a tutto quello che necessita un album e conseguente brainstorming per i Katatonia. Credo sia questa la differenza maggiore.

Ad Astra: Posso capire che tiri un sospiro di sollievo, immagino. A livello compositivo avete creato tutti insieme oppure hai progettato in solitudine il tutto e portato agli occhi degli altri a lavoro finito?
Anders: No, direi che come le altre volte abbiamo portato tre o quattro canzoni a testa e quando ci troviamo ecco che esce fuori il disco nuovo per i Bloodbath. Dividiamo sempre il lavoro perché ognuno di noi ha il suo stile e quando lo mettiamo insieme riusciamo a dire "questa è quella che ho fatto io, questa è la tua" perché sono molto diverse le une dalle altre.

Ad Astra: Capisco capisco… non avendo potuto sentire ancora il disco nel suo intero, mi chiedo se bisogna aspettarsi un album classico dei Bloodbath oppure se al suo interno riusciamo a scorgere elementi distinti delle vostre altre band
Anders: Sì, credo che in minima parte si riesca a rintracciare qualche elemento distintivo degli altri gruppi. Lo stile di questo album è vecchio di 25 anni, dunque quando dico minima è minima (Ride N.d.R.). Non vorrei mai avere un progetto che suona identico alla mia band principale, che senso avrebbe? L'essenza dominante di quest'album, ne sono certo, è che i fan di vecchia data riconosceranno subito Nick al microfono, ma non si devono aspettare delle clean vocal come succede nei Paradise Lost (Ride N.d.R.), ma possono sentire che lui è lì, come una presenza oscura. Credo anche che i vecchi fan dei Katatonia potrebbero riconoscere il riff tipico della band visto sotto un altro punto di vista.

Ad Astra: Mentre con Mikael vi siete lasciati in buoni rapporti, vi siete dunque allontani solo perché era molto impegnato nel suo progetto?
Anders: Sì infatti siamo rimasti amici e andiamo d'accordo, solamente Mikael ha la testa lontana da un progetto come i Bloodbath. Il suo cuore ormai appartiene ad un altro credo musicale, guarda il metal estremo da lontano oggi perché è dentro quest'onda del prog e sta bene lì. Sono contento se è contento lui, nel caso avesse preso parte alle registrazioni con noi sicuramente non si sarebbe sentito a proprio agio e dunque credo che ora sia giusto così.

Ad Astra: E i nuovi Opeth come ti sembrano? Apprezzi questo spostamento di sonorità avvenuto negli ultimi album?
Anders: Sì molto, anche perché li seguo da sempre, credo di essere il loro primo fan di tutti i tempi avendoli scoperti e suggeriti io in persona alla casa discografica, a cui, ricordo bene, portai il loro demo e parlai bene del gruppo. Fu proprio così che ottennero il primo contratto discografico. Prima li feci ascoltare a Samoth degli Emperor e dopo arrivò il tutto alla Candlelight, così andarono le cose all'epoca e, album dopo album, sono rimasto vicino a loro seguendoli nel loro percorso musicale. Non potrei essere in disaccordo con le scelte della band dunque, sono troppo coinvolto fin dall'inizio.

Ad Astra: Proprio come i Katatonia , entrambe le band in effetti hanno avuto un inizio death metal ed estremo andandosi a trasformare piano piano in seguito.
Anders: Sì infatti credo che ognuna delle due band in questione col tempo abbia tirato fuori quello prima non riusciva ad esprimere.

Ad Astra: Certo! Anche se vedo i Katatonia più coerenti rispetto agli Opeth, ma questo è un altro discorso. Mentre, riguardo ai Bloodbath, che sono partiti come omaggio alle vecchie sonorità care ai primi Entombed, mi viene da chiederti come vedi oggi questo casino che è successo con il cambio di monicker e tutte le storie che ci sono dietro.
Anders: Sì ho letto un po' sulla faccenda e mi sembra che ci sia un po' di confusione alle spalle perché nessuno riesce a capire quali siano i veri Entombed. Onestamente non ho idea di cosa stia succedendo, credo però che, se bisogna fare del caos tale da non riuscire più a riconoscere qual è la versione ufficiale della band, potrebbero chiuderla qui che sarebbe meglio per tutti.

Ad Astra: Guarda, li vado a vedere questa domenica e non ho proprio idea di cosa aspettarmi.
Anders: Credo che sarà un classico concerto degli Entombed vecchia scuola, essendoci LG . Ho parlato anche con un mio amico, che è poi il loro chitarrista, e gli ho detto che è uno scempio mettere questo A.D. dietro il nome, non ha assolutamente senso.

Ad Astra: Vedrò come andrà, non mi faccio aspettative di alcun tipo. Detto questo vorrei continuare chiedendoti del tuo vecchio progetto, i Diabolical Masquerade. Sono cresciuto con sonorità come quelle e adoro quella band da sempre, non c'è nessuna possibilità di riportarla in vita, vero?
Anders: Davvero? Son contento ti piacciano così tanto! Li ho sempre visti come il mio bambino, sono molto legato a quel progetto e purtroppo è solo il tempo che mi manca per portarlo avanti, oramai sono passati dieci anni da quando ho chiuso con quella band. Sia io che Dan (Swanö, l'altro membro ufficiale dei Diabolical Masquerade, insieme ad Anders N.d.R.) ci siamo incontrati e abbiamo provato a metter giù qualche riff insieme, ma non ne è uscito fuori nulla che ne valesse la pena. Ho fatto inoltre una promessa a me stesso: i Diabolical Masquerade torneranno eventualmente in vita, nel caso in cui abbia materiale necessario ovviamente, se e solo se i Bloodbath non ci saranno più. Questa è la promessa che ho fatto a me stesso, nulla di più.

Ad Astra: Davvero non so che dirti perché io adoro Diabolical Masquerade, apprezzo moltissimo la musica che viene fatta oggi dai Katatonia e seguo i Bloodbath da sempre, mi viene difficile risponderti.
Anders: Son contento delle tue parole, però tutto può succedere, soprattutto perché con questo album nuovo credo che abbiamo chiuso un cerchio esplorando i territori che nelle uscite precedenti non avevamo toccato. Magari arriveremo alla consapevolezza tra qualche anno che questo è l'ultimo capitolo per i Bloodbath. Nel momento in cui questa cosa accadrà, i fan dei Diabolical Masquerade sapranno che il progetto ha ripreso vita e potranno attendere il nuovo album, ma per ora si parla solo di ipotesi.

Ad Astra: Così mi lasci senza parole, come vedere la morte e la resurrezione di una delle due realtà… ora preferisco non pensarci. Ma prima mi hai parlato di Dan, lui come sta? Lo senti spesso oppure avete vi siete allontanati?
Anders: Non gli parlo da un po' di tempo perché ora si è trasferito in Germania definitivamente. So che è molto impegnato con i suoi Unisound Studios. Sappi solo che, se i Diabolical Masquerade torneranno in vita, questa distanza non sarà un problema perché non potrei mai farlo senza di lui.

Ad Astra: Mi sembra di capire dalle tue parole che siete sempre stati molto legati.
Anders: Sì, c'è un legame molto forte tra me e lui e ammetto che mi piacerebbe rifare qualcosa insieme.

Ad Astra: Perfetto, è bello sentire questa unione dalle tue stesse parole. Vorrei tornare un momento a Grand Morbid Funeral chiedendoti se magari c'è qualche dettaglio o effetto speciale che puoi raccontare, quei dettagli che ad un ascolto normale potrebbero sfuggire.
Anders: Certo certo, sappi che è un disco grezzo, brutale e come dicevamo prima è una vecchia scuola portata nei tempi moderni. Sono inoltre orgoglioso di essere riuscito ad avere come ospiti dell'album i ragazzi degli Autopsy. Eric Cutler suona ben quattro assoli mentre Chris Reifert canta nell'ultima canzone del disco. Sono contentissimo di averli avuti come ospiti ed estremamente orgoglioso. Sai che gli Autopsy sono conosciuti per essere maestri del suono grezzo e viscerale, così abbiamo pensato che ci stessero alla perfezione, essendo questo il disco più grezzo e primitivo dei Bloodbath.

Ad Astra: Questa proprio non me l'aspettavo, che piacere sentire due grandi band unite in un solo album, ora son curioso. Ma riguardo al produttore avete scelto qualcuno in particolare oppure avete fatto per conto vostro?
Anders: No, abbiamo mantenuto tutto come nei precedenti due album: David Castillo, che ci accompagna anche negli ultimi tempi con i Katatonia, nelle fasi finali si è occupato di tutto. Puoi trovare tutto al posto di un tempo, eccezion fatta per il cantante che come ben sai è nuovo. È un po' come una famiglia sai, ci troviamo suoniamo death metal e tutto fila liscio.

Ad Astra: Certo capisco, è bello avere un'atmosfera famigliare in questi casi. Riguardo al tour ho visto che avete già definito alcune date live, dobbiamo aspettarci solo qualche comparsa qui e là oppure ci si può aspettare un tour vero e proprio?
Anders: Non abbiamo parlato dell'eventuale tour, anche se devo ammettere che ci stiamo pensando da diversi anni. Tutti hanno moltissimi impegni con le rispettive band principali per cui diventa difficilissimo, ma i festival non sono difficili da metter in calendario perché in fin dei conti si tratta di qualche giorno e spesso durante il fine settimana. Di solito quando capita l'occasione in cui i Katatonia oppure gli Opeth suonano in un festival ci buttiamo dentro anche i Bloodbath in modo da fare tutto in breve tempo, e poi è anche bello suonare questa musica di fronte a tante persone. Abbiamo già dieci festival prenotati e per ora ne abbiamo confermati solamente tre, a breve ci saranno altre date che verranno fuori dunque.

Ad Astra: Interessante, vedrò di riuscire a trovare il modo di farmi almeno un grande festival a tema l'anno prossimo. Mentre con i Katatonia ora ti stai concedendo una pausa?
Anders: Certo che no! Sia io che Jonas siamo costantemente al lavoro per la band. Pensa che, appena abbiamo spedito il master definitivo alla casa discografica per i Bloodbath, il giorno dopo ci siamo messi al lavoro sul nuovo album insieme (Ride N.d.R.). Vogliamo tenerci occupati, altrimenti che facciamo? (Ride N.d.R.) Se tutto va come deve andare dovremmo entrare in studio la prossima primavera, stiamo già abbozzando le nuove idee.

Ad Astra: Cavolo questa poi non me l'aspettavo! Ottima notizia allora, attendo fiducioso! Mentre mi dicevi questo mi è venuta in mente la questione Dethroned & Uncrowned. Lo sento molto vicino ad un'opera teatrale come album, per cui mi chiedevo se avete mai pensato ad avvicinarvi al mondo dell'opera per un vostro nuovo concepimento.
Anders: No, guarda, quello è stato il punto più estremo verso cui i Katatonia potranno mai spingersi. Abbiamo fatto un tour di supporto che è andato molto bene, ci ha soddisfatti moltissimo anche per l'atmosfera con tutti gli strumenti acustici e il pubblico che era pronto per un'esperienza diversa dal solito, ma è tutto finito lì, non accadrà mai null'altro di simile. Adesso che siamo in fase di realizzazione del nuovo disco stiamo tornando indietro verso qualcosa di più heavy…

Ad Astra: Ferma tutto Anders, alt! mi stai dicendo che tornate indietro alle vostre origini con il nuovo album? Mi viene una palpitazione ora!
Anders: Sì proprio quello che ho detto, abbiamo intenzione di tornare a qualcosa di più heavy, ma per ora non posso dirti nulla di più, mi spiace. Quando intendo heavy intendo qualcosa di progressivo e potente, almeno in proporzione al gruppo.

Ad Astra: Devi riprendere in mano i Bloodbath più spesso allora! (rido N.d.R.)
Anders: Ci rifletto su (Ride N.d.R.). Ad ogni modo non ci si dovrà sorprendere se la gente sentirà qui e là delle parti più brutali rispetto al recente passato.

Ad Astra: Bene bene, allora adesso non vedo l'ora di ascoltare il nuovo nato quando sarà! Mi hai fatto salire la curiosità a mille! Anders, il mio tempo sta finendo, posso solo ringraziarti e sono molto contento di aver potuto far due chiacchiere con te. Spero di avere a presto la possibilità di vedervi in un live. Grazie ancora!
Anders: Certo anche per me, mi son divertito e son sicuro ci vedremo in sede live. Ciao Andrea a presto!



Remedy
Mercoledì 29 Ottobre 2014, 18.32.31
4
Grande Nystrom! quindi anno prossimo nuovo disco dei Katatonia !
er colica
Martedì 28 Ottobre 2014, 12.33.34
3
sono fiducioso , spero in un album meno americano e più svedese e da quelle due tracce che ho sentito sembra cosi, resto in attesa.
Metal3K
Martedì 28 Ottobre 2014, 12.22.14
2
@Vittorio: errore di digitazione, grazie per la segnalazione
Vittorio
Martedì 28 Ottobre 2014, 10.01.42
1
Bella intervista, però "malasanità" in Italiano è riferibile solo agli errori in ambito medico o ospitaliero. Traduzione forzata. Scusate la pedanteria.
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