Un pezzo della nostra storia; è questo che rappresenta la Strana Officina. Chiunque abbia cominciato ad ascoltare metal negli anni 80 sà di cosa sto parlando, e chiunque conosca la storia di questa musica nella nostra penisola, fosse anche un quattordicenne alle prime armi, conosce almeno di nome il combo Toscano. Purtroppo alcuni di loro non sono più con noi, ma sono stati sostituiti dalle nuove generazioni della famiglia, e questo garantisce una continuità storico/musicale che ci fa considerare la Strana ancora come una volta, quasi come se nulla fosse cambiato. Ecco allora, attraverso la linea del tempo, la nuova Strana che si appresta a ricominciare dove il suo discorso era stato bruscamente interrotto.
Francesco: Qualche anno fa , (molti), un mio amico mi fece ascoltare un nastro dove c’era incisa una canzone intitolata “Sole, mare, cuore”. E’ passato un bel po’ di tempo, ma io ricordo ancora con piacere quel periodo, e voi?
Bud:
E’ ovvio che per chiunque, io, Enzo ma anche la famiglia Cappanera sempre presente e gli amici più stretti ,quelli sono stati momenti indimenticabili.
La Strana Officina era prima di tutto una grande famiglia, suonavamo, ci divertivamo,associavamo alle prove sempre una grande mangiata, proprio per stare insieme al 100%.
Poi ovviamente le trasferte per i concerti in quei periodi ti regalavano sempre qualche sorpresa piacevole o non ma, sempre indimenticabile.
Tutt’ora quando ci troviamo non si smetterebbe mai di raccontare le esperienze vissute con Fabio e Roberto.
Francesco: All’inizio fu il blues, fu naturale spostarvi verso territori più heavy?
Rolando Cappanera (batteria):
La band nacque dalla passione di Fabio e Roberto per la musica, rifacendosi ai primi dischi che si potevano reperire di musica diciamo “diversa”, J.Hendrix, Rory Gallagher, AC/DC,Black Sabbath, John Mayall per poi avvicinarsi nei primi ottanta alla scena metal Inglese con Saxon e Judas Priest. L’evoluzione è stata poi naturale con l’ingresso di “Bud” e la sua vena più heavy.
E poi come ho sentito in una intervista a Rob Halford, riguardo al metallo che gli è entrato dentro per un industria vicino alla sua scuola, Fabio e Roberto sono stati sin da giovanissimi carpentieri in ferro e di metallo ne hanno respirato tanto.
Francesco: Nella storica compilation curata da Rockerilla “H.M. Eruption” la vostra “Non sei normale” era probabilmente il pezzo migliore della raccolta, ci volete parlare di quella esperienza? E quanto contribuì a farvi conoscere quel disco?
Bud:
Per la compilation fummo chiamati da Beppe Riva, (storica firma del giornalismo “metallico” nostrano – NdR), ed il brano “Non sei normale” lo registrammo a Livorno. Nonostante i limiti tecnici del periodo riuscì a colpire per l’impatto sonoro ed il testo.
Essendo la prima Compilation Metal in Italia ebbe molta risonanza sia sui giornali che sulle radio e quindi per noi come per gli altri gruppi fù un ottima vetrina. Il disco rimane tutt’ora un pezzo pregiato.
Francesco: Poi lo storico EP che, se non vado errato, ordinai direttamente a voi, infatti mi spediste anche delle foto come quella che vi ho inviato. Mi descrivete l’impatto che ebbe in Italia ed all’estero?
Bud:
In Italia il disco fù accolto benissimo da Radio , Fanzine, Giornali e fù richiestissimo anche a livello di vendite. A questo contribuì il cantato in Italiano che all’epoca era prettamente per altri generi (più soft),lo dimostra il fatto che ai concerti i fans cantavano a squarcia gola brani come Viaggio in Inghilterra e Autostrada dei Sogni.
All’estero piacque molto in Germania ed Olanda ed in Inghilterra fù recensito da Kerrang che sebbene il risaputo scettiscismo verso I gruppi Metal Italiani,ebbe parole di approvazione e rispetto.
Francesco: Una mia curiosità…. Come mai una cover così inusuale per il settore?
Bud:
Fù un’idea di Marco Melzi il nostro produttore di allora, che con un grafico un’pò naif partorirono
quella cover che anche se non era in linea con lo stile Metal fù adottata per il disco (con
pareri discordanti fra di noi).
Francesco: Mi riassumete cosa accadde in seguito, fino a quando la band fu costretta a fermarsi?
Bud:
Dopo l’uscita del primo E.P iniziò il periodo di vera attività della band con concerti in tutta Italia
con numerosi fan che ci seguivano e attendevano ai nostri show. Da lì il passaggio al cantato in
Inglese con THE RITUAL del 1986 spinti dalla voglia di esportare la nostra musica.
Dopo Rock’n’roll Prisoners del 1988 e gli ultimi concerti tra I quali la bella esperienza dell’Open
Air in Svizzera con Krokus ed altre band straniere e la mini tournè in Cecoslovacchia nel ’90, la
band si fermò per un’pò.
Periodo nel quale Fabio e Roberto pubblicarono il loro album solista, spinti
dalla voglia di suonare per divertimento brani vicini alle loro origini blues.
Purtroppo I programmi della Strana Officina che avrebbero portato a nuove canzoni, non si sono potuti portare a termine per gli eventi ormai conosciuti a tutti.
Francesco: A questo punto vorrei che ricordaste i fratelli Cappanera e Marcello Masi, se la cosa non vi arreca dolore. E magari sarebbe interessante anche il punto di vista del “nuovo duo Cappanera”, che avrà un ricordo più legato alla quotidianità, e forse ricordandoli può fornire ai vecchi fans qualche sfumatura diversa e poco conosciuta.
Rolando (batteria):
C’è poco da dire in più alle commoventi parole dei fan che sembrano aver conosciuto Fabio e Roberto molto bene, il modo in cui descrivono la loro onestà, la loro disponibilità e la passione per la musica.
Io sono il figlio di Roberto e non basterebbe una vita per raccontare di lui, però racconterò una particolarità….mi portava con lui (a partire dagli 11 anni) tutte le la domeniche mattina,quando chiunque avesse voglia di suonare,bussava alla porta dell’officina studio e si buttava nella mischia tra classici blues e brani degli ZZ top …ed ovviamente mi mettevano dietro la batteria per poi massacrarmi perchè non ero buono ad un cazzo…e tutti si divertivano ed io imparavo a suonare.
Dario (chitarra):
Fabio e Roberto erano due personaggi incredibili, per me personalmente era come avere tre padri tutti nello stesso momento, c era e c’e', Bruno il mio babbo, e poi c erano Fabio e Roberto che vedevo tutti i giorni allo studio della Strana; la cosa a cui sono piu legato e' il modo tutto personale dello zio Fabio di insegnarmi a suonare. Fabio sosteneva che un vero musicista non sa insegnare, perchè la chitarra e' uno strumento che si suona col cuore non solo con la tecnica, e quindi quel qualcosa da dire ce lo devi avere nel sangue, ma con l allenamento continuo e costante si riesce ad accrescere il modo con cui si possono comunicare le note alla gente, quindi il suo metodo era questo, ovvero mi insegnava un solo accordo e una sola scala, e da li io dovevo imparare tutto il resto da solo, quelle erano la chiave e io dovevo aprire tutte le porte. E poi non elargiva mai complimenti, niente, anzi mi diceva ogni giorno, boia fai caa , (ovvero fai cagare), e anche li era un modo di mettermi alla prova, più mi diceva che facevo cagare più passavo ore e ore con la chitarra in mano. E credo che tutto questo mi sia stato di grande aiuto nella vita in generale. Lo zio Roberto invece era più come un babbo vero, con lui parlavi delle prime esperienze con le tipe, e se ti vedeva che eri un pò timido ti massacrava, ti incitava sempre a buttarti nella mischia, non aveva paura di niente. E poi c era ovviamente il legame di famiglia, lo stare tutti insieme sempre ogni Domenica a mangiare insieme in 20 da nonno Cappa, il capostitipe della stirpe dei Cappanera, colui che ha generato tutto questo. Ecco perchè non smetterò mai di portare avanti il mio discorso, per me, per il metal, per gli zii, per tutta la famiglia Cappanera e per tutti coloro che erano li e per i nuovi fans, quelli giovani, quelli a cui dobbiamo trasmettere quello che ci e' stato insegnato e tramandato.
Francesco: Già che ci siamo; nuovo duo Cappanera, volete presentarvi dal punto di vista musicale? Cosa ascoltate normalmente? Avete uno stile diverso rispetto a chi vi ha preceduto?
Dario:
Io ho preso la chitarra in mano per la prima volta a 9 anni, lo zio mi insegnò il giro base del blues e del rock ‘n’ roll, ovvero il 12 bar blues, in la, re, mi. e credo di aver suonato quel giro per anni, sempre e solo quel giro infernale. Poi ovviamente sono cresciuto e ho preso la vera infognata (il momento in cui esplode la passione quella vera) e da li ascoltavo lo zio, Blackmore, Gary Moore, poi con gli ottanta, scoprii Randy Rhoads, Jake e Lee, mi piaceva molto anche George Lynch dei Dokken, e poi il rockblues Billy Gibbons degli ZZtop e Stevie Ray Vaughan, in quel periodo impazzavano i guitar hero come Malmsteen, ma quella roba classica a me non diceva niente, per me la chitarra rock e' e sarà sempre un evoluzione del blues, al rock e al metal. Con gli anni novanta poi ho scoperto i White Zombie e il riffing in drop tuning, e coi Pantera per esempio si compiva quel miscuglio di suono blues e southern e di metal britannico. A me oggi piacciono i Black Label Society, gli Hellyeah, RobZombie, gli Stuck Mojo, gli Union underground, Ozzy sempre e comunque, ma ascolto anche i Kings X, ed i Whitesnake, gli ac/dc a manetta sempre quando e'il momento di fare festa, gli ZZtop sono sempre nel mio car stereo.
Quindi più che parlare di uno stile diverso da Fabio, mi sento il proseguimento della sua stirpe, della sua generazione, sono quello che c'e stato dopo essendo partito dallo stesso punto.
Rolando (batteria):
Il primo brano che mi ricordo aver suonato è stato “Eyes of the tiger” dei Survivor (Rocky),lo suonavo su una sedia
a casa del mio nonno Rolando in rotazione per la gioia/odio di tutta la famiglia raccolta la domenica a pranzo.
Ovviamente sono cresciuto ascoltando quello che era presente nella collezione di vinili di mio padre Roberto,
Quindi Deep Purple ,Judas Priest, Black Sabbath, Ac/DC; Led Zeppelin, OZZY OSBOURNE, Motorhead e tutto l’hard Rock ed Heavy Metal degli anni 80.
Poi essendo di un’altra generazione sono cresciuto con quello che è arrivato di nuovo senza limiti di genere. Ed ho avuto modo di suonare un’pò di tutto ma,ovviamente sono sempre ed ovunque vado a suonare catalogato come un ”Metallaro” per la mano pesante ah,ah,ah.
Oggi ascolto di tutto,ma sinceramente nel Metal ho difficoltà a trovare band che fanno la differenza abituato ai mostri sacri.
Stonesour e Tool gli ultimi aquisti…….Motorhead miglior concerto degli ultimi anni.
Francesco: Da Certaldo 82 al Gods 06, quanto è cambiata la scena? Quanto è cambiata la musica, le persone, voi stessi? Cosa significava produrre Heavy Metal allora?
Bud:
Bè le cose sono molto cambiate,devo dire 50% in meglio l’altro in peggio.
Una volta c’era più spazio per suonare,sebbene il metal fosse un genere underground in Italia,c’era tanta voglia di andare ai concerti,c’era sete di musica. D’estate si suonava ovunque ed anche I locali avevano più interesse
(qui ha inciso anche un attuale situazione economica generale un’pò fiacca).
Mentre c’è invece stato un enorme miglioramento dal punto di vista professionale sia delle bands che degli addetti al lavoro,ora sui palchi dove suoni trovi sempre una situazione tecnica buona,mentre una volta c’erano impianti assemblati di diverse marche e noi ci portavamo da casa anche il nostro per potenziare,ah,ah,ah…
Francesco: Basta Amarcord, la Strana è viva e vegeta ed è in studio, mi parlate di questa nuova realizzazione? Si tratta in pratica di una summa di quanto fatto in precedenza più due inediti che però i vostri fans più attempati dovrebbero conoscere.
Rolando:
L’album che stiamo in questi giorni registrando, in uscita entro la fine di Giugno, conterrà tutti I brani in
Inglese (tratti da THE RITUAL e R’N’R Prisoners), Autostrada dei sogni (tratto dall’omonimo E.P del 1984) con l’aggiunta dei due inediti “Officina” e “Profumo di Puttana”,brani del primo periodo della band (metà’70)
quando ancora “Bud” non militava nella Strana. Sono quindi più grezzi degli altri come composizione con dei testi ed un tiro pazzesco se si pensa al periodo in cui sono nati.
I fan conoscono I due brani perchè presenti costantemente nei live da sempre, ma mai a malincuore di tutti pubblicati.
Il nostro obbiettivo è quello di fare in modo che si possa ascoltare il repertorio della Strana con una qualità
che per motivi di limitazioni tecniche e professionali dell’epoca non è stato mai possibile avere. Per questo abbiamo scelto di registrare al Larione 10 di Firenze,uno studio tra I migliori in Italia.
Francesco: E poi? Non ditemi che non pensate a materiale nuovo.
Rolando:
Riguardo al futuro ci andiamo cauti , intanto dobbiamo vedere che succede con l’uscita di questo disco e
le date di quest’estate.
Il passo successivo dovrebbe essere un Dvd dal vivo (almeno ci auguriamo), con contenuti speciali di repertorio ovviamente , visto che la Strana officina ha sempre dato il massimo in versione live ed anche I fan è soprattutto in questa veste che hanno apprezzato la band.
E’ ovvio che se tutto dovesse andare per il verso giusto un nuovo disco con brani nuovi sarebbe d’obbligo,cosa però non semplice perchè io e Dario veniamo da un’altra generazione ed istintivamente ci indirizziamo su qualcosa di diverso dal canone Strana,ma sono convinto che con l’aiuto di Bud ed Enzo e del sangue che ci scorre nelle vene si possa fare un lavoro degno della Strana Officina. Un saluto a tutti.
Ok gente, Stay Heavy, vecchie e nuove generazioni.
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