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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Strana Officina - Rock’n’Roll Prisoners
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( 8932 letture )
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E' sempre difficile trattare della Strana Officina. Quando si parla di questa band, infatti, il rischio è quello di cadere nel tranello dei ricordi, di farsi prendere dall'aura di mito che circonda la band, di farsi "ammorbidire" nella valutazione dai tragici fatti che ne hanno segnato la storia, con conseguente mitizzazione degli uomini e della loro musica che costringe sempre a dire bene di chi non c'è più. Nel caso della Strana Officina però, tutti questi problemi a pensarci bene non si pongono, perché oltre tutto ciò che è accaduto ed a prescindere da questo, la loro è musica di qualità assoluta. Senza contare la sua valenza storica in rapporto all'epoca di appartenenza del gruppo.
Immagino che tutti sappiate quali fatti hanno funestato e di fatto interrotto la loro carriera (l'incidente che coinvolse i fratelli Cappanera e la successiva morte di Masi), e per i motivi esposti nel paragrafo precedente non intendo calcare la mano su queste vicende. Mi preme invece parlare di musica, quella grande musica che la Strana Officina ha prodotto nei suoi anni di attività. Dopo l'EP Strana Officina, un demo dell'86 e l'EP The Ritual dell'87, i toscani giunsero finalmente alla prova sulla lunga distanza. Ormai costretti dalla realtà del mercato a "piegarsi" all'uso della lingua inglese, riuscirono a condensare in meno di quaranta minuti l'essenza del metal tricolore, registrato anche con una discreta resa audio ottenuta presso gli Officina Studios, come non spessissimo accadeva dalle nostra parti.
L'avvio delle danze era affidato a King Troll. Dopo un intro corredato da circa quaranta secondi di parlato che si conclude con una poco rassicurante porta cigolante ed una voce che dice: "I'm Your Controller", il pezzo si dipana poi basandosi sulla voce di Bud e sul lavoro della chitarra di Fabio Cappanera, alle prese sia con arpeggiati che con parti solistiche misto/veloci che mostrano chiaramente la sua formazione dal gusto anni 60/70. Pezzo che mostra molte delle sfaccettature del gruppo. War Games è un discreto brano basato sull'efficacia del ritornello, utile per le esibizioni dal vivo. Questo inno antimilitarista viene però un po' appiattito dalle tastiere, inserite nel tessuto musicale del gruppo per cercare una dimensione più internazionale al pari della lingua inglese al posto del tradizionale italiano. Di altro spessore e pesantezza Kiss Of Death, con i quattro impegnati a spingere sull'acceleratore quasi al limite dello speed metal, trascinati da una sezione ritmica pulsante a sostegno del duo chitarra/voce; certamente efficace. Tuffo nei ricordi con Black Moon, trasposizione in lingua inglese di Luna Nera, brano contenuto nell'EP d'esordio che era (ed è), considerato come uno dei più conosciuti tra quelli recanti il marchio della Strana, atmosferico e struggente come pochi. Altro mid-time, ma di diversa impostazione, per Rock'n'Roll Prisoner, più roccioso e pesante. Segue un altro brano tratto dall'EP d'esordio, ossia Burnin' Wings, che altro non è se non Piccolo Uccello Bianco -uno dei migliori brani della Strana di sempre- ancora in inglese e con tastiere di supporto. Grande pezzo, ma ancora una volta l'originale era più efficace. Semplice, ma piacevole brano di transizione prima della fine con Falling Star, heavy ben costruito senza picchi particolari se non nel ritornello, per poi concludere il lavoro con Don't Cry, l'ultima corsa senza freni prima di chiudere le ostilità, per accorgersi immediatamente di voler risentire tutto di nuovo e subito.
Lavoro fondamentale per l'heavy italiano, anche se leggermente edulcorato dalla ricerca di una dimensione transnazionale tramite l'inglese e l'uso moderato delle tastiere, Rock'n'Roll Prisoners era un album in grado di competere con i migliori prodotti heavy degli anni 80, la cui diffusione e risonanza vennero limitati solo dalla fama della nazione di provenienza e dal suo ritardo di pubblicazione rispetto alle varie derive più moderne seguite dalla musica pesante, che in quell'ormai lontano 1989, aveva già prodotto molte novità. Anche questo per colpa di un panorama nazionale asfittico ed ostile a certe realtà musicali, che solo molto raramente riuscivano a pubblicare i loro dischi quando era opportuno farlo. Ciò però non inficia la qualità assoluta del disco, che va in ogni caso considerato tra le gemme del periodo.
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VOTO LETTORI
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71.40 su 2069 voti [
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18
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discone fatto con sudore. 95 |
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17
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Eh beh cosa gli vuoi dire a un gruppo così? Leggende tricolori da sempre e per sempre
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16
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Riascoltato stamattina: formidabile! |
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15
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Il migliore LP della storia dell'heavy metal italiano. Passo e chiudo |
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14
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...leggende del hm italiano.....potentissimo..... |
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13
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Bellissimo! Una delle pietre miliari del metal italiano. Grandi canzoni, tanto sudore, bellissimi i riffs e gli assoli e una produzione potente (e molto 'live') che nell'89 in Italia era un miracolo. Questo album non ha veramente nulla da invidiare a quanto veniva pubblicato all'estero, basta ascoltare Black Moon o Burnin' Wings. 88 anche per me |
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12
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Ottimo, la Strana è sempre stata una band di livello internazionale. Qua svetta ancora Black moon con le tastiere thriller alla Goblin. Mi fa piacere che sia stato ristampato, bisognerebbe farlo anche per i Crossbones di Dario Mollo, dello stesso anno, un disco anche quello di livello internazionale, molto vicino allo stile dei Lion di Kal Swan e Doug Aldrich |
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11
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Che canzoni stupende, dall' Hard rock allo speed metal . Voto 95. Da avere a tutti i costi, sia in vinile che in cd visto che sta per essere ristampato. |
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9
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Ottima Recensione. Per quanto riguarda il disco, Rock’n’Roll Prisoners è senza dubbio uno dei migliori lavori Heavy Metal di stampo ottantiano di tutti i tempi...Grande Strana voto: 90 Pieno! |
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8
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corriiiii  |
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7
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@Raven: sto già facendo un tuor de force per recuperare il tempo perso col thrash e specialmente death appoggiandomi alle recensioni, vedrò di aggiornarmi anche sull'heavy italico  |
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6
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Io li ho scoperti tardissimo, con "The Faith", la raccolta di brani ri-registrati edita dalla My Graveyard... ho preso di corsa "Una Vita per il Rock" e appena uscito "Rising to the Call", nel frattempo mi avevano anche passato questi vecchi lavori... proprio il mese scorso ho comprato "Ritual" versione originale LM Records, insieme al cofanetto della Molten Metal Records con un vinile di inediti (Salani alla voce!!!), "Ritual", l'omonimo e "Rock 'n' Roll Prisoners"... ormai sono un drogato di STRANA OFFICINA! |
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5
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Allora puoi approfittarne per riscoprire parecchia roba interessante  |
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4
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La svolta inglese me li fa preferire alla versione italica. Mi passarono questo disco ben recensito ma ricirdo poco. Non mi sono mai affezionato al metal nostrano forse per quel senso di provinciale di anti-italianità che mi perseguita. |
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3
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ovviamente comprai la CASSETTA non la CASETTA.... |
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2
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io invece comprai la casetta, forse il primo album italiano della mia carriera da divoratore metal...non mi ha mai fatto impazzire, un pò per la voce di Bud che non ho mai digerito, un pò per i pezzi poco elaborati e un pò per quella mancanza di cattiveria dovuta all' inserzione di tastiere morbidose e alla resa sonora che in quegli anni era latente in tutti i prodotti italiani... non è una stroncatura però si poteva fare meglio. Da brividi l'assolo di Black Moon e comunque buoni i pezzi presenti.. |
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1
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comprai il vinile allora ... sarebbe bene dire che comprai molti vinili del catalogo metal master .... da hoka hey dei sabotage a neurodeliri dei buldozer ... da in death dei death ss a appunto questo dei strana officina di cui ho anche gli ep in vinile precedenti ... poche cose da dire , un disco e' bello quando lo ascolti di continuo e vi asssicuro che questo nel pitto ha girato ... e girato tanto. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. King Troll 2. War Games 3. The Kiss Of Death 4. Black Moon 5. Rock'n'Roll Prisoner 6. Burnin' Wings 7. Falling Star 8. Don't Cry
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Line Up
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Daniele "Bud" Ancillotti (Voce) Fabio Cappanera (Chitarra) Enzo Mascolo (Basso) Roberto Cappanera (Batteria)
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