Chiunque abbia una certa familiarità con i Folkstone -soprattutto i più recenti- sa bene come il livello testuale delle composizioni rivesta la medesima importanza del versante più propriamente strumentale. La ricchezza contenutistica dell'ultimo lavoro in studio dei Nostri, Diario di un Ultimo, non può dunque non soddisfare una certa curiosità in merito a suggestioni o strali seppelliti nelle bellissime liriche: abbiamo deciso dunque di soddisfarla con i diretti interessati!
Nattleite: La genesi di Diario di un Ultimo è legata alla volontà, da parte di Lore, di dare la vita ad un progetto solista. Il nucleo originario ha concluso tuttavia la propria gestazione quale nuovo album dei Folkstone. Quali sono le ragioni che vi hanno portato a lavorare nuovamente in maniera collettiva?
Folkstone: La presenza delle cornamuse, le tematiche intimistiche ma attuali, la voce e l'impronta di Lore e Mauri… insomma tutto richiamava ad un album Folkstone. Ecco quindi la scelta poi di Lore di proporre il lavoro a Roby e Teo e la scelta collettiva di proseguire come gruppo.
Nattleite: Oltre a ciò, questo lavoro vede un cambio di line-up decisivo, coincidente con l’abbandono di Teo e Andrea. Crediate che tutto ciò abbia influito sullo stile delle composizioni? Ed in che misura?
Folkstone: Non ha influito sul lavoro, perché comunque la preproduzione ha visto ancora la collaborazione, come detto prima, di Teo. Quindi è un album Folkstone al cento per cento.
Nattleite: In Diario di un Ultimo si ravvisa la volontà di voler recuperare, almeno in parte, alcune suggestioni più graffianti provenienti dagli esordi unite alle componenti maggiormente cantautorali caratterizzanti la trama di Ossidiana. Qual è l’esigenza alle spalle di questo vecchio/nuovo amalgama stilistico?
Folkstone: L'esigenza è forse di fare un sunto stilistico di quanto fatto in questi anni. Non è stato studiato a tavolino, semplicemente è venuto da sé. Scrivendo si tirano fuori emozioni e sensazioni che si hanno dentro, solo dopo forse ci si pone anche delle domande di questo genere. Al momento della composizione, scrivi e vai.
Nattleite: Qual è il significato del variopinto e piratesco artwork con il quale avete deciso di presentare questo lavoro?
Folkstone: Il piratesco artwork parte da un tatuaggio di Lore. L'idea di usare i tatuaggi come copertina e interno del libretto è nata dal suo progetto solista, è piaciuta ed abbiamo tenuto quella linea. È come mettere altri pezzi che raccontano di noi nell'album, in questo caso visivamente parlando.
Nattleite: Potreste parlarci un po' -in generale- del processo di registrazione di Diario di un Ultimo? Quanto è durata questa fase? Avete fatto una preproduzione o siete andati direttamente in studio? Mentre incidevate avete sperimentato qualcosa di nuovo a livello tecnico?
Folkstone: Tutto il lavoro di pre produzione, registrazione e mix è stato sapientemente ed abilmente curato da Maurizio, in veste di produttore. A lavoro concluso possiamo dire che siamo decisamente soddisfatti della scelta fatta. La pre produzione, che ormai è d'obbligo per ogni nostro lavoro, è durata un anno e mezzo circa, la registrazione ed il mix tre mesi circa.
Nattleite: Passiamo ora ad una delle componenti più ricche del platter, ovverosia quella più prettamente testuale. Nella opener, Astri, si fa più volte riferimento al dubbio ed al senso critico di Galilei, che permisero allo stesso di inaugurare, per dir così, una nuova era nonostante l’atto di abiura cui fu costretto dal Santo Uffizio. Pensate che quanto narrato sia contestualizzabile in una società attuale permeata da nuove forme di omologazione del consenso e depauperata dalla volontà di leggere criticamente la realtà?
Folkstone: Sicuramente sì. I nostri orizzonti sono offuscati da confini, che come sempre ribadito crediamo siano soltanto barriere all'evoluzione. Abbiamo raccontato di Galileo, uno splendido eretico che ebbe l'infinito come riferimento, perché superò i confini del suo tempo. Fu imprigionato e rischiò la pena di morte. Duecento anni dopo Foscolo ne cantò le lodi ed oggi la tecnica applica ancora il suo rigoroso metodo scientifico. Curiosità, sogno, metodo eretico lo condussero a stravolgere il suo tempo e i mondi a venire. Astri vuole quindi essere un umile e profondamente sentito tributo a tanta meraviglia.
Nattleite: Una simile critica al conformismo è contenuta, se vogliamo in maniera ancor più urgente, in La Maggioranza. Cosa vi ha spinto a comporre un testo così veemente ed incisivo? Avevate in mente qualcuno in particolare?
Folkstone: Beh i riferimenti sono abbastanza chiari, non crediamo ci sia bisogno di fare nomi. La delusione e la rabbia di sentirsi circondati da una maggioranza intollerante e che pensa di risolvere con l'odio e l'egoismo i problemi dei nostri giorni, hanno fatto scattare la molla di questo testo.
Nattleite: I Miei Giorni ci è sembrata, rispetto alle altre tracce, a tinte maggiormente intimistiche e retrospettive, a tratti un testamento. Ci volete raccontare qualcosa in merito?
Folkstone: I Miei Giorni sì può essere una sorta di testamento. È un dire profondamente grazie a tutte le persone che hanno camminato con noi fianco a fianco in questi anni, sopra e sotto al palco. È anche un voler chiedere scusa per tutte le volte che non lo si è mai fatto, per orgoglio o comodità. Gli anni passano e a volte viene voglia di tirare le somme e ringraziare le persone con cui e grazie a cui è stato possibile arrivare fino a qui.
Nattleite: Abbiamo apprezzato molto il lavoro di arrangiamento delle voci presente in Fossile, come avete lavorato con Roberta per dividervi le parti e armonizzarle insieme? Era già così in sala prove o avete sperimentato registrando?
Folkstone: Tutto studiato in pre produzione. Lore ha proposto il pezzo con la sua voce e ha chiesto a Roby di provare a mettere la sua voce. L'impasto ci è piaciuto e via, abbiamo proseguito per questa linea.
Nattleite: Ci raccontereste qualcosa in più riguardo alla registrazione del video di Elicriso (C'è un Pazzo)?
Folkstone: Abbiamo fatto sentire il pezzo al regista Luca Rapuzzi che ci ha proposto la sua visione fatta a videoclip. Ci è piaciuta molto perché rappresentava appieno il concetto del pezzo. Dal via in poi ha pensato tutto lui dalla location agli attori. E' stato inusuale e divertente girare le scene intorno al fuoco con gli strumenti acustici… una situazione intima e accogliente che è andata oltre spazio e tempo.
Nattleite: Sono passati ben 12 anni dal demo Briganti di Montagna: se potessi dire qualcosa al te stesso che incideva quel demo e quei brani con la cognizione e l’esperienza di cosa è accaduto dopo nella vostra carriera, cosa gli diresti?
Folkstone: Direi “Rifai tutto. Tanto di errori se ne fanno comunque in ogni caso.” E' andata bene come è andata, siamo felici di ciò che abbiamo costruito fino ad oggi. Certo con il senno di poi faresti magari cambieresti qualche passo falso fatto… ma cambiando strada si trova sempre e comunque un'altra buca in cui inciampare e cadere.
Nattleite: Siete sempre stati una live band: cosa bolle in pentola per la promozione di Diario di un Ultimo? Quanto è difficile portare avanti un calendario live di un certo tipo considerando che, al di là della band, avete altri impegni lavorativi al di fuori della carriera da musicisti?
Folkstone: L'impegno richiesto è sempre molto alto, ma fino a che si ha l'adrenalina giusta si va avanti con il vento in poppa e la prua contro il nulla!! Per ora vi aspettiamo al Live di Trezzo (Mi) il 30 marzo e all'Orion Club di Ciampino (Roma) il 12 aprile. Il resto del calendario? Vi faremo sapere!!
Si ringrazia il collega Gianluca Leone per aver suggerito spunti interessanti in fase di elaborazione delle domande.