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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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La Svizzera non è certo ricordata nella storia dell'heavy metal come luogo di nascita di scene forti e rappresentative di un sottogenere (tipo death svedese, thrash teutonico, giusto per fare un paio di esempi) tuttavia non si può certo dire che i gruppi originari di questa terra non abbiamo lasciato un segno nell'evoluzione della musica estrema. Nonostante l'assenza di un movimento territoriale importante, che nell'era pre-internet compattava i ragazzi, la Confederazione Elvetica ha infatti dato i natali ad alcuni tra i più rivoluzionari combi della storia: il trittico di Tom G. Warrior Hellhammer, Celtic Frost e Triptykon, i Coroner ed i Samael, di cui oggi parleremo.
È il 1987 quando nella città di Sion i fratelli Alexandre e Michael Locher assumono gli pseudonimi di Xytraguptor e Vorphalack e fondano i Samael, gruppo fortemente influenzato da Hellhammer e Celtic Frost impegnato in un black metal primordiale, ancora lontano però alla rivoluzione norvegese di inizio anni 90. I primi demo mostrano un certo equilibrio tra i tempi cadenzati e gli strappi di scuola thrash/black, che si sposano con i testi demoniaci che caratterizzano questa prima fase di carriera dei Samael. Nel 1988 l'EP Medieval Prophecy rappresenta la prima pubblicazione per l'allora duo, nel quale viene esplicitata la devozione per gli Hellhammer con la cover di The Third of the Storms (Evoked Damnation). Bisogna però attendere fino al 1991 per vedere la prima prova della band (alla quale proprio in quel periodo si aggiunse il bassista Masmiseîm, cementando il nucleo principale dei Samael che ancora oggi è compatto) sulla lunga distanza. Worship Him esce infatti nell'aprile di quell'anno sotto l'egida dell'etichetta francese Osmose Productions, che proprio con questo album inizia la sua storia e che diventerà negli anni a seguire una vera e propria fucina di talenti della nera fiamma.
Dopo una breve introduzione di tastiere, Sleep Of Death esplode con la doppia cassa di Xytraguptor ed i riff di Vorphalack in un pezzo black diretto che rallenta solo in un paio di occasioni. Rallentamenti che appaiono ancora più incisivi e dominanti nella lunga titletrack, invocazione esplicita all'"Angelo Punitore" di cui Vorphalack è messaggero; il pezzo è ossessivo ed insistente fatta eccezione per qualche stacco che spezza brevemente la nera preghiera.
He is life, He is death He is virtue, He is vire
He is the flame of reason He is the verbe of our thoughts
He is the justice of our trials He is the gallows of the infidels
He is the fire of vengeance He is the blade of revenge
He is the executioner's axe He is the hangman's rope
He is the fall of the kingdom of ignorance He is the end of the reign of intolerance
Le oscure atmosfere sfibranti continuano con Knowledge of the Ancient Kingdom, altro pezzo lento di stampo quasi doom in cui, grazie anche alla staticità della ritmica, l'oppressione diventa evidente. La successiva Morbid Metal ci riporta su stilemi black metal più vicini a quelli che oggi conosciamo con la traccia più veloce del lotto nonostante il funereo rallentamento, consuetudine consolidata di questo disco. Rite Of Chtulhu è più che altro un suggestivo intermezzo strumentale, anche se si può notare la somiglianza in termini di struttura ed atmosfera tra il riff di apertura e quello iniziale della titletrack di The Rack degli Asphyx, altro gruppo influenzato da Tom G. Warrior. Assieme alla a tratti epica The Black Face è una delle composizioni più recenti e non apparse nei demo precedenti, le quali mostrano un songwriting che si sta piano piano evolvendo. Ancora doom con la traccia più lunga e sfiancante dell'album Into the Pentagram, dove la voce di Vorphalack ci guida in questa lenta marcia infernale ritmata dalle percussioni profonde di Xytraguptor, così come Messenger of the Light che cerca di seguire le stesse orme, risultando però un po' ripetitiva e chiusa in maniera affrettata. Di nuovo tastiere nella breve strumentale Last Benedction che introduce l'ultima traccia, anch'essa strumentale, The Dark, la quale incorpora un po' tutto il Samael-sound di questo periodo.
A conti fatti Worship Him è un bell'esordio che pecca un po' di ripetitività in certi frangenti e risulta a tratti acerbo, mostrando l'influenza dei gruppi guida. Va comunque ricordato che la maggior parte dei brani faceva parte dei demo precedenti nonostante alcune modifiche: Sleep Of Death era una volta chiamata Into The Dark, Into The Pentagram rispetto alla versione dell'EP è accorciata e, nello stesso EP, The Dark prevedeva dei versi incomprensibili qui eliminati. Ovviamente la produzione è sporca ma adatta a questo tipo di release, conferendo quell'alone di tetro fascino polveroso.
Il successivo Blood Ritual mostrerà una band più matura e decisa come scrittura, che poi sfoggerà ancora di più la sua classe con i capolavori Ceremony of the Opposites e Passage, rispettivamente evoluzione finale e svolta totale delle ritmiche ossessive di Xytraguptor, che diventerà il compositore principale del gruppo, abbreviando anche il suo pseudonimo (già accorciato in Xytras) in Xy. Ascoltando oggi Worship Him è impossibile non notare quanta strada abbiano fatto e quanto siano migliorati Vorph e Xy, ma questo è il primo passo di una carriera fantastica, piazzato a metà tra i primi estremismi sonori di Hellhammer e la scuola black norvegese che da lì a breve sarebbe esplosa. Una posizione ambigua forse e per certi versi quasi neutrale, come il mito da cui hanno preso il nome e la loro terra d'origine, ma sicuramente tra i pochi a suonare così in quegli anni.
Man! Inexorably you come to me Each instant you're closer to me I am death Do you know where I'll lead you?
No, all'epoca nessuno sapeva dove ci avrebbero portato.
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Ricordo questo disco e ricordo pure che mi deluse,non tanto per la sua qualità in sè che possiede,ma era troppo fuori strada rispetto alla mia filosofia di black metal,e anche tanto.Il mio navigatore interiore disse RICALCOLO... |
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Mea culpa allora, ho capito l\'esatto contrario della frase. XD. Comunque, se vuoi un mio consiglio, dopo il secondo (Blood Ritual) non ti perdi granché, dopo sono diventati tipo una tribute band dei Rammstein. Consiglierei invece gli Alastis di In Darkness, cloni dei primi Samael ma più ascoltabili degli albun seguenti dei secondi. |
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No no, ho scritto che quando leggo LukaNekrowizard \"devo trattenermi dall\'andare subito a comprare il disco\", vuol dire che mi spinge ad andare a comprarlo o ad ascoltarlo. Sono io che mi trattengo dal fare qualcosa che i suoi commenti, invece, mi spingono a fare. |
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Nel senso che LucaNekrowizard88 ha incensato il disco usando parole sue e da come hai scritto tu era come se fosse \"l\'ha incensato lui? Allora non lo ascolto\". E allora io ho risposto che in questo disco c\'è materiale di qualità e molto influente a prescindere da chi lo incensa, non mi riferivo a me stesso. |
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Non ho capito il tuo commento @transcendence, io non facevo dell\'ironia. Seriamente mi piacciono i suoi commenti e mi invogliano all\'ascolto. |
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@ No Fun: Beh, non è perché qualcuno usa un lessico infervorato o infantile dobbiamo necessariamente privarci di ascolti che potrebbero anche essere interessante. Anche perché questo album, pur essendo del 1991 e avendo parecchi difetti anche in mezzo alla tracklist, è un disco ESTREMAMENTE influente nelle future scene black/death/doom europee, nella sola \"Sleep of Death\" ci senti allo stesso tempo i dischi seguenti di Rotting Christ, Burzum, Mayhem, Immortal e parecchi altri, mentre la title track ha un riff principale molto ovvio, ma molto caro a gente come Darkthrone, Barathrum, Faustcoven, i Katatonia di Dance of December Souls, \"The Black Face\" non ne parliamo, con quelle quinte che si alternano a terze maggiori, racchiude praticamente buona parte del black made in Finlandia in 3 minuti scarsi. Tant\'è che in vecchie interviste, i membri rimanenti dei Mayhem citarono proprio questo disco come quello che spinse a Øystein Aarseth a fare De Mysteriis Dom Sathanas. |
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Adoro i commenti esaltati di @LukaNekrowizard, ogni volta che li leggo devo trattenermi dall\'andare subito a comprare il disco o ascoltarlo se non lo conosco. |
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Ceremony of opposites inarrivabile, ma concordo che fino a passage sono tutti gran dischi veramente! |
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Culto della fiamma nera🤘ma il meglio arriva con i seguenti 3 dischi.
Che anni 🤘 |
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Masterpiece totale del black metal europeo. I primi tre album dei Samael sono tre gemme nere da avere per ogni devoto della nera fiamma, e questo \"Worship Him\" è solo il primo, fondamentale, capolavoro. Prima ancora dell\'esplosione totale della scena norvegese, i Samael furono tra i primi enormi alfieri di questo genere, a partire dai demo di fine ottanta fino a questo incredibile debut, dotato di una malignità e oscurità davvero da brividi! Le atmosfere che riuscivano a creare erano PAZZESCHE, i riff morbosi e infernali erano uno più coinvolgente dell\'altro, e la voce di Vorphalack uno scream diabolico che veniva direttamente dagli inferi. Il sound diabolico di questo debut verà portato alla perfezione col successivo (e mio preferito) \"Blood Ritual\", ma si tratta giusto di piccolezze. Sulfureo, maligno e satanico all\'inverosimile! Hail Samael!! |
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Riascoltato da poco debutto grezzo ma non male. Recensite anche blood ritual |
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C'è da dire che sono così primordiali qui che non si capisce bene dove inizia il death metal e dove finisce il black metal, il confine è molto fine, il periodo è quello...che poi, innesti ancora di prima ondata di black metal si sentono eccome, un pó come per dire i primi Sepultura. Ascoltando bene ci sento riminiscenze del gracchiare di Cronos dietro a quel cantato, ma quello penso che si senta un pó in tutti i cantati estremi perchè è universale. In questo caso i due generi va anche bene chiamarli come si vuole in entrambi i modi, per queste sonorità, che possono comprendere sia l'uno che l'altro. Tant'è appunto che prendono spunto da Celtic Frost, Hellhammer e quel genere lí, come lo sono anche i primi Sepultura. Il loro confine col death/doom tra blande decadenze e stoppate e black metal è sottile; digitando su youtube ho trovato un live da bettola dell'epoca che si vede perfetto. È fantastico : Samael - Koszalin, Poland, 1991-01-12 |
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11
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Non me lo ricordo questo... o per meglio dire so di averlo ascoltato parecchio tempo fa, ma rispetto a tutto quello che fecero dopo questo e credo anche quello dopo sono quasi dei capitoli isolati, un altra band a momenti.
Ricorda molto la metamorfosi dei Tiamat. |
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10
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**Vorph, il vocalist. Voce bestiale |
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...INTO THE PENTAGRAM.... strascicata... strisciante... un Voroth alla voce con molta sofferenza la incita e ti cattura... questo è un manifesto dei Samael, una grandiosa band unica nel suo genere in tutte le sue sfaccettature da inizio '90 nell'old school black metal di seconda ondata con un inserimento personale di elettronica metafisico, art industrial mai banale che si apporterà sempre di più in futuro ma rimanendo su alte frontiere di livelli gustativi e mai banali o noiosi, unici nel loro stile, ma in questo Worship Him sono ancora putridi e malsani. Le band coi fratelli sono sempre i meglio, sono due ma come se ce ne fossero quattro. Sicuramente un classico oscuro del black metal di seconda ondata.... Gran bel disco sotto la Osmose Production che non teme rivali, ai più...The pentagram is my invincible weapon... voto: 88 ma affettivamente per me anche 92 |
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8
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Un buon disco, concordo col voto della recensione |
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7
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questi andavano già controtendenza da questo disco e ancora di più quando nel 94 fecero uscire ceremony of opposites dato che in quegli anni tanti andavano a manetta mentre loro scrivevano roba molto più lenta e mid tempo che sapevano di thrash manco a dirlo poi con passage hanno dimostrato in modo totale che avevano il carattere e le palle. un gruppo che non è seguace ma leader, leader di loro stessi , la strada se la fanno da soli. |
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6
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Recensione perfetta. Un avvio promettente precede dischi superiori! Uno dei gruppi che ho sempre amato visceralmente. |
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5
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Eheheeh, enry non sai quanto ti do ragione comunque concordo sulla loro carriera, probabilmente la parola giusta per descriverla è personalità. |
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4
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Il grande inizio di una grande band, che personalmente adoro in tutte le sue incarnazioni, perchè quando c'è la classe e la qualità artistica vanno bene anche i cambi di stile (non uso le parole 'evoluzione' e 'capolavoro' perchè a furia di leggerle e sentirle mi sono venute a nausea). Buona rece Diego, giusto anche il voto. |
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3
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Indubbiamente uno dei miei ascolti preferiti in ambito Black. Che si sentano le influenze con i Celtic Frost a me sembra poco perchè i Samael già dal primo album dimostrarono di potersi muovere con una buona personalità interpretativa. Quando hai le Tenebre dentro di te questo è sicuramente uno di quegli album che te le cullano e che ti mostra il cammino |
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2
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Vero, diciamo che si sente una certa immaturità adolescenziale in certi momenti, ma come detto il successivo mostrerà una giusta crescita e maturazione. |
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1
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Concorde con la recensione...Storico debutto per i Samael su l'allora neonata Osmose. Un album oscuro e malato come pochi e per pochi.Ovvia l'influenza dei primi Celtic Frost ma i Samael si spinsero oltre in quanto a morbosita! Comunque nonostante fossero ancora un po' acerbi gia si intravedono le peculiarita' che porteranno al capolavoro Ceremony of Opposites. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Sleep of Death 2. Worship Him 3. Knowledge of the Ancient Kingdom 4. Morbid Metal 5. Rite of Cthulhu 6. The Black Face 7. Into the Pentagram 8. Messenger of the Light 9. Last Benediction 10. The Dark
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Line Up
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Vorphalack (Chitarra, Voce, Basso) Xytraguptor (Batteria, Tastiera)
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