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27/04/25
THE LUMINEERS
UNIPOL FORUM, VIA GIUSEPPE DI VITTORIO 6 - ASSAGO (MI)
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Overkill - From the Underground and Below
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( 5217 letture )
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Gli Overkill non hanno bisogno di presentazioni, si tratta infatti di una delle band più prolifiche ed importanti nel panorama thrash metal la quale, nel 1997, pubblica il proprio nono album, dal titolo From the Underground and Below. Si tratta sicuramente del disco più moderno dell'intera discografia dei newyorkesi, che hanno iniziato la loro carriera influenzando il proprio sound da radici punk per evolvere in uno stile proprio ed assolutamente personale, nel quale la voce di Bobby '"Blitz" Ellsworth è un marchio di fabbrica assoluto come la presenza continua del basso di D.D. Verni. In From the Underground and Below la formazione è la stessa del precedente The Killing Kind, con Joe Comeau (il quale si cimenta spesso alla voce dando un sostegno all’inossidabile Bobby ''Blitz'') e Sebastian Marino alle chitarre e con Tim Mallare dietro ai tamburi. Certamente è un disco differente rispetto ai precedenti, con un sound più moderno, fatto di break e ripartenze, pesanti riff e la sezione ritmica che viaggia decisamente più lenta rispetto alla natura degli Overkill, nonostante non manchino episodi di velocità pura.
Sin dall'inizio ci si rende conto della svolta del sound degli Overkill, sia come suoni che come composizioni, infatti It Lives e Long Time Dyin' ricordano molto da vicino i Pantera, con i classici ''urli'' di chitarra ad accentuare le parti finali delle pennate nei riff principali, mentre il lavoro di Tim Mallare alla batteria viene coadiuvato dai break e dagli stop dell'insieme; anche l'andamento di entrambi i brani riporta a quelle sonorità. Chiaramente è la voce di Bobby ''Blitz'' a fare la differenza, grazie alla sua indiscutibile qualità e personalità. In Save Me si possono riscontrare addirittura riminescenze del primo Rob Zombie con i suoi White Zombie, con venature quasi industrial pur mantenendo lo stile Overkill, anche qui grazie alla voce; certo è che ai primi ascolti ci si trova un po' spiazzati di fronte a questa svolta stilistica, con pochissima velocità nei brani, un suono che è caratterizzato dalla corposità, saturo di overdrive e al contempo molto cupo. Un disco che in qualche modo è figlio dei tempi, gli anni '90, dove la maggior parte delle band di thrash metal o si erano sciolte oppure avevano virato verso sonorità diverse e sperimentazioni che all'epoca fecero storcere il naso ai fans più oltranzisti e puristi, basta ricordare band come Kreator o Anthrax, con i primi che cercarono di sperimentare con album tipo Renewal, Outcast e Endorama (dischi che poi vennero decisamente rivalutati negli anni seguenti), mentre i secondi cercarono di commercializzarsi con un sound più accessibile; gli Overkill in qualche modo rimasero fedeli a se stessi ma cercarono di svecchiare il proprio stile senza perderne i connotati, infatti è con F.U.C.T. o Little Bit O' Murder che ritroviamo gli Overkill veloci ed incazzati, con i classici chorus che li hanno sempre contraddistinti e con l'alternanza alla voce tra Bobby ''Blitz'' e Joe Comeau che riescono in qualche modo ad intrecciarsi, appoggiandosi ad una solida base ritmica grazie all'incessante percussione delle quattro corde di D.D. Verni e al buon lavoro di Tim Mallare alle pelli. Alquanto differenti per attitudine sono invece The Rip'n Tear e Promises; nella prima troviamo degli inediti Overkill alle prese con una sorta di thrash'n roll nell'incedere e nella ristretta parte solista, dove il riff principale è un rock'n roll più pesante e il basso viscerale di D.D. sostiene l'intero brano, dandogli corpo e sostanza come è nella sua natura. Promises per contro è una ballad, con le chitarre pulite e arpeggiate su di un cantato pulito, intriso di melodia; superiore ad altre canzoni dello stesso genere già proposte dagli Overkill dove i solo sono di stampo classico, scale e vibrato, per chiudersi con un Bobby ''Blitz'' che sorprende per la duttilità espressa dalla sua bellissima voce.
Un album in linea con quanto fatto dagli Overkill negli anni '90, senza perdere di vista l'attitudine del combo newyorkese nonostante i cambi di formazione; forse il migliore del trittico della fine di quegli anni, nel quale comunque i brani seguono una logica nella loro composizione e risultano ben distribuiti all'interno dell'economia del disco. Gli Overkill, d’altra parte, non hanno mai deluso, si può parlare sicuramente di dischi migliori rispetto ad altri ma la costanza del combo di New York è davvero invidiabile.
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15
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C'è qualche bella strofa alla Pantera qua e là, ma tutto il resto mi sembra raffazzonato e poco ispirato; in più non mi convince la produzione, in cui percepisco qualcosa che non va nel suono della batteria - che sento poco limpida. Inutile dire che neanche la voce di Comeau mi va giù. Album scarso, voto insufficiente e nemmeno in maniera lieve per quanto mi riguarda. |
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14
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preso da poco per completare la discografia. Unico che mi mancava. Sapevo già a cosa andavo incontro. Il disco è brutto. Purtroppo le sonorità panteresche - groove non fanno per me. Per carità i gusti non si discutono, però è discutibile voler sostenere a tutti i costi questa band dicendo che si è rinnovata rimanendo fedele a se stessa. Secondo me negli anni bui Comeau/Marino, peggior coppia d'asce di sempre nella storia della band, gli Overkill sono un'altra band rispetto ai primi dischi. E mi è sempre piaciuto anche I Hear Black |
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13
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Secondo disco degli Overkill comprato in contemporanea alla sua uscita e, purtroppo, la delusione fu di quelle cocenti. Mi spiego: per chi già conosceva Rob Zombie, non aveva senso ritrovarselo in un disco dei loro quasi-capitolini.. Inoltre, non sto qui a ricordarvelo ma, anche i White Zombie ebbero nel periodo di massimo splendore tale Terry Date come produttore..sara un caso?! Comunque, oltre allo zio Rob, quello che possiamo sentire sono: echi di Pantera et similia (ancora?) e qualcosa derivante dal Grunge. Il disco non è per niente da buttare..anzi, le idee ci sono eccome! Purtroppo, quello che manca sono le canzoni. E, a parte il classico tributo ai Black Sabbath da parte del nostro bassista preferito all'altro nostro bassista preferito, quello che c'è sa poco di Overkill. Non è un male ma neanche un bene! E quindi, i "nostri", al secondo disco con nuovi chitarristi, ci son ricascati nel voler sperimentare a tutti i costi con quello in voga nel periodo. Ma non riuscivano proprio a vendere?! Comunque, le tracce buone ci sono e si trovano tutte a metà disco..sarà un caso?! Chi Lo sa?! Fatto sta che, dopo questo smisi di seguirli con tanta passione.. |
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12
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Volevo dire il precedente Killing kind |
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11
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Buon album con alti e bassi. Per me un 75. Gli preferisco il precedente From underground... Cmq sono una band sempre di buonissimo livello. Concordo che hanno trovato una formula perfetta per fare ottimo thrash |
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10
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Voto regalato per questo disco, probabilmente il peggiore degli Overkill. Si salvano giusto 3-4 brani, il resto suono anonimo e noioso. Un lavoro senza grossi guizzi. Raggiunge a stento la sufficienza... o forse no. Per me è da 5,5 |
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9
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allora.. Overkill... 1997... ci ritroviamo in un periodo di bassi e alti per alcune band, i Testament propongo (seppur in un modo discreto) un death metal pesante con DEMONIC, i Kreator fanno un mezzo passo anche se da molti rivalutato con OUTCAST, mentre gli Annihilator con il solo Jeff Waters e la Drum Machine, pubblicano il loro album più criticato ovvero REMAINS. Qui gli Overkill cercano di dare di più rispetto a The Killing Kind, e ci riescono a Metà, alcuni canzoni (es: It Lives, Save Me, Long Time Dyin') sono sopra la sufficienza (ma non così tanto sopra, tipo 7 su 10 per dire) mentre canzoni come Genocya, Half Past Dead e Promises (sopratutto quest'ultima) sono strane da digerire, ma una volta che le ascolti tante volte, ci passi sopra, il resto sono sulla sufficienza, ora riprendendo il discorso di prima, credo che il 1997 (per me) sia composto in ambito Thrash Metal in questo modo. 1) Kreator - Outcast 2) Overkill - F.T.U.A.B. 3) Annihilator - Remains 4) Testament - Demonic per me sono un piccolo passo in avanti, ma il vero passo decisivo sarà con il buon Necroshine (che aspetto una sua recensione) Voto: 78 |
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8
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It lives e Fuct sono tra i miei pezzi preferiti. il resto è nella media. direi 75 |
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7
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Per chi non si fa' troppe aspettative, e' in ogni caso un album piacevole con ottimo groove... |
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6
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Gruppo che vorrei vedere ancora 1000 volte dal vivo, ma di loro dischi non ne compro più di sicuro, questo è uno di quelli che per fortuna non ho comprato, ahaha.... |
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5
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Che bello!!! Il mio primo CD metal che comprai originale!!! |
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4
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lo ricordo soprattutto per le orecchiabili "save me" e "promises", ma penso che si possa dire tranquillamente che il meglio del gruppo stia dalle parti di "horrorscope"... |
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3
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Album indigesto, non ha guizzi, come spesso capita con questa band. Tutto buono, niente di eccelso. In quegli anni solo W.F.O. Si tiene su alti livelli, ottimi livelli direi. Questo e I hear black sono da dimenticatoio. |
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2
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Un periodo particolare degli Overkill, dove hanno cercato di stare al passo con i tempi riuscendo a non snaturarsi. Cosa riuscita a pochi! Concordo con il voto! |
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1
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Grandissimo lavoro da parte degli OVERKILL, che dire di ''from the underground and below'' che è un bellissimo album si ascolta che è un piacere dall'inizio alla fine senza cadute di tono. Voto: 85/100 |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. It Lives 2. Save Me 3. Long Time Dyin' 4. Genocya 5. Half Past Dead 6. F.U.C.T. 7. I'm Alright 8. The Rip'n Tear 9. Promises 10. Little Bit O' Murder
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Line Up
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Bobby ''Blitz'' Ellsworth (Voce) Joe Comeau (Chitarra, Voce) Sebastian Marino (Chitarra) D.D. Verni (Basso) Tim Mallare (Batteria)
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