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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Gorguts - Considered Dead
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( 5007 letture )
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Monte Olimpo, 18/07/2015
Caro Luc, ogni tanto mi sovviene la voglia di scriverti una nuova missiva. Come ben saprai sono molto riservata e, nei miei brevi permessi terrestri, difficilmente scelgo di contattare qualsiasi essere umano, nemmeno tra coloro che si dedicano all'attività a me più cara, ma nel tuo caso mi sono sempre sentita costretta a farlo; se non altro come perenne ringraziamento per tutto ciò che hai fatto. Sai, non è facile intavolare un discorso condito da tutti questi salti temporali, soprattutto perché ho malauguratamente scelto di cominciare dalla tua punta di diamante, Obscura, al termine della quale si poteva già chiudere l'intero discorso. Tuttavia, dopo essere rimasta folgorata dal tuo meraviglioso ritorno con Colored Sands, mi sono convinta a compiere qualche passo indietro e parlarti di The Erosion of Sanity e, quindi, a dirigermi verso il tuo primo movimento, Considered Dead. Sebbene tu fossi solo un ragazzino con la grezza passione per il death metal, hai messo tutto te stesso dentro questa prima registrazione. In quei giorni eri ancora inconsapevole che, solo sette anni dopo, avresti scritto un disco per il quale io continuerò ad esserti debitrice, insieme a migliaia di altri musicisti che hai influenzato con la tua visionaria genialità. Ebbene, proprio questa tua spontanea naturalezza giovanile ti ha portato ad iniziare un cammino costellato di gioielli, tanto luminoso da ricordarmi il luogo dove sono nata. Ogni tanto ne parlo ancora con Chuck che, da quando mio padre lo ha voluto tutto per sé, è diventato il primario confidente sull'arte a me cara. Non solo per la sua maestosità che voi umani avete potuto apprezzare, sebbene in minima parte, vista la sua prematura ascesa, ma anche perché Considered Dead è stato un disco che io ho sempre affiancato a Human. Sarà per la produzione quadrata, per il suono tagliente dei vostri strumenti cordofoni o per il fatto che entrambi gli album sono usciti sotto la stessa luna, a poco più di dieci vespri di distanza l'uno dall'altro, ma questo accostamento mi sovviene oltremodo naturale. Erano ancora i tempi in cui la tua vena creativa si faceva ispirare da personalità grandiose, cercando uno spunto per far uscire i primi germogli della verdissima pianta. Te lo confesso solo ora, ma questo tuo lato un po' più acerbo, meno complesso e personale, mi ha affascinata sin dall'inizio, soprattutto perché avevo già di fronte agli occhi l'intera evoluzione a cui avresti preso parte nella decade seguente.
Non voglio dilungarmi nei soliti sofismi, anche perché certamente finirei con l'intavolare l'ennesimo discorso sulla bellezza della mia protetta e sulla versatilità che un pentagramma può offrire ad una mano capace. Quindi mi limito a porti una domanda, a cui tuttavia mi sono già data una risposta. Perché parlare di malattia e di morte, per esternare la rabbia giovanile, l'anticonformismo e la ricerca di sonorità estreme? Cosa hai provato mentre componevi l'arpeggio oscuro di …and Then Comes Lividity, regalandoci una visione macabra della lividezza di un corpo umano non più abitato dal suo soffio vitale? Credo che il riferimento al termine ultimo della vostra struttura carnale sia quanto di più efficace si possa ottenere per affiancare sonorità che puntano ad allevare il lato bestiale, quello più aggressivo e virulento del carattere umano. Tutti voi, da giovani, avete avuto questa inclinazione tendente alla distruzione della specie che è croce e delizia del suo stesso genere, ma tu forse sei stato ancora quello più saggio, nella tua acerbità. Saggio perché pur essendo lontano dal misticismo e dalla filosofia che caratterizzerà i tuoi lavori più riusciti, hai comunque offerto un'alta qualità testuale. Non hai raccontato nulla. Hai mostrato tutto. Con Stiff and Cold hai accompagnato i tuoi ascoltatori su quella montagna, con gli arti prossimi al congelamento e la forza che pian piano abbandona ogni muscolo, fino a farli cadere nella neve, inglobati dal ghiaccio insieme a decine di altre carcasse. Con Disincarnated hai cambiato l'approccio alla morte tipico del movimento death metal, tentando di farci ragionare su ciò che si può trovare in seguito. Hai mostrato la luce a moltissime persone, le hai fatte avvicinare ad essa nello stesso momento, abbandonando un corpo che ha espletato i suoi pregi ed i suoi difetti. Con una sezione ritmica strabiliante, serrata come solo il caro e buon vecchio death americano poteva vantare, hai raccontato una delle piaghe peggiori della storia dell'umanità. In Considered Dead la tua chitarra satura del sapore della morte ci ha accompagnati in epoche remote, nelle quali persone venivano sepolte vive, distrutte dall'enorme ammasso di cadaveri già presenti in ogni colonia umana. Ma, come ben sai, lo spettro dell'Ade si allarga su tutto il mondo, indistintamente dalla zona geografica: ci hai parlato della giungla con Rottenanatomy, di una baia inizialmente assolata in Drifting Remains e poi hai lasciato parlare solamente la tua musica in Waste of Immortality. L'affiancamento acustico alla tua proposta efferata ha sempre avuto un certo fascino e nella strumentale ha raggiunto il punto più alto della produzione; non manca l'agonia, l'impatto frontale della sezione ritmica dei fidi Stéphane ed Eric, il duetto con Sylvain e la cavalcata delle tue corde taglienti. L'ho sempre detto che il death non è mai stato un semplice mezzo, quanto un vettore comunicativo. Ne è anche la dimostrazione quell'ultimo solino di James, il quale ha dato al genere musicale un apporto fondamentale almeno tanto quanto lo hai fatto tu. Vi siete ispirati a vicenda, come due fratelli ed avete collaborato per la stesura del pezzo più affascinante dell'intera opera. A dimostrazione che la musica ed i testi parlavano di morte, ma la sensazione di essere vivi vi ha sempre accompagnati e vi ha fatti incontrare, condividendo le vostre passioni con migliaia di altre persone, simili a voi, in un connubio affascinante e leggendario.
Quando la sfrenata passione per le dissonanze estreme era ancora rintanata nelle profondità della tua anima, hai prodotto il tuo movimento più diretto, meno complesso da assimilare ma già annoverabile tra i capisaldi del death metal di inizio anni novanta. C'è chi lo critica, dicendo che è una pedissequa emulazione di quanto è stato detto negli anni passati. C'è chi affianca la tua produzione al caos, all'insensatezza ed al rumore. Come ben sai, il genere umano non è una massa uniforme costruita a tavolino permeata da identiche passioni ed è proprio per questo motivo che la vostra specie è tanto cara a noi Dei. Alcuni uomini hanno bisogno di più tempo per comprendere il senso di ciò che un visionario è capace di espletare nella sua arte. Ci potranno volere venti, trenta o cinquant'anni ma, te lo assicuro mio caro Luc, alla fine tutti loro riusciranno a vedere quella stessa luce. E se alcune di queste persone riusciranno ad accelerare il naturale processo di comprensione assoluta, sarà solo per merito del genio creativo di persone come te, un vero dono per umani e divinità, in egual misura. Grazie, Luc, per tutto quello che hai fatto per me.
Tua, ora e sempre, Euterpe.
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19
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C\'è bellezza in queste cavernosità.. Poi chiaro; gli Ospiti contribuiscono ad innalzare il livello.. Periodo d\' oro del Death nordamericano.. Melodicanente grezzo. |
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17
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Aaahh, il debut dei Gorguts!! Uscito nell\'anno di grazia 1991 (l\'anno per eccellenza del death metal), Luc Lemay se ne viene fuori con un autentico manifesto del death metal. I primi due album dei Gorguts sono praticamente la quintessenza del death, e \"Considered Dead\" è da annoverare tra i capolavori massimi in questo ambito (e per quanto mi riguarda, col successivo faranno addirittura pure meglio!!). Ascoltare questo platter vuol dire immergersi totalmente in questo meraviglioso genere musicale, si respira proprio tutta l\'aria e l\'eccitazione compositiva che c\'era nei primi anni novanta, partendo dai riffs, alle ritmiche, ai soli, ai growls di Luc, per finire con i testi gore e la copertina macabra. E\' tutto assolutamente PERFETTO! \"Stiff And Cold\", la title-track, \"Rottenatomy\", \"Drifting Remains\", \"Hematological Allergy\"... tutti pezzi da novanta!
Compratelo e consumatelo, insieme al secondo! |
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16
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Altro vinile arrivato in un ottima ristampa. Debutto col botto oserei dire. Definire l\'album acerbo come fa qualcuno mi pare un ossimoro. Difficile sentire un primo disco già così maturo, con musicisti così preparati e che va dritto al punto. L\'orecchiabilita sta altrove e per districare la matassa ce ne va un pò però ne vale pena. Anche se coi successivi lavori il premio sarà maggiore. Non c\'è nulla che non funzioni insomma, anche se con un sound così un pò più di groove non ci sarebbe stato male. Ottimo il basso sempre in evidenza e gli intermezzi acustici suggestivi che cercano di rilassarti tra una mazzata e l\'altra. |
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14
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Gran bel disco d'esordio di una band che con le successive uscite piazzerà dei paletti ben importanti nella musica estrema. Considered Dead, pur stilisticamente più nel solco della tradizione, mostra già il germe delle future evoluzioni: parti chitarristiche assolutamente non banali e un basso molto più in evidenza che in altri gruppi. Un bel piacere per le orecchie. 85 |
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13
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Questo è un album che trovai in un negozio di dischi di Uppsala in Svezia, na 20ina di anni fa. Poche corone perché era usato. Un culo della madonna. Anche se si tratta di un disco di esordio, già si notava l'istinto a provare strade diverse dal solito veloce sconquasso fracassone. C'è una sorta di perseguimento e/o ricerca dell'armonia nello strutturare "canzoni" deathmetal. Si notano le influenze del Schuldiner. Ma senza scimmiottare. Grande esordio. 90. |
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12
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Megaclassico del genere, questo è il Death. 90. |
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11
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bello bello ma tutt'ora lo considero il disco meno riuscito dei Gorguts, probabilmente sul voto sono sul 75/80 ma gli darò un ulteriore ascolto per conferma |
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10
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per me questo entra di diritto tra i più bei dischi del genere... ma anche gli altri non scherzano mica... |
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9
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Capolavoro del death metal tutto e disco da avere originale, almeno per me. Non solo non hanno mai sbagliato un disco ma si sono sempre mantenuti su livelli altissimi, mi ci sono voluti tempo soldi e pazienza per farmi tutta la discografia originale, ma ne e' valsa la pena. Band enorme. |
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8
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Immenso e insuperabile. |
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7
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questo album incarna l'essenza del Death Metal, capolavoro assoluto. |
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6
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io invece la cosa opposta, ce l'ho tutti tranne From ... ,molto bello il debutto dei canadesi, io li preferisco così, nei primi 2 album in cui suonano un death più tradizionale, dopo non ne discuto la genialità, ma mi risultano un pò indigesti e pesanti da ascoltare, mi risulta difficile ascoltare Obscura tutto di un fiato, per esempio, infatti solitamente ascolto i due dischi che lo precedono quando ascolto i Gorguts |
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5
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Galilee, scaricalo, neanch'io ce l'ho originale, pazienza, spero d trovarlo comunque, di loro in cd ho solo From wisdom to hate. |
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4
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Purtroppo mi manca... |
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3
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Grazie monky. Grazie e hai scritto cosi giustissime! Tutto il resto é superfluo |
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2
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Buon disco, un po' acerbo in alcuni aspetti secondo me (testi, vocals e produzione) ma fatto comunque da musicisti di grandissimo talento. 80 |
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1
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Grande esordio per questa band , dovrebbero stare di diritto tra i grandi del Death, visto che hanno influenzato tantissimi musicisti ,per me un 85 ci sta tutto. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. …and Then Comes Lividity 2. Stiff and Cold 3. Disincarnated 4. Considered Dead 5. Rottenatomy 6. Bodily Corrupted 7. Waste of Mortality 8. Drifting Remains 9. Hematological Allergy 10. Inoculated Life
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Line Up
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Luc Lemay (Voce, Chitarra) Sylvain Marcoux (Chitarra) Eric Giguere (Basso) Stéphane Provencher (Batteria)
Musicisti Ospiti
Chris Barnes (Voce in tracce 5, 6 e 9) James Murphy (Chitarra in traccia 10)
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