|
27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
|
|
Nocturnal Rites - Grand Illusion
|
11/11/2016
( 1556 letture )
|
Gli svedesi Nocturnal Rites hanno rilasciato l'ultima pubblicazione nel lontano 2007. Considerando il grande lasso di tempo trascorso appare difficile che Fredrik Mannberg, Nils Eriksson e soci diano alle stampe un nuovo disco (come era stato annunciato nel 2013), anche perché lo storico chitarrista del gruppo è entrato da poco a far parte dei Persuader, altra band power metal della cittadina di Umeå. Sta di fatto che i tre lavori che hanno seguito l'ottimo Shadowland non sono stati particolarmente apprezzati e Grand Illusion si inseriva proprio in quel contesto, ponendosi tra New World Messiah e The 8th Sin.
L'album è del 2005, rispecchia i classici canoni del power metal melodico e vede la partecipazione di diversi "esperti del settore", fra i quali spiccano i nomi di Jens Johansson degli Stratovarius, Henrik Danhage degli Evergrey e Stefan Elmgren degli Hammerfall. I brani sono armoniosi ed orecchiabili, peraltro il più delle volte contengono ritornelli carismatici, ma la similarità nella costruzione delle tracce e nel sound fa emergere una stancante monotonia di fondo che aumenta con il passare dei minuti, proprio in concomitanza con l'affievolimento della qualità delle composizioni. Nonostante siano sempre centrali, le due chitarre passano quasi inosservate a causa della mancanza d'inventiva e frequentemente, salvo sporadiche eccezioni, gli assolo sono troppo prevedibili, in quanto vengono inseriti quando più te lo aspetti. La sezione ritmica si limita ad eseguire il proprio compito senza apportare grosse modifiche, mentre le tastiere risultano fondamentali in quasi tutti i brani e gli effetti introdotti qua e là dal sintetizzatore sono le uniche variabili dell'intero full length. L'estensione vocale del singer Jonny Lindkvist è indubbiamente perfetta per questo genere musicale, difatti non ha alcun cedimento durante le singole prove canore. Come detto la mancanza di idee è direttamente proporzionale al susseguirsi delle tracks, perciò si assiste ad un avvio decisamente attraente tramite l'accattivante Fools Never Die: una canzone tecnicamente basilare, ma con un chorus hard rock veramente trascinante. L'intro di Never Trust col synth che spadroneggia in lungo e in largo mette sul piatto una song profondamente power: le chitarre sono incisive, la batteria di Owe Lingvall tiene alti i ritmi e le tastiere sono le vere protagoniste, soprattutto per il bel solo prima dell'immancabile elettrizzante ritornello finale. Still Alive ha delle atmosfere cupe sulle strofe, ma i ritmi sono comunque mantenuti incalzanti dalla doppia cassa, la quale in realtà sembra un po' fuori luogo in questo frangente, ma il brano si riprende sul consueto chorus ben realizzato e sul solo di chitarra veloce ed incisivo. Something Undefined arriva come un fulmine a ciel sereno ed è decisamente il miglior brano dell'album. La song è equilibrata e decisa sulle strofe, ma si apre in maniera dolce ed elegante sul sognante ritornello, che vede il prezioso apporto della tastiera (tanto per cambiare), inoltre segue un bridge emozionante e uno dei pochi interessanti solo di chitarra, quasi sperimentale. In Our Wasted Days si fondono ottimamente passaggi veloci e cattivi a stacchi lenti e speranzosi, seguendo quella che è la prassi di tutto il disco; mentre la seguente Cuts Like a Knife varia leggermente grazie ad un'impostazione del suono orientaleggiante, è anche il pezzo dove la guest star Johansson esegue un bel solo di tastiera seguito da un altrettanto buon assolo di chitarra di Nils Norberg. End of Our Rope viene inglobata dall'esagerata ricercatezza melodica (vi sono persino dei campionamenti di strumenti ad arco), ma in fin dei conti è l'ultimo pezzo degno di nota, poiché arrivati a questo punto Grand Illusion inizia un po' a stancare risultando abbastanza scontato, conseguentemente subentra la noia. Le tracks conclusive sono meno ispirate ed hanno ben poco da dire se si tralascia il tipico motivetto enfatico di Never Ending, l'effetto del synth simile ad un’onda marina inserito sul bridge di One by One e l'ottima performance del singer su Deliverance.
Grand Illusion risulta essere una prova di pura esperienza da parte di una band che sin dal 1995 compone (o meglio componeva) dischi power metal con uno stile ben delineato e che quindi, arrivata al settimo album, ha appreso per filo e per segno tutti i "trucchi del mestiere". Tale episodio inoltre ha goduto della collaborazione di molti musicisti, i quali fortunatamente hanno portato un po' di ossigeno ad un disco che altrimenti sarebbe stato fin troppo piatto e quasi privo di sorprese. Questi due fattori, l'esperienza e gli esimi ospiti, rendono il disco appetibile ma allo stesso tempo evidenziano lo scarso stato di salute del paziente Nocturnal Rites, il quale si è visto costretto a ripiegare sulla sua maturità compositiva per non cadere nell'indifferenza del vasto ed eterogeneo pianeta power.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
1
|
Disco power metal melodico molto buono.Mi ha tenuto compagnia parecchio.Voto 75 pieno |
|
|
|
|
|
INFORMAZIONI |
 |
 |
|
|
|
Tracklist
|
1. Fools Never Die 2. Never Trust 3. Still Alive 4. Something Undefined 5. Our Wasted Days 6. Cuts Like a Knife 7. End of our Rope 8. Never Ending 9. One by One 10. Deliverance
|
|
Line Up
|
Jonny Lindkvist (Voce) Fredrik Mannberg (Chitarra) Nils Norberg (Chitarra) Nils Eriksson (Basso) Owe Lingvall (Batteria)
Musicisti ospiti: Kristoffer Olivius (Voce nella traccia 6) Leif Grabbe (Cori) Ronny Hemlin (Cori) L-G Persson (Cori) Jens Carlsson (Cori) Per Elofsson (Cori nella traccia 2) Emil Norberg (Cori nella traccia 5) Stefan Elmgren (Secondo assolo di chitarra nella traccia 2) Olec Balta (Chitarra nelle tracce 4 e 5) Henrik Danhage (Primo assolo di chitarra nella traccia 6) Henrik Kjellberg (Tastiere e cori) Jens Johansson (Assolo di tastiera nella traccia 6)
|
|
|
|
RECENSIONI |
 |
|
|
|
|
|
|
|
|
|