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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Nocturnal Rites - Tales of Mystery and Imagination
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23/07/2022
( 1557 letture )
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I Nocturnal Rites sono una band svedese formatasi a metà anni Novanta ad Umea e che fu in grado di alimentare l’allora frizzante scena power e heavy scandinava, in cui sbocciarono a breve distanza geografica e temporale bands di nicchia come Morgana Lefay, Tad Morose da un lato e gruppi capaci di ottenere un immediato successo su ampia scala come gli Hammerfall da un altro. La proposta dei Nocturnal Rites si basa su un mix diretto di heavy metal classico con accelerazioni ed elementi propri del power melodico teutonico, con la band in grado di evolvere il proprio sound nel corso degli anni e che vide i momenti di maggior ispirazione proprio con questo secondo album Tales of Mystery and Imagination (1998), seguito dall’ottimo The Secret Talisman (1999) e da Afterlife (2000), prima di abbassare un po’ il livello e uscire dal mainstream dopo il 2007. Si tratta dunque di una vera e propria operazione di rispolvero, con un album a cui mi approcciai al tempo con un po’ di scetticismo dal momento che l’esordio In a Time of Blood and Fire del 1995 lasciava sì trasparire del potenziale ma tanto a livello di songwriting quanto di produzione palesava diversi peccati di inesperienza. Notevole dunque fu la sorpresa quando mi trovai ancora ai tempi del liceo a scartare questo CD capace di colpire sin dal primo ascolto grazie a un susseguirsi di riff taglienti, linee vocali super-catchy e una produzione decisamente più corposa grazie anche al maggior budget messo a disposizione dalla Century Media.
Dodici brani per cinquantadue minuti elettrizzanti in cui echi di NWOBHM (Iron Maiden, Judas Priest e Tokyo Blade su tutti) si fondono perfettamente con il power melodico teutonico con frequenti richiami a primi Helloween, Gamma Ray, Scanner e Mania. L’opener Ring of Steel è un perfetto manifesto del sound dei Nocturnal Rites, capace di decollare dopo un intro tastieristico tanto semplice quanto coinvolgente che sul canone di Pachelbel conduce lungo tutto il brano, ben condotto da riff incrociati, assoli neoclassici, ritmiche sostenute e vocals pulite e decisamente di facile presa a livello melodico. Proprio la voce acuta e limpida di Anders Zackrisson rappresenta un marchio di fabbrica del disco in questione, con richiami a Ralf Scheepers e Joacim Cans, capace di coinvolgere pur senza una tecnica cristallina e mantenendo una propria identità definita. Gamma Ray e Freedom Call si incrociano a Judas Priest ed Iron Maiden in brani come Dark Secret, Lost in Time e Warrior’s Return, mentre i riff di Test of Time, The Vision e Pentagram ricordano da vicino i grandi Riot di Mark Reale, marchiati dall’ugola di Zackrisson a suo perfetto agio su tonalità medio-alte e su momenti tirati e veloci scanditi dalla doppia cassa di Ulf Andersson. Una vera e propria gemma è rappresentata dai quattro minuti di Change the World, brano pompatissimo dal refrain clamoroso che sembra tratto dagli esordi dei Gamma Ray, un manifesto di happy metal tanto a livello di melodie che lirico capace di scatenare un naturale e contagioso headbanging sin dal primo ascolto, anche grazie all’ottimo lavoro delle due chitarre tanto in sede ritmica che solista.
We'll lead the revolution through the streets The time is now to fight the world Join our hearts in unity now brothers of all Stand together and our voices will be heard When all is lost and nothing is gained. Then I will change the world.
In definitiva un disco non solo d rispolverare ma da riscoprire, significativo di un’epoca d’oro per il genere in questione, in cui ogni mese ci si trovava a scoprire decine di uscite interessantissime e a live shows seminali specialmente in Europa. Tales of Mystery and Imagination rappresenta senz’altro un ottimo esempio di ciò che si poteva respirare in quegli anni e – assieme al successivo The Secret Talisman rappresenta probabilmente il momento più fulgido della carriera degli Svedesi, grazie al connubio di freschezza, carica e senso melodico. Anche il successivo Afterlife si rivelò decisamente buono, nonostante il cambio della guardia a livello di frontman con Zackrisson che lasciò il posto al meno cristallino e maggiormente potente/rotondo Jonny Lindkvist. La band tenne un profilo sostanzialmente underground senza mai avvicinarsi al successo commerciale dei connazionali Hammerfall e Sabaton, ma si rese comunque protagonista di episodi qualitativamente meritevoli in studio così come in sede live in tours europei a supporto negli anni – tra gli altri – di Overkill, Angel Dust, Nevermore, Iron Savior, Edguy e Brainstorm. Bei tempi davvero.
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7
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Album che letteralmente amo, per non parlare del successivo! Voto ancora un pochino più alto dea della recensione. |
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6
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Grazie ragazzi. Il filone power svedese sarà ulteriormente approfondito in alcune prossime releases e in altri rispolverati. A presto.
Cheers, Michael |
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5
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Complimenti per la bella recensione che condivido. Bellissimi ricordi di questo disco, l'intro stile carillon spaccava all'epoca e le canzoni supercatchy e ritmate ti conquistavano subito.
Il cantante che ha poi lasciato con la sua timbrica particolare distingueva la band come chi lo ha seguito non ha saputo fare. Mi ricorda oltre 20 anni dopo la sciagurata dipartita di Christian Eriksson dai Twilight Force... |
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4
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Sacred Talisman - il successivo - è ancora uno dei miei dischi METAL preferiti. Questo mi piace meno ma è bello. Dal terzo disco, col nuovo cantante, non mi hanno più preso, anche se un paio di dischi glieli ho comprati. |
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3
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Comprato all'epoca, suoni pop, davvero leggerissimo, di Metal qua ce n'è poco, ogni tanto lo ascolto, non è male, certo che il Metal non è questo. SICURO !! |
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1
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Bella recensione, band che a quell’epoca in effetti sfornó 3-4 albums notevoli. Bravi a rispolverarli. Voto 82. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Ring of Steel 2. Dark Secret 3. Test of Time 4. Lost in Time 5. The Vision 6. Warrior's Return 7. Change the World 8. Pentagram 9. Eye of the Demon 10. End of the World 11. The Curse 12. Burn in Hell
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Line Up
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Anders Zackrisson (Voce) Fredrik Mannberg (Chitarra) Nils Norberg (Chitarra) Mattias Bernhardsson (Tastiere) Nils Eriksson (Basso) Ulf Andersson (Batteria)
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RECENSIONI |
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