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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
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Grave Digger - Healed by Metal
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01/02/2017
( 3957 letture )
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Leggere tra le nuove uscite del 2017 il nome dei Grave Digger fa sicuramente un certo effetto, ma evidentemente la band tedesca, capitanata come sempre dal frontman Chris Boltendahl, è convinta di poter dire ancora la sua. Dopotutto la storia è dalla loro parte: dal 1980 ad oggi la discografia dei Grave Digger conta diciassette album di inediti, vari live album, EP, compilation, a cui si aggiunge il recente disco di brani ri-registrati (Exhumation (The Early Years), 2015) e l’unico album pubblicato col nome Digger (Stronger Than Ever, 1986). Una carriera lunga e priva di grossi passi falsi, che può aver perso un po’ di lustro col passare degli anni, ma che innalza di diritto la band tedesca nell’Olimpo dell’heavy metal europeo. Healed by Metal arriva a due anni di distanza dall’ultimo disco di inediti, quel Return of the Reaper che sembrava poter rappresentare un nuovo colpo grosso in casa Grave Digger, ma che invece si rivelò niente più che un disco onesto e per forza di cose lontano dai fasti di un tempo. Sostituito il tastierista H.P. Katzenburg, che aveva preso parte agli ultimi dieci studio album, col nuovo arrivato Marcus Kniep, già conosciuto nell’ambiente Grave Digger avendo lavorato come tecnico per il gruppo fin dal 2009, la band tedesca torna quindi a far parlare di sé, con un nuovo lavoro che di nuovo ha però solo la data impressa sul retro di copertina. Questa volta i Grave Digger hanno infatti voluto andare sul sicuro: niente sorprese ad aspettarci dietro l’angolo, ma soltanto del buon vecchio heavy/power metal come da tradizione del gruppo.
Dieci canzoni per trentasette minuti di musica: questo è ciò che ci propone Healed by Metal; un album che va dritto al punto, senza dilungarsi più del necessario. Una soluzione, questa, non più così comune come un tempo, che ad orecchie e ad occhi inesperti potrebbe apparire come una mancanza di inventiva, di idee, ma che in realtà ci fa capire come la band di Boltendahl non abbia mai perso di vista la propria strada, il proprio obiettivo. A maturità ormai ampiamente raggiunta e superata, i Grave Digger non hanno più nulla da perdere, ma sanno anche come soddisfare i propri fan. Healed by Metal è l’album giusto al momento giusto: un condensato di classicità, un amarcord capace di mantenere ben saldo il legame con gli ascoltatori più “anziani” e allo stesso tempo di non deludere la critica. È anche vero, però, che Healed by Metal non vincerà mai il premio come album dell’anno e nemmeno potrà ambire ad avvicinarsi al podio, tuttavia è lontano dall’essere un disco da relegare subito nel dimenticatoio. Ma andiamo con ordine. La titletrack che apre l’album è una canzone dal forte impatto, moderata nelle ritmiche, ma potente come un macigno nelle intenzioni, dotata di un ritornello semplice ed intelligente e di un testo complessivamente molto orecchiabile. L’attenzione è stata presa. La più vivace When Night Falls non cambia di una virgola le carte in tavola, ma non rientra ancora tra i pezzi migliori che potremo trovare. Mentre Lawbreaker (canzone di priestiana memoria) e Free Forever aumentano di qualche punto il livello qualitativo del disco, è con Call for War che i Grave Digger dimostrano tutta la loro bravura, specialmente quando si tratta di imbastire un ritornello coi fiocchi. Meno efficaci sono Ten Commandments of Metal e The Hangman’s Eye, mentre il trittico finale di brani riporta l’album su un livello medio-alto. Si tratta di tre canzoni tra loro differenti, ma simili nel risultato. Kill Ritual, come già il titolo lascia presagire, è senza dubbio la più aggressiva, Hallelujah e Laughing with the Dead sono invece più scanzonate e in un certo senso più leggere -seppur in modi diversi- con la prima soprattutto che non potrà mancare nei futuri live della band tedesca.
Il nuovo lavoro dei Grave Digger è quindi l’ennesimo album nella media, una media che riguarda esclusivamente le uscite più recenti e che ci mostra una band sì in forma, ma allo stesso tempo incapace di pubblicare un album che possa essere davvero in grado di smuovere le acque. Da un punto di vista dei singoli, la sensazione è quella di musicisti talmente esperti da non aver più bisogno di dimostrare nulla a nessuno e quindi chiusi in sé stessi, con un campo di azione molto ristretto e limitato. Forse ci aspettiamo sempre troppo da band di questo calibro e viene da chiedersi se sia ancora lecito oppure no attendersi oggi quel qualcosa in più, quel guizzo geniale tipico di chi fa parte da tanto tempo della Storia dell’heavy metal e ne ha scritto pagine importanti. Resta il fatto che loro, i Grave Digger, hanno ancora voglia di dire la loro e in fondo a noi non può che andar bene così.
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recuperato da poco, i Digger sono una di quelle band che tendo ancora a seguire perché mi piace il roccioso metallo tedesco. Per fortuna qualche emozione la regalano ancora, mi trovo in linea con il recensore, ci starebbe anche un 68 di voto, cioè un 7-. Free Forever = Solid Ball Of Rock (SAxon) |
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40
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Probabilmente sono io che mi accontento, ma da una band che conta dicassiette, e ripeto diciassette album in studio, nel 2017 non chiedo molto, se non un album che mi facci passare una 40ina di minuti in divertimento. E i Grave DIgger ci sono riusciti ancora, non è un capolavoro OVVIAMENTE (l'ultimo veramente bello per me fu Rheingold), ma a me basta che non mi faccia annoiare, quindi missione riuscita. 73. |
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Album di routine, discreto ma nulla di più, con una prima parte abbastanza noiosa e una seconda parte con alti (the hangman's eye e Kill Ritual veramente belle) e bassi (i refrain di Hallelujah e Laughing with the Devil). Mi aspetto di più nel prossimo album. Per ora mi associo al voto del recensore. 70 |
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Mah, saranno anche inossidabili, coerenti, fedeli alla linea; saranno anche una bandiera di una certa attitudine, di un certo modo di intendere e vivere il metal, ma dopo quasi 40 anni e un paio di dischi DAVVERO degni di essere ricordati sembrano i Vanzina, che da un copione raffazzonato hanno fatto 1000 film. Non li biasimo, d'altra parte offrono un prodotto che un buon numero di persone apprezza.... ma per quel che mi riguarda, lascio. |
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37
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Mi piace molto, band unica..veri "difensori della fede"..come da sempre, massimo rispetto e ammirazione! Grandi! |
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a me sinceramente questo tipo di metal ormai piace solo dal vivo o come sottofondo in macchina d'estate ogni tanto. Non sono mai stato un grande fan dei digger tranne quando hanno fatto the grave digger e rheingold, ma solo perchè da fan dei rage c'era il magico tocco di manni schmidt |
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Dopo una decina di ascolti devo dire che per me non si va oltre un 65. Arrivo a 70 perché mi piace la copertina. Ahhhah! Mi riascolto volentieri il precedente che aveva qualche spunto più interessante di questo. Le canzoni non sarebbero nemmeno troppo male ma alcune mi sembrano poco sviluppate, ok che non hanno più niente da dire però mi sembra un album fatto per doveri contrattuali e basta.. La title track per esempio mi sembra un b side dei Saxon, ma molto b side (e il richiamo ai Saxon mi sembra palese anche in Forever free). Kill ritual e when night falls mi sembrano le meglio riuscite. Chris in alcuni pezzi non è proprio adatto al genere secondo me, sarà la tonalità particolare e l’età ma proprio non ci siamo. |
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secondo me i grave digger hanno un difetto che è tipico delle band tedesche ovvero di sfornare tanti album con cadenza precisa , a volte a discapito della qualità. Lo vedo con Udo, doro, primal fear, ultimi gamma ray, per me anche gli ultimi helloween. Quindi non mi stupisce che il loro lavoro non sia il massimo. |
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Mi sono anche dimenticato di dire che è svampito, troppo svampito, senza energia. |
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Loro sono uno dei miei gruppi preferiti e dopo Return Of The Reaper non potevo pensare che facessero un album come quello e infatti avevo ragione. Però questo l'ho ascoltato già una quarantina di volte e non lo disdegno. Secondo me però è manifestamente inferiore a Return Of The Reaper, oso dire, troppo inferiore. Voto 55 massimo. |
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I singoli mi hanno convinto, lo ascolterò! |
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Concordo con Undercover e Invictusteele, la formula è fresca come una sogliola sul balcone ad agosto, si vuole certamente ascoltare lo stesso stile ma non cosi spompo e con ZERO idee...si arriva al 6 ma proprio di stima per la carriera, questo gruppo ha un altalenanza che ormai è proverbiale |
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Li ho sempre amati e questo non fa eccezione. Un fanboy moderato. |
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Il punteggio, giustamente, dipende anche dalla caratura della band..è ovvio che, a meno che non si parli di un gruppo dimezzato da un incidente aereo, il risultato debba essere livellato! E che, non si tiri fuori le famosa frase che ultimamente va tanto di moda: "ormai hanno passato i 50, a me va bene tutto e sono già soddisfatto di quello che hanno già dato, ecc. ecc.". Perché, o va bene per tutti oppure è solo la classica scusa da fanboy! P.S.: Scusate lo sfogo finale..  |
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non ci vuole poi tanto a prendere più dell'ultimo dei maiden. però forse questo disco in effetti... |
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Riassumendo si beccano un punteggio più alto dell'ultimo album dei maiden....complimenti per la coerenza |
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carino, non molto di più. 67 |
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Parlando del passato: Tunes of war per me é un disco epocale, un vero capolavoro. Seguono, Heart of Darkness (molto piú pulito, ben scritto e ben suonato, ma meno esaltante) e Heavy metal breakdown, disco storico, con tante belle canzoni, penalizzato dal suono. The reaper, knights, excalibur: classici ma un pelo sotto. Poi molto buoni Rheingold, Hangman, the return of the reaper. |
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merita 65, carino nulla più |
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Per me una cagata pazzesca. Timbro del cartellino, in malo modo tra l'altro. Ci sono pezzi al limite del ridicolo. Per me a sto giro prendono 40. |
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Non so..sono stati sì degli album "fondamentali" per la carriera della band però, facendo una bella retrospettiva su di loro, li ho preferito addirittura i primi due senza Uwe Lulis. Il che è tutto dire: dato che, anche lì si rifanno a quanto precedentemente realizzato..però, almeno, non cercano di replicarlo utilizzando gli stessi riff e gli stessi cori! "The Reaper" e "Heart of Darkness" sono tutt'altra cosa.. |
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The Reaper è strepitoso, Heart of darkness anche seppur in maniera minore, ma la trilogia medievale non si tocca, tre album della modonna. |
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Beh...io rispetto il tuo punto di vista e di ascolto ci mancherebbe. Ma non sono d'accordo sulla triologia..anche se ovviamente Tunes e' il top. Sono invece concorde quando dici che quello prima sono altrettanto buoni soprattutto the reaper e Hearth of Darkness che e' un altro discone! |
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Io, invece, reputo sia "Knights of the Cross" che "Excalibur" degli album deboli..e, vi spiego il perché! Il primo è soltanto un tentativo fallito di riproporre un concept nato per caso come "Tunes of War" (ricordo le interviste dei tempi in cui dicevano che nemmeno tutte le tracce di questo disco avevano un collegamento..), liriche perfette e tutto quello che volete ma, manca la sostanza! Inoltre, salvo solo due-tre pezzi: il resto è tutto mestiere e, nel complesso, riascoltato ora risulta alquanto moscio. Per il secondo ricordo ancora che, dopo alcune critiche per l'ammorbidimento del suono, ci fu un parziale ritorno a sonorità più "pesanti" ma, quello che manca qui è la spontaneità! Come il precedente, infatti, si rifà al loro più grande successo (quel "Tunes of War" che tanta fama li ha dato facendoli dimenticare i precedenti due..) tentando di emularlo pedissequamente in diverse tracce: vi basterà sentire 'Lancelot' per capirne il perché! Anche qui, qualche bel pezzo c'è (come il precedente: la title-track) ed è anche indovinata l'atmosfera creata..però, ripeto anche per questo: ri-ascoltato oggi non rende abbastanza come ai tempi in cui uscì! Tutto questo per dire che, anch'io li conobbi con questa trilogia..ma, e questo è da sottolineare: dal primo della "finta" trilogia! Quindi, ricordo ancora i tempi in cui li ascoltai con i testi e me li feci anche piacere ma, ricordo anche che, col passare degli anni, tutte le volte, mi capitava di ricordare come fossero pochi pezzi a tenere su quei due album. Cosa che, ovviamente, non capita tutt'ora con il loro masterpiece..in cui, dalla prima all'ultima nota, tutto funziona a dovere! Quando si dice la spontaneità delle composizioni.. Comunque, vi consiglio di ascoltare per bene quei due che vengono prima di "Tunes of War": quelli sì che sono dei bei capolavori! |
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@Doom: ciao! Ogni tanto ritorno!! |
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L'ho trovato deludente, da loro mi attendo sì sempre la solita solfa, ma in questo caso li sento spompi, poco grintosi e se si toglie pure questo a una ricetta che ormai è stata ripetuta all'inverosimile, rimane davvero quasi nulla. Al momento sono per l'insufficienza e a memoria credo sia la mia prima a Boltendal e soci che nel bene o nel male ho comunque spesso difeso. |
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No Radamantis, non è che uno si deve accontentare perché una band è in giro da 40 anni. Ovvio che non mi aspetto la massima ispirazione o un album capolavoro che rivoluziona la situazione, però non è possibile ascoltare sempre la solita solfa!! in carriera una band dovrebbe muoversi, sondare nuovi terreni, cambiare un po' restando fedeli a se stessi, sennò non si va da nessuna parte e i fans come me si stufano, anche perché noi ci spendiamo 20 euro per prendere il cd, ed io non voglio spendere 20 euro per un disco che ascolterò 5 volte al massimo. Basterebbe poco per accontentare tutti e ripeto, lo stesso discorso lo faccio per i Saxon (che ormai puntano sulla quantità a discapito della qualità appena sufficiente dei loro album) e lo faccio anche per gli WASP (loro sì in grande forma ma che ultimamente stanno pubblicando dischi tutti identici tra loro e francamente hanno rotto il cazzo visto che ne fanno uno ogni 5 anni) |
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Mah, devo dire che ad un primo e fugace ascolto mi è sembrato il loro peggior album da almeno vent'anni. Dovrei ascoltarlo meglio, però la prima impressione non è assolutamente buona. |
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Pensate che io reputo superiori Knight of the cross ed >Excalibur a Tunes of War. Comunque quel trio è ststo unico ed irripetibile, questo disco molto bello e sugli ultimi livelli qualitativi ma che si vuole di più da una band in giro da quasi 40 anni? Immortali! Voto 73 |
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10
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Il solito album nella media dei Digger, che non riescono più a scrivere un disco eccellente dagli anni 90, e il motivo va ricercato nella prevedibilità e nella staticità della proposta. La quantità è andata a sostituire la qualità, anche se poi non scadono mai in album brutti. Anche qui ci sono alcuni brani ottimi e altri anonimi, per un totale di meno di 40 minuti, un pò pochini a dire la verità. Adoro questa band, mi piacciono anche gli album meno considerato come The last supper (per me una bomba) ma la verità è questa qua, ormai non vanno oltre il 70... stesso discorso per i Saxon. |
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Sì per me sono dei grandissimi, almeno 5-6 album da Tunes of War in poi sono validissimi.. |
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Ciao @Metal shock, felice di rileggerti! E cmq anche per me la tripletta medievale e' bellissima...e aggiungerei anche Hearth of Darkness, The reaper, Rheingold, Ballada of Hangmann...Poi vabbe' e' chiaro lo stile e' sempre quello, ma la coerenza c'è. Lunga vita ai becchini |
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7
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Buonissimo album dei becchini, non di certo un capolavoro ma contiene buoni brani, tipo Kill Ritual, per me la migliore, ma anche la titletrack, Free forever, e la conclusiva Laughing... (eccetto il Ha Ha Ha), ottima song. Io darei anche un 75 a questo disco. Per me dopo Tunes of war, sia Knights of the cross ed Excalibur sono ottimi album, soprattutto il primo, e concludono il trittico medievale dei becchini, anche l'omonimo album è un buon disco! Lunga vita ai Grave Digger! |
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Ho comprato il cd il giorno dell'uscita su Amazon. A me il disco piace. Il genere è quello e non cambierà mai, perciò l'effetto sorpresa si è già esaurito da parecchi anni. Ma io adoro i Digger. Per me 72. |
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Non male ma, niente di nuovo sotto il sole..comunque, divertente da ascoltare! Anche se, questo "finto" guitar-hero ogni tanto esagera un po e stufa anche.. _ Sugli album degni di rientrare tra i loro capolavori, son d'accordo con AL: "purtroppo da Tunes non ne han fatto più uno veramente bello." Che, non significa che facciano schifo ..ma, che: non sono all'altezza dei precedenti! A mio parere, dopo il trittico iniziale pubblicato durante la cosiddetta "rifondazione", sono andati sempre sul sicuro riproponendo quanto già fatto e ripescando le cose migliori ri-arrangiandole anche in malo modo.. |
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4
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Mi piace meno del precedente, che mi aveva preso davvero bene e lo trovo deboluccio. Poche canzoni veramente memorabili, i ritornelli che si stampano in testa. Tuttavia, che dire? A me i Grave Digger piacciono anche nei loro episodi meno riusciti. E quindi 70 e me li vado a rivedere al Battlefield insieme ai Bardi. |
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3
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Buon album...mi sta piacendo moderatamente per il momento. Vediamo se crescerà...E' comunque l'album che mi aspettavo. 3 o 4 brani davvero notevoli, altri piu modesti. Ben tornati becchini! |
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2
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...attenzione da Tunes of War diversi molto belli ce ne sono sono stati: Excalibur e Knights of the Cross per fare due esempi... Comunque questo qui è un onesto lavoro senza troppe pretese a mio modesto parere. Voto: 65. |
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1
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lo ascolterò. sono affezionato a questi cruccacci ma devo dire che purtroppo da Tunes non ne han fatto più uno veramente bello. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Healed by Metal 2. When Night Falls 3. Lawbreaker 4. Free Forever 5. Call for War 6. Ten Commandments of Metal 7. The Hangman’s Eye 8. Kill Ritual 9. Hallelujah 10. Laughing with the Dead
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Line Up
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Chris Boltendahl (Voce) Axel “Ironfinger” Ritt (Chitarre) Marcus Kniep (Tastiere) Jens Becker (Basso) Stefan Arnold (Batteria)
Musicisti Ospiti: Hacky Hackman (Cori) Frank Konrad (Cori)
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RECENSIONI |
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