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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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Grave Digger - Clash of the Gods
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Ah, la meritocrazia. Se ne sente parlare talmente tanto oggi (spesso a sproposito o solo quando fa comodo) che si è quasi stanchi di nominarla; nessuno, però, può negare che non sempre essa faccia valere i propri effetti (anzi…), essendo il successo in una qualunque attività della vita il risultato di una notevole combinazione di fattori, fra cui il merito gioca certamente un ruolo importante, ma non sempre decisivo. Per questo motivo, secondo i fan dei Grave Digger, questa grintosa band non ha mai raccolto il successo meritato, nonostante una carriera lunga e costellata di album quasi sempre di buon livello ed interessante fattura. I detrattori, al contrario, sostengono che i nostri amici teutonici abbiano sì sfornato album complessivamente buoni, ma senza mai eccellere davvero, limitandosi peraltro a seguire sempre le medesime linee sonore: un’accusa che sappiamo quanto possa pesare in ambito metal, e sì che i Grave Digger si sono resi alfieri di un power metal piuttosto atipico per i canoni del genere (criticati con ferocia inusitata al giorno d’oggi), anche per via della voce non propriamente squillante del singer Chris Boltendahl.
Ma, si sa, detrattori e fan hanno spesso opinioni troppo sbilanciate in un senso o nell’altro ed è dunque nostro compito tentare di esaminare ogni lavoro di ogni gruppo con la maggiore obiettività possibile, premiando ove vi sia da premiare e fustigando ove vi sia da fustigare. Eccoci dunque pronti ad accogliere a braccia aperte il nuovo album della band, intitolato Clash of the Gods ed ispirato al turbolento mondo della mitologia greca. Il full-length è stato anticipato solo poche settimane fa dall’EP Home at Last, in cui abbiamo potuto constatare un generale rallentamento del sound tipico dei nostri amici, che hanno prediletto soluzioni sonore più ragionate, ma anche più incisive sotto certi aspetti. Questo approccio sarà confermato anche sull’album? Scopriamolo: il compito di aprire le danze spetta a Charon, una traccia abbastanza curiosa ed accattivante nella quale, a far da sottofondo, troviamo il vociare dei gabbiani, lo spumeggiare del mare e nientemeno che una malinconica fisarmonica; la voce ruvida di Chris Boltendahl rischia di guastare un po’ la suggestiva atmosfera marinaresca, specie considerando che il cantato è in lingua madre, ma l’andamento del brano non ne risente troppo. Il personaggio di cui trattasi in questa intro è ovviamente il celebre Caronte (Caron dimonio con occhi di bragia, avrebbe detto Dante), traghettatore dell’aldilà. God of Terror è una traccia più canonica e rappresenta una boccata d’aria fresca per tutti quei fan della band rimasti spiazzati da quanto ascoltato in Home at Last: i Grave Digger sanno ancora come premere sull’acceleratore in maniera adeguata e senza strafare e qui lo dimostrano appieno, confezionando un brano trascinante e dotato di un ritornello forse un po’ scontato, ma che avrà una presa maledettamente efficace su coloro che accorreranno ad assistere agli show dal vivo del gruppo. Gli assoli di tastiera e chitarra non sono al livello del resto del brano in tutta onestà, ma anche qui non impediscono alla canzone di guadagnarsi una promozione a pieni voti. Helldog è dedicata al simpatico cane a tre teste Cerbero e, se le sue strofe inizialmente non fanno gridare al miracolo a dispetto di un sottofondo musicale ben fatto, più avanti una serie di brevi cori ed un buon ritornello ne risollevano le sorti. Medusa, incentrata naturalmente sulla perfida Gorgone, possiede inizialmente un’atmosfera molto più tetra, quasi a sottolineare la malvagità meno feroce, ma più raffinata e sinistra che caratterizza la leggendaria creatura. Successivamente, dopo una serie di risate onestamente un po’ troppo caricate per risultare davvero crudeli, il brano acquista velocità e riprende le caratteristiche tipiche del sound dei nostri. Il ritornello nuovamente corale a questo punto potrebbe stancare gli ascoltatori più esigenti e, benché la canzone nel complesso non sia malvagia, probabilmente la prima parte più cupa è più riuscita rispetto al resto. Giungiamo dunque alla title-track, mid-tempo impreziosito da un’atmosfera orientaleggiante ed epica, che si candida certamente ad un posto nel podio dei brani più riusciti dell’intero album: si tratta di un bel colpo portato a segno da Chris Boltendahl e soci, che, come già detto poche righe fa, rischiavano di annoiare un po’ a dispetto di brani privi di reali punti deboli. In questo caso, inoltre, Axel Ritt sforna anche un assolo molto piacevole, che riscatta quello non eccellente presente su God of Terror. Death Angel & The Grave Digger (bieca ma azzeccata autocitazione) inizia con un riff terremotante, che si alterna poi ad altre acrobazie chitarristiche interessanti, sulle quali il singer continua imperterrito a recitare i propri personali poemi ellenici e confeziona un bel ritornello. Walls of Sorrow è il brano più thrashy presente sul disco ed è anche l’occasione definitiva per Axel Ritt di mettere in mostra le proprie indubbie abilità: la durezza del sound fa il paio con il pathos del testo, che tratta della mitica città di Troia, ma il ritornello in questo caso è sorprendentemente melodico, dando vita ad uno strappo sonoro rispetto al resto della canzone decisamente ben congegnato. Diavolo, ne hanno di risorse i nostri amici tedeschi, eh? La melodia fa capolino in modo molto piacevole anche su Call of the Sirens, dove le tastiere sembrano quasi voler rappresentare il dolce e mortale canto delle suadenti creature descritte nell’Odissea; il mattatore del brano, tuttavia, è Chris Boltendahl, che ci ricorda di essere capace di cantare anche in modo melodico. Warriors Revenge torna su lidi più classici per i Grave Digger, con un ritornello nuovamente fatto per esser cantato all’unisono dal pubblico in sede live. La formula forse suonerà nuovamente abusata, ma è innegabile che i nostri sappiano come far scuotere la testa ai propri fan e non solo. In chiusura troviamo infine la breve strumentale With the Wind, dove in effetti troviamo il rumore del vento e poco altro, e poi Home at Last, già ascoltata sull’EP di cui abbiamo parlato all’inizio della nostra disamina: si tratta di un brano granitico e più lento rispetto ai canoni tipici della band, ma che comunque fa il suo effetto.
In conclusione, cosa possiamo dire? I nostri amici tedeschi, indubbiamente, centrano ancora una volta il loro bersaglio: Clash of the Gods, difatti, non si tratta di un capolavoro, dal momento che, come abbiamo evidenziato, soffre di alcune sbavature soprattutto nelle prime tracce e di una generale staticità di fondo, specie nella struttura dei ritornelli; ciò nonostante, non c’è neppure una traccia che possa definirsi brutta o poco coinvolgente, dato che Chris Boltendahl ed i suoi ragazzi si sono dati da fare per regalarci undici tracce che, se magari non fanno gridare al miracolo, invogliano comunque gli ascoltatori a cantarle a squarciagola, magari con un bel boccale di birra fra le mani. E, poiché in fondo il mestiere di ogni musicista fin dalla notte dei tempi è quello di regalare emozioni ed essere in grado di coinvolgere i fruitori della propria opera, non possiamo che constatare che i Grave Digger ce l’hanno fatta ancora una volta.
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perchè non c è heavy metal breackdown? |
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Lo sto ascoltando ora per la seconda volta. Buon disco, un po' ripetitivo ma dai GD non mi aspettavo nulla di diverso. Comunque migliore del precedente. La struttura delle loro canzoni continua a ripetersi da diversi album ma a me i GD piacciono per la loro epicità e la fedeltà a certe sonorità metallare pure e non contaminate dalla voglia di rinnovarsi a tutti i costi (che ha già rovinato fin troppi gruppi). Promosso. |
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Finito, mi piace solo Walls of Sorrow. |
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Uhmmm, fino alla cinque: passo indietro. |
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Ho finaalmente ascoltato l'album.... non mi ha coinvolto!!! Lo dico veramente a malincuore. Mi ha dato la stessa idea dell'album precedente e di quello ancora prima: ci sono buoni spunti ma poi si perdono per strada mettendosi nella zona sicurezza dei mid tempos e dei coretti troppo studiati e puliti (eccheccazzo ma qualcuno se li ricorda i cori di Under My Flag e Demon's Day!?!?!?!?!?!?) coadiuvati adesso da tastierine che infastidiscono parecchio! la voce spacca, malvagia e ruvida ma sono i riff di base che mancano! E ancora ripeto, visto che di sottofondo sto ascoltando Warriors Revenge: MALEDETTI E STRAMALEDETTI CORI!!!!!!!!!!!!! 60 perchè ci sono affezionato, altrimenti avrei dato anche meno! Purtroppo... |
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a me hanno sempre fatto cagare... fantasia ZERO.... quest ultimo cd poi è proprio piatto... |
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ot: perchè il prog metal non è pacchiano? XD masturbare il proprio strumento autocompiacendosi lo trovo di una noia paurosa...l'unico genere che non ho mai sopportato è appunto il prog...ma questa è un'altra storia. |
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beh........il metal,secondo me ,è tutto pacchiano quanto la disco music piu truzza,a parte il prog metal.per il resto,qualsiasi genere metal è pacchiano,dall'attitudine al vestiario.Solo che noi abbiamo scelto questo genere musicale,e preferiamo una testa lungocrinita e queste emozioni a una cintura D&G e alle emozioni discotecare.Per fortuna.Legandomi al disco dei digger......non mi è piaciuto.non mi ha dato nessuna emozione,lo trovo molto noioso a livello musicale,hanno fatto molto di meglio in passato ma questo cd è brutto come"The clans......".cmq restano dei grandissimi,senza andare negli anni 90 dove hanno partorito i cd piu belli,non fanno piu da 2 anni killer song tipo ballad of an hangman,che non lasciava prigionieri solo pochi anni fà.sarà per l'abbandono di manni alla chitarra? |
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Fulvio@ che dire... io li ho visti dal vivo in Germania anni fa e riscossero grande successo durante la loro apparizione... so che sono seguiti... Purtroppo in terra teutonica ci sono tantissime bands che girano da anni ma che fuori per un motivo o per un altro non hanno mai preso piede... un nome che mi viene in mente sono i grandissimi Unrest attivi sin dal 1988... come magari negli US esiste una scena hard core assurda che vanta milioni di persone a seguito ma che rimane "underground" anche avendo bands con i controcoglioni così in Germania vale lo stesso discorso per un certo tipo di power metal... parlavamo proprio poco tempo fa di un'altra band stupenda (Capricorn, che peraltro vantava al suo interno l'attuale batterista dei GD) di cui ti suggerisco l'ascolto. I Rebellion volenti o no sono finiti a fare parte di questa scena più "intima" ma dal mio punto di vista sicuramente più motivata! |
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@Flavio: mamma mai è uguale XD E' identica anche la metrica del cantato... e per tutti i giri che compongono un ritornello!!! Qualcuno non sa se è una sorta di richiamo a TOW? Perchè altrimenti uno sciolone così non lo comprendo. Anche se le sirene con la Scozia non ci azzeccano granché |
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@Forbidden: allora non sono l'unico a pensarla così XD call of the sirenette è la slow version di the dark of the sun XD |
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Il disco mi pare molto buono fino alla titletrack, poi cala con "bla bla & the grave digger" e poi... LO SCANDALO: "call of the sirens" E' "the dark of the sun" rallentata di qualche bpm!!! Stesso identico giro! non ci credo!!! |
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Per carità non metto in dubbio quello che dici @Sambalzalzal...appunto il primo dei Rebellion mi piaceva e mi piace tutt'ora...ma gli altri li trovi semplici esercizi di metal teutonico, ben suonato ecc ecc ma li ritengo comunque superflui...come dicevo sotto, emozionalmente i Rebellion non mi dicono nulla; al punto tale che avevo anche dimenticato la loro esistenza, visto che sinceramente negli anni non ho mai letto articoli o interviste su di loro ne su siti ne su carta ...ne mai li ho visti live in qualche festival...un motivo forse ci sarà... |
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ah painkiller@ non c'entra nulla ma se puoi vai a vederti ciò che ho postato nel forum a nome We're Stars........  |
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si, painkiller@ effettivamente avevo dimenticato Excalibur che piacque tanto anche a me! Cmq la mia critica come penso avrai capito bene non era volta a demolire gli albums più conosciuti, era per rimarcare il fatto che l'anima "vera" dei grave digger aveva dato il meglio con cose che per vari motivi sono passate inosservate agli occhi dei più, credo si parli di nuove leve a questo punto. Che Tomi ed Uwe fossero il motore pulsante della band non mi sembra ci siano dubbi, per questo mettendo a confronto le uscite dei Rebellion e degli ultimi GD non posso fare altro che valutare il fatto che i primi oggi come oggi siano più "carichi" dei secondi sebbene siano quelli con il "nome"... |
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@Samba: secondo me hai ragione su reaper e heart of darkness, bellissimi, però credo che tunes of war sia altrettanto belli. Knight of the cross invece non mi fa impazzire, a parete due tre canzoni le altre le trovo una brutta copia di quelle di tunes...preferisco Excalibur a questo punto... |
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vabè, anche i maiden esistono da 40 anni ma è da venti che sfornano albums insulsi, motivo percui assolutamente li sto boicottando. Stessa critica va al 98% delle bands che campano di nome e che a fatto pratico oramai sono solo la brutta copia di quanto facevano agli esordi. Uno dei motivi percui i Rebellion fuori dalla germania non hanno riscosso un grosso favore è proprio perchè la gente si muove su pregiudizi tipo questi e non da spago a proposte che meritano. I GD hanno smesso di comporre albums di buona qualità da The Grave Digger (guarda caso l'album dove uscì dalle file Uwe Lulis che era il compositore maggiore). praticamente è rimasta solo la voce di boltendahl, per il resto hanno perso in aggressività, in impatto e si sono buttati sulle tastiere e sui coretti da chiesa. Mi pare che le prove ci siano. io peraltro continuo a sentir nominare a gran voce Tunes Of War e Knights Of The Cross, additati da tutti come i CAPOLAVORI della band quando invece vengono totalmente dimenticati The Reaper e Heart Of Darkness che per la critica tedesca sono stati i veri apici dei GD. Ecco, i Rebellion si muovono su quella dimensione la. Poi oh, ognuno ascolta ciò che vuole però non è che se vado in un ristorante dove ho sempre mangiato bene e da un giorno all'altro mi servono un piatto di merda continuo ad andarci solo perchè preferisco restare fedele al nome che è fuori sull'insegna! Io credo che purtroppo specie di questi giorni si facciano ragionamenti simili con la musica (la cosa era stata già trattata in un altro articolo) e si rimanga ciechi davanti a proposte che sono veramente interessanti! |
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Semplicemente i Grave esistono appunto da una vita...che senso ha varare un altro gruppo che scimmiotta il loro sound o "quello che sarebbe dovuto essere il loro sound"? i Rebellion hanno sempre e solo fatto il classico ed abusatissimo heavy crucco...sto appunto sentendo Arise ed è certamente godibile...ma dopo che senti una canzone non c'e' la voglia di risentirla. Io non dico che voglio l'innovazione a tutti i costi (altrimenti dovrei smettere di sentire il 90% delle band che amo), ma se devo sentire un genere lo voglio sentire dalle formazioni storiche. Detto questo non voglio ASSOLUTAMENTE dire che i Grave siano perfetti...anche loro hanno sfornato album scialbi e piatti (questo nuovo appunto a dargli 75 sarebbe un regalone)...ma se dovo decidere chi buttare giu dalla torre, dico sicuramente i Rebellion visto che a livello emozionale mi han sempre detto pochetto. |
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da The Grave Digger* scusami |
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Fulvio@ ovvio che si parla di gusti ma se metti a confronto un album come Arise pt 3 con per esempio The Clans Will Rise Again o The Last Supper il paragone non regge proprio! metti una Einherjar o una Odin ma anche andando a ritroso con un album come Born A Rebel... i Rebellion sono quello che avrebbero dovuto continuare ad essere i GD se Lulis e Göttlich non se ne fossero andati via. Non te lo dico per tigna ma te lo dico seguendo i GD da Heavy Metal Breakdown e considerandoli per ciò che hanno fatto in passato una delle mie bands preferite!. Purtroppo anche i GD da The Reaper hanno fatto solo qualche canzone carina e stop! Quindi penso che il paragone fra le due formazioni mi pare che regga eccome. Ancora non ho ascoltato questo album ma non mi faccio false speranze solo perchè uscirà sotto marchio GD! |
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p.s. ma Call Of The Sirens....è una The Dark Of The Sun slow version? è uguale XD |
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Si più lo ascolto più trovo che l'album non sia certo tra i loro migliori...ma sono sempre i Digger e va bene così! p.s. i Rebellion? perpiacere eh....il primo album era molto godibile...ma il resto è un insulso heavy/pauer teutonico senza mordente. Hanno fatto qualche canzone carina...ma stop. Grave Digger uber alles! |
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Si, quoto Sambalzalzal, giusta info...mi sto ascoltando l'album proprio ora, in questo lunedi mattina di riposo dal lavoro e ho trovato questo modo per occupare un'oretta di tempo libero, e devo dire che non è tempo perso! Il disco non aggiungo e non toglie nulla a quanto fatto dai GD nella loro carriera, non sarà a livelli di Tunes of war o Knight of the cross ma è ben oltre la sufficienza e ben si colloca nella loro discografia. Canzoni rocciose, voce incazzosa con aperture melodiche nei refrain easy listening, gran lavoro di bass / drumming, mi aspettavo qualcosa in più da Axel Ritt alle 6 corde ma il voto è sui 79. Mi piace anche se non verrà mai ricordato come un capolavoro! |
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xXx@ Lulis e Göttlich uscirono insieme dai GD e fondarono i Rebellion (adesso mi sembra che Lulis ne sia il produttore) ma da quanto so la maggior parte dei brani del primo LP erano stati già composti da Göttlich per quello che lui avrebbe voluto essere un suo side project... cmq la cosa importante è che sono veramente un bel gruppo! |
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@Sambalzalzal: i rebellion non sono la band di Uwe Lulis che era un chitarrista? Mi sembra... |
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Uhh i GD... Quanto tempo... Appena riesco ci do un ascolto |
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mr.darcy85@ I Grave DIgger purtroppo sono venuti alla ribalta con Tunes Of War (capolavoro) e quello che citi tu... il fatto è che esistevano già da tempo con albums come THE REAPER ed HEART OF DARKNESS che sono passati pressochè inosservati (o meglio, oggi non se li ricorda/conosce nessuno) se puoi vai alla riscoperta di quelli e poi trarrai le tue conclusioni... Ti consiglio anche di ascoltare i Rebellion (band dell'ex bassista dei GD)... oggi come oggi ai GD danno una bella pista! P.s. con ciò che ho detto non voglio assolutamente denigrare i gd che per altro sono una delle mie bands favorite di sempre! |
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dopo aver sentito Home At Last devo dire che non ero convinto, ma dopo questa recensione mi sono messo in sugo... |
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Ottima recensione! Me lo sto sparando proprio ora e mi sta convincendo parecchio! I Grave mi piacciono da sempre, riconosco le loro pecche e mancanze...ma adoro il loro sound, e questo nuovo album pare essere l ennesimo centro! Anyway daró il voto solo dopo averlo ascoltato per bene! |
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Quoto painkiller, anche se secondo me il massimo l'han raggiunto con knight of the cross, album che ha ispirato una marea di gruppi e che secondo me è un 100 meritato. Per questo album non posso giudicare perchè non ancora sentito, ma faccio i complimenti a barry per la recensione ben scritta e incentivante...Attendo l'ascolto con positività. G |
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AHAHAHAHAHAHAHAHAH!!!!!! Il prossimo album sarà un concept sulla storia del Giappone feudale, pare le bisce verranno rimpiazzate da tagliatelle di riso !!! |
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ahaha grande Lambruscore l'idea della nutria è ottima!! magari se la band si farà una vacanza in Lombardia o veneto scoprirà l'esistenza di questi "magnifici" esemplari  |
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Ancora una volta complimenti a chi ha disegnato l'ennesima copertina col teschio, stavolta con la parrucca fatta da bisce d'acqua, per il prossimo disco consiglio invece una bella nutria, dalle mie parti ce ne sono parecchie ,magari il grande artista potrebbe chiedere un parere anche a me, hehehe....poi come concept direi una roba tipo i siluri del Po. |
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Aspettarsi dai GD un disco con qualcosa di differente rispetto al più classico heavy metal epicheggiante (come ben dice Cobray) sarebbe da pazzi, è il loro marchio di fabbrica da 30 anni ed è giusto che sia così per sempre. Voto alto a scatola chiusa, senza la minima preview o samples. Non l'ho ancora sentito ma già me lo immagino... |
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Letta la recensione... tra qualche giorno lo prendo e poi potrò dire la mia! Secondo me, come dice Painkiller@ i lavori Tunes Of War e Grave Digger (ai quali aggiungo Heart Of Darkness -mio preferito- e The Reaper) saranno difficili da bissare ma spero ad ogni modo di farmi coinvolgere da questo nuovo album... |
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Quoto Cobray e aggiungo che almeno un paio di capolavori assoluti, quelli da voto 100 per capirci, per me li hanno fatti: Tunes of war e Grave digger. Molto diversi tra loro, a dispetto di quanto si è soliti dire del loro sound, uno più epico e "arioso", self titled album più cupo ed osuro con ritmiche serratissime e testi davvero interessanti. Grande grande gruppo. |
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I Grave Digger rappresentano, secondo me, una di quelle band che vanno ascoltate con idee chiare in mente. Mi spiego: bisogna mettere in conto che, ascoltando un full lenght dei tedeschi, non andremo incontro a suoni mai sentiti, a sperimentazioni, a nuove proposte ritmiche... ma solo al buon, vecchio, caro, instancabile Heavy Metal con tinte Epic. Fatto questo, bisogna successivamente domandarsi: "questo manierismo musicale mi piace?"; dopo aver risposto, agire di conseguenza... io, nel mio piccolo, dico "grazie di esistere, Grave Digger!" |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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01. Charon 02. God Of Terror 03. Helldog 04. Medusa 05. Clash Of The Gods 06. Death Angel & The Grave Digger 07. Walls Of Sorrow 08. Call Of The Sirens 09. Warriors Revenge 10. With The Wind 11. Home At Last
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Line Up
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Chris Boltendahl (Voce) Axel Ritt (Chitarra) Jens Becker (Basso) Stefan Arnold (Batteria) H. P. Katzenburg (Tastiera)
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ARTICOLI |
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