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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Napalm Death - Order of the Leech
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03/06/2017
( 3041 letture )
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Non ha certo bisogno di presentazioni, il gruppo di Birmingham che da più di trent'anni ci massacra con la sua inaudita violenza sonora. Una carriera vissuta interamente alla ricerca dell'estremo (tanto musicalmente quanto ideologicamente), quella degli inglesi Napalm Death; giustamente ricordati per essere stati tra i primi a suonare quel genere fatto di rabbia e velocità che ormai ben poco aveva a che vedere con l'hardcore punk. Non è un caso se furono proprio loro e non altri, a ribattezzare col nome di “grindcore” quella specifica tipologia musicale. Dopo i primi due album (i leggendari Scum e From Enslavement to Obliteration) risalenti alla fine degli anni '80, la band deciderà di intraprendere sonorità differenti; infatti, gli anni '90 vedranno un netto avvicinamento della band a sonorità tipiche del death metal, finendo per compiere scelte non sempre efficaci. Sul finire del secolo, i Napalm Death sembrano subire le prime battute d'arresto, dopo che molti fan nostalgici dei primi tempi si erano dimostrati delusi dall'andamento del gruppo, minato non solo dai cambiamenti musicali, ma ora anche da continui cambi di formazione che toglievano di volta in volta compattezza al loro progetto.
Finalmente il 2000, nel corso del quale esce Enemy of the Music Business, animato da una rabbia vera e autentica, riversata tutta su sonorità aderenti ai primi lavori del gruppo. Quest'album segna il ritorno in grandissimo stile della band paladina del grindcore, che stavolta riesce sapientemente a fondere quest'ultimo con i migliori risultati in campo death ottenuti nel corso degli anni '90. Il combo death-grind risulterà devastante, e sarà rimarcato due anni più tardi, con l'uscita nel 2002 di Order of the Leech.
Le dodici tracce che compongono l'album hanno il maestoso potere di polverizzare letteralmente ogni cosa si ritrovino dinanzi, sia essa un missile lanciato a mille chilometri orari oppure un intero sistema economico-sociale. Quale sia tale sistema menzionato è facile da intuire: il capitalismo, naturalmente, ampiamente criticato dai Nostri fin dall'artwork di copertina, autentico manifesto dell'orrore raffigurante degli scheletri sfigurati e senz'anima (le loro orbite sono tristemente vuote) ben lieti di difendere il loro unico credo, il denaro, simboleggiato dall'Euro. Detto ciò, si potrebbe benissimo chiudere qui la recensione, in quanto è stato individuato il motore dell'opera, il punto attorno al quale ruota l'intero senso profondo del disco. Nel 2002 l'Euro faceva il suo debutto come moneta unica dell'Unione Europea, e col senno di poi è facile comprendere come i membri del gruppo siano riusciti a capire fin da subito che le cose non sarebbero state del tutto rosee attraverso il nuovo conio, che avrebbe portato con sé (forse) più malanni che benefici. Order of the Leech è un grido di dolore che presagisce ciò che sarebbe avvenuto per mano dei ciarlatani saliti al potere, a danno come al solito dei più deboli. Out of Sight Out of Mind a questo scopo riporta tutta la preoccupazione e il senso di incertezza che si stavano vivendo in quei mesi immediatamente successivi alla caduta delle Torri Gemelle di New York. L'intento dell'album inizia insomma a essere compreso appieno solamente ora, a quindici anni dalla sua uscita, dopo che guerre e crisi economiche hanno inevitabilmente mutato la società moderna. Non è un caso se solo in tempi recenti si stia iniziando a rivalutare il suddetto lavoro, attribuendo ai Napalm Death il merito di essere riusciti a comprendere la gravità di ciò che sarebbe accaduto con larghissimo anticipo.
Ecco allora che la violenza sonora era la sola arma di cui essi potessero disporre per esprimere il senso di disagio e di malessere che si avvertiva pubblicamente, ed è appunto per questo che riescono a sfruttarla appieno. Era una sensazione sinistra, sottocutanea, che ognuno provava ma che i media corrotti tentavano in tutti i modi di mascherare dietro a una facciata di perbenismo, destinata a crollare via via che la situazione diveniva sempre più seria e insostenibile. Le sanguisughe al potere continuano a vincere è vero, ma di sicuro non avranno vita facile fino a quando esisteranno album-denuncia come Order of the Leech, lavoro purtroppo sottovalutato con troppa superficialità, che andrebbe davvero rispolverato, ascoltato, e soprattutto capito.
Forse questa recensione non tratta approfonditamente l'album canzone per canzone, nota per nota, ma la domanda in questo caso è: dopo un simile messaggio, interessa davvero sapere quanti blast beat siano presenti nel disco (che sono comunque tantissimi), o quanto siano distorte le chitarre (che sono comunque al limite massimo) o quanto sia in forma l'ugola di Barney (al massimo delle sue forze, ve lo garantisco)? Beh, io credo di no...
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Infatti. stop EU, stop Nato vaffanculo Bomberlayen. La nostra rovina. E stasera a squarciagola in quel di Padova.🤟voto 99. |
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13
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Ho già scritto quello che pensavo riguardo a questo lavoro. E la mia opinione non è cambiata. 65 Forse, forse, il peggior album dei Napalm death. |
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12
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Disco più che ottimo. Tutti gli album dei Napalm Death del primo decennio del 2000 sono tutti gran bei dischi. Dopo le sperimentazioni di metà/fine novanta, avevano ripreso con il loro stile classico grind attualizzato però al nuovo millennio. Questo album non fa eccezione. Per me si assesta sullo stesso livello del precedente e dei successivi. Ispiratissimo e con pezzi al fulmicotone davvero devastanti e meravigliosi (cito tra i tanti \"The Icing On The Hate\", \"Out Of Sight Out Of Mind\", \"Forewarned Is Disarmed?\" e \"Farce And Fiction\"... ma in generale tutti ottimissimi pezzi)! |
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11
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Sì, figuraccia... comunque sì sono intoccabili, dei giganti assoluti... anche se bisogna sempre contare che i primi due capisaldi erano una band diversa  |
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10
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Ahhh...@Steelminded sarà la volta buona??? in effetti mi pareva strano di enemy! Comunque Napalm uber alles come ha detto Galilee. |
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9
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Altra confusione non Enemy, che amo, volevo dire Words from the exit wounds... co tutti sto titoli e l'età mi so rimbambito. |
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8
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Errore: Apex lo tolgo, che è in effetti valido e aggiungo Enemy of thr music business, che è un piu datato, ma non mi ha presissimo... |
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7
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A me piacciono tanto, ma a differenza vostra trovo una manciata di album che non mi sono piaciuti... sapete quali sono? I più recenti, Apex, utilitarian e time waits... 😮adesso sparate... |
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6
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Questo e' l'unico di loro che non ho mai sentito...devo perderci tempo. Ma dato che si e' parlato di Diatribes dico che a me Greed Killing faceva impazzire. Grande gruppo, altro che sopravvalutati come si legge ogni tanto.D'altronde oggi sembra di moda usare questo aggettivo per band sempre coerenti e con le palle. Tenetevi le banducole di oggi o 5 anni fa'. Io mi tengo i Napalm. |
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5
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eh sì, stessa linea di pensiero... |
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4
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Ben detto Undercover, album come diatribes e gli altri due sono ancora oggi incredibili. Al tempo fecero leggermente storcere il naso per la loro attitudine sperimentale, ma col senno di poi stanno alla base delle ultime due uscite tanto osannate. Anzi mi azzardo e definirlo il loro peggior disco. Se poi lo si paragona a dischi successivi quali the code is Red e Smear Campaign proprio non ci siamo. Yeah Anyway Napalm Death uber alles |
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3
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Mi accodo a galilee, per me è uno dei punti più bassi della discografia di questi ragazzi, non ho idea di quali siano le battute di arresto di fine anni Novanta, spero non si tirino in ballo "Diatribes" o "Inside the Torn Apart", forse, e dico forse, potrei capire "Words from the Exit Wound", disco che comunque ritengo superiore a questo. Mi accodo al 70, nel post "Enemy Of The Music Business" han fatto molto, ma molto di meglio. |
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2
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Mi accodo a galilee, per me è uno dei punti più bassi della discografia di questi ragazzi, non ho idea di quali siano le battute di arresto di fine anni Novanta, spero non si tirino in ballo "Diatribes" o "Inside the Torn Apart", forse, e dico forse, potrei capire "Words from the Exit Wound", disco che comunque ritengo superiore a questo. Mi accodo al 70, nel post "Enemy Of The Music Business" han fatto molto, ma molto di meglio. |
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1
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Da enemy of the music business forse l'unico disco mediocre dei Napalm Death, non tanto per le composizioni ma per una produzione che proprio non riesco a digerire. Comunque si niente di che per me. Poi però sono arrivate altre bombe di classe quindi pace fatta.  |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Continuing War on Stupidity 2. The Icing on the Hate 3. Forced to Fear 4. Narcoleptic 5. Out of Sight Out of Mind 6. To Lower Yourself (Blind Servitude) 7. Lowest Common Denominator 8. Forewarned Is Disarmed? 9. Per Capita 10. Farce and Fiction 11. Blows to the Body 12. The Great Capitulator
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Line Up
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Mark "Barney" Greenway (Voce) Mitch Harris (Voce, Chitarra) Jesse Pintado (Chitarra) Shane Embury (Basso) Danny Herrera (Batteria)
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