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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Napalm Death - Fear, Emptiness, Despair
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( 11117 letture )
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Il 1994 musicalmente fu un anno incredibile; era anche il tempo delle musicassette registrate, delle ore interminabili chiusi in auto con gli amici ad ascoltare buona musica, dei pomeriggi passati con la chitarra cercando di far uscire un pezzo nuovo o di preparare una cover. La musica era diversa per come veniva fatta, reperita e ascoltata. Si viveva quasi in un mondo tribale dove ogni gruppo di amici aveva, musicalmente parlando, le proprie risorse e i propri tesori. C'erano tuttavia delle band il cui valore era unanimemente riconosciuto: non erano culti privati delle singole tribù, ma tesori comuni.
I Napalm Death: dei mostri sacri la cui storia aveva seguito la genesi della musica estrema, oltre che la mia (e non solo) personale crescita musicale. I Napalm Death hanno indirizzato, durante la loro carriera ormai trentennale, con la loro musica un intero movimento verso sonorità sempre nuove. Sin dagli inizi, nei quali si sono resi artefici della nascita di un genere, il grindcore, i Napalm Death non si sono mai accontentati dei traguardi raggiunti, ma hanno sempre cercato di fare un passo ulteriore. Valicando confini tra generi e stili, anarchici sia politicamente che artisticamente. Checché ne dicano alcuni, considerandolo un mezzo passo falso, Fear, Emptiness, Despair, targato 1994, ha rappresentato un ulteriore "step" nel death metal, e la naturale evoluzione del loro sound (sia compositivo che a livello di suoni) mutato già ai tempi di Harmony Corruption e Utopia Banished. Un album estremo e coinvolgente, a tratti lineare ma anche sorprendentemente strutturato, dissonante e chatchy, angosciante ma allo stesso tempo esaltante. Un'opera che ha fatto scuola, e che ha portato ulteriori elementi di sviluppo nel panorama contemporaneo della musica estrema. L'impasto delle chitarre e del basso è uno dei più corposi in assoluto che io ricordi, un muro sonoro denso in cui a prevalere, più che le note o il riffing, spesso è l'impatto frontale: personalmente mi ci volle parecchio tempo per iniziare ad apprezzare l'album, perché ritenevo i suoni troppo pesanti, e di certo la voce di Greenway non faceva nulla per ammorbidire il tutto. Mark “Barney” Greenway ha infatti un approccio frontale in ogni brano di Fear, Emptiness, Despair, e sconvolge per potenza, timbrica, cattiveria ed ispirazione (State Of Mind è la prima canzone che mi viene in mente quando penso al caro vecchio Barney); oltre a ciò il buon Mark rappresenta anche un elemento imprescindibile e determinante per i Napalm Death: la sua voce è unica ed inconfondibile, uno (forse il più rappresentativo) dei marchi di fabbrica della band. Sarebbe riduttivo però attribuire le fortune di Fear, Emptiness, Despair al solo vocalist; impeccabile la prova dietro le pelli di Danny Herrera, tecnica, attenta, coinvolgente, efferata, densissima per strutturazione e sempre molto personale in ogni brano (vedi Retching On The Dirt); un drumming davvero architettato al meglio, ricco di passaggi esaltanti con un uso preponderante del rullante e dei tom, che rendono il tutto ancora più carico e potente; il guitar work raggiunge dei picchi di cattiveria, potenza e bellezza assoluti (Plague Rages, Hung); l'utilizzo di dissonanze ben si sposa con riffs aperti semplici e immediati (di ispirazione punk hardcore). L’ interpretazione da fuoriclasse dei Napalm emerge però soprattutto nei momenti più drammatici dell’ album, dove urla strazianti e disarmoniche e plumbee atmosfere cariche di Fear, Emptiness e Despair non possono passare inosservate (Remain Nameless, Throwaway). Per avere una buona summa di tutto il repertorio dei nostri basta ascoltare un brano come State Of Mind… personalmente ogni volta mi fa ritornare ragazzino e mi esalto come fosse la prima volta!
Con Fear, Emptiness, Despair la maturazione artistica dei Napalm Death, iniziata nel lontano 1984 in tutt’altra veste, arriva alla sua massima espressione: nonostante siano autori di prove pregevoli sino ai giorni nostri, i Napalm Death con quest'album hanno segnato in maniera indelebile, per chi come me stava esplorando un mondo nuovo, il concetto di rabbia e frustrazione fatti musica.
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VOTO LETTORI
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81.64 su 147 voti [
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36
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A me I loro dischi piacciono tutti però questo, per me, rimane il loro miglior dischi degli anni 90. |
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35
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Quando ascolto i Napalm mi ascolto questo album! Loro con questo album hanno abbandonato il vecchio sound trovando la loro identità. Questa è la base degli album successivi. Il giro di State of Mind è una ficata!! Io ci sento anche influenze dei Seputura di Chaos AD che venne l\'anno precedente!
Grandi!!
(bella recensione) |
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34
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Disco che si allontana sempre più dalle radici Punk (Grindcore evoluzione del Thrashcore evoluzione dell\'Hardcore evoluzione del Punk) e sempre più si avvicina a sonorità più prettamente Metal (Death Metal). |
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33
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Solo amore per questo disco. |
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@luca concordo pienamente con te |
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Uno dei dischi più sottovalutati non solo dei Napalm Death, ma dell\'intera storia del metal. Non parliamo di un capolavoro, ma cavolo è un disco semplicemente stupendo. Certo, da qui i Napalm abbandonano un pò i territori tipicamente grind (rimangono solo qualche influsso qua e là) in favore di un sound sempre pesante e brutale, ma molto più monolitico, oscuro, un death metal \"hardcoreggiante\" pieno di mezzi tempi e groove schizzati! La prestazione di Barney (The Voice!!) è sempre una garanzia, e i riff sono tutti minacciosi, quasi \"industrial-oriented\" a livello di atmosfera che emanano. Ogni volta che lo metto sù mi fomento non poco, con pezzoni come \"Twist The Knife (Slowly)\", \"Remain Nameless\", \"Plague Rages\", \"More Than Meets The Eye\", \"Primed Time\", \"Fasting On Deception\" e \"Throwaway\". |
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30
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Che botta che fu questo disco si tempi. Le influenze industrial si accentuarono e anche una certa orecchiabilita di fondo. Il seguito perfetto di UB. Ai tempi lo apprezzai, ma non mi fece impazzire, ora è uno dei miei preferiti. 90 |
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Secondo me il loro disco migliore, Pintado è al top e i Napalm hanno sempre aperto strade, come in questo caso, anche se non le percorrono fino in fondo (a quello ci pensano i fuoriusciti) peccato... |
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Per quanto sia questo un album innovatore e ne comprenda la gran classe anche a livello di songwriting, suoni e rabbia, preferisco di gran lunga Scum e FETO, e non tanto perché cominciai ad ascoltarli proprio con From enslavement stesso ma perché amo il grindcore primordiale, quando comincia ad essere contaminato con altre sonorità non mi va giù affatto (vedi Carcass, Nasum, Xysma, Pig Destroyer e tanti altri..) |
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Come Claudio qua sotto anch' io ho quel digipac ( comprato il 1994). Disco mostruoso sotto qualsiasi punto di vista lo si voglia guardare o sentire. |
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26
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Disco strepitoso, mi e’ sempre piaciuto tantissimo, ha poi un suono di chitarra devastante. E ieri sulcis in fundo in un negozio romano ho beccato per mia gioia e per puro caso l’edizione speciale usata in digipack che si apre a pannelli con due bonus tracks che avrei voluto sempre avere |
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25
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album un po' diverso dagli altri dei Napalm ma è cmq. il mio preferito! Plague rages la mia hit preferita. E se posso aggiungere sono molto incazzato del fatto che nei live non mettano mai un pezzo di questo album. Voto 95 |
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24
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Ho iniziato ad ascoltare i Napalm Death con Harmony corruption. Ricordo che al tempo (anch'io come molti che hanno scritto ero ancora alle superiori) ho storto un po' il naso per questo album, mi sembrava una "sterzata commerciale" rispetto ai predecessori. Con il tempo ho imparato però ad apprezzarlo e ancor oggi mi piace molto! |
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23
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personalmente preferisco i primi due dischi....quelli sono i veri napalm Death.....certo dopo hanno fatto buoni dischi ma il meglio lo hanno fatto all'inizio.... |
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Non ho tutti gli albums dei ND, il grind non e' tra i generi hard che preferisco, ma quando un disco e' fatto, suonato e prodotto come questo c' e' solo da applaudire. Di quelli che ho e' ampiamente il migliore. Sul fatto , come si legge nella rece, della frustrazione musicale non saprei, a me da l impressione di un suono selvaggio, cattivo, insomma hard, ed i whimps rimangono sull altra sponda |
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21
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Nel 1994 erano 2 anni che ero entrato nel mondo metal ed era proprio come hai detto te Michele, questo é stato il primo album dei Napalm Death, naturalmente lo possedevo in cassetta registrata,ai tempi andavo alle superiori e non avevo una lira. Dopo qualche anno l'ho preso in cd, quindi é un album che rievoca piacevoli ricordi, ma lo ritengo anche un buonissimo disco, di una potenza inaudita, una mazzata assurda che di tanto in tanto ascolto con piacere! |
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20
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I Napalm Death fanno dei dischi belli!!! Pero' non so quale' il loro album migliore di tutti. E poi non posso dire piu' di tanto perche' non li ascoltati molto.............. Secondo voi quele' il loro album migliore? Mi potete dare un consiglio please! ) |
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19
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a me diatribes piace invece parecchio, è l'unico disco che ho di loro e avrei voluto la recensione, ma visto che non c'è pazienza, dirò la mia qui... ho ascoltato anche la raccolta "noise for music's sake", e devo dire che tra le schegge impazzite dei primi album e le canzoni più meditate preferisco di gran lunga le seconde. d'accordissimo anch'io sulla voce di barney... è terribile, un growl soffocante dalla timbrica unica ed inimitabile... mi piace tantissimo. |
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18
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Bel disco anche se, per me, non al livello di Harmony / Utopia. Sui passi falsi posso dire che a me Diatribes è sempre piaciuto poco, mentre trovo Enemy of the music business un discone assurdo, il migliore degli ultimi 12-13 anni. |
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Non vedo di sapere cosa ne pensa la redazione del nuovo "Utilitarian". Secondo me è un gioiellino. |
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Questo fu il primo cd che acquistai dei Napalm Death!! Mi è piaciuto tantissimo,ancora oggi spacca di brutto! Rabbia allo stato puro!! Voto 90 |
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Comunque quello che sta per uscire è un gioiellino... Naturalmente parlo di Utilitarian. OCCHIO. |
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@hm is the law: allora ricorderai che massacro che fù tra entrambe le band!!il vecchio circolo era mitico...bei tempi! |
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@ Doomale:E C'ERO PURE IO!!!!!!!! |
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Preferisco Utopia Banished per quei periodi , ma questo fu comunque un grande disco che diede comunque nuova linfa e nuovi orizonti al genere. Album davvero pesantissimo e spaccatimpani...da mal di testa insomma!! Visti nel tour di supporto insieme agli AT THE GATES di "Slaughter of the soul" al vecchio circolo degli Artisti di Roma. MITICI ENTRAMBI e disponibilissimi con il pubblico. VOTO 85 |
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10
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Quanto adoro questa band, e quanto adoro FED...Hung è una delle canzoni + sofferte e incazzate della storia, ed il senso di oppressione è reale e concreto...ma per me ogni singolo disco dei ND è un capolavoro a sè, c'è sempre qualche piccola variazione, anche se il tema portante è sempre ben saldo (=per andare avanti non c'è bisogno di svendersi o snaturare il sound della band, ecco perchè avranno sempre il mio massimo rispetto, per la loro coerenza)...MITICI!!! |
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9
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Capolavoro!!!!! E straquoto HM Is The Law: Hung è uno dei pezzi più strabilianti del gruppo! |
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8
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Mah... secondo me questo disco è inferiore solo al mitico Harmony Corruption. Per me vale 88 questo e 90 H.C. |
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7
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credo sia stato il primo album dei napalm death anche per me, ed in generale il mio primo disco estremo. all'epoca mi piacque un casino, poi ho cominciato a cambiare idea man mano che scoprivo il resto della loro discografia; mi spiego meglio, considero fed un "vorrei ma non posso", si sente la voglia di rallentare e provare a sperimentare con sonorità differenti (cosa che riusciranno a fare con risultati altalenanti nei successivi 3 album), ma contemporaneamente si percepisce una sorta di "paura" ad allontanarsi dalle sonorità sicure che li hanno resi conosciuti ed apprezzati. è quasi come se shane e soci provassero a dire:" ehi ragazzi non siamo solamente capaci di fare "casino" a velocità paurose, sappiamo anche fare dei pezzi più ragionati". trovo quindi tutto sommato un po' acerbo questo album, tranne qualche ottimo pezzo, e credo che non convinca più di tanto nemmo la vand, visto che negli ultimi anni non hanno mai suonato niente dal vivo da fed. |
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@Er Trucido: copioincollo il tuo commento  |
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Il primo disco dei Napalm che abbia mai ascoltato, ora è un po' che non lo sento, quasi quasi la settimana prossima lo metto in macchina per andare al lavoro. Per il resto concordo con Undercover, anche se Diatribes lo ritengo un mezzo passo falso. |
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Non c'è molto da commentare, questo è un altro dei capolavori di casa Napalm Death, qualche disco è forse meno riuscito ma non ne hanno mai toppato uno ed è un testa di cazzo chi continua a votare 0. |
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3
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Molto molto bello... 83 |
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Grande disco di una della band più celebri del suo genere...da avere...voto 80 |
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Hung è uno dei pezzi migliori dei Napalm Death! Li vidi dal vivo durante il tour a supporto dell'album uno sballo totale. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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01 - Twist the Knife (Slowly) 02 - Hung 03 - Remain Nameless 04 - Plague Rages 05 - More than Meets the Eye 06 - Primed Time 07 - State of Mind 08 - Armageddon X 7 09 - Retching on the Dirt 10 - Fasting on Deception 11 - Throwaway
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Line Up
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Mark "Barney" Greenway - Voce Shane Embury - Basso Mitch Harris - Chitarra Jesse Pintado - Chitarra Danny Herrera - Batteria
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