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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Napalm Death - From Enslavement To Obliteration
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( 10858 letture )
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Continuando il nostro viaggio nella storia del grindcore, dopo aver lasciati i Napalm Death con Scum, dobbiamo per forza di cose tornare da loro solo l'anno successivo, quando la band britannica, cambiato ancora un elemento della line-up, sforna From Enslavement To Obliteration, regalando quindi un degno successore al capolavoro del 1987.
La novità del disco è l'ingresso in campo di Shane Embury, il quale poi continuerà con la band fino ai giorni nostri, l'unico nella formazione che registrò il disco oggetto di questa recensione. La musica che i Napalm Death propongono come naturale derivazione di quella dell'album precedente è, per forza di cose, legata alla seconda parte di quest'ultimo, in cui una line-up quasi uguale aveva tracciato la via per il grindcore più puro e ortodosso, che trova qua la sua massima realizzazione: l'attitudine punk che carateerizzava la prima metà di Scum è ormai un vago ricordo, ma non lo sono la rabbia dei testi e della realizzazione esecutiva, che vede ben pochi momenti di pausa negli straripanti blast-beat della batteria o bell'inarrestabile riffing di Bill Steer, quasi messo in secondo piano dalla produzione, ma il cui contributo è fondamentale nel creare un tappeto sonoro che avvolge l'ascoltatore senza lasciare possibilità di fuga.
Si tratta di un disco che racchiude in sé tutti gli elementi del grind che sarebbe venuto da lì in poi, e che quindi risulta quasi "perfetto" nella sua struttura, in grado di non deludere mai e in cui ogni secondo meriterebbe di essere descritto ed esaltato, vuoi per la bellissima alternanza growl/scream di Dorrian, vuoi per gli elementi strumentali già detti, vuoi ancora per la stessa struttura dei pezzi, figlia di un songwriting semplice e quadrato -onestamente i pezzi si assomigliano, ma la cosa in questo caso non potrebbe essere meno importante- perfettamente studiato per sottolineare al meglio le ottime singole prove dei musicisti.
Inutile -e dannoso, poiché invoglierebbe ad un vergognoso abuso del telecomando- passare ad un analisi track-by-track dei brani, ma alcuni, come Think For A Minute, From Enslavement To Obliteration e soprattutto la grandiosa Unchallenged Hate, marcia e violenta nel suo incedere a ritmi leggermente più lenti, sono entrate nel cuore dei fan della band, meritandosi anche un posto nelle scalette dei meravigliosi concerti che la band britannica regala al suo pubblico da 20 anni.
Chi non conosce From Enslavement To Obliteration non può continuare a lungo ad ignorarlo: il disco in questione è infatti di quelli che meritano di diritto un posto nella storia, per la loro bellezza e la loro importanza storico/artistica.
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VOTO LETTORI
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84.41 su 145 voti [
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35
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Primo album grind che ho ascoltato, me lo prestò un amico su cassetta duplicata nei primissimi anni 90. Inizialmente sono stato spiazzato da tanta violenza ma continuavo ad ascoltarlo, non so perché ma mi ha preso dal primo ascolto. Tutt\'oggi lo considero un capolavoro grandi Napalm Death |
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34
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La definizione totale del Napalm Death sound negli anni 80. \"Scum\" era stato il primo vagito ancora \"incerto\" (frutto di due line up diverse) che spiazzò tutti e regalò al mondo un nuovo modo di fare musica esttrema, innovativa e all\'avanguardia totale! \"From Enslavement To Obliteration\" oltre ad essere il suo naturale proseguimento, porta tutti gli elementi del debut ad un livello più elevato, definendo in tutto e per tutto lo stile grindcore che loro stessi avevano tirato fuori. Blast forsennati, riffs secchi e violenti, urla bestiali di Dorrian a scandire dei testi che sono un dito medio contro il marcio del mondo, un turbinio sonoro che lascia esterrefatti, un muro sonoro adrenalinico per tutta la durata delle 22 tracce. UN CAPOLAVORO IMPRESCINDIBILE, la definizione di brutalità negli anni ottanta, poi ripresa da migliaia di band venute dopo! Classico senza tempo, intramontabile!!! |
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Ricordo ancora la recensione dell\' epoca di una rivista metal (HM credo...) che iniziava così: \"Quattro scadentissimi thrashcores inglesi\" e finiva con:\"Fanno musica di merda,ma per quanto camuffata la puzza rimane sempre\".
Ma vaffanculo va...
A tal proposito ...il duo Mitch e Mick Harris fondarono i Defecation,forse avevano letto quella recensione 😂😂😂 |
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Il disco grind perfetto. Migliora la produzione, migliora la tecnica e il songwriting diventa più articolato. Anche qui un classico dopo l\'altro. 100 |
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Quando si dice: la storia nella storia. Solo nei pochi casi, solo nei più speciali e incredibili del metal, come nei Death, Yngwie Malmsteen, Mayhem, King Diamond/Mercyful Fate etc.. dove ci si trovano elementi di spicco che hanno fatto storia in altre coordinate dell'albero genealogico metallico musicale di cui dopo hanno fatto band loro di primaria importanza di un genere e ne sono stati i pionieri. LEE DORRIAN (Cathedral) > BILL STEER (Carcass), Inchinatevi all'origine della potenza e niente sarà più come prima con i Napalm Death, l'assoluto hardcorizzato il grind. Fucking shiiiit (in senso buono), wonderful. Sporcizia e rutti su di voi futili umani perbenisti sofisticati. Un bassista che ancora oggi dá spanne di distacco a più di cinquant'anni dà il filo da torcere a ogni bassista in circolazione contemporaneo - giovane e non giovane - con le sue mazzate e prodezze di basso a giocarci su quelle veloci zampate con movimenti da scapocciate, una forza! un grande per la sua stazza imponente da headbanging, un grande non finiró mai di dirlo: SHANE EMBURY. Uno dei più grandi e meno citati, sebbene fa parte nella storia dei piú grandi! Altro che DiGiorgio, ma per piacere..sempre il solito che salta alla mente in senso di bravura, ma ci si dimentica spesso di Embury, grave molto grave, uno dei migliori bassisti nell'extreme metal music sia come attitudine che come suona il basso, lo preferisco di gran lunga. Un disco da prostrazione totale questo, meno simbolo del precedente ma quanta importanza e inventiva per il grindcore e l'evoluzione del metal estremo. Tutto porta ai Napalm Death nella putrida cattedrale carcassiana al fine degli anni ottanta verso le porte degli anni novanta che tutto porta a un solo nome e a una sola strada da percorrere: N A P A L M D E A T H |
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30
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Lo comprai all'epoca perché qualcuno mi disse che c'era 'sta roba chiamata grindcore che era ancora più estrema del death metal... La prima volta che misi il vinile non riuscii a finire di sentirlo perché in casa si scatenò il pandemonio Se oggi qualcuno mi chiedesse cos'è il grind non avrei dubbi su cosa fargli ascoltare: For Enslavement to Obliteration !!! Epocale !!! |
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Adoro la peel session... Ma "FETO" ha il fascino della iconoclastia più pesante e della ribellione totale a tutto. Volutamente brutto, davvero pesante, puzzone e disgraziato, con questi 26 brani i ND hanno toccato il lembo più estremo della ascoltabilità in musica. Dopo di loro, peggio hanno fatto solo i SoreThroat. Tuttavia non mancano pezzi davvero esaltanti in perfetto stile Thrash metal (se non deathmetal) come Unchallenged hate: un riff di apertura tagliente come un rasoio per aprirsi in un assurdo vortice di blastbeat infuocati in un delirio vocale bipolare. Il caos è servito, per due minuti appena. Una delle "song" più lunghe. No, niente voto a chi ti sputa in faccia e se ne strafotte del tuo giudizio. |
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Non penso, anzi grind metal non viene mai usato |
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Ci è differenza tra grindcore e grind metal? |
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Prescindendo dal fatto che non stai ascoltando power Symphonic metal ma grindcore, la qualità é ottima |
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Le chitarre quasi non so sentono per quanto la qualitá è orrida |
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Ottimo Undercover...vedo che non sono l'unico che sbava per Harmony Corruption!!! |
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Ricordo ancora quando mi venne registrato in cassetta, dopo aver ascoltato "Scum" non sapevo cosa attendermi da questa band, ne rimasi rapito subito, violenza sì, il marchio dei Napalm Death era ancora quello ma si notavano già passi avanti, la forma entropica di distruzione veniva modellata, era pronta per esplodere in quello che per me sarà poi il passo definitivo verso la grandezza assoluta: "Harmony Corruption". Negare la valenza storica e di qualità di certi dischi e come negare d'ascoltare questa musica, quindi se non la si ascolta e comprende perché sputtanarla? Infantile come cosa. |
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Personalmente le persone che disconoscono mostri sacri come questo disco dei Napalm death, pietra miliare del Grindcore e della scena estrema, mi fanno piangere. |
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MASTERPIECE!!! Scum ha seminato, qui si raccoglie!!! |
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penso di non avere mai letto una stronzata più grande, spocchiosa e inutile del commento 18!!! |
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19
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penso di non essare mai stato tanto d'accordo con un commento come con il numero 18!!! |
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leggo voti come 86 e 88 per cd veramente penosi,per proporzione questo cd dovrebbe prendere 160 |
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Mi ricordo anch'io la stroncatura della rivista H/M anche perchè il recensore, non mi ricordo se si chiamasse Piccini o Piccinini, specializzato nei generi estremi del metal, odiava il grindcore ritenendolo una degenerazione decerebrata dell'hardcore punk fuso con il primo death metal. Mi ricordo che odiava soprattutto i blast beats, chissà cosa direbbe del brutal... |
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Ricordo ancora la mitica rivista H/M che lo stroncò senza pietà, proclamandolo uno dei peggiori album usciti in quell'anno. |
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@ FURIO: vero, Mick Harris è un geniaccio assoluto! forse proprio per i suoi inizi così rumorosi la sua opera si è pian piano avviata verso territori più astratti e rarefatti... è successo anche con gli stessi Scorn, che dopo "Vae Solis" hanno virato prima verso il dub con l'ottimo "Colossus" e poi sempre più verso l'ambient minimale @ LAMBRUSCORE: grandissimi Disrupt!! il loro album "Unrest" uscì per un'etichetta all'epoca non così conosciuta come oggi, tale Relapse records... e poi hanno tirato fuori una marea di vinili 7" tra cui un live per la nostrana S.O.A. records. Gli SSD in effetti fanno parte di quella nutrita schiera di hardcore bands iper-veloci che hanno influenzato i Napalm e tutta la prima ondata grindcore britannica... ricorderei anche i grandi Siege, sempre da Boston, i Neos, gli olandesi Larm, i NYC Mayhem, i giapponesi Swankys, Gai e S.O.B., che in seguito divideranno uno split 7" con gli stessi Napalm... |
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...addirittura mi viene in mente un'altra band di boston, SSD (Society System Decontrol) che nel 1982(!!!) fecero uscire "the kids will have their say", ho una registrazione scarsa come qualità, di quel disco, ma si sentiva in alcuni parti, puzza di primitivo e rozzo grind, a mio modo di vedere. |
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Nella storia del grind , non bisogna dimenticare i bostoniani DISRUPT, nati in quegli anni, avevo trovato la loro discografia in cd a circa 9 euro e non l'ho comprata, sono un coglione... |
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Eh, certi numeri contano eh!  |
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Grazie Khaine Me ne sono accorto solo ieri della cosa, ma mi fa davvero piacere essere arrivato a un simile traguardo  |
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Tra l'altro, recensione n°200 per il nostro buon Agente Arancio Auguri Nik! |
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@ ANDREA: Micidiali anche loro!! La cosa estrememente curiosa per me, rimane il fatto di come possa fare un rumorista come Mick Harris a produrre una musica così rarefatta ed isolazionista come quella dei LULL e delle sue produzioni omonime... boh!! In ogni caso rimane un genio assoluto! |
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@ FURIO: di Mick Harris ricorderei anche la militanza nei micidiali PAINKILLER (trio di incredibile free jazz-grindcore con John Zorn dei Naked City al sax, Bill Laswell al basso distorto e il nostro eroe alla batteria) e il progetto SCORN, di cui consiglio il primo album "Vae solis", vera e propria catastrofe post-grind a firma di Mick Harris, Nik Bullen e Justin Broadrick (Godflesh, Jesu)... praticamente la line up del lato A di Scum riunita! |
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6
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Altro che Terrorizer o i pur eccellenti Brutal Truth... Questo è IL disco grindcore definitivo! Anche se IMHO la produzione dei Napalm Death si è mantenuta sempre a livelli per lo meno discreti (non siamo forse in tanti ad apprezzare gli album della loro discussa fase industrial, su tutti il monumentale "Diatribes"), il combo originario di Birmingham verrà ricordato nella storia della musica, non solo estrema, per i suoi primi due album, per la loro urgenza espressiva e la loro totale assenza di formalismo, il nichilismo sonoro e attitudinale del punk politicizzato inglese portato alle sue estreme conseguenze Parlando di capolavori: a quando la (ri)scoperta di un altro classico essenziale quanto misconosciuto del genere: "Anticapital" dei floridiani Assuck? |
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5
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Questo disco è assolutamente grandioso! Anche per la presenza di personaggi come Lee Dorian dei Cathedral come vocalist e del grande Mick Harris alla batteria che successivamente avrebbe formato il progetto di Ambient minimale LULL... tutti eccezionali! Grande Nikolas! |
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4
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...IL GRIND! ottima le rece. |
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Album stupendo!!!!!! Bravo Nikolas!!!!! |
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Un altro capolavoro !!!! |
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A mio parere la line up che incise questo disco è la formazione grindcore per eccelenza...Unchallenged Hate e Mentally murdered da consegnare ai posteri |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Evolved as One 2. It's a M.A.N.S. World 3. Lucid Fairytale 4. Private Death 5. Impressions 6. Unchallenged Hate 7. Uncertainty Blurs the Vision 8. Cock-Rock Alienation 9. Retreat to Nowhere 10. Think for a Minute 11. Display to Me... 12. From Enslavement to Obliteration 13. Blind to the Truth 14. Social Sterility 15. Emotional Suffocation 16. Practice What You Preach 17. Inconceivable? 18. Worlds Apart 19. Obstinate Direction 20. Mentally Murdered 21. Sometimes 22. Make Way!
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Line Up
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Bill Steer - Guitars Shane Embury - Bass Lee Dorrian - Vocals Mick Harris - Drums
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RECENSIONI |
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