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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Mastodon - Cold Dark Place
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30/09/2017
( 4773 letture )
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Bacche di ginepro, fiori viola, droghe del Cosmo. Copertina meravigliosa e schegge di LSD. Il nuovo apostrofo musicale dei Mastodon è veloce e diretto: un EP di sole quattro canzoni, che non esalta ma aggiunge qualcosa di saporito e variegato alla salsa senza focus (e sostanzialmente priva della classica forza-M) presente su Emperor of Sand, ottimamente analizzato sulle Nostre pagine. Cold Dark Place è un breve spin-off musicale che va in crescendo: la bucolica e acustica (almeno inizialmente) North Side Star non ci esalta vocalmente, e gli intrecci melodici e intimisti non sembrano funzionare adeguatamente. Il reparto musicale, che flirta con il vintage rock e l'atmosfera boschiva, si fa avanti con abile timidezza fino all'esplosivo finale, dove la chitarra infuocata di Mr. Hinds ci accompagna sotto la luna con pregevolissimi soli. Il difetto principale, secondo me, rimane sempre quello dello scarso utilizzo della bella, ipnotica, profonda e particolare voce di Sanders che, almeno un tempo, accompagnava la maggior parte delle composizioni Mastodoniane, reggendo bene e regalando perle notevoli sia per quanto riguarda il comparto melodico che aggressivo. Al minuto 3:22 l'atmosfera si smuove e la canzone si veste a zampa di elefante per un retro-tuffo, divertente e nostalgico, nel 1971. A ridosso dei quattro minuti si parte per il viaggio strumentale, brevemente interrotto dai cori di Hinds e Dailor che incalza con la sua ottima tecnica e il suo personale gusto percussivo. Come anticipato, la parte migliore della canzone è proprio il suo epilogo ampio e dilatato, non cantato e dominato dai solismi. Un'apertura, un incipit che dona positività al cinquanta per cento, insomma, facendoci sognare pecore elettriche progressive solo in parte.
Discorso simile va fatto per la successiva Blue Walsh, interpretata vocalmente da Dailor e vellutata quanto basta. È un deserto rock , un bosco che si secca e ci ingloba nel suo crescendo verdastro pre-autunnale. Un po' di profondità e poi i controcanti di Hinds ad inacidire il contenuto della traccia, che diviene spaziale per poi perdersi verso metà strada, senza una meta vera e propria. Semi-distorsioni e un drumming sempre ben bilanciato dominano il bridge con alcuni pregevoli passaggi vocali del poliedrico batterista. La struttura circolare, diversa ma nel contempo legata al primo brano, non ci convince appieno, anche se la struttura sbilenca del codino fa tremare le foglie secche e il terreno sul quale poggiano i Nostri sensi drogati. È un breve stacco che ci trasporta verso sensazioni diverse e decisamente migliori nella terza traccia: Toe to Toes, già anticipata tempo fa come singolo-apripista dell'EP. Questo brano, che ancora una volta si apre all'insegna dell'armonia, si spinge verso territori più noti ai fan dei Mastodon. Il timbro generale, più compatto ed heavy, rimane in territori rock e delizia per il giro di chitarra ipnotico e incalzante, con favolosi licks prima del pre-chorus, che questa volta colpisce nel segno, ammaliandoci con un andamento più easy-listening e leggero, ma ottimamente scritto e interpretato.
Io sento i colori, sento Tutto.
E poi foglie d'argento e giochi in scatola in cui ci si perde per ore, all'interno di scenari vecchia scuola , giungle e divertenti trappole mortali. Un assolo acido e desertico da il benvenuto al bridge strumentale della canzone, che incalza con verve e virtuosismi di alto livello, consegnandoci uno dei brani migliori dell'accoppiata Emperor of Sand / Cold Dark Place. L'EP infatti funge proprio da ''chiusura'' e, anche se non sempre regge a livello qualitativo, ci conferma che la band di Atlanta ama sperimentare e spiazzare il proprio pubblico, spostando equilibri e accenti verso territori non troppo famigliari (vedi Cold Dark Place, title-track emotivamente eccelsa). Il mini finale è ricco di suggestioni acustiche e non, in cui è ancora il controverso chitarrista rosso a condurre le evoluzioni melodiche. Scacchi del Tempo, sentieri perduti e un bridge di assoluta delicatezza inedita, corroborato da una serie di arpeggi e rullate delicate.
Sono le ore 20:41, ed è esattamente al ventunesimo minuto di ascolto che le sei corde di Hinds si infiammano un'ultima volta per chiudere definitivamente la spinta autunnale nel freddo posto buio, adeguatamente supportate da un rifferama circolare (a cura del buon Kelliher) e un tipico fading finale. Insomma, tirando le somme, questo mini album altro non è che un gradevole e conciso capitolo bonus per quel che riguarda il precedente full-length. Un pensiero per gli appassionati, un gradito bis per i fan, e un'altra virata stilistico-sonora per tutti gli altri ascoltatori. Curiosi di vedere cosa ci porterà il cilindro del futuro prossimo, congediamo il combo americano con una buona sufficienza, premiando in parte la loro scelta e idea evolutiva mostrataci su Cold Dark Place.
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14
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....un gioiellino...breve ma intenso..... |
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13
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Sono pienamente d'accordo con tutte le sensazioni provate e descritte dal recensore, non sono d'accordo con il suo voto, ne con il voto lettori. Io lo trovo un lavoro molto maturo, un 63 in generale è troppo basso, per me vale almeno un 75. Se ascoltato in cuffia, al volume giusto, questi 4 brani ti portano in un mondo magico, 21 minuti di totale distacco dalla realtà. |
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12
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@Pikkio: l'unica cosa che le altre band si sognano solo è un video pieno di culone che lo menano in primo piano (però, quella è arte sul serio!).  |
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11
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Vale molto poco questo lavoro. |
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10
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La recensione è ben scritta, il voto finale è ridicolo. Grandissimo EP con musica che altre band si possono solo sognare, forse. |
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9
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Meno male che questi brani non sono finiti su Emperor, ne avrebbero allungato troppo il brodo. Come EP ci sta, i primi tre pezzi sono gradevoli, nell'ultimo mi perdo. In ogni caso i fan sfegatati di una qualunque band vanno a caccia dell'inedito sul b-side, delle bonus giapponesi, ecc ecc... quindi, ben venga! L'unico fatto non condivido il voto, non alto o basso ma il voto proprio: questa è una rece da concludere "SV". Sono b-side, outtakes, roba per i fans... |
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8
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Metalraw@ nonostante non appaia "in chiaro" dal tuo scritto, mi era parso che ritenessi i due lavori molto vicini anche da un punto di vista stilistico oltreché qualitativo. Del resto se l'atmosfera che aleggia è differente, si sente lontano un miglio che sono sempre loro. |
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7
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@Macca: "Non capisco dove tu abbia sentito questa vicinanza ad Emperor Of Sand..." Difatti nessuno ha parlato di vicinanza, quanto più di aggiunta e, come già detto, bonus (si parla di 'virata sonora'). Tant'è che questo EP doveva originariamente essere conglobato in 'EoS', anche proponendo qualcosa di diverso. |
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6
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Secondo me il brano più riuscito di questo mini album è proprio Blue Walsh, per il resto la sufficienza piena ci sta ma niente di più. Concordo con la rece, questa band mi è sempre piaciuta e mi sarei aspettato di più, ma questo è solo un piccolo assaggio, aspettiamo il prossimo, poi si vedrà. |
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5
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"Insomma, tirando le somme, questo mini album altro non è che un gradevole e conciso capitolo bonus per quel che riguarda il precedente full-length". Non capisco dove tu abbia sentito questa vicinanza ad Emperor Of Sand, al contrario sono evidenti più che negli ultimi album i richiami al passato: North Side Star ricorda non poco The Czar, mentre il fraseggio centrale Blue Walsh rimanda addirittura ai tempi di Megalodon solo per citare i primi due episodi. Ormai su Metallized vengono regolarmente bistrattati da quando hanno ridotto all'osso la matrice sludge del loro sound abbracciando sonorità più tendenti all’hard rock, comunque ci può stare: ognuno le svolte le digerisce in base ai propri gusti. Per me ennesimo centro pieno dei Mastodon. |
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4
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Per me invece che non li ho mai davvero apprezzati, questo dischetto è una meraviglia! Per me e i miei gusti questo sound è la loro dimensione ideale, dove il semiacustico si fonde alle progressioni tipiche del gruppo, rendendo i brani intricati ma snelli. |
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3
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È da tanto tempo che non li ascolto, pur avendo quasi tutti i loro cd. Questo mini album non l'ho ascoltato e, dalla rece di Riccardo mi sono fatto l'idea che non sia granché anche se mi fa piacere che siano tornati. Vecchia band, sempre gradita comunque. |
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2
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Concordo anche io con Riccardo! Una sufficienza ma non mi ha colpito particolarmente, cosi come il disco! |
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1
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Blue Walsh a parer mio è invece la più riuscita del blocco. Il resto non mi ha entusiasmato, sono d'accordo sul voto. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. North Side Star 2. Blue Walsh 3. Toe to Toes 4. Cold Dark Place
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Line Up
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Brent Hinds (Voce, Chitarra) Bill Kelliher (Chitarra) Troy Sanders (Basso, Voce) Brann Dailor (Batteria, Voce)
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