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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Rival Sons - Before the Fire
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17/12/2017
( 2417 letture )
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Alzi la mano chi pensava che l'album d'esordio dei Rival Sons fosse il celebre Pressure & Time. Anche tu, vero? E invece la band di Long Beach aveva già pubblicato un disco autoprodotto due anni prima, ovvero nel 2009, intitolato Before The Fire. Ma andiamo con ordine: il chitarrista Scott Holiday, dopo lo scioglimento dei suoi Black Summer Crush, decide di ripartire da zero e insieme al batterista Michael Miley e al suo amico Robin Everhart si mette alla ricerca di un nuovo cantante; lo trova -curiosamente tramite la piattaforma MySpace- nella figura di Jay Buchanan, che fino ad allora si era dedicato al suo progetto solista, e col quale proprio Miley aveva già avuto modo di collaborare. I Rival Sons erano a tutti gli effetti la prima rock band in cui Jay si ritrovava a cantare e inizialmente la vide più come un side project che altro, e non si vedeva troppo come vocalist rock/blues, ma l'inaspettato successo del disco nel circuito statunitense gli provò che si sbagliava di grosso. La sua voce calda e passionale era quanto di meglio il leader Holiday potesse trovare in giro e fin da subito la stampa specializzata si accorse delle potenzialità del gruppo, che presto aprì i concerti di nomi del calibro di AC/DC e Alice Cooper, cosa che fece aumentare ulterirormente la loro popolarità.
La proposta ormai la conosciamo: un rock che nasce chiaramente dal blues più sporco e grezzo ma che non disdegna in alcuni passaggi di guardare allo psychedelic dei Grandi del passato (Lucky Girl, Flames of Lanka). I riferimenti a quanto già fatto da Doors e soprattutto Led Zeppelin -e in tempi più recenti Black Crowes- non è per niente celato, ma anzi orgogliosamente ostentato e ascoltando il riff di Pocketful of Stones sembra quasi di aver messo sul piatto una B-side nascosta di III o Presence, vista la potenza e l'esuberanza del brano, in netta contrapposizione con le atmosfere più eteree di The Man Who Wasn’t There o della struggente, bellissima ballad On My Way in cui Jay dimostra tutto il suo immenso talento. Altro pezzo che si può fregiare del titolo di highlight dell'album è Memphis Sun, dapprima sognante e poi via via sempre più coinvolgente nel suo furioso crescendo rock di settantiana memoria; davvero notevole.
I Rival Sons pubblicheranno l'anno seguente un EP omonimo e quindi il già citato e pluripremiato Pressure & Time, ma basta dare un ascolto a Before The Fire per capire che la band californiana ha sempre avuto le idee ben chiare fin dall'inizio della propria avventura, attuate tramite un'attitudine fuori dal comune e con il valore aggiunto di annoverare tra le proprie fila un'ugola d'oro le cui capacità ben pochi altri possono vantare.
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Finalmente è stato ristampato unitamente all'EP. Era una vita che lo cercavo. Che dire? Album veramente bellissimo che si muove tra Free (Memphis Sun) e Led Zeppelin (Angel e Pocketful of Stones), tra pischedelia (Lucky Girl e Flames of Lanka) e rimandi ai Beatles (Pleasant Return). E quando Jay canta On my soul si capisce subito che il fuoriclasse è già maturo. 80 |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Tell Me Something 2. Lucky Girl 3. Memphis Sun 4. Angel 5. Pocketful of Stones 6. The Man Who Wasn’t There 7. Pleasant Return 8. On My Way 9. I Want More 10. Flames of Lanka 11. Nanda-Nandana
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Line Up
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Jay Buchanan (Voce) Scott Holiday (Chitarra) Robin Everhart (Basso) Michael Miley (Batteria)
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