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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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01/03/2020
( 2871 letture )
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Parlare del nuovo prodotto discografico di Ihsahn è sempre una questione di equilibrio: da un lato bisogna cercare di astrarre il materiale dalla storia personale di uno dei più grandi compositori black della storia del genere, dall’altro comunque contestualizzare l’uscita alla luce di una carriera che abbraccia tre decadi di musica estrema. Quindi, ecco Telemark, un EP parte di una collezione di pubblicazioni brevi, che il chitarrista norvegese vorrebbe epitome e riassunto di sentimenti particolari o, se vogliamo, di fasi della sua produzione.
Seppur la durata del disco sia per forza del suo formato, ridotta, Ihsahn dimostra una eccellente capacità di sintesi, elaborando tre brani che tracciano un fil rouge dagli esordi con i leggendari Emperor ed i primissimi anni della sua attività solista, riletti, tuttavia, con la maturità dell’oggi. Stridig apre le danze con furiose plettrate sostenute dal ritmo incalzante della sezione ritmica, prima che un riff travolgente introduca l’ingresso della voce distorta, che per la prima volta nella carriera di Ihsahn, profferisce versi in norvegese; poi è la volta dell’intensa Nord caratterizzata da un arpeggio in minore sostenuto da una possente linea di basso che traghetta l’ascoltatore verso la splendida apertura melodica al secondo minuto, rabescata dalla ficcante progressione di chitarra ritmica: è il brano più vicino alla tradizione della Second Wave ed al suo lavoro della seconda metà degli anni Novanta. Infine è il turno di Telemark, arricchita dagli assoli sax (cortesia del sempre impareggiabile Jorgen Munkeby degli Shining di Norvegia) e da partiture dal sapore mediorientale, costruite attorno alla scala di frigia dominante. Qui esplode in tutta la sua ricchezza la voce di Ihsahn, di cui spesso ci si dimentica, ponendola in secondo piano rispetto al virtuosismo alla sei corde. Sono sette minuti in cui è impossibile non essere rapiti dall’eleganza di espressione di Ihsahn che passa da tratteggiare linee di chitarra solista come se fossero pennellate sinuose e leggere ad una violenza quasi necessaria, primordiale, senza però mai smarrire la direzione. E’ una traccia di chiusura che è davvero un piccolo microcosmo del più grande universo in cui il musicista norvegese ha scelto di muoversi: un luogo dove convivono pulsioni sovente contrastanti, totalizzanti, benché in nessun caso autoreferenziali o egoriferite. Si tratta di una produzione accessibile, dalla natura, si potrebbe azzardare, didattica. Come se Ihsahn volesse prendere per mano il fruitore e indicargli un percorso, esemplificando ogni tappa con una sezione di questi tre notevoli pezzi. Sulla due cover finali c’è invece poco da dire. Se la prima, Rock and Roll Is Dead scaturirebbe dall’amore del norvegese per l’AOR e dalla volontà (forse) di dimostrare che nella serietà del black metal esiste uno spazio per godersi generi altri (ma si sapeva!), la seconda segue pedissequamente l’esecuzione originale, senza davvero aggiungere alcunché di degno di menzione. Si è nella posizione di proporre un elogio per la buona interpretazione e la passione palese con la quale Ihsahn si è confrontato con due brani radicalmente differenti, però rimangono in ogni caso delle note a margine, comprensibili ed apprezzabili solo nella più ampia lettura di Telemark come un lavoro atto ad una rivalutazione delle proprie origini musicali.
In conclusione, l’EP è un’opera nel complesso meritevole di un ascolto attento, soprattutto se l’intenzione è quella di recuperare un Ihsahn meno sperimentatore e proiettato sulla ricerca a favore di un compositore pienamente a suo agio con gli stilemi di un genere che, ricordiamolo, ha contribuito a definire, a diffondere ed infine a stravolgere e riscrivere.
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5
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....ottimo....gran musicista.... |
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4
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Solo Stridig vale l'acquisto. Che pezzone. |
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3
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Il numero uno nel genere oggi, punto. |
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2
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Non sbaglia un colpo...bellissimi gli assoli di sapore classic metal anni 80, fiati inseriti in maniera sapientemente intelligente, melodie perfette. Stridig un piccolo capolavoro, nord una delle migliori cose dai tempi di anthems, cover reinterpretate con personalità. Artista pazzesco che non finisce mai di affascinare. Voto 90 |
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1
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Tirerei una riga su "partiture dal sapore mediorientale", piuttosto sono ispirate alle melodie per hardanger fiddle, una ripresa del progetto Hardingrock per certi aspetti |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Stridig 2. Nord 3. Telemark 4. Rock and Roll is Dead (Lenny Kravitz cover) 5. Wrathchild (Iron Maiden cover)
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Line Up
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Ihsahn (Voce, Chitarra, Basso, Tastiere) Tobias Orsen Andersen (Batteria) Jorgen Munkeby (Sax)
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