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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Redemption - Alive In Color
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21/11/2020
( 1824 letture )
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Altro disco live rilasciato in questa annata che di live in carne ed ossa ne ha visti pochi e di scarsa godibilità è Alive in Color, dei grandiosi Redemption. Proprio due anni fa ci ritrovavamo tra le mani quella immensa perla di Long's Night Journey Into Day, un album per certi versi fenomenale dall’inizio alla fine e con sbavature veramente ravvisabili con il contagocce. Ora, a 730 giorni di distanza, abbiamo tra le mani il prodotto della formazione statunitense nella madrepatria in qualità di headliner del portentoso festival ProgPower tenutosi nel medesimo anno di release della loro ultima fatica, in procinto di impacchettare l’esibizione in un prodotto live negli anni a venire.
Del cambio di Alder (casa Fates Warning) con Englund (Evergrey) ne ho già discusso abbastanza nella recensione adibita al disco, ricordando però che a conti fatti non si sta parlando di un cambio dal diamante allo stagno di più bassa qualità ma, anzi, da una pietra preziosa ad un'altra, sicuramente di diversa fattura ma non per questo inferiore. Non a caso la prestazione di Englund risulta praticamente intoccabile per tutta la durata dello show di questo intensissimo Alive in Color, anche in pezzi a cui i fan non potranno che non accostare la voce dello storico ex. Eppure, sentimentalismi a parte, una The suffocating Silence o una Damaged, per citarne un paio, sono performate con una minuzia e carisma veramente difficile da ritrovare in band con cambi di formazione così delicati. Senza considerare che persino i cuori più affezionati riusciranno a godere grazie alla presenza proprio di Alder sul palco, invitato durante la bellissima Threads -divertente sarà ascoltare il pubblico specialmente durante questo pezzo. Gli ospiti d’onore non sono finiti qui, infatti se già Indulge in Color non fosse stato praticamente il brano più mozzafiato dell’ultimo disco degli statunitensi, ci graziano anche dal vivo della presenza di Chris Poland… c’è davvero bisogno di presentarlo? Senza considerare che poi suonerà anche nella successiva -e chicca assoluta- Peace Sells dei Megadeth; un piatto insomma che definire appetitoso è dire poco. Ciliegina sulla torta è l’ovvia presenza di Mularoni alla sei corde, tanto per innalzare la potenza chitarristica del lotto.
Per il resto veramente non c’è nulla da ridire, un’edizione live che, seppur nella scaletta potrebbe far storcere il naso a qualche purista, presenta una prestazione generale dei musicisti più che ottima, una produzione fenomenale e un’edizione BluRay da leccarsi i baffi. Inoltre i brani scelti da Long Night’s Journey into Day sono praticamente i migliori, a partire dall’introduttiva Noonday Devil e la sua pesantezza annichilente, The Echo Chamber (orecchiabilissima ma per nulla sinonimo di banale come ben saprà chi ha spolpato l’album), Someone Else’s Problem con l’assolo totalmente impazzito e le pelli di Quirarte che si districano in fill mozzafiato. Ecco poi la title track in tutto il suo minutaggio quasi claustrofobico e la quadratissima Little Men. La conclusione è data dalla terza parte della suite The Fullness of Time, i cinque minuti perfetti per uno show capace di tenere incollati con musica extraplanetaria per ben oltre un’ora. Un’esperienza dunque a cui è difficile aggiungere qualcosa, si sta parlando di una band che comunica attraverso la sua musica e che qui ritorna in una veste intrisa di ottime scelte di tracklist, considerando l’ovvia intenzione di promuovere l’allora nuovissimo disco, di produzione, di esecuzione e chi più ne ha più ne metta. Alive in Color è esattamente ciò che si cerca da un album live, soprattutto in questo nefasto 2020 dove solo queste release ci stanno ancora portando -almeno virtualmente- davanti ai palchi delle nostre band preferite, altrimenti tristemente vuoti.
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3
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Gran gruppo e bel live. Meriterrebbero molto più successo. |
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2
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Bello, Englund si conferma ai massimi livelli. |
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1
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A me Long Night's Journey... è piaciuto tantissimo, anche grazie all'ottima prova di Englund che a mio avviso non fa rimpiangere Alder. Questo devo recuperalo il prima possibile. La copertina del disco, che non sempre nei live è memorabile (ci sono alcune significative eccezioni), è una chicca. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Noonday Devil 2. The Suffocating Silence 3. The Echo Chamber 4. Damaged 5. Someone Else’s Problem 6. Little Men 7. Long Night’s Journey Into Day 8. Threads 9. Black and White World 10. Indulge in Color 11. Peace Sells 12. Walls 13. Threads 14. The Fullness of Time Part 3: Release
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Line Up
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Tom Englund (Voce) Nick Van Dyk (Chitarra, Tastiere) Vikram Shankar (Tastiere) Sean Andrews (Basso) Chris Quirarte (Batteria)
Musicisti ospiti Ray Alder (Voce nella traccia 8) Simone Mularoni (Chitarra) Chris Poland (Chitarra nelle tracce 10 e 11)
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