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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Insomnium - Heart Like a Grave
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08/01/2021
( 1696 letture )
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Under these cold northern stars Songs are filled with sorrow Brief is the time of summer winds Moon is sad as the night
Sotto queste fredde stelle settentrionali
Le canzoni sono piene di dolore Fugace è il periodo dei venti estivi La luna è triste come la notte (Insomnium, Wail of the North)
Iniziamo col dire che se la musica deve prima di tutto essere in grado di saper emozionare e trasmettere sentimenti allora bisogna ammettere che gli Insomnium centrano questo obbiettivo al cento per cento. I testi poetici e toccanti, la musica struggente, melodica ma dura e potente allo stesso tempo, melodie ed assoli sognanti, una voce bassa, potente e cavernosa in grado di dare brividi dall’interno: tutto questo ha permesso e permette tuttora alla band finlandese di toccare le parti più profonde dell’animo e di provocare sensazioni bellissime e che spesso sono difficilmente descrivibili a parole.
Presenti sulla scena musicale dal 1997, la band di Niilo Sevänen non ha mai pubblicato un album che si possa definire scarso o mediocre, migliorando di volta in volta e forgiando man mano quello che ormai è diventato il loro stile inconfondibile. I primi due capitoli discografici (In the Halls of Awaiting e Since the Day It All Came Down) richiamano a gran voce le sonorità dei Dark Tranquillity, la principale ispirazione dei finlandesi e così, nella loro innegabile bellezza, risultano piuttosto derivativi; sarà con i seguenti Above the Weeping World e Across the Dark che gli Insomnium elaboreranno il loro modo di suonare sempre più originale e ciò, permetterà loro di raggiungere il Gotha del death metal melodico mondiale con i successivi One for Sorrow, Shadows of the Dying Sun e Winter’s Gate. Quest’ultimo è da ritenersi a tutti gli effetti il picco creativo della band, un concept album ispirato ad un racconto scritto dal frontman Niilo (che ha ottenuto un premio in Finlandia) e che si sviluppa sotto forma di un’unica lunghissima canzone di 40 minuti, seppur separata in sette sezioni ben precise: si passa da cavalcate melodeath epiche e piene di pathos a sezioni lente e dolci di chitarra acustica e clean vocals, da sfuriate quasi black metal a marce doom metal imponenti e struggenti, durante le quali si riesce a sognare ad occhi aperti e il tempo vola via. Risulta chiaro come il sole che dopo un capolavoro del genere le aspettative nei confronti degli Insomnium erano altissime ed era scontato che, salvo miracolosi imprevisti, il capitolo immediatamente successivo a Winter’s Gate avrebbe sofferto il confronto con il suo predecessore. Nel complesso queste previsioni si sono rivelate esatte: con il qui recensito Heart like a Grave vi è un ritorno ad un album dalla forma più classica e diffusa, ovvero con singole composizioni indipendenti una dall’altra, mentre per quanto riguarda il lato qualitativo della musica fortunatamente non si avverte nessun calo drammatico. Si potrebbe definire un ritorno alla “comfort-zone”, ma visti i risultati finali col senno di poi si è rivelata una scelta sensata e che permette agli Insomnium di cementare ancora di più il loro status di maestri del melodic death. Colpisce in maniera assolutamente positiva il nuovo entrato alla chitarra, Jani Liimatainen, il quale si occupa inoltre delle sezioni vocali pulite assieme a Ville Friman. Wail of the North, classica intro della band finlandese, risulta lenta e soffusa prima e tutto ad un tratto dirompente e impetuosa, aprendo di fatto la strada a Valediction, canzone che fin da subito mette in mostra la dualità perfetta tra aggressività di chitarre pesanti e growl profondo e delicatezza delle voci pulite e delle tastiere eteree e sognanti, pur rimanendo un gradino sotto a open track precedenti come Through the Shadows e While We Sleep. Si prosegue con Neverlast, probabilmente la più robusta e battagliera della scaletta, mostrando i muscoli fin da subito grazie a delle strofe intense e rocciose e ad un ritornello potente e carico di pathos: l’intermezzo seguente e i due assoli conclusivi danno infine il colpo di grazia, andando a sugellare una delle canzoni più belle di Heart like a Grave. Pale Morning Star diventerà con ogni probabilità un cavallo di battaglia degli Insomnium nelle esibizioni dal vivo: introduzione e stacchi di chitarra acustica, sfuriata black metal d’antologia che si intreccia con marce melodeath fiere e possenti, il tutto in una mini-suite di nove minuti che passeranno in un attimo, in quella che è il momento migliore dell’album e senza ombra di dubbio uno dei picchi della carriera dei finlandesi. Si giunge a metà dell’ascolto con And Bells They Toll, la quale tiene un andamento più lento e riflessivo e si fa notare principalmente per il ritornello in voce pulita arioso e melanconico e per il lungo assolo finale, di ottimo gusto e pregevolissima fattura. Con la tripletta seguente il ritmo si rialza, anche se qui si avverte un leggero calo, probabilmente dovuto alla durata (già di quasi mezz’ora a questo punto) e al confronto con le canzoni precedenti, qualitativamente superiori. Nulla di preoccupante, dal momento che The Offering, Mute Is My Sorrow e Twilight Trails, nonostante il gap con la parte superiore dell’album, se la cavano comunque bene, ognuna con le sue qualità: la prima vanta un assolo tra i più emozionanti e belli della tracklist, la seconda ha un andamento marziale e potente per poi esplodere in un ritornello carico di pathos, mentre invece la terza riesce a far convivere prima epicità guerriera e fiera per poi gettarci in uno stato di profonda malinconia e infine ritornare al punto di partenza. La conclusione è affidata alla title-track e alla strumentale Karelia, dove si toccano vette emozionali tra le più intense dell’album, con arrangiamenti e melodie di grandissimo talento e di superba classe.
A conti fatti di grossi difetti a Heart like a Grave è difficile trovarli, l’unico di un certo rilievo è la durata complessiva di un’ora esatta che può rendere ostici i primi ascolti e rendere più lenta l’assimilazione. Tuttavia, superato questo scoglio iniziale si rimane incantati dalla magia che la musica degli Insomnium sprigiona, ovvero ciò che i fan dalla band si aspettano da loro. L’ennesima conferma di supremazia dei giganti del melodic death metal moderno.
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4
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Lo sto ascoltando in questo esatto momento...e finora mi sembra fantastico. Ho anche ascoltato 'Winter's Gate'...e be', che dire...il 79 gli sta stretto... |
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3
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Io mi chiedo come cazzo si fa a dare ad un album x me immenso come whinter 's gate ,79 , Bo io lo trovo un capolavoro di melodic death |
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2
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.....e mi mette tristezza solo 124 letture e solo il mio commento..... |
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1
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Ottima recensioe e una delle poche volte che gli Insomnium non sono boicottati da Metallized, vedi alcuni voti assurdi degli album precedenti....anche se recensire questo album dopo quasi due anni è una pecca, come se fosse un gruppo di nicchia che non si fila nessuno....Per me leggermente inferiore a Shadow of... e WInter's gate.... |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Wail of the North 2. Valediction 3. Neverlast 4. Pale Morning Star 5. And Bells They Toll 6. The Offering 7. Mute Is My Sorrow 8. Twilight Trails 9. Heart like a Grave 10. Karelia
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Line Up
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Niilo Sevänen (Voce, Basso) Ville Friman (Chitarra, Voce) Jani Liimatainen (Chitarra, Voce) Markus Vanhala (Chitarra) Markus Hirvonen (Batteria)
Muscisti ospiti: Teemu Aalto (Voce) Aleksi Munter (Tastiere)
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