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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Mercyful Fate - Dead Again
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15/01/2022
( 2150 letture )
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Autori di alcuni tra gli album più amati degli anni ’80, i Mercyful Fate hanno scritto pagine leggendarie per il metal tutto. Connotati dalla carismatica figura di King Diamond, dalla sua voce unica e dal suo personaggio –un tutt’uno indivisibile– non hanno praticamente mai sbagliato un colpo in carriera. Anche se molti pensano il contrario proprio guardando a Dead Again. Subito carte in tavola: se un paragone deve essere fatto tra questo album e lavori quali Melissa e Don’t Break the Oath o col successivo 9, la tenzone vede Dead Again nettamente perdente. Tuttavia, il sesto prodotto in studio di questa imprescindibile band è decisamente meno brutto di quanto lo si sia generalmente dipinto.
Se è infatti vero che pezzi quali Mandrake, Fear o Sucking Your Blood non rappresentano certo l’apice della produzione made in Mercyful Fate, è altrettanto corretto affermare che Torture (1629), Crossroads (qui la firma del bassista Sharlee D’Angelo, in forza ad Arch Enemy, Spiritual Beggars, IllWill, Dismember, Sinergy, Witchery ed Hemisfear, risalta chiaramente) e Banshee non sono certo da classificare nella categoria "filler". La stessa Dead Again non è affatto da scartare e svolge abbastanza bene il suo ruolo di titletrack. Dignitoso il resto, con The Lady Who Cries in testa. A mancare, probabilmente, è l’apporto di Michael Denner, un chitarrista quantomeno prezioso nell’economia del gruppo. Non può però passare in cavalleria il fatto che il disco soffra di scelte produttive meno definite del solito e di un suono di conseguenza più crudo, con chitarre più distorte del consueto. Anche un songwriting a tratti lontano da quello classico, poi, ha portato molti a considerarlo troppo severamente nei giudizi. Sicuramente meno intricato e coinvolgente dei dischi richiamati in apertura di secondo paragrafo e probabilmente pure di tutti gli altri, Dead Again soffre per soprammercato della presenza di parti di batteria non brutte, ma a tratti meno decise e varie di quanto sarebbe stato necessario. Senza contare la mancanza di ritornelli memorabili. Quelli che hanno contrassegnato praticamente ogni altro loro disco.
Inoltre, per quanto messa insieme seguendo una precisa logica, nemmeno la copertina regge il passo con le precedenti. Un particolare di contorno, se vogliamo, ma nel contesto di una prestazione complessiva non di primissimo piano, pure questo contribuisce a non far arrivare oltre una certa soglia la valutazione complessiva dell’opera. I Mercyful Fate si sarebbero ripresi presto prima di fermarsi e Dead Again, come detto, non è certamente il loro capolavoro. Eppure, la voce di King Diamond c’è (anche questa non al massimo delle sue possibilità, perché inserita nel contesto delle nuove canzoni), alcuni testi sono di qualità concorrenziale con molti altri più acclamati, ma a prescindere dallo stile adottato, manca effettivamente il guizzo che ogni singolo pezzo dei Mercyful Fate di solito contiene. Non un "must have", quindi, ma nemmeno quello scandaloso disastro cui molti hanno gridato.
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11
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A me questo album è sempre piaciuto molto e non lo considero il peggiore della loro discografia, anzi per me è una bella spanna sopra 9.......rispetto al precedente Into the unknown presenta un notevole indurimento del sound e richiede parecchi ascolti per essere assimilato. La prestazione di King qui è davvero notevole e in generale trovo che questo cd recuperi parecchio le atmosfere maligne e dei primi album.........nel complesso comunque uno dei dischi più ostici della loro discografia.
Opinione personale ovviamente...... |
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10
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Un buon disco metal e nulla più. Alcune soluzioni sono ottime, altre parti un pò anonime e si lasciano ascoltare senza particolari sussulti ed emozioni. Certo, messo a paragone al resto della loro discografia, è certamente il disco più debole, ma preso a sè è un buon album. Sugli scudi pezzi come \"The Lady Who Cries\", \"Banshee\" e \"Fear\" (dove viene fuori il genio del loro tipico macabro heavy metal teatrale), buone canzoni invece sono \"Since Forever\" e \"Crossroads\", il resto piacevole ma senza particolari colpi di genio (chessò, un riff incisivo, un chorus memorabile, o altro)...nella norma, insomma! |
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9
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Questo e 9 sono stati sottovalutati. Apprezzai il tentativo di indurire un po\' il suono |
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8
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Album che apprezzo molto, pur non essendo tra i migliori del gruppo. |
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7
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Se guardo alla discografia anni ‘90 dei Mercyful Fate ci sono altri album che mi piacciono di più (prima e dopo), ma ho comunque sempre reputato quest’album più che valido. Comincia alla grande già con i primi pezzi, ma anche nel resto della scaletta i colpi a vuoto non trovo siano poi molti. Un album “minore”, ma come sempre il marchio Mercyful Fate è una garanzia. Voto 80 |
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6
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I Mercyful Fate sono forse l'unica Band che non ha mai deluso le aspettative e fautori di almeno 3 album CAPOLAVORO quali Melissa, Don't breat the oath e Time (per non dimenticare poi il diabolico e infernale Ep di debutto)...Questo Dead Again è forse l'album che risente meno del marchio della band e che trovo piu' simile ad un lavoro di King Diamond solista..Buon album ma non al livello dei precedenti ne del successivo 9 |
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5
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Io attendo il ritorno dei Merciful Fate con il nuovo album. Questo mitico come gli altri |
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4
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Buon disco ma non all'altezza dei lavori del passato, pesa molto il doppio binario con un king diamond impegnato su due fronti facendo sostanzialmente le stesse cose con attori diversi, una scelta artistica mai capita da fan sfegatato. Un 70 comunque ci sta specie in virtù di ottimi pezzi come mandrake |
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3
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Manca un po' di quella patina 'sulfurea' che rendeva unici i primi lavori, ma la scrittura resta buona |
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2
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Da Buon Fan Del Re Danese ,Un Bel 90 Se Lo Merita . |
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1
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Nelle linee generali condivido abbastanza la recensione di Raven anche se io avrei dato 3 - 4 punticini in più. Ovviamente ciò se contestualizziamo l'album all'interno della loro discografia. Per altre band, invece, sarebbe stato un grande album. Ma che ci posso fare, io li amo e ascolto con piacere anche quest'album (e mi piace anche la copertina). La lunga titletrack sugli scudi insieme a Torture, Banshee e Crossroads. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Torture (1629) 2. The Night 3. Since Forever 4. The Lady Who Cries 5. Banshee 6. Mandrake 7. Sucking Your Blood 8. Dead Again 9. Fear 10. Crossroads
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Line Up
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King Diamond (Voce) Hank Shermann (Chitarre) Mike Wead (Chitarre) Sharlee D'Angelo (Basso) Bjarne T. Holm (Batteria)
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